Dagli Anni di Piombo all’Accademia d’Arte Drammatica
Intervista a Giovanni Carta, Attore, Sceneggiatore, Regista
di Maria Teresa De Donato
Palermitano di nascita e romano di
adozione, Giovanni Carta, sposato con l’attice e acting coach catanese Emanuela
Trovato, ha un curriculum “very impressive”, come dicono dalle mie parti.
Giovanni vanta, infatti, una formazione professionale di alto livello che,
abbracciando un periodo di quattordici anni, include vari diplomi, corsi di
perfezionamento e laboratori di recitazione, nonché quattro anni di canto.
Si definisce “Timido e curioso
insieme, taciturno e rumoroso insieme”.
Andiamo a conoscerlo meglio.
Buona lettura!
MTDD: Ciao, Giovanni, e benvenuto! Sono
felice di averti mio ospite oggi.
G.C.: Ciao Maria Teresa, sono io che
ringrazio te. Un saluto caloroso a tutti i tuoi lettori.
MTDD: Giovanni, iniziamo proprio dalla
tua timidezza accompagnata alla curiosità e dal tuo essere taciturno e al tempo
stesso rumoroso. Parlaci un po’ di come queste tue caratteristiche si sono
manifestate sin da quando eri bambino.
G.C.: Per capire la propria vera essenza
ci vuole tutta una vita, ti dico solo che ancora oggi mi stupisco e mi ritrovo
ad avere a che fare con parti di me che non credevo di conoscere. Sicuramente
ero un bambino taciturno e molto curioso, non sempre a suo agio con il mondo
che mi circondava. Avendo avuto la fortuna da sempre di coltivare la passione
per il teatro e il cinema, spesso mi ci
immergevo a tal punto da non avere altre attenzioni al di fuori di quello. Ed
era proprio lì che diventavo rumoroso, pieno di energia e super stimolato.
MTDD: Spesso i genitori hanno grandi
aspettative sui propri figli. Li visualizzano sin dalla più tenera età come
futuri e famosi Avvocati, Medici o Ingegneri. Senza nulla togliere a tali
autorevoli e distinte professioni, a volte restano delusi, o quantomeno
sorpresi, quando sono costretti a confrontarsi con la realtà e ad accettare il
fatto che gli interessi, i talenti e le passioni dei figli spingono questi
ultimi in tutt’altra direzione.
Questo
sembra essere stato anche il tuo caso. Vorresti parlarcene?
G.C.:
Ho desiderato e dimostrato, come
racconta mia madre, da sempre, di voler fare l’attore, mai altra passione ha
avuto dedicata tanto amore attenzione e studio. Certamente era difficile, negli
anni della mia giovinezza, far capire alla famiglia che fare l’attore poteva
essere anche una professione. Ho insistito, ho coltivato questo desiderio in
tutte le piccole cose che accompagnavano la mia crescita. Hanno dovuto cedere,
non avevano scelta, perché io non mi sono dato altra scelta.
MTDD: Dagli Anni di Piombo a Palermo,
dove sei nato e hai vissuto la tua infanzia e adolescenza, il tuo amore per la
recitazione ti ha portato a Roma.
Raccontaci di questo ‘passaggio’ e
degli eventuali ‘aggiustamenti’ che hai dovuto fare per adattarti alla
mentalità e, soprattutto, ai ritmi frenetici della mia città natale.
G.C.: La mia città natale, Palermo,
quando ero adolescente era molto diversa dalla città che è oggi. La città
viveva anni duri costellati dalle vittime della mafia e non dava possibilità
importanti per confrontarsi con questa mia grande passione. Sono arrivato a
Roma a vent’anni e lì, frequentando l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica
“Silvio D’Amico”, una delle scuole più prestigiose dove, per accedere, si
debbono superare parecchie selezioni, mi sono ritrovato ad amministrare la mia
vita da solo in una grande città impegnativa ma che offriva parecchi stimoli e
dove ho fatto una scoperta straordinaria. Esiste la primavera!
In Sicilia a Marzo era già estate; a
Pasqua si andava quasi sempre al mare, ma la meravigliosa arietta primaverile
l’ho conosciuta a Roma...
MTDD: Cosa
significa per te essere un Attore e come vivi questa professione che è tanto
artistica quanto caotica, incontrollabile e, per certi aspetti, altrettanto
imprevedibile?
G.C: Accogliendo con amore tutto quello
che hai appena detto. Ma tutto questo kaos e imprevedibilità hanno bisogno di
una grande disciplina, rigore mentale ed emotivo. E fare sempre delle scelte, cioè fare
tendenzialmente, per quanto è possibile, quello che ti fa stare bene. E capire
al più presto che non si può piacere a tutti...
MTDD: Come
riesci a conciliare impegni di lavoro come Attore, Sceneggiatore e Regista e
responsabilità familiari, considerando che Tancredi, il vostro splendido e
dolcissimo bambino, è ancora piccolo e ha bisogno di essere seguito?
