Epica dell'Eurasia
di Cao Shui
Recensione di Maria Teresa De Donato
"Il 1° settembre 2008 mi sono dimesso risolutamente dallo Xihai
Metropolis Daily e ho intrapreso un viaggio che avevo programmato: partendo dal
Qinghai fino al Tibet a sud e allo Xinjian a nord, i due luoghi più magici
della Cina. A mio avviso, il deserto dello Xinjiang a nord del monte Kunlun e
l'altopiano tibetano a sud del monte Kunlun sono il centro Yin-Yang del
continente eurasiatico... Mi sembra che tutte le montagne inizino qui, e tutte
le montagne finiscano qui." (Cao Shui, 2010, 2018, pag. 94)
La suddetta dichiarazione di Cao Shui, famoso Autore, Poeta e Sceneggiatore
cinese, apre la strada a una migliore e più completa comprensione dello
spirito, delle intenzioni e del contenuto della sua pubblicazione Epica
dell’Eurasia.
Abbiamo già conosciuto Cao attraverso la sua opera I Fiori dell’Impero, una raccolta di
poesie in tre lingue tradotta e pubblicata da Fiori D'Asia Editrice, che ho avuto il
piacere e l'onore di leggere e recensire. Come spiegai in quell'occasione,
"leggere, interpretare e recensire I Fiori dell’Impero di Cao Shui non
è stato facile ma straordinariamente affascinante e altrettanto
emozionante" e che "Una grande cultura, una profonda sensibilità e
un'altrettanta capacità di analisi e di riflessione, e di vedere il Mondo a
360º emergono in quest'opera letteraria come fiore all'occhiello della poetica
di Cao Shui." (De Donato, 2023)
Come vedremo, Epica dell’Eurasia è caratterizzato da alcuni elementi
che rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo della sua narrativa.
Iniziamo con il dire che il vero protagonista di quest'opera è il
continente Eurasia, "un tempo il libero paese dei sogni dell'umanità"
(p. 14), situato in Mesopotamia. Secondo la storia, la civiltà umana è iniziata
in questa zona. Vi è, inoltre, un frequente riferimento sia alla Torre di
Babele che all'Altopiano del Pamir, una catena montuosa situata tra l'Asia
centrale e il Pakistan, all'incrocio con il Tian Shan, il Karakoram, il Kunlun,
l'Hindu Kush e l'Himalaya.
Cao Shui – consciamente o inconsciamente – sembra utilizzare il riferimento
al Monte Pamir come metafora o addirittura come prefigurazione dell’imminente
realizzazione della nuova Torre di Babele, la cui ricostruzione, almeno in
senso emblematico e culturale, è l'obiettivo finale della sua stessa produzione
letteraria.
Come spiega Cao in quest'opera, "Un'epopea è un segno dello spirito
collettivo di una nazione. Oggi, l'esistenza dell'epopea è scomparsa da tempo.
Siamo di fronte a un mondo piuttosto che a una nazione. Viviamo con la scienza
piuttosto che con storie divine. Utilizziamo il verso libero piuttosto che la
poesia metrica.
Di conseguenza, l’idea di un’epopea moderna si trova ad affrontare una
crisi di legittimità senza precedenti. L'epica era inizialmente la forma
letteraria originale. Al suo interno conteneva una storia che descriveva gli avvenimenti
di un'intera nazione..." (p. 13) "Oggi non abbiamo una storia divina
e abbiamo perso il senso dei ritmi indigeni. Tuttavia, a causa di ciò, la
poesia sembra essere tornata a se stessa per ottenere legittimità. … ciò che ci
troviamo ad affrontare oggi non è la nazionalità individuale ma la cittadinanza
del pianeta. E in questa luce, il nostro mondo ha bisogno di creare o
restaurare una sorta di ‘Grande Epopea’ per il nostro tempo.” (p. 14)
In Epica dell’Eurasia, quindi, Cao sente il bisogno di recuperare
ciò che è andato perduto. La sua epica è una combinazione di riferimenti
antichi e moderni, miti, storie, simbolismi, verità, sogni e fantasie che si
estendono dal sud al nord, dall'est all'ovest e dalla terra al cielo; il suo
obiettivo è "costruire o dichiarare un sistema simbolico con immagini o
elementi condivisi o 'correlazioni oggettive' per comunicare il nostro spirito
e l'essenza del mondo". (14)
In seguito alla nascita delle lingue avvenuta dopo la costruzione della
Torre di Babele, le popolazioni si dispersero verso est e verso ovest.
Cominciarono a parlare in lingue diverse, utilizzando simboli e totem diversi,
ma in ogni cultura e civiltà ci furono sempre somiglianze o aspetti comuni
preservati. Quest’ultimo indicherebbe quindi un terreno comune, radici comuni e
uno spirito universale che non è mai scomparso nonostante il passare del tempo,
persino dei millenni.
Sebbene parte della storia antica che ci è stata tramandata sia ora
interpretata come un ‘mito’, sorgono alcune domande:
• Perché i nostri antenati, per millenni, hanno concepito
certi eventi fermamente come verità
mentre, al contrario, molte persone oggigiorno dubitano della loro veridicità e
preferiscono vederli come miti quando non come favole?
• Sebbene la storia sia stata caratterizzata dalla
sopraffazione di una civiltà su un'altra, da una guerra e una conquista dopo
l'altra, e dalla tragica perdita di milioni di vite, non dovremmo sederci e
riflettere sul fatto che potremmo avere, in effetti, una e un'unica origine, il
che dimostrerebbe che siamo, di fatto, tutti fratelli e sorelle?
