Una vita nobile – Romanzo storico di Eleonora Davide
Recensione di Maria Teresa De Donato
L’invito a scrivere un romanzo sul personaggio ‘Petronilla’, da lui molto
amato, da parte di un suo parente indiretto, Francesco Paolo Coppola, conte del
Sacro Romano Impero e Patrizio di Scala, appassionato di ricerche genealogiche
tanto quanto il suo ritrovato cugino Pippo D’Angelo, ha portato alla stesura di
questa nuova opera letteraria di Eleonora Davide.
Dopo i romanzi storici ambientati nel Medioevo, che
hanno visto come protagonisti Imperatori e Papato e lotte tra Longobardi e
Normanni per il controllo dei territori, l’autrice compie un salto nel tempo.
Pur mantenendo il contatto con la sua terra d’Irpinia, e in special modo con la
sua città, Monteforte, nonché con la storia della famiglia dei Loffredo, cui si
aggiungono in questa pubblicazione quella dei Revertera e degli Ulloa- Severino,
Eleonora s’imbarca in un processo di analisi e ricostruzione storica degli
eventi che hanno caratterizzato sia la storia di queste famiglie e della nobiltà
napoletana in generale, sia la storia di Napoli durante il Regno delle Due
Sicilie, il Regno di Napoli, il governo dei Borbone e, successivamente, la sua
sostituzione con quello di Casa Savoia.
Il romanzo è imperniato sulla storia di Petronilla, figlia dei conti
Coppola la quale, dalla morte dei genitori, sarà costretta a crescere in
convento in un’era in cui le ragazze appartenenti a famiglie aristocratiche
venivano mandate in collegio per ricevere un’istruzione appropriata al loro
ceto sociale ed educate alla vita in società che le avrebbe attese una volta
sposate. L’alternativa sarebbe stata quella di abbracciare la vocazione
religiosa e rimanere, quindi, per sempre in convento, vocazione che malgrado la
sua umiltà, empatia e il suo desiderio di aiutare le persone nel bisogno,
Petronilla non aveva. Al contrario, lei sognava di comprare e indossare begli
abiti alla moda, di sposarsi e di avere una famiglia. Questo suo desiderio si
avvererà, ma non con la persona che avrebbe inizialmente desiderato avere al
suo fianco e non per mancanza di amore, ma a causa di forti pressioni
esercitate dalla famiglia dell’altro sul proprio figlio. Il suo matrimonio si
rivelerà alla fine un matrimonio comunque riuscito, coronato dalla nascita di
tre figli e dall’amicizia con Donna Maria Zenobia della famiglia Revertera.
Una volta rimasti orfani di entrambi i genitori, Petronilla, che al tempo
aveva solo sette anni, fu mandata in convento, e insieme ai suoi due fratelli
Antonio e Domenico passò sotto le ali protettive dello zio paterno, ossia “Sua
Eccellenza Domenico Coppola, arcivescovo”. (Davide, 2024, p. 9) Quest’ultimo,
essendo molto apprezzato da Papa Pio VI, era stato nominato da questi Cameriere
Segreto, oltre a ricevere altri incarichi prestigiosi e vedersi conferire la
Croce dell’Ordine Gerosolomitano. (p. 70) Lo zio Domenico, arcivescovo di Mira,
nel patriarcato di Costantinopoli, benché abitasse “a Palazzo Coppola a San
Giovanni a Teduccio, in località Due Palazzi”, divideva il suo tempo tra la sua
casa e Rome dove lavorava. (p. 15)
Questo aspetto, ossia il nascere in una famiglia aristocratica e il godere
sicuramente di privilegi, sarà menzionato in più occasioni per sottolineare
come l’appartenere alla nobiltà non significhi necessariamente godere di maggiore
libertà, ma molto spesso implichi esattamente il contrario. Come sancito,
infatti, dall’espressione “noblesse oblige”, l’essere nobili costringe a certi
comportamenti, a certe scelte e a sacrificare spesso i propri desideri e
bisogni in virtù del mantenimento del ceto sociale di appartenenza e dell’onore
della propria famiglia in riferimento al posto che da secoli le spetta e le
viene riconosciuto.