G.C.: Tancredi in questo momento della
mia vita ha la priorità su tutto. Io ed Emanuela siamo molto fortunati. Tancredi è un bambino molto maturo, riesce a stare dietro ai nostri impegni, è
curioso, gli sembra di stare al Luna Park! E poi alterniamo sempre lunghe
assenze a lunghe presenze e poi chissà se stiamo facendo bene! Noi cerchiamo di
fare del nostro meglio!
MTDD: Senza nulla togliere ai tanti
grandi Maestri ed illustri colleghi che hai conosciuto, con cui hai lavorato e
che ti hanno arricchito umanamente e professionalmente, vorresti parlarci del
tuo incontro con Andrea Camilleri, del rapporto che hai avuto con lui e di
quello che hai imparato grazie a lui?
G.C.: Andrea è stato un mio Maestro
all’Accademia di teatro. Lui aveva una particolare attenzione per tutti gli
allievi di origine siciliana. Una cosa che io e lui facevamo spesso dopo la
lezione era passeggiare in silenzio, magari condividendo prima le impressioni
della lezione appena svolta e poi lunghi silenzi – ma pieni – che poi
culminavamo con una birretta al bar. Ho avuto la fortuna durante la mia
carriera di recitare in molti dei suoi testi sia in teatro che in televisione;
c’è tanta magia nelle sue parole che sono piene di tante emozioni nascoste che
è bello raccontare!
MTDD: Da cinque anni sei Interprete, Produttore
e Regista di un monologo in siciliano, scritto da Luana Rondinelli – A Testa Sutta – grazie al quale
hai avuto grandi soddisfazioni, premi, partecipazioni a festival prestigiosi e
una collaborazione con Luana che negli anni si è rafforzata e che,
probabilmente, vi vedrà ancora insieme per nuovi ed interessanti progetti.
Puoi dirci qualcosa di questo
monologo?
G.C.: A Testa Sutta è il
mio figliolo artistico; ha debuttato 15 giorni prima che nascesse Tancredi; è 9 anni che mi accompagna in lungo è largo per l’Italia. Non è solo un testo
teatrale ben scritto (ha vinto il premio Fersen, come miglior
drammaturgia contemporanea), ma anche un mondo meraviglioso dove raccontare la
diversità dell’anima. È una prova d’attore di 50 minuti in cui faccio, da solo,
8 personaggi, dove recito per 20 minuti a testa in giù (ho vinto il premio
Teatri Riflessi come miglior attore) e il viaggio continua ancora, lo
faccio e ancora vorrò farlo.
MTDD: L’anno scorso sei stato
protagonista della seconda stagione della serie tedesca Barbarians (Barbari) in cui hai
interpretato la parte dell’imperatore romano Tiberius, recitando anche in
tedesco e in latino.
Vuoi parlarci di questa esperienza?
G.C.: WoW!!! È
stata un’esperienza fantastica! Una vera torre di Babele, con attori tedeschi,
italiani, una troupe polacca e soprattutto una grande esperienza. Oltre al
ruolo così bello e pieno di sfaccettature, ho avuto la possibilità, faticosa,
di recitare non solo in tedesco ma soprattutto in una lingua mai usata prima:
il latino! Il freddo di Cracovia, il Covid, i cavalli… non ci siamo fatti
mancare niente, ma ho imparato tantissimo. È stata un’esperienza unica!
MTDD: Giovanni, menzionare tutte le
attività che hai svolto a Teatro, in Televisione,
al Cinema, in Radio e per la
Pubblicità sarebbe impossibile. Mi farebbe piacere, però, che, prima di
lasciarci, ci raccontassi qualcosa della tua attività didattica che so essere
un’altra tua grande passione.
G.C.: Insegnare è un privilegio. È studiare due volte! E poi confrontarsi con le passioni delle generazioni più giovani è sicuramente un modo per renderti un attore contemporaneo; è importante per noi attori essere in qualche modo lo specchio dei tempi, essere cartine al tornasole della società che stiamo vivendo; vedere gli allievi attori che si impegnano, si mettono in gioco vivendo le piccole grandi crisi che il nostro mestiere a qualunque età incontra, mi risveglia sempre quella innata e mai sopita curiosità...
MTDD: Hai
qualche progetto che bolle in pentola cui vuoi accennare senza rivelare troppo?
G.C.: A breve comincio le riprese di un
nuovo film, Biopic, sulla vita della grande Rosa Balistrieri, cantante dell’anima
più profonda della Sicilia, e poi… te lo dirò un po’ più in là. Mi piace essere
un po’ scaramantico!
MTDD: Grazie, Giovanni, per aver
partecipato a questa mia intervista.
I lettori
che desiderassero seguirti nelle tue
attività o contattarti, in che modo potranno farlo?
G.C.: Grazie Maria Teresa. Intanto invito
i tuoi lettori calabresi, e non solo,
per il 9 aprile a venire a vedere il mio A Testa Sutta
a Catanzaro, ... ma potranno seguire
le mie attività anche tramite le mie pagine social su Facebook e Instagram.
Ti ringrazio tanto per la tua
attenzione, simpatia e disponibilità. In bocca al lupo per le tue attività e un
saluto affettuoso a tutti i tuoi lettori. A presto!...