Friday, February 14, 2025

Patrizia Carlotti tra Musica, Canto e Scrittura - Intervista

 

Patrizia Carlotti tra Musica, Canto e Scrittura

Intervista di Maria Teresa De Donato

 

 


Amici carissimi,

oggi come prima intervista di questo Nuovo Anno 2025 ho il piacere di presentarvi una donna davvero speciale: Patrizia Carlotti, toscana purosangue, la cui vita spero nel prossimo futuro di immortalare in un romanzo.

Nell’attesa di realizzare questo bellissimo progetto, invito voi tutti a seguirci non solo nella lettura di questa nostra intervista, ma anche sui nostri rispettivi social.

 

MTDD: Ciao Patrizia, benvenuta, e grazie per aver accettato questo mio invito.

PC: Grazie a te carissima Maria Teresa per l’intervista!

 

MTDD: Tante sono le cose da dire sul tuo conto, ma vorrei che tu iniziassi presentandoti ai nostri lettori.

PC: Molto bene…

Io nasco il 31 luglio del 1972, da buona leonessa il mio motto è “Leonessa ieri, oggi e domani, sempre pronta a combattere le avversità della vita e a vincerle!”

 

MTDD: È un’ottima attitudine. Complimenti! Oltre a essere impiegata presso la Pubblica Amministrazione, per quanto riguarda la tua attività come cantante possiamo definirti “figlia d’arte”.

Vorresti parlarci del ruolo che Musica e Canto da sempre rivestono non solo nella tua famiglia, ma soprattutto nella tua vita?

PC: Sì, devo dire che sono stata molto fortunata a nascere in una famiglia dove la musica era pane quotidiano.

Mio padre era un trombettista professionista, cantante e intrattenitore, e mio nonno paterno suonava il mandolino e il violino.

In casa c’era sempre tanta gente; nel garage si facevano le prove dell’orchestra, ed io piccolissima giocavo ad atteggiarmi a cantante, stavo sempre tra i piedi dei musicisti, ma mi sopportavano, ero la loro mascotte.

Crescendo poi non è stato più un gioco, ma, la musica è divenuta il motore della mia vita, diciamo che mi ha salvata sempre nei periodi difficili. Ho imparato a leggere lo spartito che non ricordo neppure l’età, era cosa normale per me, come mangiare e bere;  nel sangue correva l’amore per la musica che mi aveva trasmesso il mio adoratissimo padre, quindi giocando, facendo milioni di domande, avevo imparato velocemente il nome e le posizioni delle note sul pentagramma leggendole in chiave di sol o di violino.

Non frequentavo ancora le scuole medie ma avevo già imparato a suonare molto bene il flauto dolce. In età adolescenziale ho spaziato nel  dilettarmi nello sperimentare quale strumento potessi studiare, quale potesse somigliarmi di più, ma, alla fine non l’ho mai capito.  Purtroppo non essendo costante nello studio (mi annoiavo tanto nel solfeggio!), non ho portato a termine né gli studi di pianoforte, né di chitarra, né del flauto traverso… (E inoltre, non mi stavano simpatici i docenti che m’insegnavano!).

Devo ammettere, con il senno del poi, che vorrei poter tornare indietro per essere costante, impegnarmi di più nello studio, magari non avrei deluso mio padre, che già per il fatto d’essere nato nel 1935, chiaramente era di un’altra epoca, aveva un debole per la sua bambina, ma avrebbe voluto che la passione per la musica ce l’avesse mio fratello Fabrizio di 7 anni più grande di me! Si sa, infatti, che chi intraprende il mestiere del musicista o del cantante, deve avere sempre la valigia pronta, essere un giorno qua, l’altro là… Questa vita mio padre non la desiderava per sua figlia.

Quando sono diventata una donna adulta poi penso proprio che si sia ricreduto.

 

MTDD: Malgrado tuo padre non fosse d’accordo che tu intraprendessi la carriera artistica come cantante, non ti sei data per vinta ma hai continuato a coltivare questa tua passione partecipando anche a vari concorsi e ricevendo anche dei premi. 

Vorresti parlarcene?

PC: Ho iniziato a partecipare ai concorsi a 16 anni con un mio brano dal titolo “Cosa è che non si accetta”. Ho cominciato a scrivere da bambina… Mi dilettavo a comporre qualsiasi cosa, inventavo storie, piccole poesiole, poi assieme al mio Maestro di pianoforte scrissi il testo della prima canzone in assoluto, appunto, Cosa è che non si accetta, la musica la scrisse il Maestro.