Il romanzo, quindi, diventa uno strumento non solo per narrare la vita,
quindi usi e costumi della nobiltà dell’epoca – con particolare riferimento
alle famiglie già citate in precedenza – che vanno dal modo di abbigliarsi al
comportamento da avere in casa, in convento, per la strada, in società e nei
rapporti con il sesso opposto, ma approfondisce aspetti storici, culturali e
sociali che hanno caratterizzato soprattutto il Regno di Napoli e quello delle
Due Sicilie.
Gli eventi hanno luogo in un tempo in cui l’Europa era in tumulto a causa
della politica espansionistica di Napoleone Bonaparte e delle sue mire sulla
stessa Italia. Nel 1799 i francesi avevano, infatti, varcato i confini
avanzando verso Napoli e costringendo il Re Ferdinando IV di Borbone a fuggire
a Palermo. Al tempo stesso, Papa Pio VI era stato catturato e portato in
Francia dove successivamente sarebbe morto in esilio. A tutto ciò si aggiungeva
il fatto che lo stesso popolo napoletano era diviso in due fazioni: da un lato
c’erano i sostenitori dei Borbone e dall’altra quelli dei francesi. Questa
situazione aveva portato a una sorta di guerra civile in cui non si comprendeva
più bene chi fossero gli amici e chi i nemici da combattere.
I conquistatori francesi avevano condotto una politica volta allo
smantellamento dell’autorità e dei privilegi ecclesiastici, nonché alla
rimozione di quel forte senso di religiosità che, di fatto, era alla base della
cultura e della società partenopea. In questo clima di violenza e ribaltamento
dell’ordine costituito, si assistette ad un vero e proprio processo di ‘decristianizzazione’,
già iniziato dai francesi nel loro Paese d’origine. Le persone di fede
compresero che tali operazioni, tra cui la confisca di immobili alla Chiesa per
destinarli ad uso civile o addirittura militare a seconda del bisogno, aveva
come obiettivo più la rimozione del senso religioso e della conseguente fede in
Dio che non dei beni e degli immobili appartenenti al clero.
In un’Europa e in un Regno travolti da eventi e cambiamenti epocali, la
stessa aristocrazia dovette adeguarsi alla nuova realtà emergente. L’uso di
molte proprietà e terreni agricoli venne modificato per intraprendere attività
commerciali redditizie e sino ad allora svolte solo dalla borghesia. Anche il
fermento dei contadini si fece sentire: da una società medioevale in cui il
feudatario deteneva il diritto non solo di proprietà ma anche di vita e di
morte su tutto ciò che era presente sul proprio territorio, esseri umani
inclusi, si facevano strada le classi meno abbienti o persino povere, che
chiedevano ed esigevano il riconoscimento del loro duro lavoro in termini di
sgravi fiscali e conseguenti diritti.
Il mondo stava cambiando drasticamente e altrettanto velocemente.
Una vita nobile è un romanzo complesso in cui l’autrice, grazie ad attente e approfondite
ricerche storiche, ha incluso molti particolari per darci una chiara e dettagliata
descrizione della vita non solo di Petronilla, protagonista della sua opera, ma
anche di quella della nobiltà e degli eventi, spesso violenti e drammatici, che
hanno trasformato la nostra società e determinato il passaggio dal mondo
feudale a quello del Regno di Napoli e, successivamente, a quello delle Due
Sicilie. Tali eventi avrebbero, a loro volta, gettato le basi per l’unificazione
e creazione del Regno d’Italia.
L’amore, l’amicizia, il senso del dovere, la consapevolezza – o mancanza di
– del proprio Sé e del proprio posto nel mondo, così come la comprensione dei
tempi che cambiano e della conseguente necessità di adattarsi ad essi, sono
anche aspetti che arricchiscono questo romanzo, coronato da alcune storie
d’amore, e non solo, che si fondono nella cultura e nelle dinamiche politiche,
sociali e comportamentali del tempo in cui tali eventi si succedono.
A Eleonora Davide va riconosciuto, ancora una volta, il merito di aver
saputo calarsi nell’epoca descritta e nei personaggi presentati, rendendo il
tutto molto piacevole alla lettura, soprattutto agli amanti del romanzo
storico.
Ne consiglio vivamente la lettura.