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Thursday, September 4, 2025

Yevhn Stankovich

  


Jevhen Fedorovyč Stankovyč nato a Szolyva, 19 settembre 1942, all'epoca parte del Regno d'Ungheria.
Nel 1962-63 studiò composizione con Adam Soltys al Conservatorio di Leopoli, dal 1965 al 1970 con Borys Ljatošyns'kyj e Myroslav Skoryk al Conservatorio di Kiev. Ha lavorato come editore musicale, è stato presidente dell'Unione dei compositori ucraini e, dal 1998, lavora come docente di composizione al Conservatorio di Kiev, ora Accademia Nazionale di Musica dell'Ucraina.
Nel 2017 è stato a capo del comitato organizzatore delle olimpiadi ucraine "La voce del Paese".

Yevhen Stankovych è una delle figure centrali della musica ucraina contemporanea. Compositore prolifico, è autore dal 1966 di 6 sinfonie, opere "Quando la felce fiorisce" e Rustici, 6 balletti, un gran numero di opere nei generi oratorio, vocale da camera e strumentale da camera, nonché musica di scena fino a 6 spettacoli di teatro musicale e oltre 100 film.
Fin dalle prime composizioni Stankovych si dichiarò un compositore dal temperamento drammatico, non contrario al rischio emotivo. Le elaborate trame polifoniche e il lirismo meditativo del compositore ricordano il rigoroso stile strumentale della musica barocca, mentre gli affetti corposi con l'evidente colorazione post-romantica conferiscono alla musica calore ed espressività. La sua musica è notevole sotto molti aspetti, mostrando la sua libertà emotiva, la consumata maestria tecnica e la flessibilità della forma.

Yevhen Stankovych ha ricevuto numerosi premi importanti. La sua Sinfonia da camera n. 3 è stata selezionata dalla Tribuna mondiale dell'UNESCO come una delle 10 migliori opere del 1985. È stato premiato con numerosi premi in Ucraina, tra cui il più alto riconoscimento del paese per la creatività artistica, il Premio statale Taras Shevchenko.

Le opere del compositore sono state eseguite in Canada, Stati Uniti, Germania, Francia, Svizzera, Finlandia, Spagna, Cina, Filippine e Jugoslavia, oltre ad esecuzioni nell'ex Unione Sovietica e nei paesi dell'Europa orientale. Nel gennaio 1992, è stato giurato senior del primo concorso di musica contemporanea canadese tenutosi a Winnipeg ed è stato presentato in festival di musica contemporanea in Germania e Polonia. Nel 1996 è stato compositore residente nel Canton Berna, in Svizzera.

Yevhen Stankovych è accademico dell'Accademia nazionale d'arte, presidente della Facoltà di composizione dell'Accademia nazionale di musica di Kiev, membro del comitato nazionale dei premi Taras Shevchenko. È l'ex presidente dell'Unione dei compositori ucraini, artista popolare ucraino, eroe dell'Ucraina.

La Sinfonia n. 4 di Stankovych, "Sinfonia lirica", composta due anni dopo "L'Eroica", nel 1977, ritorna al mondo degli archi della "Sinfonia larga". Quest'opera, composta per sedici archi solisti in un unico movimento esteso, fu per stessa ammissione di Stankovych una svolta verso il neo-romanticismo e un deliberato abbandono dell'uso di "modelli" (armonici o ritmici). La costruzione dell'opera è ingegnosa nella distribuzione delle melodie sugli archi: ogni musicista ha una melodia di carattere diverso che deve riprodurre spesso senza riferimento al resto dell'ensemble - a volte, il direttore viene incaricato solo di dirigerne uno o due strumenti lasciando che gli altri suonino indipendentemente. Ma questa attenta stratificazione di linee musicali simultanee (orizzontali) produce una trama armonica (verticale) bella e ricca.

Il materiale tematico principale della Sinfonia ricorda il dolce lirismo di Skrjabin; tuttavia questo è ben lontano dal pastiche e Stankovych si avvale di una varietà di approcci formali e stilistici diversi per creare l'opera. La struttura, ad esempio, è una sintesi di elementi di forma sonata, forma di variazione e rondò – tuttavia il risultato, che aumenta di intensità e diminuisce nuovamente, è ciclico. Questo approccio intricato gli permette, paradossalmente, di creare musica con un sentimento di estrema libertà e una qualità improvvisativa: come suggerisce il titolo, un pezzo in cui la forza primaria sembra essere un bellissimo lirismo dal respiro lungo.

Monday, August 18, 2025

Wolfgang Amadeus Mozart

Salisburgo 27-I-1756 - Vienna 5-XII-1791


Figlio di Leopold, ottimo violinista e vice-maestro di cappella alla corte dell'arcivescovo di Salisburgo, oltre che compositore e autore di un pregevole trattato per violino, il padre stesso valorizzò le prodigiose doti musicali del fanciullo, che all'età di sei anni già teneva concerti come clavicembalista alle corti di Monaco e di Vienna. Nel 1763 una nuova tournée lo portava, attraverso numerosi centri tedeschi, alle corti di Parigi e di Londra: questo viaggio, che mise il piccolo Wolfgang a contatto con i più bei nomi del mondo musicale dell'epoca, doveva essere decisivo per la sua formazione. Nel '66 ritornava a Salisburgo, e da allora assai frequenti furono le sue puntate a Vienna, dove imparò a conoscere la musica di Gluck, Haydn e così via.

Nel 1769 parte col padre per l'Italia, tenendo concerti in tutti i principali centri: Verona, Milano, Bologna (dove conosce Padre Martini), Roma e Napoli. Nel 1771 ritorna a Salisburgo, dove il nuovo arcivescovo Geronimo di Colloredo lo assume nel 1772 nell'orchestra con un regolare stipendio: e nello stesso anno gli viene permesso un nuovo viaggio a Milano, dove fa rappresentare una nuova opera e conosce Paisiello. Dal 1773 al '77 visse a Salisburgo, ma in quell'anno ruppe con l'arcivescovo e si recò di nuovo in tournée, con la madre, a Monaco, Mannheim ( dove i contatti con la scuola locale ebbero per lui importanza assai notevole) e Parigi. Qui rimane sino alla fine del 1778 (anno in cui gli muore la madre), assai ricercato e apprezzato come compositore e concertista, e nel 1779 è nuovamente nella città natale, dov'è nominato organista di corte. Nell'81 si libera definitivamente dal giogo dell'arcivescovo e si stabilisce a Vienna, dove sposa nell'82 Constanze Weber, nonostante l'opposizione paterna . A Vienna si lega d'amicizia con i maggiori musicisti e letterati, entra nella massoneria e conquista i viennesi con le sue opere tedesche. Dal 1784 all'87 conosce gli anni più sereni: la sua produzione è richiesta e apprezzata, e in due riprese si reca a Praga dove incontra un ambiente partico­larmente favorevole alla sua musica. Nell'87 viene nominato "musico da camera " dell'imperatore e nell'89 va a Berlino e Dresda, applaudito come concertista. Morto Giuseppe II, il suo successore Leopoldo II si dimostrerà molto più tiepido verso la musica, tanto che a Mozart viene a mancare ogni sostegno da parte della corte. Mette ancora in scena La Clemenza di Tito a Praga, composta per l'incoronazione del neo-imperatore, ma nel 1791 muore in miseria per cause non precisate, e viene sepolto nella fossa comune.

Requiem in re minore per soli, coro ed orchestra, K 626

Requiem - soprano e coro - Adagio (re minore)
Kyrie - coro - Allegro (re minore)
Dies irae - coro - Allegro assai (re minore) abbozzo
Tuba mirum - soli - Andante (si bemolle maggiore) abbozzo
Rex tremendae - coro - Grave (sol minore) abbozzo
Recordare - coro - Andante (re minore) abbozzo
Confutatis - coro - Andante (la minore) abbozzo
Lacrimosa - coro - Larghetto (re minore) abbozzo
Domine Jesu - soli e coro - Andante con moto (sol minore) abbozzo
Hostias - coro - Andante (mi bemolle maggiore). Andante con moto (sol minore) abbozzo
Sanctus - coro - Adagio (re maggiore) aggiunta
Osanna - coro - Allegro (re maggiore) aggiunta
Benedictus - soli - Andante (si bemolle maggiore) aggiunta
Osanna - coro - Allegro (si bemolle maggiore) aggiunta
Agnus Dei - coro - ... (re minore) aggiunta
Lux aeterna - soprano e coro - ... (re minore). Allegro. Adagio

Quando il Conte Franz von Walsegg zu Stuppach, aspirante compositore, decise di celebrare l'anniversario della morte della moglie avvenuta il 14 febbraio 1791, scelse di commissionare a Mozart un Requiem che poi avrebbe voluto far passare per suo. La proposta economica era buona e il compositore, che in quel periodo aveva bisogno di denaro per finanziare le sue corpose uscite, accettò. Il 1791 fu però per Mozart un anno pieno di impegni a cui far fronte rapidamente. Così il Requiem fu completato fino al secondo brano, in gran parte abbozzato, e poi lasciato molti mesi fra le carte che furono ereditate, dopo la morte del marito nel dicembre del 1791, dalla moglie Constanze. Fra quelle carte furono rinvenute prove che il compositore conoscesse il committente. È probabile che Mozart non avesse detto nulla alla moglie di quella strana commissione. Era bene, infatti, che a Vienna non se ne avesse sentore; ma che non lo sapesse lui, il cui segreto era stato comprato, e che gli venisse commissionata un'opera da un uomo misterioso, è francamente improbabile.

