Saturday, October 29, 2022

"AUTISM from a different perspective" - ​​Cesare's success story - by Giovanni Tommasini and Maria Teresa De Donato - Review by Prof. Giovanna della Bella

 "AUTISM from a different perspective" - ​​Cesare's successful story

by Giovanni Tommasini and Maria Teresa De Donato

 

Review by Prof. Giovanna della Bella

 


Reading
this book by G. Tommasini and M.T. De Donato was an interesting and exciting experience because it allowed me to approach a very present theme, or rather a problem, in our society.

The work, admirably performed, is not a scientific treatise but a model of dynamic narrative, which immediately reaches the reader when faced with a topic that is not easily accessible.

It is the work of two authors.  One tells of his work experience of several years as an educator of a subject with autism, and therefore the results achieved, and the observations noted.  The other comments on the work and divulges knowledge that illustrates many aspects that are perhaps not always considered or evaluated by science.  Although distinct in their spaces, the two parts are not separate bodies of the content but appear to be the canvas and the frame that make up a picture to be admired.

I can definitely say that the two authors were skilled artists.

Giovanni Tommasini's experience is commendable and exemplary for those who live in similar situations.  It is clear from the context that he did not act according to established methodological canons but resorted to his courage, sensitivity, and emotions.  He is also a co-star, with Cesare, of the "plot," so he becomes its essential character, arousing sympathy in the reader.

The other character, or THE character, is Cesare, "a splendid and refined human being, intelligent, but for some inexplicable reason unable to self-determine and implement behaviors that free him from the fears that kept him closed as in a cage."

After living next to him for several years, Giovanni slowly and delicately comes into contact with Caesar, breaking that hard armor that isolated him from others and the world, becoming his defense, a shelter from everything that violently fell upon him.

The empathy and affection between the two manage to create a relationship of trust and harmony built slowly, with patience, after years of intense work, also collaborating with the boy's family to try to lighten the weight of the giant boulder that must endure.

It would be nice, and we hope so, if there were so many Giovanni who could be of great help to individuals like Cesare, who remain closed and isolated to defend themselves from a hostile world.

The intervention of Maria Teresa De Donato, an established writer, plays a vital role in the book, both in the introduction and in the subsequent comments, where her contribution becomes a support and extension of the experience narrated.

The author tackles the problem starting from the concept of normality and tries to give it a meaning that can be explained from multiple angles, not only in the conventional aspect.  It clearly illustrates that, despite scientific studies that have made progress in biology, psychology, and psychiatry, exhaustive answers still need to be provided on why and how mental illnesses and disorders arise.  On the contrary, "the holistic approach to Life has made it possible to detect that the body and spirit are important factors of our existence and, if they are in balance with each other, health is restored."

Congratulations to the writer for her reflections, the result of study and experience in the literary field, and for her clear and relevant style that manages to convey a direct and captivating message to the reader.

I also want to take a moment to reflect on the sentence placed at the beginning of the book:

"Nothing is difficult for those who love" (Cicero).

That is an intelligent and stimulating message for those who in life have to face situations that may seem insurmountable; it was adequate for Giovanni in his arduous undertaking as an educator; it can be an excellent warning for each of us.

I highly recommend reading the book, which allows you to browse all the pages feeling interested and with great emotion.

I warmly thank the authors who let me know about their work.

 



“L’AUTISMO visto da una prospettiva diversa” – La storia di successo di Cesare - di Giovanni Tommasini e Maria Teresa De Donato - Recensione della Prof.ssa Giovanna della Bella

 “L’AUTISMO visto da una prospettiva diversa” – La storia di successo di Cesare

di Giovanni Tommasini e Maria Teresa De Donato

 

Recensione della Prof.ssa Giovanna della Bella

 



Leggere il libro di G. Tommasini e M.T. De Donato è stata una esperienza interessante ed emozionante perché mi ha permesso di avvicinarmi ad una tematica, o meglio ad una problematica, molto presente nella nostra società.

Il lavoro, mirabilmente eseguito, non è un trattato scientifico ma un modello di narrativa dinamica, che arriva nell’immediato al lettore posto difronte ad un argomento non facilmente accessibile.

Esso è opera di due autori: uno racconta la sua esperienza lavorativa di diversi anni, come educatore di un soggetto affetto da autismo, e quindi i risultati conseguiti, le osservazioni rilevate; l’altro commenta l’operato e divulga conoscenze che illustrano tanti aspetti forse non sempre considerati o valutati dalla scienza. Le due parti, pur essendo distinte nei loro spazi, non sono corpi separati del contenuto, ma sembrano la tela e la cornice che vanno a costituire un quadro da ammirare.

Posso decisamente affermare che i due autori sono stati abili artisti.

