Monday, May 26, 2025

Una vita nobile – Recensione di Maria Teresa De Donato

 

Una vita nobile – Romanzo storico di Eleonora Davide

Recensione di Maria Teresa De Donato




L’invito a scrivere un romanzo sul personaggio ‘Petronilla’, da lui molto amato, da parte di un suo parente indiretto, Francesco Paolo Coppola, conte del Sacro Romano Impero e Patrizio di Scala, appassionato di ricerche genealogiche tanto quanto il suo ritrovato cugino Pippo D’Angelo, ha portato alla stesura di questa nuova opera letteraria di Eleonora Davide.

Dopo i romanzi storici ambientati nel Medioevo, che hanno visto come protagonisti Imperatori e Papato e lotte tra Longobardi e Normanni per il controllo dei territori, l’autrice compie un salto nel tempo. Pur mantenendo il contatto con la sua terra d’Irpinia, e in special modo con la sua città, Monteforte, nonché con la storia della famiglia dei Loffredo, cui si aggiungono in questa pubblicazione quella dei Revertera e degli Ulloa- Severino, Eleonora s’imbarca in un processo di analisi e ricostruzione storica degli eventi che hanno caratterizzato sia la storia di queste famiglie e della nobiltà napoletana in generale, sia la storia di Napoli durante il Regno delle Due Sicilie, il Regno di Napoli, il governo dei Borbone e, successivamente, la sua sostituzione con quello di Casa Savoia.

Il romanzo è imperniato sulla storia di Petronilla, figlia dei conti Coppola la quale, dalla morte dei genitori, sarà costretta a crescere in convento in un’era in cui le ragazze appartenenti a famiglie aristocratiche venivano mandate in collegio per ricevere un’istruzione appropriata al loro ceto sociale ed educate alla vita in società che le avrebbe attese una volta sposate. L’alternativa sarebbe stata quella di abbracciare la vocazione religiosa e rimanere, quindi, per sempre in convento, vocazione che malgrado la sua umiltà, empatia e il suo desiderio di aiutare le persone nel bisogno, Petronilla non aveva. Al contrario, lei sognava di comprare e indossare begli abiti alla moda, di sposarsi e di avere una famiglia. Questo suo desiderio si avvererà, ma non con la persona che avrebbe inizialmente desiderato avere al suo fianco e non per mancanza di amore, ma a causa di forti pressioni esercitate dalla famiglia dell’altro sul proprio figlio. Il suo matrimonio si rivelerà alla fine un matrimonio comunque riuscito, coronato dalla nascita di tre figli e dall’amicizia con Donna Maria Zenobia della famiglia Revertera.

Una volta rimasti orfani di entrambi i genitori, Petronilla, che al tempo aveva solo sette anni, fu mandata in convento, e insieme ai suoi due fratelli Antonio e Domenico passò sotto le ali protettive dello zio paterno, ossia “Sua Eccellenza Domenico Coppola, arcivescovo”. (Davide, 2024, p. 9) Quest’ultimo, essendo molto apprezzato da Papa Pio VI, era stato nominato da questi Cameriere Segreto, oltre a ricevere altri incarichi prestigiosi e vedersi conferire la Croce dell’Ordine Gerosolomitano. (p. 70) Lo zio Domenico, arcivescovo di Mira, nel patriarcato di Costantinopoli, benché abitasse “a Palazzo Coppola a San Giovanni a Teduccio, in località Due Palazzi”, divideva il suo tempo tra la sua casa e Rome dove lavorava. (p. 15)

Questo aspetto, ossia il nascere in una famiglia aristocratica e il godere sicuramente di privilegi, sarà menzionato in più occasioni per sottolineare come l’appartenere alla nobiltà non significhi necessariamente godere di maggiore libertà, ma molto spesso implichi esattamente il contrario. Come sancito, infatti, dall’espressione “noblesse oblige”, l’essere nobili costringe a certi comportamenti, a certe scelte e a sacrificare spesso i propri desideri e bisogni in virtù del mantenimento del ceto sociale di appartenenza e dell’onore della propria famiglia in riferimento al posto che da secoli le spetta e le viene riconosciuto.