Tornando al Requiem, il motivo di tanta trascuratezza nel terminarlo è da additare dunque ai pressanti impegni, ma non è da tralasciare il fastidio che Mozart, uomo giustamente orgoglioso e con grande senso della dignità personale, provasse per il gesto di Walsegg e per il Requiem stesso. Eppure quest'opera, anche grazie all'ottimo lavoro di propaganda di Constanze, è diventata uno dei maggiori veicoli della fama di Mozart subito dopo la sua morte. Negli ultimi anni del Settecento ebbe innumerevoli esecuzioni in varie città, prima tedesche poi europee, e fu scelto spesso per commemorare la morte di personalità più o meno importanti. In questa composizione sacra il romanticismo ritrovò subito il suo clima e il Requiem, che alimentava l'aneddotica, anch'essa tutta romantica, della morte tragica e della sua colonna sonora, è divenuta fino ai nostri tempi una della creazioni più famose ed eseguite di Mozart. L'opera fu completata da Franz Xaver Süssmayr, allievo del compositore e amico di famiglia, con l'aiuto di altri e su commissione di Constanze, che consegnò all'incaricato del conte, circa due mesi dopo la morte del marito, la partitura, spacciandola per autentica. In ogni modo Constanze, che aveva fiutato l'affare in termini di immagine e di denaro, ne tenne copia anche per sé e tentò all'inizio di far credere che il Requiem fosse autentico davvero. Mozart invece aveva completato solo i primi due pezzi (Introitus, Kyrie e parte del Dies irae) e aveva lasciato appunti, più o meno nutriti fino all'Hostias, con i quali sviluppare le parti seguenti.

Walsegg diresse la partitura a sua disposizione il 14 dicembre 1793, poi la diresse ancora, utilizzandola con la destinazione per cui l'aveva commissionata, il 14 febbraio 1794, nella chiesa di Neukloster a Wiener Neustadt, località di cui era conte. Ma quando seppe che Constanze aveva fatto eseguire a proprio beneficio la sua partitura già il 2 gennaio 1793 a Vienna, decise bene per il futuro di lasciar perdere. Tuttavia, qualche anno più tardi, quando seppe che il Requiem stava per essere pubblicato, tentò di chiedere un cospicuo rimborso per la frode che era stata ordita ai suoi danni. Lui, che col denaro aveva fatto la stessa cosa, ma in modo più subdolo.
  

Monday, August 4, 2025

Vasilij Sergeevič Kalinnikov

  



Nacque il 13 gennaio 1866 a Vojny, vicino Mcensk, oggi nell'Oblast' di Orël. Studiò al seminario di Orël, dirigendone il coro dall'età di quattordici anni. Trasferitosi in seguito a Mosca per frequentare il conservatorio, non riuscì a sostenerne la retta. Ricevette una borsa di studio che gli permise di frequentare la Scuola della Società filarmonica di Mosca, dove ricevette lezioni di composizione e di fagotto. Suonò i timpani, il fagotto e il violino nelle orchestre teatrali e lavorò come copista per incrementare le sue entrate.

Nel 1892, Čajkovskij segnalò Kalinnikov ai direttori del Teatro Malyj e del Teatro Italiano di Mosca. Tuttavia, affetto da tubercolosi, Kalinnikov dovette lasciare tali incarichi per trasferirsi in Crimea. Visse a Jalta per il resto della sua vita ed è lì che scrisse la maggior parte delle sue composizioni musicali, comprese le due sinfonie e le musiche di scena per Lo zar Boris del drammaturgo Aleksej Tolstoj (cugino di Lev Tolstoj).

La Sinfonia n. 1 in sol minore, scritta tra il 1894 e il 1895, che fa uso della forma ciclica, determinò il suo successo. Fu eseguita a Kiev il 20 febbraio 1897 e poi a Berlino, Vienna, Mosca e Parigi, mentre il compositore era ancora in vita. Tuttavia, non fu pubblicata se non dopo la sua morte. I diritti contribuirono al sostentamento della vedova di Kalinnikov. Fu con l'aiuto di Sergej Rachmaninov che Kalinnikov riuscì a vendere per 120 rubli tre sue canzoni a Jurgenson, editore anche di Čajkovskij. In seguito, Jurgenson pubblicò anche la Sinfonia n. 2 in la maggiore.
Morì di tubercolosi l'11 gennaio 1901, pochi giorni prima del suo trentacinquesimo compleanno.

La sinfonia è in quattro movimenti :

Allegro moderato (sol minore)
Andante comodamente (mi bemolle maggiore)
Scherzo: Allegro non troppo (do maggiore)
Finale: Allegro moderato (sol maggiore)

Il primo movimento è in forma di sonata e si apre con il tema principale suonato all'unisono dagli archi. Anche il secondo tema è presentato dagli archi, con i legni in sottofondo. La sezione di sviluppo è di natura contrappuntistica , che ricorda le fughe composte da Kalinnikov negli anni Ottanta dell'Ottocento. Il secondo movimento si apre con un ostinato dell'arpa e dei primi violini che sfocia in un assolo di corno inglese con le viole. Quindi il tema principale del movimento è suonato dall'oboe su archi pizzicati. Il terzo movimento, uno scherzo , contiene influenze e melodie della musica popolare russa e include un trio suonato nei fiati. Il finale si apre con il tema principale del primo movimento prima di rivisitare e trasformare i temi di tutti i movimenti precedenti, oltre a incorporare nuovi temi derivati ​​da quelli vecchi. La sinfonia si conclude con un finale trionfale suonato dall'intera orchestra. Una performance tipica dura circa 40 minuti.


Friday, July 18, 2025

Salvatore Di Vittorio

 



Salvatore Di Vittorio, nato a Palermo il 22 ottobre 1967, è un compositore e direttore d'orchestra italiano. È direttore musicale e direttore d'orchestra della Chamber Orchestra di New York . È stato riconosciuto da Luigi Verdi (Accademia Filarmonica di Bologna ) come "spirito musicale lirico, rispettoso dell'antica tradizione italiana … interprete emergente di punta della musica di Ottorino Respighi ".


Ha iniziato gli studi musicali con suo padre Giuseppe in Italia, poi ha studiato composizione con Ludmila Ulehla e Giampaolo Bracali alla Manhattan School of Music negli Stati Uniti, e direzione d'orchestra con Giampaolo Bracali, Francesco Carotenuto e il compianto Piero Bellugi in Italia.

È autore di 15 Opere orchestrali, 7 trascrizioni e revisioni di musica orchestrale di Ottorino Respighi, 2 Opere, 4 Opere corali/vocali, alcune composizioni da Camera. La sua musica sinfonica è influenzata da Hector Berlioz , Richard Strauss e segue le orme di Ottorino Respighi. Ha lavorato e ha scritto opere per orchestre di tutto il mondo. Ha insegnato alla Loyola School (New York City) e alla Adelphi University.

Nel 2007, ha guadagnato notevole attenzione con la Chamber Orchestra di New York, quando è stato invitato da Elsa e Gloria Pizzoli (pronipoti di Respighi) e Potito Pedarra (curatore e catalogatore dell'archivio Respighi) a modificare, orchestrare e completare diversi dei primi lavori di Respighi tra cui il primo Concerto per violino (del 1903), per la pubblicazione con le Edizioni Panastudio e Casa Ricordi in Italia. Ha debuttato e poi registrato tre di queste edizioni critiche, insieme con la propria Overture Respighiana e le prime due sinfonie, nel 2010, con l' Orchestra da Camera di New York per la Naxos Records. Queste prime registrazioni sono state rilasciate nel 2011.

Altri notevoli restauri di interesse storico includono: l'orchestrazione di Respighi del 1908 del Lamento di Arianna di Claudio Monteverdi (dall'opera perduta Arianna, 1608) modificata nel 2012, e il completamento di Di Vittorio dell'orchestrazione di Respighi delle Tre Liriche (Tre canti d'arte, 1913) curata per il suo centenario nel 2013. Nel 2019 Di Vittorio ha completato la prima edizione stampata del secondo Concerto per violino di Respighi "all'Antica". Con la Chamber Orchestra di New York, ha continuato a registrare il Concerto per violino "all'Antica" nel 2019 insieme alle Ancient Airs and Dances Suites di Respighi e le canzoni per mezzosoprano nel 2021, sempre per Naxos Records.

Nel novembre 2012 ha eseguito la prima mondiale della sua Sinfonia n. 3 "Templi di Sicilia" al suo debutto con l'Orchestra Sinfonica Siciliana al Teatro Politeama di Palermo. La RAI lo ha intervistato in un'intervista al telegiornale della sera. Subito dopo è stato insignito della Medaglia di Palermo dal sindaco Leoluca Orlando che "ha riconosciuto la grande importanza del lavoro di Di Vittorio come promotore della città di Palermo nel mondo".