L’esperienza di Giovanni Tommasini è da ritenersi encomiabile ed esemplare per chi vive situazioni analoghe. Si deduce chiaramente dal contesto che egli non ha agito secondo canoni metodologici prestabiliti, ma ha fatto ricorso al suo coraggio, alla sua sensibilità, alle sue emozioni. Egli è anche coprotagonista, insieme a Cesare, della “trama”, perciò ne diventa personaggio basilare, che suscita simpatia nel lettore.

L’altro personaggio, o il personaggio, è Cesare, “un essere umano splendido e raffinato, intelligente, ma per qualche inspiegabile motivo incapace di autodeterminarsi e mettere in atto comportamenti che lo liberassero dalle paure che lo tenevano chiuso come in una gabbia.”

Vivendo a contatto con lui per diversi anni, Giovanni piano piano e delicatamente entra in contatto con Cesare, rompendo quella dura corazza che lo isolava dagli altri e dal mondo, ne diventa una difesa, un riparo da tutto ciò che gli piombava violentemente addosso.

L’empatia e l’affetto tra i due riesce a creare un rapporto di fiducia e una sintonia costruita piano piano, con pazienza, dopo anni di lavoro intenso, collaborando anche con la famiglia del ragazzo per cercare di alleggerire il peso del grande macigno che deve sopportare.

Sarebbe bello, e ce lo auguriamo, se esistessero tanti Giovanni che potrebbero essere di grande aiuto per i soggetti come Cesare, che restano chiusi ed isolati per difendersi da un mondo ostile.

L’intervento di Maria Teresa De Donato, scrittrice affermata, riveste nel libro un ruolo importante, sia nell’introduzione che nei commenti successivi, dove il suo apporto diventa di sostegno e di ampliamento all’esperienza narrata.

L’autrice affronta la problematica partendo dal concetto di normalità e cerca di dargli un significato spiegabile da più angolazioni, non solo nell’aspetto convenzionale. Ci illustra chiaramente che, malgrado gli studi scientifici abbiano compiuto progressi in biologia, psicologia e psichiatria, non sono ancora state fornite risposte esaurienti sul perché e come nascono le malattie e i disordini mentali: “l’approccio olistico alla Vita ha consentito di rilevare che corpo e spirito sono fattori importanti della nostra esistenza e, se sono in equilibrio tra loro, la salute si ristabilisce.”

Complimenti alla scrittrice per le sue riflessioni, frutto di studio e di esperienza nel campo letterario, per il suo stile chiaro e pertinente che riesce a trasmettere nel lettore un messaggio immediato e accattivante.

Voglio soffermarmi per un attimo anche a riflettere sulla frase posta all’inizio del libro:

“Nulla è difficile per chi ama” (Cicerone).

Un messaggio incisivo e stimolante per chi nella vita deve affrontare situazioni che possono sembrare insormontabili; è stato efficace per Giovanni nella sua ardua impresa di educatore, può essere un grande monito per ognuno di noi.

Consiglio vivamente la lettura del libro che ti permette di sfogliare tutte le pagine provando interesse e anche grande emozione.

Ringrazio vivamente gli autori che mi hanno dato l’opportunità di conoscere il loro lavoro.

 


“AUTISMUS mal anders gesehen” - Cesares Erfolgsgeschichte - von Giovanni Tommasini und Maria Teresa De Donato - Rezension von Prof. Giovanna della Bella

 “AUTISMUS mal anders gesehen” – Cesares Erfolgsgeschichte

von Giovanni Tommasini und Maria Teresa De Donato

 

Rezension von Prof. Giovanna della Bella

 



Das Lesen des Buches von G. Tommasini und M.T. De Donato war eine interessante und aufregende Erfahrung, weil es mir ermöglichte, mich einem Thema oder besser gesagt einem Problem zu nähern, das in unserer Gesellschaft sehr präsent ist.

Das bewundernswert aufgeführte Werk ist keine wissenschaftliche Abhandlung, sondern ein Modell dynamischer Erzählung, das den Leser bei einem schwer zugänglichen Thema sofort erreicht.

Es ist das Werk zweier Autoren: Der eine erzählt von seiner mehrjährigen Berufserfahrung als Erzieher eines Faches mit Autismus und den damit erzielten Ergebnissen, den notierten Beobachtungen; der andere kommentiert die Arbeit und gibt Wissen preis, das viele Aspekte veranschaulicht, die von der Wissenschaft vielleicht nicht immer berücksichtigt oder bewertet werden. Die beiden Teile, obwohl räumlich getrennt, sind keine getrennten Inhaltskörper, sondern scheinen die Leinwand und der Rahmen zu sein, die ein zu bewunderndes Bild ausmachen.

Ich kann definitiv sagen, dass die beiden Autoren begabte Künstler waren.

Die Erfahrung von Giovanni Tommasini ist lobenswert und beispielhaft für diejenigen, die in ähnlichen Situationen leben. Aus dem Kontext wird deutlich, dass er nicht nach etablierten Methodenkanonen handelte, sondern auf seinen Mut, seine Sensibilität, seine Emotionen zurückgriff. Zusammen mit Cesare ist er auch Co-Star der “Handlung”, also wird er zu ihrer Grundfigur, die beim Leser Sympathie weckt.

