Friday, August 1, 2025

Educazione Siberiana - di Nicolai Lilin - Recensione di Maria Teresa De Donato

 

Educazione Siberiana di Nicolai Lilin

Recensione di Maria Teresa De Donato



 

Violento, spietato, a tratti osceno e persino traumatizzante è questo Memoir di Nicolai Lilin, un libro certamente non per tutti. Eppure, malgrado la crudezza dei racconti la narrativa è scorrevole, piacevole, profonda, densa di significato e di insegnamenti di vita e, paradossalmente per certi aspetti, altrettanto affascinante.

Coloro che mantengono una veduta dualistica e dividono il Mondo e, di conseguenza, il Tutto, in bello o brutto, buono o cattivo, giusto o sbagliato dovranno rivedere la loro posizione o quantomeno scoprire che la Realtà potrebbe non essere necessariamente bianca o nera, ma anche grigia o persino piena di colori e sfumature.

Questi elementi possono essere accettati o non accettati, ma meritano di essere analizzati, anche se non riusciamo a comprenderli pienamente perché potrebbero non far parte né del nostro vissuto, né del nostro sistema di credenze e nemmeno dei nostri standard di valutazione.

Il tema della Criminalità viene ampiamente descritto e le sue radici, così come i suoi modi di essere concepita e vissuta dai vari clan, vengono magistralmente esaminati e spiegati.  Le organizzazioni criminali sono sempre esistite e, forse e purtroppo, sempre esisteranno.  Tuttavia le loro matrici, le fondamenta su cui si poggiano e le modalità comportamentali dei loro membri non sono uguali, ma distinte, uniche, specifiche a seconda del gruppo.

Questo è il caso dell’Educazione Siberiana che si riceve, un’educazione che, benché in questo libro sia pur sempre legata al crimine, è caratterizzata da un rigoroso codice etico e morale che la contraddistingue da tutte le altre organizzazioni: semplicità e umiltà nella condotta,  un profondo rispetto per la propria identità culturale, per il proprio credo religioso, per l’Autorità (criminale), per anziani, genitori, donne, bambini e la conseguente loro protezione e tutela di tutta la comunità.  Quest’ultimo aspetto include il prendersi cura delle famiglie dei membri che vengono uccisi da altri clan, condannati a morte o all’ergastolo o comunque alla detenzione.

Il rituale dei tatuaggi, con la specificità dei contenuti che ognuno di essi rappresenta è un aspetto che ho trovato particolarmente affascinante, una vera e propria ode all’identità e ricchezza culturale e spirituale di un popolo, quello siberiano per l’appunto, pienamente consapevole e decisamente orgoglioso della propria storia, dei propri usi, costumi e delle sue antichissime tradizioni.

Il finale del libro, inaspettato e a tratti persino umoristico, lascerà il lettore con la sensazione del profondo cambiamento in atto nella vita dell’Autore e di una presa di coscienza che lo spingerà, successivamente, ad optare per una inversione ad U della propria esistenza, pur nel rispetto e nella salvaguardia di quel patrimonio, non più ‘criminale’ ma piuttosto culturale, spirituale, etico e morale, che ha ereditato.