Ha diretto le prime mondiali della Fanfara del Mare "Su un Tema di Monteverdi" con la San Diego Symphony, commissionata per il centenario del Balboa Park e del suo Organ Pavilion alla Copley Symphony Hall nel 2015, e Venere e Adone per la Chamber Orchestra of Philadelphia nel 2016. Durante quell'estate ha raggiunto un traguardo significativo quando è diventato il primo compositore nativo italiano ad essere invitato a donare un manoscritto autografo della sua opera all'archivio musicale della Morgan Library & Museum. La Villa d'Este a Tivoli per piccola orchestra, è stata composta nel 2015 per la Morgan in occasione della sua mostra City of the Soul: Rome and the Romantics, giugno 2016.

Alla fine del 2018, ha completato la sua Sinfonia N. 4 "Metamorfosi", basata sulle Metamorfosi di Ovidio e tre dipinti italiani legati alla storia. Nel giugno 2021, ha pubblicato per la Naxos un secondo album che include diverse registrazioni in prima mondiale, inclusa la nuova Quarta Sinfonia. La London Philharmonic ha pubblicato una registrazione di Nebbie dalle Tre Liriche sotto la direzione di Renato Balsadonna e il tenore Freddie de Tommaso, e l'Orchestra dell'Opera del Teatro Alla Scala ha registrato Aria per archi sotto la direzione di Riccardo Chailly.

Tra le stagioni 2021/2022 e 2024/2025, Di Vittorio presenta in prima assoluta e sotto la sua direzione la Sinfonia Metamorfosi e i Viaggi di Enea con l'Orchestra dell'Opera del Teatro Massimo di Palermo.
Di Vittorio risiede con la famiglia a New York e a Palermo.

Friday, July 4, 2025

Roberto Cacciapaglia

 


Compositore e pianista, nasce a Milano il 28 dicembre 1959, si diploma in composizione sotto la guida di Bruno Bettinelli presso il Conservatorio Giuseppe Verdi della sua città, dove studia anche musica elettronica e direzione d’orchestra. Lavora allo studio di Fonologia della Rai e collabora con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Pisa, studiando le applicazioni del computer in campo musicale. Protagonista della scena musicale internazionale più innovativa con la sua musica esplora tutti i generi fondendo classico e avanguardia, tradizione e contemporaneità. 

Nel 1975 con l’etichetta tedesca Ohr realizza “Sonanze”, primo LP quadrifonico pubblicato in Italia, ed entra in contatto con gruppi musicali tedeschi come Popol Vuh e Tangerine Dream. 
Negli anni seguenti pubblica e rappresenta opere, concerti, musiche per balletto: “Sei note in Logica” per voci, orchestra e computer; “Generazioni del Cielo” opera in due atti; “Lamentazioni di Geremia” cinque elegie su testo ebraico. Nello stesso anno esegue in concerto “In C” con Terry Riley, brano manifesto del minimalismo in musica, e l’inedito “Transarmonica”; “Aurea Carmina”, su testo di Pitagora; “Il segreto dell'Alba” balletto-pantomima; “Un Giorno X” sua seconda opera; “Le Mille e una Notte” fiaba musicale.

Dal lungo sodalizio artistico intrapreso con la Royal Philharmonic Orchestra prendono vita i suoi lavori “Quarto Tempo”, “Canone degli Spazi” e “Ten Directions”.
Nel 2013 compone “Antartica”, che accompagna la spedizione europea Concordia in Antartico. 
Nel 2015 realizza “Tree of Life” colonna sonora dell’Albero della Vita, icona dell’EXPO 2015 di Milano. Si tratta di un lavoro che raccoglie una serie di composizioni orchestrali con alcune intrusioni nell’elettronica.
L’album propone una serie di brani che si rifanno all’universo musicale della colonna sonora  e che, malgrado l’omonimia, nulla hanno a che fare con il capolavoro cinematografico di Terrence Malick, i primi sei sono stati infatti realizzati per essere proposti ciclicamente all’interno del padiglione Italia dell’EXPO 2015. Altri temi fanno parte del precedente repertorio di Cacciapaglia e sono composizioni sia per pianoforte e orchestra che elettroniche tratte dal l’esperienza quadrifonica di “Sonanze”. Tutto il materiale è stato rielaborato e riarrangiato appositamente per questa edizione discografica al fine di dare ai brani maggiore affinità e un filo conduttore sonoro più omogeneo.
Nel 2018 con il “Celebration Tour” porta la sua musica da Mosca a tutta la Russia fino in Siberia, Europa, America, Cina, e Turchia. 
Nello stesso anno registra “Diapason” con la Royal Philharmonic Orchestra - Abbey Road Studios, Londra, che presenta in concerto in tutto il mondo con il “Diapason Worldwide Tour”. 
Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e ai Mondiali di ginnastica ritmica di Kitakyushu nel 2021 le Farfalle Azzurre, squadra nazionale italiana di ginnastica ritmica, vincono la medaglia d’oro sulle note del brano "Tree of Life Suite”. 
Il 24 febbraio 2023 pubblica il nuovo album “Invisible Rainbows” (Ingrooves). 
Quest'anno ha musicato INCIPIT / Moz-Art K.488 ReComposed. 


 

Wednesday, June 18, 2025

Darius Milhaud

 

(Marsiglia, 4 settembre 1892 – Ginevra, 22 giugno 1974)


Lasciato Io studio del violino per quello della composizione, venne fin da giovane in stretto contatto con l'ambiente culturale di Parigi. Fu per qualche tempo in Brasile come attaché dell'ambasciata (di qui la sua predilezione per la musica popolare di quel paese) e nel 1918 entrò in contatto con Cocteau e Satie e fece parte del "Groupe des Six" Dopo il 1920 lo troviamo in giro per l'Europa, presente in numerosi festival di musica contemporanea, ma all'inizio della seconda guerra mondiale si trasferisce negli Stati Uniti come insegnante a Oakland, in California. Nel 1947 ritorna a Parigi, dove ha insegnato al Conservatorio e dal 1948 dirige la sezione musicale di quella stazione radio.

Assai in vista fin da giovane tra i gruppi avanzati della musica contemporanea europea, fu considerato ben presto un enfant terrible della musica, paragonabile in questo a Honegger, a Antheil e a Hindemith. La sua produzione, nata sotto l'insegna del " Groupe des Six," risentì ben presto dei più svariati influssi (neoclassicismo, jazz, politonalismo e cosi via), ma egli
riuscì, almeno nel periodo più felice della sua attività compositiva, a fonderli in uno stile coerente e personale, che lo vide per parecchi anni tra i protagonisti delle vicende musicali contemporanee.

Nel periodo giovanile prediligeva i ritmi complessi, le sovrapposizioni armoniche bitonali e politonali, un contrappuntismo assai denso, unito a un senso libero della forma e a un atteggiamento ironico e pungente, dove però primeggiava sempre l'esigenza melodica, un senso del lirismo tipicamente mediterraneo e "francese. " Ultimamente Milhaud ha abbandonato l'aggressività del primo periodo, seguendo un'evoluzione paragonabile a quella di Hindemith.

La produzione di Milhaud è sterminata: è autore di numerose opere teatrali, di oltre quindici balletti, di musica di scena e corale, di pezzi per voci e strumenti e di una quantità di musica da camera, tra cui una ventina di quartetti e molti pezzi per pianoforte.

Symphonie n.1 op.210 (1939)

Al pari di altri musicisti contemporanei, anche Milhaud si è avvicinato solo nella piena maturità alla forma classica della sinfonia: questo vale anche per Honegger e per Hindemith, che come Milhaud si gettarono in gioventù alla ricerca di nuove forme e di nuovi modi espressivi, sentendo solo più tardi il richiamo della classicità. Milhaud stesso afferma che questa Sinfonia è concepita sull'esempio di Mozart, nel senso della chiarezza dell'impianto formale e soprattutto dell'instancabile ricerca melodica, che resta - qui come in quasi tutta la produzione del compositore francese - uno degli elementi fondamentali del suo stile. Mancano dunque contrasti drammatici, e il clima espressivo dell'opera è semmai naturalistico, a tratti quasi agreste, solo di quando in quando irrobustito da qualche episodio vigoroso, come il fugato del secondo tempo.
Ecco l'ordine di successione dei quattro tempi: "Pastorale" ('Moderatamente animato'), "Molto vivo," "Molto moderato" (con carattere di corale) e "Finale" ('Animato').

Wednesday, June 4, 2025

Zygmunt Noskowski 

  

(Varsavia 1846 - Wiesbaden 1909)


Il padre di Zygmunt Noskowski, Józef Lada Noskowski, era un ricco notaio che manteneva undici dei suoi figli e i cinque di Andrzej Towiański - teosofo e filosofo polacco, di cui entusiasta era la madre di Noskowski, Amelia de Salisch-Noskowska. La casa della famiglia Noskowski a Varsavia fu uno dei principali centri del towianesimo in Polonia ed essi stessi sostennero per molti anni le attività di Towiański in esilio. La famiglia Noskowski ignorò l'opera di Fryderyk Chopin, che parlò di Towiański e dei suoi insegnamenti con irritazione e disprezzo. Zygmunt Noskowski, nonostante l'avversione per Chopin acquisita in patria, divenne da adulto uno dei suoi propagatori più attivi in ​​Polonia. Nel corso del tempo abbandonò completamente il towianesimo.