Der andere Charakter, oder der Charakter, ist Cesare, "ein großartiger und raffinierter Mensch, intelligent, aber aus unerklärlichen Gründen nicht in der Lage, sich selbst zu bestimmen und Verhaltensweisen umzusetzen, die ihn von den Ängsten befreien, die ihn wie in einem Käfig verschlossen hielten."

Giovanni lebt seit mehreren Jahren in Kontakt mit ihm und kommt langsam und vorsichtig mit Caesar in Kontakt, bricht diesen harten Panzer, der ihn von anderen und der Welt isoliert hat, und wird zu seiner Verteidigung, einem Schutz vor allem, was gewaltsam auf ihn gefallen ist.

Die Empathie und Zuneigung zwischen den beiden schafft es, ein Vertrauensverhältnis und eine Harmonie zu schaffen, die sich nach Jahren intensiver Arbeit langsam und mit Geduld aufbauen, auch in Zusammenarbeit mit der Familie des Jungen, um zu versuchen, das Gewicht des großen Felsbrockens zu verringern, der aushalten muss.

Es wäre schön, und wir hoffen es, wenn es so viele Giovanni gäbe, die eine große Hilfe für Themen wie Cesare sein könnten, die verschlossen und isoliert bleiben, um sich gegen eine feindliche Welt zu verteidigen.

Die Intervention von Maria Teresa De Donato, einer etablierten Schriftstellerin, spielt in dem Buch eine wichtige Rolle, sowohl in der Einleitung als auch in den nachfolgenden Kommentaren, wo ihr Beitrag zu einer Unterstützung und Erweiterung der erzählten Erfahrung wird.

Die Autorin geht das Problem ausgehend vom Begriff der Normalität an und versucht, ihm eine Bedeutung zu geben, die nicht nur in der konventionellen Hinsicht aus mehreren Blickwinkeln erklärt werden kann. Sie verdeutlicht uns deutlich, dass trotz Fortschritten in den wissenschaftlichen Studien in Biologie, Psychologie und Psychiatrie noch keine erschöpfenden Antworten darauf vorliegen, warum und wie psychische Erkrankungen und Störungen entstehen: “Die ganzheitliche Betrachtungsweise des Lebens hat es ermöglicht zu erkennen, dass Körper und Geist wichtige Faktoren unseres Daseins sind und wenn sie im Gleichgewicht sind, stellt sich die Gesundheit wieder her.”

Herzlichen Glückwunsch an die Autorin für ihre Reflexionen, das Ergebnis von Studien und Erfahrungen im literarischen Bereich, für ihren klaren und relevanten Stil, der es schafft, dem Leser eine unmittelbare und fesselnde Botschaft zu vermitteln.

Ich möchte auch einen Moment innehalten, um über den Satz nachzudenken, der am Anfang des Buches steht:

"Nichts ist schwierig für die, die lieben" (Cicero).

Eine prägnante und anregende Botschaft für diejenigen, die sich im Leben Situationen stellen müssen, die unüberwindbar erscheinen; es war effektiv für Giovanni in seinem mühseligen Unterfangen als Erzieher; es kann eine große Warnung für jeden von uns sein.

Ich empfehle dringend, das Buch zu lesen, das es Ihnen ermöglicht, alle Seiten mit Interesse und auch großen Emotionen zu durchsuchen.

Ich bedanke mich herzlich bei den Autoren, die mir die Möglichkeit gaben, ihre Arbeit kennen zu lernen.

 


Thursday, October 20, 2022

School: Resignation as a protest - The case of some teachers - by Maria Teresa De Donato

 School: Resignation as a protest

- The case of some teachers -

 

by Maria Teresa De Donato



 

In the two previous meetings with my friend and fellow author Horst Költze on the topic of Education and Freedom, Part One and Part Two, we addressed fundamental aspects such as self-awareness, self-awareness and the role that school should play through its programs in offering each individual help to develop their unique potential and therefore their creativity.

As pointed out in these articles, this can only be achieved through freedom.  On the contrary, "In the traditional school system, currently dominated in 76 states by the PISA functionalist study [Program for International Student Assessment], children and adolescents are forced to adapt for at least ten years during the growth phase of the brain. ... With forced learning, there is no existential reference to the person, to the true SELF.  This hinders the development of the brain areas necessary for autogenesis.  At the end of the school, the graduates don't know WHO they are and what they really want".

To solve this colossal problem, sector professionals have taken action in every possible way.  Among these was Horst Költze, who tried to underline three fundamental aspects through his publications:

 

1) this frightening gap in the education system;

2) the devastating impact this education has on children and young people;

3) the need to make significant changes not only in the teaching programs but, above all, in the training methods of the teachers themselves.