Il romanzo, quindi, diventa uno strumento non solo per narrare la vita, quindi usi e costumi della nobiltà dell’epoca – con particolare riferimento alle famiglie già citate in precedenza – che vanno dal modo di abbigliarsi al comportamento da avere in casa, in convento, per la strada, in società e nei rapporti con il sesso opposto, ma approfondisce aspetti storici, culturali e sociali che hanno caratterizzato soprattutto il Regno di Napoli e quello delle Due Sicilie.

Gli eventi hanno luogo in un tempo in cui l’Europa era in tumulto a causa della politica espansionistica di Napoleone Bonaparte e delle sue mire sulla stessa Italia. Nel 1799 i francesi avevano, infatti, varcato i confini avanzando verso Napoli e costringendo il Re Ferdinando IV di Borbone a fuggire a Palermo. Al tempo stesso, Papa Pio VI era stato catturato e portato in Francia dove successivamente sarebbe morto in esilio. A tutto ciò si aggiungeva il fatto che lo stesso popolo napoletano era diviso in due fazioni: da un lato c’erano i sostenitori dei Borbone e dall’altra quelli dei francesi. Questa situazione aveva portato a una sorta di guerra civile in cui non si comprendeva più bene chi fossero gli amici e chi i nemici da combattere.

I conquistatori francesi avevano condotto una politica volta allo smantellamento dell’autorità e dei privilegi ecclesiastici, nonché alla rimozione di quel forte senso di religiosità che, di fatto, era alla base della cultura e della società partenopea. In questo clima di violenza e ribaltamento dell’ordine costituito, si assistette ad un vero e proprio processo di ‘decristianizzazione’, già iniziato dai francesi nel loro Paese d’origine. Le persone di fede compresero che tali operazioni, tra cui la confisca di immobili alla Chiesa per destinarli ad uso civile o addirittura militare a seconda del bisogno, aveva come obiettivo più la rimozione del senso religioso e della conseguente fede in Dio che non dei beni e degli immobili appartenenti al clero.

In un’Europa e in un Regno travolti da eventi e cambiamenti epocali, la stessa aristocrazia dovette adeguarsi alla nuova realtà emergente. L’uso di molte proprietà e terreni agricoli venne modificato per intraprendere attività commerciali redditizie e sino ad allora svolte solo dalla borghesia. Anche il fermento dei contadini si fece sentire: da una società medioevale in cui il feudatario deteneva il diritto non solo di proprietà ma anche di vita e di morte su tutto ciò che era presente sul proprio territorio, esseri umani inclusi, si facevano strada le classi meno abbienti o persino povere, che chiedevano ed esigevano il riconoscimento del loro duro lavoro in termini di sgravi fiscali e conseguenti diritti.

Il mondo stava cambiando drasticamente e altrettanto velocemente.

Una vita nobile è un romanzo complesso in cui l’autrice, grazie ad attente e approfondite ricerche storiche, ha incluso molti particolari per darci una chiara e dettagliata descrizione della vita non solo di Petronilla, protagonista della sua opera, ma anche di quella della nobiltà e degli eventi, spesso violenti e drammatici, che hanno trasformato la nostra società e determinato il passaggio dal mondo feudale a quello del Regno di Napoli e, successivamente, a quello delle Due Sicilie. Tali eventi avrebbero, a loro volta, gettato le basi per l’unificazione e creazione del Regno d’Italia.

L’amore, l’amicizia, il senso del dovere, la consapevolezza – o mancanza di – del proprio Sé e del proprio posto nel mondo, così come la comprensione dei tempi che cambiano e della conseguente necessità di adattarsi ad essi, sono anche aspetti che arricchiscono questo romanzo, coronato da alcune storie d’amore, e non solo, che si fondono nella cultura e nelle dinamiche politiche, sociali e comportamentali del tempo in cui tali eventi si succedono.

A Eleonora Davide va riconosciuto, ancora una volta, il merito di aver saputo calarsi nell’epoca descritta e nei personaggi presentati, rendendo il tutto molto piacevole alla lettura, soprattutto agli amanti del romanzo storico.

Ne consiglio vivamente la lettura.