Noskowski iniziò a studiare musica nella vera scuola media di Varsavia nel 1851. Oltre a suonare il pianoforte, comprendeva anche suonare il violino sotto la supervisione del famoso insegnante Jan Hornziel. Il suo talento musicale fu scoperto da Ignacy Feliks Dobrzyński, la cui figura - a causa della sua inconsapevolezza dei risultati di Chopin - rimase per Noskowski un esempio di compositore polacco. Il suo primo maestro fu Stanisław Moniuszko, di cui imparò le canzoni e alcune delle sue opere intorno al 1860. Il giovane Noskowski assistette al pogrom di una manifestazione patriottica delle truppe russe a Varsavia il 27 febbraio 1861. Nell'estate di quell'anno partecipò a una viaggio a Cracovia e sui Monti Tatra. Tutti questi eventi hanno avuto un forte impatto sulla personalità di Noskowski e si sono riflessi nelle sue successive attività creative, organizzative e giornalistiche.

Dopo la morte del padre, avvenuta il 23 giugno 1863, partecipò probabilmente all'insurrezione di gennaio.

Negli anni 1864–1867 studiò violino con Apolinary Kątski e contrappunto con Stanisław Moniuszko presso l'Istituto di Musica di Varsavia; ha completato i suoi studi con il secondo premio. Dal 1867 suonò nell'orchestra del Gran Teatro di Varsavia e nel 1871–1872 insegnò musica presso l'Istituto dei sordi e dei ciechi. Dal 1870 fu critico musicale del "Kurier Warszawski". Era socialmente attivo nella Società musicale di Varsavia. Nel 1872 ricevette una borsa di studio dalla Società Musicale di Varsavia e nel dicembre dello stesso anno si recò a Berlino, dove studiò composizione con Friedrich Kiel all'Akademie der Künste. Durante questi studi compose, tra gli altri: Variationen und Fuge über ein Thema von IB Viotti per quartetto d'archi (dedicato a Kiel), e dal 1874 lavorò alla Prima Sinfonia in la maggiore, che presentò in un concerto pubblico a Berlino nell'aprile 1875 come opera di diploma. Questo lavoro è stato ben accolto sia dalla critica che dal pubblico. Dopo essere tornato a Varsavia, Noskowski organizzò un concerto del compositore il 10 novembre 1875 nella sala Resursa Obywatelska. Il programma, oltre alla Prima Sinfonia, comprendeva, tra gli altri: l'ouverture Morskie Oko, che ottenne un notevole successo. Tuttavia, gli sforzi di Noskowski per trovare un lavoro permanente a Varsavia si sono conclusi con un fallimento. Grazie alla raccomandazione di Friedrich Kiel, ottenne finalmente l'incarico di direttore musicale cittadino e direttore (nonché direttore d'orchestra) della Società di canto "Bodan" di Costanza, dove si recò probabilmente alla fine del 1875, dopo aver sposato Stanisława Segedy, una diplomata in pianoforte presso l'Istituto di Musica di Varsavia.

L'attività di Noskowski a Costanza ebbe luogo negli anni 1876–1880. Sotto la sua direzione, la Società dei cantanti "Bodan" raggiunse lo status di miglior gruppo corale del Baden, guadagnò una notevole autorità tra i musicisti e il riconoscimento del Granduca Federico I di Baden. La stabilità finanziaria e familiare consentì un intenso lavoro creativo. A Costanza, tra gli altri, primo ciclo di Krakowiacy per pianoforte, Quartetto con pianoforte op. 8, Quartetto d'archi n. 1, op. 9 e la Sinfonia n. 2 in do minore "Elegia". Nel 1880 Noskowski incontrò Liszt a Baden-Baden, che subito dopo prese parte alla prima esecuzione del Quartetto per pianoforte op. 8. La crescente posizione di Noskowski non è passata inosservata alla comunità musicale di Varsavia. Nel 1878 ricevette un'offerta per diventare insegnante presso l'Istituto musicale, ma la rifiutò. Instaurò invece una collaborazione con "Ech Muzyczny", pubblicando articoli (tra cui una serie intitolata "Drogowskazy") in cui valutava duramente i rapporti artistici di Varsavia, la povertà dei programmi dei concerti, il dilettantismo della critica, il disprezzo per le opere dei compositori polacchi, ecc. Questi articoli furono accolti con voci polemiche. 

Nonostante le buone condizioni in cui visse e lavorò a Costanza, per tutto il 1880 Noskowski ebbe l'intenzione di trasferirsi in un centro più ampio della vita musicale. Inizialmente considerò Weimar o Lipsia, ma non si sa in quali circostanze ricevette un'altra offerta da Varsavia, dove il direttore dimissionario della Società Musicale di Varsavia, Władysław Żeleński, lo propose come suo successore. Il 25 novembre 1880, questa istituzione organizzò un concerto di Noskowski, durante il quale, oltre all'ouverture Morskie Oko, già nota al pubblico, diresse la prima mondiale della sua sinfonia n. 2 in do minore, "Elegia". Nonostante l'affluenza di pubblico molto bassa, entrambi i lavori sono stati ben accolti dalla critica e dalla comunità musicale. Questo fatto probabilmente segnò la decisione di Noskowski di assumere la carica di direttore della Società musicale di Varsavia. Ciò avvenne finalmente nel gennaio 1881, quando Noskowski, insieme alla sua famiglia, compreso il figlio Zygmunt Stanisław, si trasferì definitivamente a Varsavia.
La tomba del compositore Zygmunt Noskowski (1846-1909) nel cimitero Powązki a Varsavia.

Noskowski considerava suo compito principale nella nuova posizione la ricostruzione della vita musicale a Varsavia, il cui sviluppo era stato ostacolato per tutto il XIX secolo e addirittura soppresso nei periodi successivi alla rivolta a causa delle restrizioni delle autorità zariste e del pauperizzazione. degli abitanti della città. Noskowski iniziò ricostruendo il coro della Società Musicale, annunciando le iscrizioni e conducendo lezioni gratuite di canto corale e regole musicali per i nuovi membri nominati. Quindi iniziò a realizzare l'idea dei concerti sinfonici settimanali a Varsavia. A tal fine, fece sforzi energici per fondare un'orchestra sinfonica permanente a Varsavia, il cui compito era, tra gli altri, eseguire opere di compositori polacchi. Questi tentativi non hanno portato un successo duraturo. L'orchestra fondata e diretta da Noskowski, che tenne il suo concerto inaugurale l'8 maggio 1881, fallì dopo solo un anno, nonostante la sua inclusione nelle strutture della Società Musicale e la collaborazione di solisti eccezionali come Aleksander Michałowski e Stanisław Barcewicz. Né l'orchestra successiva, fondata nel maggio 1886, né l'orchestra amatoriale, fondata nello stesso anno - entrambe organizzate e guidate da Noskowski - sopravvissero a lungo. La causa dei fallimenti furono enormi problemi finanziari, che costrinsero il compositore a coprire il deficit di tasca propria e, di conseguenza, a cercare reddito scrivendo musica per spettacoli poco sofisticati e adattamenti scenici rappresentati nei teatri da giardino. Dopo questo abbandonò per un po 'progetti creativi più ambiziosi. Il punto successivo nel piano di Noskowski era quello di organizzare concerti da camera settimanali, sia all'interno che all'esterno delle attività del Società Musicale, di solito anche con la partecipazione di Michałowski e Barcewicz. A causa della scarsità di fondi, Noskowski stesso si esibì lì come violinista, violista, pianista e persino cantante, cosa che a volte veniva erroneamente considerata un segno del suo desiderio di promuoversi. L'energia con cui ha affrontato le varie sfide e il suo modo un po' abrasivo nel trattarle gli ha creato molti nemici; d'altra parte, fu criticato per aver trasformato alcune serate intime in incontri sociali e persino feste danzanti, cosa che fece per attirare nuovi membri per la Società Musicale, reclutati tra gli strati più ricchi della classe media. Nonostante queste controversie e diverse gravi crisi nelle attività, grazie a Noskowski la vita musicale di Varsavia divenne più regolare.


Un’opera fondamentale per Noskowski è la Sinfonia n. 2 in do minore, composta nel periodo 1875-79. Nell'autografo, questo lavoro si chiama Symfonia Elegijna e il movimento finale è intitolato “Per aspera ad astra!”. Nel programma del concerto di Cracovia il 6 aprile 1883 tutti i movimenti portano titoli programmatici:

1. Naród w niewoli [La nazione in schiavitù];
2. Nadzieje i wezwanie do walki [Speranza e chiamata alle armi];
3. Elegia poległym bohaterom [Elegia sugli eroi caduti].
4. ‘Per aspera ad astra!’.