 

Even after he retired, Horst continued his struggle undeterred.  The goal is to raise awareness among the competent authorities, school staff, and parents of students on the need for a freer education capable of recognizing and maximizing the creative potential of each student.  The realization of this type of education is desirable not only in Germany, where Horst lives but also in other countries where the PISA functionalist studio has been used.

Of course, Horst was not the only teacher aware of the harm done to children and pupils by such a deficient education system.  Many others have recognized the shortcomings and the need for change.  Unfortunately, some of his colleagues have failed to continue being part of a system they share neither assessment techniques nor teaching methods and have taken a drastic decision: dismissal.

They, therefore, renounced the profession, with the consequent loss of work and pension contributions, as a form of denunciation and condemnation of an educational system that enslaves children and clips their wings from an early age.

The article published online in the education magazine News4Teachers entitled "The School System Makes You Sick": Why a Primary School Teacher Resigns from Civil Service - Her Reasoning in Wording, This Teacher Forgoes Her Lifetime Support as a civil servant, therefore, represents a living and personal document of the ABUSE of education, which emerged clearly in the interview with the educational writer Horst Költze on the theme "EDUCATION AND FREEDOM," mentioned above.

In the resignation letter to the Munich State Education Authority of March 16, 2022-Schulrat 12-80313 Munich, this teacher explains the reasons for her drastic decision of her, starting with a question:

"Why do so many children lose the joy of learning after a short time in school?"

 

According to the content of her letter, the reasons are various:

1) Children become "objects of expectation" while their personal and family situation with all sorts of related problems is completely ignored.  The high level of frustration and anger leads to the phenomenon of bullying, now widespread in all schools.

 

2) Violation of human rights, United Nations Convention on the Rights of Persons with Disabilities and United Nations Convention on the Rights of the Child: age, "origin, ethnicity, skin color, gender, educational level of parents, first name and poverty of one's parents" are all discriminating factors and devoid of the “inclusion” aspect, above all concerning people with disabilities.  The atmosphere in the school, especially in the state one, is that of "experience of domination and hierarchical communication, not of participation."

 

3) Concept of learning: learning in school is based on the erroneous assumption that "the content of knowledge can be transferred from one person to another, whether they like it or not."  This is not true, as the brain not only stores data, it filters it.  (MY NOTE: Because of this, we easily learn and remember some things, while others have difficulty understanding them and quickly forget them anyway.)

 

4) Compulsory education (distinct from mandatory education) and compulsory learning contradict many fundamental human rights.  Therefore, to "have an integrating function in a free society, we must finally abolish compulsory schooling."

 

5) The school system makes students and teachers sick alike.

This is illustrated by the high rates of symptoms seen in school-age children and adolescents, such as headaches, abdominal pain, back pain, and sleep disturbances, to name a few.

 

This teacher was not the only one to make an "extreme gesture." Another case that we can cite is precisely that of Gunnar Kaiser.

In his interview with Gunnar Kaiser - "I won't do it anymore," published on the YouTube channel of the RESPECT platform, Kaiser explained his reasons for quitting.  The way Covid was managed and hearing the authorities and, therefore, of the media, stating that we would not have gone back to normality, at least according to the usual meaning of the term, was, in his case, the straw that broke the camel's back.  On the contrary, all the restrictions and social changes adopted due to the pandemic, even concerning the limits imposed on freedom, would become the new normality.  The freedoms stolen or at least limited by the pandemic would never be restored.

Gunnar Kaiser asks an interesting question: "Have we ever really experienced democracy if we give it up so quickly?"

 

Perhaps the time has come to break the conventional mold and embrace the world of ideas and lofty ideals, regardless of what we are used to doing or seeing around us.  Perhaps we should stop wondering if something is "normal" and instead ask ourselves if it is "legitimate" and what the implications are.

Gunnar Kaiser has, therefore, also given up teaching for various reasons, many of which are contained in the resignation letter that his colleague from Munich sent to the School Authority of her area.

Being fully aware of the problem and having a conscience that recognizes that the educational system, as it is designed and functioning, is doing more harm than good to the students and the teachers themselves marks the point of no return.

 

Be aware of the difficulties students are facing

• in keeping up with programs they are not interested in at all;

• in being assessed through tests based on their academic performance; and

• in dealing with the shame of failure and bullying among peers.

 

This makes these teachers feel entirely helpless as if they are faced with a rubber wall and consequently unable to make any significant changes to the system.

Many teachers, therefore, decide to make drastic career changes.  They give up secure jobs in the public sector and the resulting pension contributions and resign from their position.  They do not want to feel responsible for the education system's failure and the damage it does to students.  Therefore, for a matter of coherence and conscience, they avoid being part of it.

Hence, regardless of the personal choices of each teacher, in the countries where the PISA functional system is used, the school fails miserably in what should be its purpose and very raison d'etre: the promotion of expressive creativity and the development and maximum exploitation of each student's potential.

