Meravigliosa Italia:
Passeggiando per Segni con Serena Derea Squanquerillo
di Maria Teresa De Donato
Salve a tutti amici!
Oggi l’amica e collega autrice Serena Derea
Squanquerillo, ideatrice e presentatrice del programma Vivere i Talenti - Storie di
Riscatto Personale per l’Associazione Phoebus di Velletri (Roma) che ho avuto il
piacere di conoscere qualche tempo fa, è venuta a trovarci per parlarci di una
località a lei molto cara: Segni, in provincia di Roma
Chiudiamo, quindi, gli occhi ed andiamocene in
giro, anche se solo virtualmente, per questo
antico comune, gustando anche qualche prelibatezza della cucina locale.
Buona lettura!
MTDD: Grazie,
Serena, per aver accettato l’invito di partecipare alla mia Rubrica Meravigliosa Italia. Sono felici
di averti qui con me oggi.
SDS:
Grazie a te, Maria Teresa, per avermi chiesto di partecipare. Ne sono
felicissima.
MTDD:
Serena, tu sei in realtà ‘velletrana’. Oggi, tuttavia, hai deciso di parlarci
di un’altra località: Segni.
Cosa puoi dirci al riguardo?
SDS: Partirei da qualche dato storico iniziando con il
dire che il comune di Segni è situato alle porte di Roma su una dorsale dei monti Lepini, nella valle
del Sacco. È sorto circa 2000 anni fa come l’antica volsca “Signia” di cui sono
presenti ancora le Mura Ciclopiche di cinta con le relative Porte di accesso.
MTDD: Si tratta, quindi, di una località
antichissima...
SDS: Assolutamente sì. Solo per accennare brevemente
alla sua storia ed economia, possiamo dire che nel territorio di Segni vi furono alcuni insediamenti saltuari fin dai
tempi più remoti, addirittura risalenti all'età del bronzo. La vera storia di
Segni iniziò però in epoca protoromana, per la sua posizione sulla Valle del
fiume Sacco dove entrano in contatto l'alto Lazio con il basso Lazio e la
Campania, motivo per cui divenne posto strategico di difesa per l’antica città
di Roma che nel tempo vi inviò più volte coloni. Oggi Segni è importante sede
vescovile con la città di Velletri.
MTDD: Essendo immersa nel verde, immagino che la sua
economia sia prevalentemente agricola, o sbaglio?
SDS: Non sbagli affatto. La sua economia è,
infatti, soprattutto di tipo agricolo e pastorale, con produzione di castagne ed
allevamento di bestiame. Famosa è la “Sagra del Marrone” che si tiene
ogni anno nella penultima domenica di ottobre ed è dedicata ad un prodotto del
territorio, di alta qualità che soddisfa il 5% della produzione mondiale di
marroni. Dal punto di vista industriale, a Segni è attiva la produzione di
materiali da costruzione.
MTDD: C’è qualche episodio che è rimasto impresso
nella tua mente di qualche tua visita a Segni che vorresti raccontarci?
SDS: Certamente. Sono stata a Segni a fine
ottobre del 2019, proprio in occasione della sagra. C’erano molte persone e
dopo la sfilata degli sbandieratori e delle autorità del posto per
l’inaugurazione ufficiale, ho passeggiato per il centro storico, camminando tra
giocolieri e bambini in festa. Ho visitato alcune botteghe gastronomiche
tipiche, dove acquistare altri prodotti nostrani del posto: la pasta
all’uovo fatta a mano, i funghi, i tartufi, le ciambelle scottolate e l’olio
extra vergine d’oliva. Dopo pranzo, ho finalmente assaggiato i marroni nel
cartoccio, preparati in grandi padelle forate situate in alcuni angoli delle
piazzette. Infine, mi sono allontanata dalle aree più affollate per esplorare
questo gioiellino dei Lepini, addentrandomi nei percorsi di interesse artistico
e archeologico. Vi racconto alcuni di questi tesori.
MTDD: Siamo felicissimi di vanire a passeggio con te
per le vie di Segni.
Da dove iniziamo?
SDS: Iniziamo da Porta Maggiore (Foto 01).
È la monumentale porta di
accesso principale al centro storico. Era una porta “gemina”, ovvero costituita
da due grandi arcate affiancate, delle quali sopravvive oggi quella di
sinistra. La porta, aperta in una profonda rientranza, era inquadrata e
protetta da due ante, delle quali restano alcune murature. Sul lato interno e
in alto, la porta è dipinta con un'immagine sacra raffigurante la Madonna con
Bambino, insieme ad altre figure e scene di carattere religioso. La porta
monumentale è stata sottoposta più volte ad interventi di sistemazione. La pavimentazione nel lato esterno rappresenta lo stemma della
città e sempre sul lato esterno si trovano i giardini pubblici.
MTDD: Molto interessante. A Segni, se ricordo bene dal momento che
ci sono andata molti anni fa da ragazzina, mi sembra ci siano anche varie
chiese interessanti da visitare...
SDS: Sì, ti ricordi correttamente. La prima che consiglierei di vedere è la Cattedrale di Santa Maria Assunta (Foto 02)
Infatti
sempre di passaggio nel centro storico, ho fotografato questa cattedrale con la
facciata in stile neoclassico progettata dall’architetto Giuseppe Valadier nel
XVIII sec. L’attuale
struttura è stata ricostruita nel XVII secolo su progetto dell’architetto Giovanni Battista Roderi, mentre della precedente
costruzione medievale esistono solo testimonianze scritte ed alcuni frammenti
decorativi conservati nel Museo Archeologico Comunale.