In questo contesto acquista particolare significato il titolo del movimento finale: “Per aspera ad astra”. Dimostra che è adattata per riflettere sulla lotta polacca per l’indipendenza nazionale. 
La Seconda Sinfonia di Noskowski mostra diversi indicatori musicali che avevano lo scopo di dimostrare la sua lucidità. Il primo e l'ultimo movimento iniziano con il motivo del motto di tre note C – B – G, discendente dalla principale. In un articolo Noskowski affermò che questa figura melodica era tipica della musica popolare polacca. In effetti, è stato utilizzato anche da molti altri compositori europei dell’epoca per sottolineare il colore “nazionale” della loro musica, in particolare dal norvegese Edvard Grieg.
In ogni caso, questo motivo non gioca alcun importante ruolo strutturale nei movimenti esterni della Seconda di Noskowski. Fa, tuttavia, parte dell'ampia melodia elegiaca del movimento lento, da cui l'intera opera ha preso il nome. Si riferiscono anche a Noskowski alcune danze polacche nella sua Seconda Sinfonia: al “Kujawiak” nel primo movimento e al “Krakowiak” nello scherzo. A questo proposito, segue il modello di Ignacy Feliks Dobrzyński, che aveva utilizzato diverse danze polacche ritmiche in ogni movimento della sua Sinfonia n. 2. Noskowski adattò l’idea di Dobrzyński di combinare il cambio di modo con l’uso di una melodia patriottica, ma, come verrà mostrato, la trasferì a un livello molto più elevato di complessità strutturale, accessibile solo agli intenditori.

Noskowski conclude il suo lento movimento elegiaco in modo minore, evidentemente per evitare il raddoppiamento dell'effetto “per aspera ad astra”. Ha persino adattato al suo il tema principale del primo movimento della Sinfonia di Dobrzyński; tuttavia, lo impiega in un modo diverso. Nella Sinfonia di Dobrzyński il tema è presentato nella lenta introduzione in modo patetico e lamentoso, apre anche l'Allegro molto dove gli risponde un'esplosione in fortissimo dell'intera orchestra su un accordo di settima diminuita. Questo gesto forte, quasi operistico, rappresenta apparentemente un grido di protesta collettivo. Nella Sinfonia di Noskowski, il tema Dobrzyński è introdotto in un modo piuttosto discreto e velato da parte delle voci basse all'inizio dell'Allegro molto. La dinamica del fortissimo viene raggiunta molto più tardi nel corso di un complesso processo di sviluppo motivico.

Ovviamente, Noskowski voleva evitare un semplicistico effetto “Deus ex machina”. Nel finale l'aspetto della melodia della canzone è preparato con cura dai due temi dell'ultimo movimento, che sono entrambi legati a esso e anche al tema principale del primo. Il secondo tema è presentato in mi bemolle maggiore nell'esposizione. È seguito da una coda in cui diversi temi vengono composti simultaneamente. Nella sezione sviluppo di questo movimento, c'è un feroce conflitto, che culmina nella completa distruzione del materiale tematico, simile in questo al primo movimento di Beethoven nella Sinfonia Eroica.

Sunday, May 18, 2025

Johann Hermann Schein

(Grünhain-Beierfeld, 20 gennaio 1586 – Lipsia, 19 novembre 1630)


Johann Hermann Schein (Grünhain-Beierfeld, 20 gennaio 1586 – Lipsia, 19 novembre 1630), insieme a Heinrich Schütz e Samuel Schütz fu il più grande compositore tedesco della prima metà del XVII secolo. Una sua celebre opera è il Banchetto Musicale, composto a Lipsia nel 1617, comprendente diciannove Suites per vari strumenti. Tra le altre raccolte da lui pubblicate si ricordano Cimbalum Sionium, Israelis Brünnlein, Opella Nova I e II e Venus Kräntzelein.

Era il quinto figlio del pastore protestante Hieronymus Schein, originario di Dresda, e visse i primi anni a Grünhain, nell'Erzgebirge.
Dopo la morte del pastore, avvenuta nel 1593, la madre tornò con il figlio nella casa dei propri genitori a Dresda, in parte perché la casa di Grünhain serviva al nuovo pastore, e in parte perché in quella piccola città riusciva a stento a procurarsi di che vivere. A Dresda Schein poté sviluppare il suo talento per il canto nel coro di voci bianche della Dresdner Hofkapelle, facente parte della cantoria del principato, sotto la guida di Rogier Michael e fino al 1603 fu soprano. Dopo il cambio della voce fu mandato ad approfondire la sua formazione nella scuola regionale del principato a Pforta, dove fu ammesso il 18 maggio 1603. Qui imparò ottimamente i fondamenti della conoscenza musicale; tuttavia tornò a Dresda nell'aprile del 1607.

Già iscritto all'Università di Lipsia fin dal 1603, non poté iniziare prima del 1608. Studiò giurisprudenza e arti liberali e, in qualità di ex membro della cantoria del principato, riceveva una borsa di studio. Anche se aveva intrapreso seriamente lo studio del diritto (si laureò nel 1612), il suo interesse era rivolto maggiormente a poesia e musica, e cominciò a comporre. Nel 1609 pubblicò la sua prima opera musicale dal titolo Das Venus Kräntzlein (La coroncina di Venere), brano di musica profana per cori da cinque fino a otto voci e parti strumentali.
Nel 1613 Schein divenne insegnante di musica a Weißenfels di Gottfried von Wolffersdorf, che lo aveva conosciuto a Pforta, dopo di che gli venne assegnato il ruolo di direttore musicale della famiglia. Non aveva però rinunciato a comporre, e infatti nel 1614 pubblicò Cymbalum Sionium, opera in forma di mottetti di carattere sacro, in latino e tedesco. Nell'autunno del 1616 Schein fu nominato successore di Sethus Calvisius come Thomaskantor della Thomasschule e direttore musicale della città di Lipsia. I notevoli impegni legati al ruolo di cantore e direttore musicale della Thomasschule, che comprendevano il servizio liturgico nelle chiese di San Nicola e di San Tommaso, nonché l'accompagnamento di matrimoni, battesimi, funerali e manifestazioni del cittadine, indebolirono molto la sua salute.

A Weimar sposò Sidonia, figlia del funzionario del principato sassone Eusebius Hösel. Tre figlie morirono in tenera età e Sidonia stessa morì nel 1624 alla nascita della terza figlia; solo i due figli maschi sopravvissero al padre.
Nel 1625 sposò Elisabetta del Perre, figlia del pittore Johann von der Perre. Dei cinque figli nati da questo matrimonio, quattro morirono nell'infanzia. 
Nella seconda edizione del 1645 del suo Cantionale, che Schein iniziò a costruire a partire dal 1629, ci sono 58 brani composti dall'Autore stesso, tra i quali i canti funebri dedicati alla prima moglie e a sette dei suoi figli.

Lui stesso era spesso malato. Nonostante fosse affetto da malattie polmonari e problemi renali, continuò a lavorare come insegnante, direttore di coro, organista e compositore. Ricorse due volte a cure nella città di Karlsbad, ma senza riceverne alcun sollievo. Morì prima ancora di compiere 45 anni. Heinrich Schütz compose un lamento funebre in suo onore. Fu seppellito nella sua città natale, nella cui chiesa di San Nicola si trova un epitaffio; davanti alla chiesa un monumento ricorda il musicista.

Israelis Brünnlein ("Le fontane d'Israele"), madrigali spirituali è eseguito a cura de Gli Angeli Geneve, un ensemble barocco con sede a Ginevra.
Schein fu uno dei più illustri predecessori di Bach alla St. Thomas di Lipsia. La sua opera, eclissata per lungo tempo dalla statura storica del suo contemporaneo Heinrich Schütz, è oggi riconosciuta come uno dei gioielli del repertorio sacro protestante. Composte "alla maniera di un madrigale italiano", le celebri Fontane d'Israele conferiscono ai testi dell'Antico Testamento una straordinaria visione musicale pertinente e varia; questo modo di mettere un'intera gamma di mezzi derivati ​​direttamente dall'Italia al servizio della musica religiosa in lingua tedesca raggiunge qui una sorprendente appropriatezza.

Sunday, May 4, 2025

Onutė Narbutaitė


Onutė Narbutaitė è nata nel 1956 a Vilnius, nella famiglia della musicologa Ona Narbutienė e del geologo Vytautas Narbutas.
Ha imparato le basi della composizione da Bronius Kutavičius, diplomandosi nel 1979 al Conservatorio di Stato lituano (ora Accademia lituana di musica e teatro) dove ha studiato composizione con il Prof. Julius Juzeliūnas. Dal 1979 al 1982 ha insegnato teoria e storia della musica presso la Facoltà di Klaipėda del Conservatorio di Stato lituano. Dal 1982 si concentra esclusivamente sul suo lavoro creativo e vive a Vilnius.

Ancora negli anni '80 Onutė Narbutaitė godeva della reputazione di compositore di sottile musica da camera. Le sue prime opere erano soffuse di raffigurazioni di "notte", "silenzio" e "oblio"; le sue composizioni, senza fretta nel loro scorrere, con le loro trame trasparenti e l'umore nostalgico, non di rado ricordavano le pagine di un diario scritto con i suoni. Negli anni successivi all'indipendenza della Lituania la musica del compositore subì una trasformazione significativa. In primo luogo, Narbutaitė si dedicò ad opere sinfoniche e sinfonico-vocali di ampio respiro. Mantenendo la sua innegabilmente indipendenza creativa, ha sviluppato un linguaggio musicale espressivo, caratterizzato da natura cerebrale e pensiero strutturato, strumentazione espressiva e una qualità melodica inquietante, armonie e trame rigogliose e un intenso flusso musicale. La sottile immaginazione sonora della sua musica è in armonia con i ricchi riferimenti culturali che vi si trovano.