 


Scuola: Dimissioni come protesta - Il caso di alcuni insegnanti - di Maria Teresa De Donato

 Scuola: Dimissioni come protesta

- Il caso di alcuni insegnanti -

 

di Maria Teresa De Donato

 



Nei due precedenti incontri con l'amico e collega autore Horst Költze sul tema Educazione e Libertà, Prima Parte e Seconda Parte, abbiamo affrontato aspetti fondamentali come l'autocoscienza, l'autoconsapevolezza e il ruolo che la scuola dovrebbe avere attraverso i propri programmi nell'offrire a ciascuno un aiuto individuale per sviluppare il proprio potenziale unico e quindi la propria creatività.

Tutto questo, come è stato sottolineato in questi articoli, può essere ottenuto solo attraverso la libertà. Al contrario, “Nel sistema scolastico tradizionale, attualmente dominato in 76 stati dallo studio funzionalista PISA [Program for International Student Assessment], bambini e adolescenti sono costretti ad adattarsi per almeno dieci anni durante la fase di crescita del cervello. ... Con l'apprendimento forzato, non c'è riferimento esistenziale alla persona, al vero SÉ.  Ciò ostacola lo sviluppo delle aree cerebrali necessarie per l'autogenesi.  Alla fine della scuola, i diplomati non sanno CHI SONO e cosa vogliono davvero”.

Nel tentativo di risolvere questo colossale problema, professionisti del settore si sono attivati ​​in ogni modo possibile. Tra questi c'è stato Horst Költze, il quale,  attraverso le sue pubblicazioni, ha cercato di sottolineare tre aspetti fondamentali:

 

1) questa spaventosa lacuna nel sistema educativo;

2) l'impatto devastante che questa educazione ha sui bambini e sui giovani;

3) la necessità di apportare cambiamenti significativi non solo nei programmi didattici, ma soprattutto nelle modalità di formazione degli stessi docenti.

 

Anche dopo essere andato in pensione, Horst ha continuato la sua lotta imperterrito. L'obiettivo è sensibilizzare le autorità competenti, il personale scolastico ed i genitori degli studenti sulla necessità di un'istruzione più libera, in grado di riconoscere e massimizzare il potenziale creativo di ogni studente.  La realizzazione di questo tipo di educazione è auspicabile non solo in Germania, dove vive Horst, ma anche negli altri Paesi dove è stato utilizzato lo studio funzionalista PISA.

Naturalmente, Horst non è stato l'unico insegnante consapevole del danno arrecato ai bambini e agli alunni da un sistema educativo così inadeguato. Molti altri hanno riconosciuto le carenze e la necessità di cambiamento.  Purtroppo, alcuni suoi colleghi non sono riusciti a continuare a far parte di un sistema di cui non condividono né tecniche di valutazione né metodi di insegnamento, e hanno preso una decisione drastica: il licenziamento.

Hanno quindi rinunciato alla professione, con la conseguente perdita del lavoro e dei contributi pensionistici, come forma di denuncia e condanna di un sistema educativo che schiavizza i bambini e tarpa loro le ali fin dalla più tenera età.

Nell'articolo pubblicato online sulla rivista di educazione News4Teachers dal titolo “Il sistema scolastico ti fa ammalare”: Perché un'insegnante di scuola primaria si dimette dal servizio civile - il suo ragionamento nella formulazione, questa insegnante rinuncia al suo sostentamento per tutta la vita come dipendente pubblico.

Questo rappresenta, quindi, un documento vivo e personale dell'ABUSO dell'educazione, che è emerso chiaramente nelle interviste allo scrittore educativo Horst Költze sul tema "EDUCAZIONE E LIBERTÀ", menzionate sopra.

Nella sua lettera di dimissioni all'Autorità per l'istruzione statale di Monaco del 16 marzo 2022 - Schulrat 12 - 80313 Monaco di Baviera, questa insegnante spiega i motivi della sua decisione drastica, iniziando con una domanda:

"Perché così tanti bambini perdono la gioia di imparare dopo poco tempo a scuola?"

 

Stando al contenuto della sua lettera, i motivi sono vari:

 

1) I bambini diventano "oggetto di aspettativa" mentre la loro situazione personale e familiare con ogni sorta di problemi correlati viene completamente ignorata. L'alto livello di frustrazione e rabbia porta al fenomeno del bullismo, ormai diffuso in tutte le scuole.

 

2) Violazione dei diritti umani, Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo: età, "origine, etnia, colore della pelle, genere, livello di istruzione dei genitori, nome di battesimo e povertà dei propri genitori” sono tutti fattori discriminanti e privi dell'aspetto “inclusione”, specie in relazione a persone con disabilità.   L'atmosfera nella scuola, specie in quella statale, è quella di «esperienza di dominio e di comunicazione gerarchica, non di partecipazione».