Con quella canzone ho partecipato a diversi concorsi canori nel settore cantautori, e, devo dire, che fino a che partecipavo a gare di paese, vincevo, o comunque arrivavo tra i primi tre, come iniziai a fare cose più importanti non c’era più “trippa per gatti!” Purtroppo sul fatto dei concorsi mio padre ha sempre avuto ragione… Si sa quasi sempre chi deve vincere!

Dopo aver avuto mia figlia a soli 23 anni, ho smesso di fare concorsi, mi sono dedicata esclusivamente a lei, alla sua crescita, totalmente immersa nel bellissimo mestiere di madre e moglie. Cantavo comunque nei cori sia quello parrocchiale, che in un coro gospel.

Il gospel mi ha insegnato molto, specie a usare le dinamiche, modulare la voce, a “restare” dentro una voce unica, che però era composta da 50 elementi.

 

MTDD: A un certo punto della tua vita, per ragioni personali che, se vorrai, potrai spiegarci, hai optato per la carriera come solista lasciando il coro di cui facevi parte.

Raccontaci di queste diverse esperienze e di come entrambe ti hanno arricchita umanamente e professionalmente.

PC: Bè… Darò solamente un assaggio di tutto ciò, in modo da lasciare un pizzico di curiosità in chi legge l’intervista, anche per incuriosire nella prossima, futura lettura di un eventuale romanzo sulla mia vita. Mi definisco un vulcano in piena, ho bisogno di buttare fuori, non trattenere, o essere diciamo “pilotata” da qualcosa o qualcuno.

I cori mi hanno insegnato tanto, oltre ai miei genitori, che mi hanno fatto comprendere che il dono più grande è l’umiltà, anche  l’esperienza di un coro, ti fa capire che siamo parte di un tutto, gocce di un oceano, l’oceano non può fare a meno di tutte le sue gocce, anche se piccole, tutte, nessuna esclusa, fanno l’intero oceano! Tutti siamo importanti, ma ognuno di noi, ha dei talenti da sviluppare, più o meno diversi tra di loro, ebbene, io sentivo che dovevo far “esplodere”, il vulcano che è in me, quindi ho scelto di fare concerti da voce solista. Le vicissitudini che ho affrontato sono state tante, a soli 33 anni, esattamente l’età di Cristo, il padre di mia figlia in soli tre mesi è volato in cielo a causa di un tumore… Ma quello fu solamente l’inizio di tanta sofferenza!

Ad ogni modo il leone che è in me, con coraggio e pazienza, ha tirato fuori gli artigli, quindi sono andata avanti, senza voltarmi indietro, con pochi punti fermi, e sicura di me. In primis, pensavo al benessere di mia figlia, a crescerla, a darle una educazione, come si dice, “Mi sono rimboccata le maniche”. Purtroppo la mia vista già tanto delicata e compromessa da un glaucoma congenito, durante quegli anni, è peggiorata tantissimo, ma io tenevo duro, non dicevo nulla a chi volevo bene, per non far preoccupare più di quanto già si preoccupassero per me e la bambina, quindi vivevo giorni frenetici, logoranti, giorni che a malapena faccio fatica a ricordare. È stato l’amore il motore del mio cuore, l’ho sempre ascoltato, e fin ora non ha mai sbagliato! Insieme al mio secondo amore, secondo in successione di tempo cronologico chiaramente, perché arrivato dopo due anni e mezzo dalla morte del padre di mia figlia, con Mario, mio marito da dicembre 2016, ne abbiamo passate tante, lui mi è stato vicino durante un periodo buio, buio in tutti i sensi, perché, nonostante i tanti interventi agli occhi, alla fine ho perduto la vista.

Ad ogni modo mi fermo qua, altro racconto nelle prossime puntate…

Comunque posso dire che interiormente non mi cambierei mai con la Patrizia che ero. La sofferenza mi ha resa matura, e come dico sempre…: “Io vedo più di altri, perché uso la vista dell’anima!” Dopo la morte del mio babbo, avvenuta nel maggio 2022, la voce interiore, quello che è chiamato il SÉ vero, la Mente profonda, ha iniziato a parlare, o meglio, ho cominciato ad ascoltarla.

 

MTDD: Dalla tua Biografia leggo che oltre ai vari premi e riconoscimenti ottenuti negli anni hai partecipato anche a vari tour ed eventi. 

Cosa puoi dirci al riguardo?