Possiamo dire che Onutė Narbutaitė è oggi una dei pochi compositori la cui musica porta il segno di un'individualità eccezionale ed è riconoscibile fin dalle prime battute di tutte le sue composizioni. Oltre all'ampio spettro di vari stati emotivi e sentimenti nell'opera creativa, ciò che è palpabile è anche il senso di moderazione aristocratica e una forte disciplina compositiva che servono solo ad aumentare l'impatto emotivo della musica. Tuttavia, l'origine costruttiva non si manifesta con sistemi di organizzazione di vari parametri musicali presi in prestito da altri o creati da lei. Le opere intellettuali di Narbutaitė non ricordano la 'produzione meccanica' ma il 'lavoro manuale' svolto con grande precisione. La razionalità della sua composizione si rivela attraverso trame meticolosamente dettagliate, le proporzioni precise di sezioni più piccole o più grandi e la forma complessiva, così come l'interazione non immediatamente percettibile dei dettagli più piccoli. Allo stesso tempo la narrazione musicale astratta è estremamente espressiva, emerge chiaramente e spesso ricorda "qualcosa di familiare". Forse la descrizione più appropriata del suo lavoro attuale è stata fornita dal musicologo americano Richard Taruskin: 'Non “tonale”. Non “romantico”. Non “retrò”. Consonante.'

Onutė Narbutaite “Was There a Butterfly?“, composizione per orchestra da camera (2013)

Scritto su commissione dell'Ostrobotnian Chamber Orchestra ed è stato dedicato al direttore Juha Kangas e all'Ostrobotnian Chamber Orchestra. L'idea musicale iniziale e il titolo provvisorio del pezzo era Ostinato. Ostinato, in quanto ripetizione costante di schemi musicali, connota un costante ritorno allo stesso luogo, allo stesso ricordo, allo stesso sogno – cupo e profondo. La farfalla è volata sul titolo solo dopo il completamento dell'opera, ma non per caso. Durante tutto il processo di scrittura ha continuato a svolazzare in varie forme, negli angoli della mente. Come un respiro misterioso, un'ombra di Psiche – in greco antico Psiche, anima, respiro e farfalla sono indicati con la stessa parola. Oppure come simbolo di metamorfosi, idea di un momentaneo spiegamento di ali. A questo proposito sarebbe evidentemente opportuno citare una battuta di Czesław Miłosz: Perché una farfalla spiega le ali per un volo misurato dai granelli di Clessidra?
 

Friday, April 18, 2025

Fabrizio Paterlini

 

È giusto che il compositore e pianista Fabrizio Paterlini, nato il 22 febbraio 1973, sia nato e viva nell'antica città di Mantova, nel nord Italia. Centro romantico e storicamente significativo di eccellenza musicale e artistica, l'eleganza e la profondità culturale della città permeano le squisite composizioni originali per pianoforte solo di Paterlini. Eppure, nonostante l’inevitabile influenza di Mantova nell’informare il lavoro del compositore, la sua musica cinematografica è lungi dall’essere localizzata, o addirittura riconoscibilmente italiana, ma attinge invece direttamente alle emozioni umane universali.

Sia gli ascoltatori che i critici sono combattuti su come etichettare al meglio il bellissimo suono di Paterlini. Si parla di neoclassicismo, ambient, minimalismo e new age, ma è più pertinente notare alcuni degli aggettivi regolarmente usati per apprezzare la sua tavolozza sonora. Etereo, pieno di sentimento, lussureggiante, emotivo, sognante, delicato e, significativamente, appassionato, appaiono tutti con infallibile frequenza. Lo stesso compositore descrive il suo lavoro come “come un bicchiere di vino rosso in una sera d'estate”, consapevole dell'effetto calmante delle sue melodie riflessive sull'ascoltatore.

Paterlini ha iniziato a suonare il pianoforte all'età di sei anni. Dal primo momento in cui ha toccato i tasti la sua vita è cambiata irrevocabilmente, la musica diventando “una scelta fatta ogni giorno… esplorata in tutti i suoi aspetti”. E così la musica e il suo percorso di vita sono diventati, e rimangono, indissolubilmente legati; mentre progredisce come musicista e compositore, così il suo sviluppo come essere umano corre parallelo. Lo studio formale del percorso artistico prescelto è avvenuto con i cinque anni presso l'Accademia Campiani, l'Accademia delle Belle Arti di Mantova, dove si è laureato in Teoria musicale.

Gli anni '90 hanno visto Paterlini farsi le ossa come musicista itinerante, esibendosi in classici rock, pop e jazz in gruppi locali. Mentre suonava con questi gruppi iniziò a comporre musica, in questa fase principalmente materiale di persuasione rock progressivo. Mentre il decennio e il secolo volgevano al termine, Paterlini prese una decisione importante: concentrarsi esclusivamente sul pianoforte – lo strumento che, secondo le sue stesse parole, “esprime al meglio il suo mondo interiore”. Eppure è stato solo nel 2006 che ha iniziato a comporre la musica per piano solo.

L'anno successivo il viaggio musicale della sua vita fece un passo epocale con l'uscita del suo CD di debutto, Viaggi in Aeromobile (Travel in Aircraft) per l'etichetta Music Center. Una raccolta di pezzi dall'atmosfera aggraziata e ben strutturati che mostrano il tocco naturale di Paterlini e il suo talento apparentemente disinvolto, l'uscita è stata accolta calorosamente dalla stampa specializzata italiana.

Il 2008 ha visto la pubblicazione di un EP che presentava in anteprima il secondo full-length di Paterlini, Viandanze. Nel frattempo la raccolta Remixed di 8 tracce ha presentato il materiale del compositore come paesaggi sonori sottilmente rielaborati, adattandoli comodamente in un convincente territorio chillout. Nel 2010 dell’impeccabile CD Fragments Found, sempre per l’etichetta di Paterlini, facendo paragoni con luminari come Ludovico Einaudi, Erik Satie e George Winston.

Nel 2011 è uscito il doppio CD set “Fragments Found + Viandanze” e nell'autunno dello stesso anno inizia a lavorare al suo progetto “Storie d'Autunno”, componendo, registrando e pubblicando on-line una canzone per ogni settimana della stagione autunnale, pubblicandolo nel febbraio 2012.
Nel 2013 ha pubblicato il suo nuovo album completo “Now”.
Il 2017 ha visto l'uscita del suo primo album di canzoni originali dopo 3 anni: Secret Book, uscito a maggio, è ancora una volta diverso dai suoi lavori precedenti, compreso un ampio uso di archi ed elettronica. 
Nel 2018 pubblica “Winter Stories”, presentando il nuovo album dal salotto di casa e registrandolo con live quotidiani, trasmessi in streaming sul suo principale canale social durante il mese di febbraio.
Nel 2019, è stato principalmente in tournée in Europa con il suo “Piano Stories 2019 Tour”. 

Nel 2023 esce con Riverscape. Giovanna Musolino scrive di questa opera: 
Riverscape è un album di liquida bellezza, che scorre, fluisce, si insinua profondamente nell'animo.
La musica è ispirata al e dal fiume e al suo incessante scorrere. Suite di 13 brani in cui l'elettronica, il pianoforte e gli archi dialogano e pennellano paesaggi sonori di intensa bellezza e velata malinconia.
Le note di Paterlini narrano il fiume, le sue acque, che seguono il loro corso perpetuo e inarrestabile, ne catturano la voce, i colori, gli umori, i mutamenti. Suggestioni, emozioni, incanto.

Friday, April 4, 2025

Adolf von Henselt

 

(Schwabach, 12 maggio 1814 – Warmbrunn, 10 ottobre 1889)


Georg Martin Adolf von Henselt (Schwabach, 12 maggio 1814 – Warmbrunn, 10 ottobre 1889), quando aveva tre anni, i suoi genitori Phillip E. Henselt e Caroline Geigenmüller decisero di trasferirsi a Monaco di Baviera, per motivi economici.

Si è precocemente accostato alla musica suonando già all'età di tre anni il violino, a cinque il pianoforte e a quindici anni ha dato il suo primo recital pubblico. Ammirato dalla musica di Carl Maria von Weber, durante la sua giovinezza fece molte trascrizioni e arrangiamenti della musica del compositore e pianista di Eutin.

Nel 1832 studiò musica (pianoforte) a Weimar sotto la guida di Johnann Hummel e composizione con Simon Sechter, grazie a una borsa di studio del re Ludovico I di Baviera.

Nel 1836 a Weimar incontrò Rosalie Vögel, moglie di un fisico di corte e amica di Goethe, che sposò dopo il suo divorzio. Questo amore ispirerà il suo Poéme d'amour op. 3, una delle opere più apprezzate del compositore tedesco.
Si mise in evidenza per una peculiare tecnica pianistica, basata su una grande apertura delle dita e su un maggiore stretto "legato".

Nel 1836 iniziò la sua carriera di concertista a Berlino e appena due anni dopo si pubblicò in Russia, a San Pietroburgo, dove ottenne importanti incarichi, tra i quali quello di pianista di corte e di insegnante. I suoi insegnamenti e le sue composizioni influenzarono la nuova generazione di pianisti locali.