 

3) Concetto di apprendimento: l'apprendimento a scuola si basa sull'assunto errato che "il contenuto della conoscenza può essere trasferito da una persona all'altra, che lo voglia o no."  Questo non è vero, poiché il cervello non solo memorizza i dati, ma li filtra. (NOTA MIA: Per questo, impariamo facilmente alcune cose e le ricordiamo, mentre altre abbiamo difficoltà a capirle e comunque le dimentichiamo rapidamente.)

 

4) La scuola dell'obbligo (distinta dall'istruzione obbligatoria) e l'apprendimento dell'obbligo contraddicono una serie di diritti umani e fondamentali.  Quindi, se si vuole “avere una funzione di integrazione in una società libera, dobbiamo finalmente abolire la scuola dell'obbligo”.

 

5) Il sistema scolastico fa ammalare, studenti e insegnanti allo stesso modo.

Ciò è illustrato dalle alte percentuali di sintomi osservati nei bambini e negli adolescenti in età scolare, come mal di testa, dolore addominale, mal di schiena e disturbi del sonno, solo per citarne alcuni.

 

Questa insegnante non è stata l'unica a compiere un "gesto estremo".  Un altro caso che possiamo citare è proprio quello di Gunnar Kaiser.

Nella sua intervista A colloquio con Gunnar Kaiser - "Non lo faccio più", pubblicata sul canale YouTube della piattaforma RESPECT, Kaiser ha spiegato che la gestione della situazione Covid e l'audizione delle autorità e quindi di quelle dei media, secondo cui non ci sarebbe stata più la normalità, almeno secondo i canoni consueti è stata, nel suo caso, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.  Al contrario, tutte le restrizioni e i cambiamenti sociali adottati a causa della pandemia, anche in relazione ai limiti imposti alla libertà, diventerebbero la nuova normalità.  Le libertà sottratte o almeno limitate dalla pandemia non sarebbero mai state ripristinate.

Una domanda interessante che si pone Gunnar Kaiser è: "Abbiamo mai vissuto davvero la democrazia se la cediamo così in fretta?"

 

Forse è giunto il momento di rompere gli schemi convenzionali ed abbracciare il mondo delle idee e degli alti ideali, indipendentemente da ciò che siamo abituati a fare o vedere intorno a noi.  Forse dovremmo smettere di domandarci se qualcosa sia "normale" e invece chiederci se sia "legittima" e quali ne siano le implicazioni.

Gunnar Kaiser ha quindi rinunciato anche all'insegnamento per vari motivi, molti dei quali contenuti nella lettera di dimissioni che la sua collega di Monaco ha inviato alle autorità scolastiche di competenza della sua zona.

Essere pienamente consapevoli del problema e avere una coscienza che riconosce che il sistema educativo, per come è progettato e funzionante, sta facendo più male che bene non solo agli studenti ma anche agli stessi insegnanti, segna il punto di non-ritorno.

 

Siate consapevoli delle difficoltà che stanno incontrando gli studenti

• nello stare al passo con programmi a cui non sono affatto interessati;

• nell’essere valutati attraverso test basati sul loro rendimento scolastico; e

• nell’affrontare la vergogna del fallimento e il bullismo tra pari.

 

Questo fa sentire questi insegnanti completamente impotenti, come se si trovassero di fronte a un muro di gomma e di conseguenza incapaci di apportare modifiche significative al sistema.

Pertanto, per un discorso di coerenza e di coscienza, evitano di farne parte. Molti insegnanti decidono quindi di apportare drastici cambiamenti di carriera.  Rinunciano a un lavoro sicuro nel settore pubblico e ai conseguenti contributi pensionistici e si dimettono dal loro incarico.  Non vogliono sentirsi responsabili del fallimento del sistema educativo stesso e del danno che questo reca agli studenti.

Pertanto, qualunque siano le scelte personali di ogni singolo insegnante, nei Paesi in cui viene utilizzato il sistema funzionale PISA, la scuola fallisce miseramente in quello che dovrebbe essere il suo scopo e la sua stessa ragion d'essere: la promozione della creatività espressiva e lo sviluppo ed il massimo sfruttamento del potenziale di ogni studente.

 


Schule: Rücktritt als Protest - Der Fall einiger Lehrer – von Maria Teresa De Donato

Schule: Rücktritt als Protest

- Der Fall einiger Lehrer –


von Maria Teresa De Donato

 



Bei den beiden vorangegangenen Treffen mit Freund und Autorkollege Horst Költze zum Thema Bildung und Freiheit, Teil Eins und Teil Zwei, haben wir uns mit grundlegenden Aspekten wie Selbstbewusstsein, Selbstbewusstsein und der Rolle, die die Schule haben sollte, auseinandergesetzt eigene Programme, indem sie jedem einzelnen Schüler helfen, sein eigenes und einzigartiges Potenzial und damit seine Kreativität zu entwickeln.