PC: Tutto è esperienza di vita, anche quello che facciamo sbagliando è un bagaglio importante. Molti concorsi sono stati semplicemente eventi per farmi conoscere, ma la competizione non fa per me, chi fa arte esprime se stesso, le proprie emozioni, non c’è uno migliore di un altro, quindi posso affermare con certezza che i concorsi non fanno al mio caso, anche per altri motivi che ora non mi va di affrontare. Una bella esperienza è stata senz’altro quella del CET del grande Mogol in Umbria, una scuola che solamente per la sua meravigliosa ubicazione immersa nella natura, isolata dal rumore della città, ti fa connettere con la bellezza delle cose semplici, soprattutto con il silenzio, vero e unico maestro di conoscenza di noi stessi! Ci tengo a dire e a sottolineare che secondo il mio modesto parere, chi fa arte in generale, non può inventare nulla, deve essere sempre se stesso!

 

MTDD: Alla tua passione per la Musica e il Canto si affianca quella della Scrittura. Vogliamo ricordare ai nostri lettori che tu sei, infatti, Autrice dei tuoi testi.

Come nasce questo tuo interesse per la Scrittura?

PC: Posso dire che è innato il mio interesse per la scrittura! Come ho imparato a scrivere, ho cominciato a comporre le prime cose, ricordo come fosse ora, che i miei pensierini la maestra alle elementari li faceva leggere a tutti gli altri insegnanti, ne rimanevano sempre molto colpiti, soprattutto per la profondità, data la mia giovanissima età. Rammento i miei due scritti che rappresentano la mia infanzia, lunghissimi racconti, il  primo scritto a mano, la penna era un’amica, scrivevo parlando a voce alta con lei, il secondo scritto lo battei a macchina, ricordo ancora i titoli, “Treccia lunga”, il primo, e “L’idolo per tutta la vita”, il secondo.

 

MTDD: Quali sono i maggiori ostacoli in ambito professionale che hai incontrato come cantautrice?

PC: Ostacoli veri e propri come cantautrice non saprei, se non quello di farsi conoscere. Per me che riesco a mettere in musica i miei pensieri, le mie emozioni, essere autrice, vuol dire essere libera. Fare cover, o meglio cantare cose di altri, cosa che ho fatto per molto tempo, anche se è vero che l’interpretazione personale è fondamentale, fare proprie le parole, trasmettere per emozionare con una voce diversa, è sicuramente più  difficile che fare cose mie, il pubblico è abituato all’ascolto dell’originale.

Poi chiaramente come per un’orchestra, la complicità con i musicisti che lavorano insieme a me rappresenta il sodalizio perfetto per un progetto che deve nascere.

 

MTDD:  Senza rivelarci troppo, hai qualche progetto in mente che vorresti realizzare nel prossimo futuro o a cui stai già lavorando?

PC: Sì certamente, anche se la musica resta una grande passione e non il mio lavoro, anche perché con l’arte non si vive in Italia, per me non può essere un lavoro perché è talmente pregiato che avrebbe un valore inestimabile, ma purtroppo per come la maggior parte della gente è educata, l’arte è un gioco che secondo molti sanno far tutti.

Posso solo rivelarti che sto aprendo un nuovo progetto, il vulcano ha ripreso dopo anni a eruttare!

 

MTDD: I testi delle tue canzoni sono particolarmente significativi.  Fanno riflettere e, anche a chi disabilità fisica, quale ad esempio quella visiva, non ne ha, aprono gli occhi e ancor di più la mente. Di questo, tuttavia, parleremo in maniera approfondita nella nostra prossima intervista.

Invito, quindi, tutti i nostri lettori a seguirci.

Prima di lasciarci, vogliamo ricordare a coloro che desiderassero contattarti o rimanere aggiornati sulle tue attività di utilizzare i seguenti metodi per farlo:

 

Email: pat@patriziaonmusic.it (direttamente a Patrizia) o

info@patriziaonmusic.it  (informazioni generali) o

mario@patriziaonmusic.it (Mario Lorenzini)

 

 

C’è qualche altra cosa che vorresti aggiungere a quanto già detto, magari per informare il pubblico su come acquistare i tuoi CD?

PC: La mia musica è presente sulle principali piattaforme come Spotify, Amazon music o YouTube: Patrizia Carlotti Official

Seguitemi sul mio canale social!  

 

MTDD: Patrizia, è stato un immenso piacere averti mia ospite. Ti auguro con tutto il cuore un grandissimo successo in tutte le tue iniziative.

PC:  Grazie mille carissima Teresa per il tuo invito, non vedo l’ora di risentirci per altre cose, intanto ti abbraccio e abbraccio calorosamente tutto il pubblico che leggerà.