Dopo qualche anno, nel 1863, Henselt fu nominato ispettore generale di tutte le istituzioni musicali legato alla corte russa. Tra i suoi studenti annoveriamo: Nicolai Zverev, Ivan Neylisov e Gustav Kross.

Sebbene le sue composizioni non fossero molto numerose e le sue apparizioni pubbliche non molto frequenti, Adolf von Henselt fu uno dei pianisti più apprezzati del suo tempo. Peccato che abbia sofferto di una grande paura del palcoscenico. Alexander Dreyshock ha raccontato un aneddoto su questo. Disse che un giorno, mentre stava visitando la casa di Henselt, sentì dall'esterno una delle melodie più belle che avesse mai ascoltato nella sua vita. Era così impressionato che non suonò nemmeno il campanello e ascoltò dall'esterno l'intera esecuzione musicale. Una volta finita la musica, Dreyshock entrò in casa di Henselt e le chiese di suonarla di nuovo, e il risultato fu molto inferiore rispetto a quello che aveva sentito prima dall'esterno. I nervi di Henselt lo avevano tradito.

Tra le sue opere principali, sono da annoverare un Concerto per pianoforte, Studi da concerto; Poème d'amour, Ballata, Esercizi preparatori.
È naturale che il Concerto per pianoforte di Henselt riflette le sue caratteristiche di pianista. Il pezzo richiede all'esecutore un allungamento della mano in grado di suonare accordi che abbracciano decimi con facilità, un'esecuzione lirica cantabile e un'incredibile padronanza tecnica per eseguire passaggi di ottava tonanti, arpeggi appariscenti e rapidi salti di ottava: qualcosa di simile a un pattinatore che deve esibirsi all'infinito. salti tripli e quadrupli e atterrarli perfettamente e con grazia ogni volta. Una cosa da notare è che tutte le difficoltà nella parte solista e le incredibili imprese compiute dal pianista spesso non sono immediatamente evidenti senza la partitura. Con le costanti esigenze tecniche, il concerto richiede atletismo, resistenza e resistenza da parte del pianista. Al momento sono disponibili solo tre registrazioni di questo concerto, quindi è un piacere estremamente raro poter ascoltare questo concerto dal vivo oggi.

Tuesday, March 18, 2025

Georg Philipp Telemann (IT)

 


(Magdeburg 14-III-1681 - Amburgo 25-VI-1767)


Maestro di cappella in una chiesa di Lipsia, dove fondò un coro studentesco, compi numerosi viaggi in Polonia prima di stabilirsi nel 1708 ad Eisenach come maestro di cappella a corte. 

Dal 1712 fu attivo a Francoforte e nel 1721 si stabili ad Amburgo come maestro di cappella in varie chiese e organizzatore di concerti e rappresentazioni liriche. Fondò nel 1728 il primo periodico musicale tedesco, il "Getreuer Musik-Meister. " Contemporaneo di Bach, Telemann è musicista più estroverso e mondano, curioso dei diversi stili e di forme peregrine.

Egli si formò a contatto con la musica francese, italiana e polacca, e mantenne in tutta la sua produzione un eclettismo che, se non gli permette di raggiungere risultati espressivi di particolare profondità, ne fa comunque un musicista abile, disinvolto, capace di idee estrose e garbate. La sua musica scorre tutta in superficie, e rimane un esempio tipico della transizione tra il barocco e il rococò tedesco, tanto da poter essere quasi considerato un anello di congiunzione tra Bach e Mozart.

La produzione di Telemann è quel che si dice sterminata (supera quantitativamente quella di Bach e di Hendel messe insieme!).

Compose migliaia di pezzi per l'uso liturgico, almeno 25 opere teatrali, oratori e passioni in gran numero, musica da camera, centinaia di pezzi orchestrali. In quest'ultimo campo fu curioso di forme nuove, e rivelò una spiccata tendenza per la musica a programma, scrivendo tra l'altro musiche dell'acqua, scene di caccia, pezzi sui caratteri umani e cosi via, oltre a serenate, concerti, suites e ouvertures all'italiana e alla francese.

Non essendo possibile neppure per Telemann, come per molti altri compositori del '600 e '700, esaminare anche in minima parte la sua produzione, che è tuttora in fase di rivalutazione, segnaleremo qui pochi brani ad esemplificazione del suo stile e dei generi musicali da lui prediletti.


Don Chisciotte suite per archi, 1735

È una serie di brani a carattere evocativo dei sentimenti di Don Chisciotte, di episodi della sua vita e di impressioni naturalistiche. 

Come nella Musica da tavola, anche qui il discorso è fluente e aggraziato, privo di contrasti drammatici. Le otto parti della suite con i titoli in francese nell'originale) sono: " Ouverture " ('Largo-Allegro-Largo'); "Il risveglio di Don Chisciotte" ('Andantino'); " L'attacco di Don Chisciotte ai mulini a vento" ('Moderato'); "Sospiri amorosi per la Principessa Alina" ('Andante'); "Sancho Pancia beffato" ('Allegro moderato'); " Il galoppo di Ronzinante" ('Allegretto'); "Quello dell'asino di Sancho" ('Alternativo'); "Don Chisciotte si corica" ('Vivace').

Tuesday, March 4, 2025

George Gershwin (IT)


(New York 26-IX-1898 / Beverly Hills [California] 11-VII-1937)


Dedito alla musica leggera fin da fanciullo, creò ben presto una serie di canti che gli diedero larga popolarità. Tuttavia si sentiva attratto fortemente dalle forme della musica sinfonica: e il frutto migliore di questa costante ascesa dalla sfera della musica "leggera" a quella di una musica più meditata, Gershwin lo raggiunse in Porgy and Bess, la prima opera veramente americana, basata su motivi della gente negra, sui loro canti e sulla loro psicologia, e pure riscattata a un livello universale da una forza geniale che oggi nessuno può disconoscere a Gershwin.

Anche la produzione strumentale è interessante per conoscere le possibilità di elaborazione in sede di musica d'arte delle caratteristiche del jazz. Sul suo esempio si formò in America una corrente tendente a rivalutare il jazz nella musica sinfonica: ma Gershwin resta un musicista unico e inimitabile, uno dei prodotti maggiori - e forse il massimo - che la cultura musicale degli Stati Uniti abbia dato fino ad oggi.

Rhapsody in Blue per pianoforte e orchestra (1924) - A soli ventisei anni Gershwin scrive una composizione destinata forse a diventare la più popolare della sua intera produzione. In verità, questo connubio di sviluppi costruttivi tratti dalla musica classica con elementi tipici invece del jazz (ritmi, inflessioni melodiche e armoniche) ha del geniale, e per la sua freschezza inventiva, la sua spontaneità, se vogliamo anche la sua ingenuità di discorso, si impone decisamente all'attenzione di ogni ascoltatore, quale che ne possa essere il personale atteggiamento nei confronti del jazz. La parte del pianoforte è lineare nella scrittura ed essenziale: questo breve pezzo scorre via con rapidità e grande forza comunicativa, e basta da solo a darci tutta la misura del grande talento gershwiniano.

Tuesday, February 18, 2025

Albert Grisar (IT)


(Anversa, 25 dicembre 1808 – Asnières, 15 giugno 1869)


Compositore belga, studiò a Parigi sotto la guida di Antonín Reicha. La sua opera di esordio fu Le mariage impossible, rappresentata nel 1833 a Bruxelles, seguita da Sarah nel 1836, L'an mil nel 1837, La Suisse à Trianon nel 1838, Les travestissements nel 1839; alcune opere le realizzò in collaborazione con François-Adrien Boieldieu.

L'anno seguente si trasferì a Napoli per un corso di aggiornamento sotto la guida di Saverio Mercadante; al suo rientro parigino riprese la sua attività di compositore teatrale con i lavori Gilles ravisseur del 1848, Bon soir, Mensieur Pantalon del 1851, Le carilloneur de Bruges del 1852. Collaborò con Friedrich von Flotow per L'eau merveilleuse (1839) e con François-Adrien Boieldieu per L'opéra à la cour (1840).

Grisar si contraddistinse con questa opera storica-politico-drammatica, ambientata a Bruges durante la dominazione spagnola. I protagonisti sono il patriota belga Mathéus con il suo vecchio carillon, sua figlia Béatrix innamorata di Wilhem. Mathéus concede a Wilhem la mano di sua figlia, ma il nipote di Mathéus Van Bruck e suo cugino Mésangère insinuano che un amante misterioso abbia baciato Béatrix e questo fatto crea confusione. La vicenda si conclude con la chiamata alla rivolta contro gli spagnoli e il salvataggio di Béatrix dai suoi intenti suicidi. 

Il Carillonneur de Bruges debuttò all'Opéra-Comique di Parigi il 20 febbraio 1852 e ricevette molti consensi di pubblico e di critica.

Tuesday, February 4, 2025

André Campra (IT)

 

Nato a Aix-en-Provence il 4 dicembre 1660 e morto a Versailles il 29 giugno 1744, è stato un compositore e direttore d'orchestra francese di musica barocca, autore di vari melodrammi.