All dies, wie in diesen Artikeln betont wurde, kann nur durch Freiheit erreicht werden. Im Rückwärtsgang, Im traditionellen Schulsystem, das gegenwärtig in 76 Staaten von der funktionalistischen PISA-Studie [Programme for International Student Assessment] dominiert wird, werden Kinder und Jugendliche während der Wachstumsphase ihres Gehirns mindestens zehn Jahre lang auf Anpassung konditioniert. ... Beim Zwangslernen fehlt der existentielle Bezug zur Person, zum wahren SELBST. Dadurch wird die Entwicklung von Hirnarealen behindert, die für die Selbst-Genese gebraucht werden.  Am Ende der Schulzeit wissen die Absolventinnen/Absolventen nicht, WER SIE SIND und was sie selbst eigentlich wollen.”

Bei dem Versuch, dieses kolossale Problem zu lösen, haben Fachleute der Branche auf jede erdenkliche Weise Maßnahmen ergriffen. Unter ihnen war gerade Horst Költze, der durch seine Veröffentlichungen versuchte, drei grundlegende Aspekte hervorzuheben:

1) diese erschreckende Lücke im Bildungssystem;

2) die verheerenden Auswirkungen, die diese Bildung auf Kinder und Jugendliche hat;

3) die Notwendigkeit, nicht nur in den Unterrichtsprogrammen, sondern vor allem auch in der Art der Ausbildung der Lehrer selbst wesentliche Änderungen vorzunehmen.

Auch nach seiner Pensionierung setzte Horst seinen Kampf unerschrocken fort. Ziel ist es, das Bewusstsein der zuständigen Stellen, des Schulpersonals und der Eltern der Schüler für die Notwendigkeit einer freieren Bildung zu fördern, die geeignet ist, das kreative Potenzial jedes Schülers zu erkennen und zu maximieren. Die Verwirklichung dieser Art von Bildung ist nicht nur in Deutschland, wo Horst lebt, zu hoffen, sondern auch in den übrigen Ländern, in denen die funktionalistische PISA-Studie angewendet wurde.

Horst war natürlich nicht der einzige Lehrer, der sich der Schäden bewusst war, die Kindern und Schulkindern durch ein derart versagendes Bildungssystem zugefügt werden. Viele andere haben die Mängel und die Notwendigkeit von Änderungen erkannt. Einige seiner Kollegen haben es jedoch leider nicht geschafft, weiterhin Teil eines Systems zu sein, in dem sie weder Bewertungstechniken noch Lehrmethoden teilen, und haben eine drastische Entscheidung getroffen: Entlassung.

Daher gaben sie den Beruf auf, mit dem daraus resultierenden Verlust von Arbeit und Rentenbeiträgen, als eine Form der Denunziation und Verurteilung eines Bildungssystems, das Kinder versklavt und ihnen von klein auf die Flügel stutzt.

In dem online im Bildungsmagazin News4Teachers veröffentlichten Artikel mit dem Titel Das Schulsystem macht krank„: Warum eine Grundschullehrerin den Staatsdienst quittiert – ihre Begründung im Wortlaut verzichtet diese Lehrerin auf ihre lebenslange Existenzsicherung als Beamtin.

Sie stellt damit ein lebendiges, personales Dokument des Bildungs-MISSBRAUCHS dar, der im Interview mit dem Bildungsschriftsteller Horst Költze zum Thema "BILDUNG UND FREIHEIT",  zuvor erwähnt, deutlich geworden ist.

In ihrem Kündigungsschreiben an das Staatliche Schulamt München vom 16.03.2022 - Schulrat 12 - 80313 München erläutert diese Lehrerin die Gründe für ihre einschneidende Entscheidung beginnend mit einer Frage:

“Wieso verlieren so viele Kinder schon nach kürzester Schulzeit die Freude am Lernen?„

 

Je nach Inhalt ihres Schreibens sind die Gründe vielfältig:

 

1)     Kinder werden zu “Erwartungsobjekten„ während ihre persönliche und familiäre Situation mit allen möglichen damit verbundenen Problemen völlig ignoriert wird. Der hohe Grad an Frustration und Wut führt zu dem mittlerweile an allen Schulen weit verbreiteten Phänomen des Mobbings.

 

2)     Verstoß gegen Menschenrechte, die UN-Behindertenrechtskonvention und die UN-Kinderrechtskonvention: Alter, Herkunft, Ethnie, Hautfarbe, Geschlechts, des Bildungsstandes der Eltern, ihres Vornamens und der Armut ihrer Eltern„ sind alle diskriminierende Faktoren und das ganz ohne den Aspekt “Inklusion„ zu erwähnen, gerade in Bezug auf Menschen mit Behinderungen. Die Atmosphäre in der Schule, besonders in der staatlichen, ist so “der Herrschaftserfahrung und der hierarchischen Kommunikation, nicht der Partizipation.„

 

3)     Lernbegriff: Das Lernen in der Schule basiert auf der falschen Annahme, dass Wissensinhalte von einem Menschen auf den anderen übertragen werden können – ob der nun will oder nicht.„                                                                  Dies entspricht nicht der Wahrheit, da das Gehirn Daten nicht nur speichert, sondern filtert. (MEINE ANMERKUNG: Deshalb lernen wir manches leicht und merken es uns und andererseits haben wir Schwierigkeiten, es überhaupt zu verstehen, und vergessen es auf jeden Fall schnell.)

