Vite convergenti – Romanzo di Elisabetta Fioritti
Recensione di Maria Teresa De Donato
A distanza di qualche tempo, Elisabetta Fioritti ci regala un altro
bellissimo romanzo. Se L’odore dei giorni era stato il libro dei ricordi
legati principalmente all’infanzia, all’adolescenza e alla prima giovinezza, Vite convergenti è il romanzo dell’età adulta, della crescita sia fisica sia
interiore e della maturità.
Da quel senso di protezione che caratterizza soprattutto la prima parte
nella nostra esistenza, la Vita continua con l’altalenarsi di momenti felici,
cui ne seguono altri bui ed altri ancora i cui eventi ci colgono non solo di
sorpresa, ma spesso anche completamente impreparati. Le ferite restano, ma
l’istinto di sopravvivenza, rafforzato dall’amore in qualunque sua forma e
sfera si presenti, costituisce un ottimo incentivo a ricominciare una vita
degna di essere definita tale e a far sì che il sorriso torni ad illuminare i
nostri volti.
Tra il cielo azzurro di Roma, che sovrasta il suo andamento spesso caotico
e disorganizzato, e i tramonti berlinesi con gli alberi innevati si cerca il
proprio posto nel mondo, l’opportunità di farsi strada dando libero sfogo alla
propria creatività nella speranza che quest’ultima venga riconosciuta ed
apprezzata. Le scelte a volte sono tutt’altro che facili quando non si è più
soli e si devono considerare pro e contro che eventuali trasferimenti avranno
non solo su di noi, ma anche sul resto della famiglia. Amore, empatia,
comprensione e, quando è possibile, l’eventuale supporto del nucleo familiare
composto anche dai nonni facilitano il tutto e spianano la strada al successo
delle nostre iniziative.
L'amore di coppia, quello verso i figli, così come quello per i nonni, i
suoceri e i parenti più prossimi riveste anch’esso un ruolo primario in questo
romanzo, evidenziando, ancora una volta, come l’amore costituisca un elemento
di forza e faciliti il superamento delle prove ed il raggiungimento delle mete.
Non tutto, naturalmente, è prevedibile o controllabile da parte nostra. L’importante,
però, è “continuare a sperare sempre [avendo fede che] dopo la notte
più buia nasce sempre la luce di un nuovo giorno.” (Fioritti, p.152, 2021)
Aspetti come quello della salute e “dell’esperienza extrasensoriale al
limite dell’esistenza” (p.128) vengono anche menzionati in questo lavoro
ricordandoci che “la medicina è una scienza ma in certi casi china il capo,
di fronte all’arcano.” (p.131)
La fragilità della Vita si confronta incessantemente con la possibilità
della Morte: “…la vita a volte è un
animale feroce, selvaggio, violento e tenace, aggredisce ogni cosa, risucchia e
ingoia speranze, desideri, perfino gli stessi sentimenti.” (p.239) Altre
volte, al contrario, ci sorprende positivamente e, nel momento meno sperato, ci
regala un’altra possibilità, dandoci una gioia che mai avremmo sognato essere
possibile per noi.
Forse tutto è stato già scritto e deciso circa il nostro destino, o forse
no e probabilmente la risposta a questo grande mistero non la troveremo mai.
L’unica cosa a noi disponibile è far tesoro delle esperienze vissute, imparare
le lezioni e farsi avvolgere completamente dalla magia dell’amore l’unica che “a
un tratto emerge e penetra ovunque, fa vibrare l’aria e fa sentire la musica,
anche quando questa non c’è. …” (p.245)
Un libro scritto con il cuore, pieno di spunti di riflessione la cui
lettura consiglio a tutti.