Nel panorama musicale barocco, tra le note che danzano nell’aria e i movimenti sinuosi che riempiono gli spazi, emerge la figura illustre di André Campra, compositore francese del XVII secolo.
La sua vita e il suo contributo artistico si intrecciano in un balletto armonioso che continua ad ispirare generazioni di appassionati di musica e di danza.
Svolse la sua attività artistica nel periodo compreso fra Jean-Baptiste Lully e Jean-Philippe Rameau, contribuendo sensibilmente al rinnovo dell'opera francese del periodo.

Figlio di un medico italiano, Francesco Campra di origine piemontese, la sua famiglia si trasferì ancor prima della sua nascita in Francia, dove egli poté approfondire i suoi studi musicali e religiosi nella cattedrale di Saint-Sauveur nella città Aix-en-Provence, dove prese i voti nel 1678.

Dal 1694 al 1700 fu maestro di cappella presso la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, dopo aver ricoperto simili incarichi a Tolosa, Tolone e Arles. A partire dal 1697 cominciò però a manifestare i primi interessi nei confronti del teatro musicale, scrivendo in gran segreto la sua prima opera e alcune musiche di scena, per il timore di venire scoperto dalle autorità ecclesiastiche, visto lo stretto divieto che veniva fatto agli uomini di chiesa di dedicarsi ad attività profane. Inutilmente si celò per i primi tempi dietro uno pseudonimo, ma nel 1700 si dedicò completamente al teatro suscitando numerosi consensi di critica e di pubblico già con il suo primo lavoro, l'opéra-ballet L'Europe galante (1697).
Fu direttore musicale di corte dopo Luigi XIV e del teatro di corte. Durante l'ultima parte della sua vita riprese i voti dedicandosi esclusivamente alla musica sacra.

Campra ha scioccato la gente quando ha introdotto i violini nella musica sacra suonando alla  Cathédrale Notre-Dame  de Paris, dove era impiegato come direttore musicale.  Ha scritto musica sacra, cantate e una messa da requiem.  Poco prima del 1700 si allontana dalla musica sacra e comincia a concentrare le sue attenzioni sulla musica di teatro – opera. Ha scritto quasi venti opere tra cui  Iphigénie en Tauride,  Idoménée e Alcine. Questi tre lavori hanno visto una sorta di rinascita negli ultimi anni con registrazioni recenti e le persone stanno cominciando ancora una volta a sedersi e prenderne atto.

Seppur ponendosi in una posizione intermedia fra Lully e Rameau, i suoi lavori incontrarono vasti consensi di pubblico; mostrando sensibilità ed eleganza melodica, ebbe come principale scopo quello di unire le peculiarità stilistiche della musica italiana con le virtù della musica francese. Molte sue creazioni contengono infatti pagine in italiano, come "Les fêtes vénitiennes" (1710).

Pertanto, è nel mondo della danza che la sua arte si rivela in tutta la sua magnificenza, trasportando l’ascoltatore in un vortice di emozioni e movimenti che riflettono la complessità della vita stessa.
La danza, per Campra, non era solo un insieme di passi coreografici, ma un’espressione dell’anima umana in tutte le sue sfumature.

Nelle sue composizioni, si possono percepire le gioie e le sofferenze, i trionfi e le sconfitte, gli amori e le passioni che costellano il cammino dell’esistenza.
Ogni nota, ogni accento ritmico, ogni cambio di tonalità racconta una storia, evocando immagini vivide e sensazioni palpabili.
La sua abilità nel combinare la musica con la danza era magistrale, creando opere che mescolavano l’eleganza della forma con la profondità del contenuto.
I suoi balletti e le sue opere teatrali erano intrisi di una tale vivacità e vitalità che trasportavano il pubblico in un mondo di pura bellezza e incanto.
L’ascoltatore si trovava immerso in un viaggio sensoriale, dove le emozioni fluivano liberamente e le passioni bruciavano luminose come stelle nel cielo notturno.

Ma la vita di Campra non è stata priva di sfide.
Pur trovando successo e riconoscimento nel suo lavoro, ha dovuto affrontare le pressioni e le critiche del suo tempo, così come le difficoltà personali che spesso accompagnano il genio creativo.
Tuttavia è proprio attraverso queste sfide che la sua arte ha acquisito profondità e significato, trasformando le sue esperienze in opere di straordinaria bellezza e profondità emotiva.

Oggi, l’eredità di André Campra vive attraverso le sue composizioni, che continuano ad essere eseguite e celebrate in tutto il mondo.
La sua musica e la sua danza sono testimonianze viventi della forza e della resilienza dello spirito umano, capaci di toccare le corde più profonde dell’anima e di trasportare l’ascoltatore in mondi di pura meraviglia e contemplazione.

Nel suo incantesimo di suoni e movimenti, André Campra ci ricorda che la vita stessa è un balletto, un’armonia perfetta di gioia e dolore, di luce e oscurità, di movimento e quiete.
Attraverso la sua musica, continuiamo a danzare al ritmo della vita, lasciandoci trasportare dalle sue melodie incantevoli e dalle sue danze ipnotiche, nell’eterna ricerca della bellezza e della verità che risiede nel cuore di ogni essere umano.

Saturday, January 18, 2025

Alla Pavlova (IT)


(Vinnycja, 13 luglio 1952)


La famiglia Pavlova si trasferì a Mosca nel 1961 e Alla studiò musica all'Accademia musicale di Gnessin di Mosca. È stata allieva di Armen Shakhbagyan, un compositore di solida reputazione nel 1970, prestando particolare attenzione alle opere di Anna Achmatova, che ha influenzato buona parte della sua produzione musicale fino al 1990.
Dopo essersi diplomata nel 1983, Pavlova si trasferì nella capitale bulgara Sofia, dove lavorò all'Unione dei Compositori Bulgari e all'Opera nazionale bulgara. Tornò a Mosca tre anni dopo.
Dal 1986, Pavlova ha lavorato per il consiglio della Russian Musical Society di Mosca, prima di trasferirsi a New York nel 1990.

Dopo il suo arrivo a New York, Pavlova scrisse per sua figlia Irene una raccolta composta da semplici pezzi per pianoforte ispirati alle fiabe di Hans Christian Andersen. Durante la prima metà del 1990 le sue composizioni si alternavano tra lieder e pezzi minori per pianoforte. Nel 1994, Pavlova compose il suo primo lavoro importante, la Sinfonia nº 1 "Addio Russia", che intende esprimere la malinconia e le sensazioni dolorose provate dalla compositrice nel lasciare il suo paese d'origine. Il lavoro è articolato in un unico movimento, e costituito da un ensemble di due violini, un violoncello, un pianoforte, un flauto, e un ottavino, che è stato eseguito in Russia da solisti dell'Orchestra filarmonica di Mosca appena due giorni dopo la sua apertura.
Pavlova ha atteso per quattro anni a comporre il suo primo lavoro sinfonico, di soli quattro minuti per pianoforte e archi, ispirato dalla morte di Shakhbagyan. Poi tornò a rifugiarsi nei lieder, componendo brani come "Mi manchi... ma lasciami andare" all'inizio di settembre 2001. Come Cristóbal Halffter modificò la sua composizione Adagio in forma di Rondo in seguito agli attacchi terroristici dell'11 settembre; Pavlova è rimasta sconvolta da questi attacchi, in particolare perché ha vissuto molto vicino a ground zero, così decise di ridedicare il brano alla memoria delle vittime.

La sua prima opera sinfonica che seguì l'Elegia, la Sinfonia nº 2 "per il nuovo millennio" (1998), è stato probabilmente il suo lavoro più ambizioso: dopo essere stata riveduta i quattro anni successivi, fu incisa su CD da Vladimir Fedoseev, che in seguito sarebbe diventato uno degli interpreti più rappresentativi di Pavlova in Russia eseguendo e incidendo la sua quarta sinfonia, e contribuendo a rafforzare la reputazione di Pavlova nel suo paese natale. Oltre a consolidare il suo prestigio, la seconda sinfonia rappresenta un importante punto di svolta nella carriera di Pavlova, in quanto nelle opere successive ha abbandonato la musica da camera a favore delle composizioni per grandi orchestre. Nel 2000, ha suggellato questo cambiamento di orientamento con la monumentale Sinfonia nº 3; questo lavoro, ispirato ad un monumento di New York a Giovanna d'Arco, si caratterizza per la sua intensa portata espressiva ed è considerato il suo capolavoro. Fedele alla sua politica di revisione, Pavlova ha continuato a modificare questa composizione, aggiungendovi una chitarra quale elemento decorativo.

La messa a punto di questa sinfonia è proseguita nel 2002, anno in cui Pavlova ha composto un secondo concerto, un monologo con violino solista in cui ha nuovamente impiegato un'orchestra d'archi. Pavlova ha elaborato nei due anni successivi la sua prima realizzazione incidentale, quella della danza Sulamith, che porta in scena un racconto di Aleksandr Kuprin di ispirazione biblica, ne deriva una suite sinfonica lunga tre quarti d'ora.
Le più recenti composizioni di Pavlova annoverano una Quinta sinfonia (2006), una Sesta sinfonia (2008) e una Thumbelina Ballet Suite (2008/2009), che sono state pubblicate da Naxos.

La sua musica si ispira ai grandi maestri russi del ventesimo secolo (Prokofiev, Shostakovich, Rachmaninov, ecc.), e ciascuna delle sue opere sembra attraversata dal tema dello sradicamento e dell'esilio.