Le descrizioni di eventi storici e le narrazioni parallele di diverse
civiltà incoraggiano i lettori a trovare le risposte adeguate a queste domande
della massima importanza.
Un secondo aspetto cruciale che viene regolarmente menzionato in questa
pubblicazione riguarda non solo lo Yin e lo Yang ma anche i simboli del Fuoco,
che può rappresentare sia la distruzione che la creazione o anche la
purificazione, dell'Acqua, della Terra e del Cielo che sono fondamentali nella
cultura cinese. Hanno tutti una pluralità di applicazioni e significati: dal
letterale al simbolico, dal metaforico al trascendentale.
La crudeltà dell'Umanità è evidenziata in quest'opera, i cui versi
sottolineano il dominio dell'uomo sulla natura e sulla fauna selvatica, senza
alcuna considerazione o rispetto per la Sacralità della Vita:
L'assassino cerca un bersaglio tra la folla, come una
persona normale
…
Coloro che fanno il male godono della gloria
Chi fa il bene muore in povertà (p. 49)
il che sottolinea l’aberrazione e il paradosso delle circostanze a cui l’Umanità
è stata abituata:
Un lupo cammina verso l'Ariete
Un macellaio si avvicina al cavallo
I malvagi camminano verso il bene
Camminiamo nell'oscurità (p. 49)
Il male regna dunque abbondantemente sulla Terra, mentre l'Umanità continua
a muoversi ciecamente nell'oscurità.
Un senso di profonda solitudine è sempre presente ed enfatizzato nei versi
di Cao Shui. Non è solo una questione di distanza fisica dagli altri ma,
soprattutto, di distanza spirituale. È 'le mal de vivre' (il dolore di vivere),
la piena consapevolezza che, pur essendo tutti, per così dire, nella stessa
barca, ciascuno di noi resta così individualmente, chiuso nella propria
sofferenza:
Non importa dove vado, sono solo
Tutti sono lontani
Il vortice è sempre vuoto (p. 49)
Non posso lasciare il vortice
…
…
Sono sempre nei posti più vuoti
Questo mondo solitario!
Tutt'intorno gente inattiva (p. 49)
Il centro è sempre vuoto
Non riesco a liberarmi del vuoto nella mia vita (p. 50)
Altri temi cruciali secondo Cao sono la Conoscenza e la Consapevolezza:
entrambe sono fondamentali nella Vita. Secondo l'Autore non bisogna però
dipendere dagli altri per ottenerle. Possiamo ispirare le persone ed avere
empatia per il loro senso di smarrimento e fame di Conoscenza e Consapevolezza,
ma alla fine spetta a ciascuno di noi trovare la propria strada per raggiungere
quell'obiettivo.
Uno dei compiti principali di un Poeta è portare alla luce tutto questo.
Tuttavia, finché la Coscienza Collettiva non sarà pronta a prendere piena consapevolezza
del significato intrinseco e più profondo del messaggio di un Poeta, le persone
continueranno a camminare nella “nebbia” e a sentire la sua “eco lontana” (p.
54).
Un profondo sentimento di non appartenenza e di insensatezza della Vita è anche
presente nei suoi versi:
La mia testa è metà dentro e metà fuori
Il mio corpo è per metà nella terra e per metà
nel cielo
Le persone che conosco mi stanno aspettando. Me ne sono
andato per
sempre
Qual è la differenza
…
…
Chi va verrà, chi viene andrà
Qual è la differenza (pag. 51)
In tutta la sua opera sono evidenti il desiderio di Cao di aprire la strada
ad una migliore comprensione delle dinamiche che regolano il nostro Mondo e
fanno soffrire l'Umanità e tutta la Creazione e il suo tentativo di aiutare le
persone a comprendere e visualizzare la possibilità di qualcosa di nuovo che
possa unificare in uno spirito di fratellanza, pace e amore per tutta
l'Umanità.
Seguire la scrittura di Cao dall'inizio alla fine non è, dunque, un compito
facile. La sua scrittura richiede totale attenzione e concentrazione per non
perdersi nei numerosi racconti, dettagli, metafore e riferimenti storici e
geografici che utilizza.
Questi ultimi si estendono da una cultura all'altra nel corso dei millenni,
anche se l'epicentro rimane il continente Eurasia, e abbracciano tutti i tipi
di civiltà e credenze con particolare riguardo alle antiche potenze mondiali
che si sono succedute nella storia dell'Umanità.
Leggere le sue opere può essere allo stesso tempo piuttosto impegnativo, ma
assolutamente emozionante, affascinante e ancor più gratificante per chi ami
scavare nel multiculturalismo e sia appassionato di storia antica. Le
personalità eclettiche e più versatili troveranno, per così dire, "pane
per i loro denti". Al contrario, coloro che potrebbero avere un modo di
pensare più lineare, pur essendo comunque interessati a leggere e apprezzando
il lavoro di Cao, potrebbero aver bisogno di più tempo e pazienza per rimanere focalizzati
sulla lettura e godersela appieno. Non c'è niente di sbagliato nell'essere ‘eclettici’
o ‘lineari’ quando si tratta di caratteristiche della personalità e modi di
pensare. È solo una questione di come funziona il nostro cervello e non
possiamo farci nulla. È nel nostro DNA.
Quindi, che ci piaccia o meno la produzione letteraria di Cao Shui, non
possiamo non riconoscere che egli è un Uomo e un Autore unico nel suo genere,
uno Scrittore, Poeta e Sceneggiatore di grande spessore culturale e umano.
Gli auguriamo con tutto il cuore che possa raggiungere il suo obiettivo di
creare la Nuova Torre di Babele almeno culturalmente.