Friday, March 22, 2024

Epica dell'Eurasia - di Cao Shui - Recensione di Maria Teresa De Donato

 Epica dell'Eurasia

di Cao Shui

 

Recensione di Maria Teresa De Donato

 


"Il 1° settembre 2008 mi sono dimesso risolutamente dallo Xihai Metropolis Daily e ho intrapreso un viaggio che avevo programmato: partendo dal Qinghai fino al Tibet a sud e allo Xinjian a nord, i due luoghi più magici della Cina. A mio avviso, il deserto dello Xinjiang a nord del monte Kunlun e l'altopiano tibetano a sud del monte Kunlun sono il centro Yin-Yang del continente eurasiatico... Mi sembra che tutte le montagne inizino qui, e tutte le montagne finiscano qui." (Cao Shui, 2010, 2018, pag. 94)

La suddetta dichiarazione di Cao Shui, famoso Autore, Poeta e Sceneggiatore cinese, apre la strada a una migliore e più completa comprensione dello spirito, delle intenzioni e del contenuto della sua pubblicazione Epica dell’Eurasia.

 

Abbiamo già conosciuto Cao attraverso la sua opera I Fiori dell’Impero, una raccolta di poesie in tre lingue tradotta e pubblicata da Fiori D'Asia Editrice, che ho avuto il piacere e l'onore di leggere e recensire. Come spiegai in quell'occasione, "leggere, interpretare e recensire I Fiori dell’Impero di Cao Shui non è stato facile ma straordinariamente affascinante e altrettanto emozionante" e che "Una grande cultura, una profonda sensibilità e un'altrettanta capacità di analisi e di riflessione, e di vedere il Mondo a 360º emergono in quest'opera letteraria come fiore all'occhiello della poetica di Cao Shui." (De Donato, 2023)

Come vedremo, Epica dell’Eurasia è caratterizzato da alcuni elementi che rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo della sua narrativa.

Iniziamo con il dire che il vero protagonista di quest'opera è il continente Eurasia, "un tempo il libero paese dei sogni dell'umanità" (p. 14), situato in Mesopotamia. Secondo la storia, la civiltà umana è iniziata in questa zona. Vi è, inoltre, un frequente riferimento sia alla Torre di Babele che all'Altopiano del Pamir, una catena montuosa situata tra l'Asia centrale e il Pakistan, all'incrocio con il Tian Shan, il Karakoram, il Kunlun, l'Hindu Kush e l'Himalaya.

Cao Shui – consciamente o inconsciamente – sembra utilizzare il riferimento al Monte Pamir come metafora o addirittura come prefigurazione dell’imminente realizzazione della nuova Torre di Babele, la cui ricostruzione, almeno in senso emblematico e culturale, è l'obiettivo finale della sua stessa produzione letteraria.

Come spiega Cao in quest'opera, "Un'epopea è un segno dello spirito collettivo di una nazione. Oggi, l'esistenza dell'epopea è scomparsa da tempo. Siamo di fronte a un mondo piuttosto che a una nazione. Viviamo con la scienza piuttosto che con storie divine. Utilizziamo il verso libero piuttosto che la poesia metrica.

Di conseguenza, l’idea di un’epopea moderna si trova ad affrontare una crisi di legittimità senza precedenti. L'epica era inizialmente la forma letteraria originale. Al suo interno conteneva una storia che descriveva gli avvenimenti di un'intera nazione..." (p. 13) "Oggi non abbiamo una storia divina e abbiamo perso il senso dei ritmi indigeni. Tuttavia, a causa di ciò, la poesia sembra essere tornata a se stessa per ottenere legittimità. … ciò che ci troviamo ad affrontare oggi non è la nazionalità individuale ma la cittadinanza del pianeta. E in questa luce, il nostro mondo ha bisogno di creare o restaurare una sorta di ‘Grande Epopea’ per il nostro tempo.” (p. 14)

In Epica dell’Eurasia, quindi, Cao sente il bisogno di recuperare ciò che è andato perduto. La sua epica è una combinazione di riferimenti antichi e moderni, miti, storie, simbolismi, verità, sogni e fantasie che si estendono dal sud al nord, dall'est all'ovest e dalla terra al cielo; il suo obiettivo è "costruire o dichiarare un sistema simbolico con immagini o elementi condivisi o 'correlazioni oggettive' per comunicare il nostro spirito e l'essenza del mondo". (14)

In seguito alla nascita delle lingue avvenuta dopo la costruzione della Torre di Babele, le popolazioni si dispersero verso est e verso ovest. Cominciarono a parlare in lingue diverse, utilizzando simboli e totem diversi, ma in ogni cultura e civiltà ci furono sempre somiglianze o aspetti comuni preservati. Quest’ultimo indicherebbe quindi un terreno comune, radici comuni e uno spirito universale che non è mai scomparso nonostante il passare del tempo, persino dei millenni.

Sebbene parte della storia antica che ci è stata tramandata sia ora interpretata come un ‘mito’, sorgono alcune domande:

 

• Perché i nostri antenati, per millenni, hanno concepito certi eventi  fermamente come verità mentre, al contrario, molte persone oggigiorno dubitano della loro veridicità e preferiscono vederli come miti quando non come favole?

 

• Sebbene la storia sia stata caratterizzata dalla sopraffazione di una civiltà su un'altra, da una guerra e una conquista dopo l'altra, e dalla tragica perdita di milioni di vite, non dovremmo sederci e riflettere sul fatto che potremmo avere, in effetti, una e un'unica origine, il che dimostrerebbe che siamo, di fatto, tutti fratelli e sorelle?