 

4)     Schulpflicht (in Abgrenzung von Bildungspflicht) und Lernzwang stehen im Widerspruch zu einer Reihe von Grund- und Menschenrechten. Also, wenn man “in einer freiheitlichen Gesellschaft eine Integrationsfunktion zukommen soll, müssen wir die Schulpflicht endlich abschaffen.„                                      

5)     Das Schulsystem macht krank – Schüler:innen und Lehrer:innen gleichermaßen.                                                                                      

Dies wird deutlich durch die hohen Raten von Symptomen, die bei Kindern und Jugendlichen im schulpflichtigen Alter festgestellt werden, wie Kopfschmerzen, Bauchschmerzen, Rückenschmerzen und Schlafstörungen, um nur einige zu nennen.                                                                                                           

 

Diese Lehrerin war nicht die einzige, die eine “extreme Geste„ machte. Ein weiterer Fall, den wir anführen können, ist tatsächlich der von Gunnar Kaiser.

In seinem Interview Gunnar Kaiser im Gespräch – "Ich mach da nicht mehr mit",

das auf dem YouTube-Kanal Plattform RESPEKT veröffentlicht wurde, erklärte Kaiser, dass in seinem Fall der Umgang mit der Covid-Situation und die Anhörung durch Behörden und damit die aus den Medien, dass es zumindest nach den gängigen Kanons keine Normalität mehr geben würde. Im Gegenteil, alle durch die Pandemie auferlegten Einschränkungen und gesellschaftlichen Veränderungen, auch in Bezug auf die der Freiheit auferlegten Grenzen, würden zur neuen Normalität werden. Die durch die Pandemie genommenen oder zumindest eingeschränkten Freiheiten würden nie wieder hergestellt.

Eine interessante Frage, die sich Gunnar Kaiser stellt, ist: “Haben wir die Democratie je wir wirklich gelebt, wenn wir sie so schnell ergeben?„

 

Vielleicht ist es an der Zeit, aus konventionellen Mustern auszubrechen und die Welt der Ideen und hohen Ideale anzunehmen, unabhängig davon, was wir gewohnt sind zu tun oder um uns herum zu sehen. Vielleicht sollten wir uns nicht mehr fragen, ob etwas “normal„ ist, sondern uns fragen, ob es “legitim„ ist und welche Auswirkungen es hat.

Deshalb gab auch Gunnar Kaiser den Unterricht aus verschiedenen Gründen auf, von denen viele in dem Kündigungsschreiben enthalten waren, das seine Kollegin aus München an die entsprechenden Schulaktivitäten in ihrem Bereich schickte.

Sich der Problematik voll bewusst zu sein und ein Gewissen zu haben, das erkennt, dass das Bildungssystem, so wie es konzipiert ist und funktioniert, nicht nur den Schülern, sondern auch den Lehrern selbst mehr schadet als nützt, markiert den Punkt, an dem es kein Zurück mehr gibt.

 

Seien Sie sich der Schwierigkeiten bewusst, die Schüler haben

 

     mit Programmen Schritt halten, an denen sie kein Interesse haben;

 

     aufgrund ihrer schulischen Leistung durch Tests beurteilt werden müssen; Und


    sich mit der Scham des Versagens und Mobbing durch Gleichaltrige auseinandersetzen müssen,

 

Dadurch fühlen sich diese Lehrer völlig hilflos, als ob sie vor einer Gummiwand stehen und folglich keine wesentlichen Änderungen am System vornehmen können.

Für einen Diskurs der Kohärenz und des Gewissens bleibt es daher an ihnen, zu vermeiden, Teil davon zu sein. Viele Lehrer entscheiden sich daher für einen drastischen Berufswechsel. Unter Verzicht auf einen sicheren Arbeitsplatz im öffentlichen Dienst und die daraus resultierenden Rentenbeiträge treten sie von ihrem Amt zurück. Sie wollen sich für das Versagen des Bildungssystems selbst und für den Schaden, den es den Schülern zufügt, nicht verantwortlich fühlen.

Unabhängig von den persönlichen Entscheidungen jedes einzelnen Lehrers versagt die Schule in den Ländern, in denen das PISA-Funktionssystem angewendet wird, daher kläglich bei dem, was ihr Zweck und ihr eigentlicher Daseinsgrund sein sollte: die Förderung der Ausdruckskreativität sowie der Entwicklung und maximale Ausschöpfung des Potenzials jedes einzelnen Schülers.