 

 

Le descrizioni di eventi storici e le narrazioni parallele di diverse civiltà incoraggiano i lettori a trovare le risposte adeguate a queste domande della massima importanza.

 

Un secondo aspetto cruciale che viene regolarmente menzionato in questa pubblicazione riguarda non solo lo Yin e lo Yang ma anche i simboli del Fuoco, che può rappresentare sia la distruzione che la creazione o anche la purificazione, dell'Acqua, della Terra e del Cielo che sono fondamentali nella cultura cinese. Hanno tutti una pluralità di applicazioni e significati: dal letterale al simbolico, dal metaforico al trascendentale.

La crudeltà dell'Umanità è evidenziata in quest'opera, i cui versi sottolineano il dominio dell'uomo sulla natura e sulla fauna selvatica, senza alcuna considerazione o rispetto per la Sacralità della Vita:

 

L'assassino cerca un bersaglio tra la folla, come una persona normale

                    …

                    Coloro che fanno il male godono della gloria

                    Chi fa il bene muore in povertà (p. 49)

 

il che sottolinea l’aberrazione e il paradosso delle circostanze a cui l’Umanità è stata abituata:

 

                    Un lupo cammina verso l'Ariete

                    Un macellaio si avvicina al cavallo

                    I malvagi camminano verso il bene

                    Camminiamo nell'oscurità (p. 49)

 

Il male regna dunque abbondantemente sulla Terra, mentre l'Umanità continua a muoversi ciecamente nell'oscurità.

 

Un senso di profonda solitudine è sempre presente ed enfatizzato nei versi di Cao Shui. Non è solo una questione di distanza fisica dagli altri ma, soprattutto, di distanza spirituale. È 'le mal de vivre' (il dolore di vivere), la piena consapevolezza che, pur essendo tutti, per così dire, nella stessa barca, ciascuno di noi resta così individualmente, chiuso nella propria sofferenza:

 

                    Non importa dove vado, sono solo

                    Tutti sono lontani

                    Il vortice è sempre vuoto (p. 49)

        

Non posso lasciare il vortice

Sono sempre nei posti più vuoti

Questo mondo solitario!

Tutt'intorno gente inattiva (p. 49)

Il centro è sempre vuoto

Non riesco a liberarmi del vuoto nella mia vita (p. 50)

 

 

Altri temi cruciali secondo Cao sono la Conoscenza e la Consapevolezza: entrambe sono fondamentali nella Vita. Secondo l'Autore non bisogna però dipendere dagli altri per ottenerle. Possiamo ispirare le persone ed avere empatia per il loro senso di smarrimento e fame di Conoscenza e Consapevolezza, ma alla fine spetta a ciascuno di noi trovare la propria strada per raggiungere quell'obiettivo.

Uno dei compiti principali di un Poeta è portare alla luce tutto questo. Tuttavia, finché la Coscienza Collettiva non sarà pronta a prendere piena consapevolezza del significato intrinseco e più profondo del messaggio di un Poeta, le persone continueranno a camminare nella “nebbia” e a sentire la sua “eco lontana” (p. 54).

Un profondo sentimento di non appartenenza e di insensatezza della Vita è anche presente nei suoi versi:

 

          La mia testa è metà dentro e metà fuori

                     Il mio corpo è per metà nella terra e per metà nel cielo

Le persone che conosco mi stanno aspettando. Me ne sono andato per

sempre

                     Qual è la differenza

                     …

                     …

                     Chi va verrà, chi viene andrà

                     Qual è la differenza (pag. 51)

 

 

In tutta la sua opera sono evidenti il desiderio di Cao di aprire la strada ad una migliore comprensione delle dinamiche che regolano il nostro Mondo e fanno soffrire l'Umanità e tutta la Creazione e il suo tentativo di aiutare le persone a comprendere e visualizzare la possibilità di qualcosa di nuovo che possa unificare in uno spirito di fratellanza, pace e amore per tutta l'Umanità.

Seguire la scrittura di Cao dall'inizio alla fine non è, dunque, un compito facile. La sua scrittura richiede totale attenzione e concentrazione per non perdersi nei numerosi racconti, dettagli, metafore e riferimenti storici e geografici che utilizza.

Questi ultimi si estendono da una cultura all'altra nel corso dei millenni, anche se l'epicentro rimane il continente Eurasia, e abbracciano tutti i tipi di civiltà e credenze con particolare riguardo alle antiche potenze mondiali che si sono succedute nella storia dell'Umanità.

Leggere le sue opere può essere allo stesso tempo piuttosto impegnativo, ma assolutamente emozionante, affascinante e ancor più gratificante per chi ami scavare nel multiculturalismo e sia appassionato di storia antica. Le personalità eclettiche e più versatili troveranno, per così dire, "pane per i loro denti". Al contrario, coloro che potrebbero avere un modo di pensare più lineare, pur essendo comunque interessati a leggere e apprezzando il lavoro di Cao, potrebbero aver bisogno di più tempo e pazienza per rimanere focalizzati sulla lettura e godersela appieno. Non c'è niente di sbagliato nell'essere ‘eclettici’ o ‘lineari’ quando si tratta di caratteristiche della personalità e modi di pensare. È solo una questione di come funziona il nostro cervello e non possiamo farci nulla. È nel nostro DNA.

Quindi, che ci piaccia o meno la produzione letteraria di Cao Shui, non possiamo non riconoscere che egli è un Uomo e un Autore unico nel suo genere, uno Scrittore, Poeta e Sceneggiatore di grande spessore culturale e umano.

Gli auguriamo con tutto il cuore che possa raggiungere il suo obiettivo di creare la Nuova Torre di Babele almeno culturalmente.