La città di Segni è sede di Diocesi
attestata a partire dal 499 fino al 1986, quando è stata accorpata alla Diocesi
di Velletri, città che è altra sede della residenza del Vescovo. La Cattedrale
di Segni è da allora Con-cattedrale, accanto a quella veliterna di San
Clemente, situata agli inizi del centro storico. Ne parleremo in un
prossimo articolo.
Da qui ho proseguito sul Belvedere di Pianillo per godermi il
panorama mozzafiato sulla Valle del Sacco, dove si trovano alcune città della
provincia di Frosinone come Anagni e Alatri, insieme ad una parte della
periferia romana. (Foto 03).
La seconda da visitare è sicuramente la Chiesa di San Pietro (Foto 04) e la cisterna romana. (Foto
05)
Andando avanti, seguendo
Via Pianillo a scendere, si arriva all’antica acropoli. Qui è situata la Chiesa
di San Pietro del XIII secolo, restaurata più volte e considerata la più antica
di Segni. È situata sulla punta
del monte che oggi si chiama Piazza San Pietro, dove ci sono i resti di un’antica
acropoli romana divenuta zona strategica di difesa nel medioevo. La chiesa
nasce sulla cella centrale di un tempio pagano del III-II secolo a.C. dedicato
a Giunone Moneta, come è ben visibile dalla parte posteriore della struttura.
Il campanile in stile gotico e restaurato nell’800 è stato costruito con i
resti delle celle laterali del tempio. All’interno è possibile ammirare
affreschi riportati alla luce durante i vari restauri e raffiguranti: la
Vergine col Bambino, di scuola giottesca, il più antico conservato a Segni, e
San Sebastiano e la Madonna col Bambino tra i santi Stefano, Lorenzo e
Vitaliano. Durante i lavori di recupero sono state riscoperte anche le pareti
del tempio pagano.
Proprio dietro la chiesa, si trovano i
resti di una struttura circolare: una cisterna con un fondo pendente verso il
centro. Il sistema di riempimento della grande vasca era basato sulla raccolta
di acqua piovana dalle superfici circostanti, ma questo bacino era solo una
parte di un più complesso sistema di distribuzione delle acque, un vero e
proprio acquedotto urbano. La cisterna è in mattoni di tufo cementati con l'Opus
Signinum, un tipo particolare di calce caratteristica del luogo, famosa in antichità perché molto resistente ed impermeabile all'acqua.
Da questo punto alto di
Segni si osserva un meraviglioso panorama ricco di verde e coltivazioni
agricole, così come alcuni comuni limitrofi. C’è inoltre un bar con alcuni
banchetti di legno da cui è possibile consumare qualcosa da bere e mangiare,
godendosi quello spettacolo naturale. (Foto 05 Panorama).
Proseguendo nel
giro delle piazze principali di Segni, mi sono fermata davanti alla Chiesa
di Santa Lucia (Foto 06), una chiesa in una zona un po’ appartata, dedicata
alla Santa siracusana martirizzata durante la persecuzione di Diocleziano. È stata costruita ai tempi di
San Vitaliano papa nel VII sec. e purtroppo distrutta da un bombardamento aereo
durante la seconda guerra mondiale. È stata ricostruita negli anni cinquanta,
ma in una posizione diversa dalla precedente. Non sono entrata nella struttura,
ma ho raccolto qualche informazione: all’interno ci sono tre navate, divise da
alte colonne di travertino. L’abside è decorata da affreschi di Michelangelo
Bedini. Entrando, a destra si può ammirare una statua lignea di Santa Lucia,
rinvenuta tra le macerie dell’incursione aerea. Nella piazza antistante la
chiesa, a sinistra prima del porticato d'ingresso, si trova il busto di Thomas
Becket in ricordo della sua canonizzazione nel XII secolo.
MTDD: Molto
interessante, Serena. Cos’altro hai visto continuando la tua passeggiata?
SDS: Le Mura
Ciclopiche e le Porte (Foto 07). Proseguendo,
infatti, per il centro storico lungo le stradine esterne, è possibile vedere i
resti delle Mura Ciclopiche che attestano le antiche origini di Segni e che
risalgono al VI secolo a.C. Le strutture sono ben conservate e in esse si
aprono alcune porte, di cui la più grande è Porta Saracena, paragonata
per la sua possenza alla Porta dei Leoni di Micene. Le Mura sono costituite da massi poligonali
monolitici di grandissime dimensioni a protezione del borgo antico. Non sono
riuscita ad arrivare a Porta Saracena - situata sul versante opposto della
città - ma ho avuto modo di arrivare alla porta in prossimità di Ponte Scarabeo,
oltre cui c’è una discesa che conduce fuori dal borgo.
Da questo punto, sono tornata nei pressi di Porta Maggiore
per recarmi nei giardini pubblici dove si trovavano bancarelle e stand con
prodotti tipici, così ho potuto cenare prima di ripartire per casa.
In
conclusione, vi segnalo anche le Porte minori visitabili tramite l’itinerario
archeologico di Segni:
·
La Portelletta,
subito sotto il curvone di Pianillo;
·
Una porta nel
tratto intermedio fra la Saracena e la Portelletta;
·
Una piccola
porta, senza architrave, subito sotto la pineta di Pianillo;
·
La "Porta
Santa", subito sotto San Pietro;
·
La "Porta
Foca";
·
La porta del
Lucino.
Fonti
per le informazioni: studio personale con il supporto del sito comunale e dei
siti per itinerari turistici.
Foto:
proprietà di Serena Derea Squanquerillo. Foto castagne: dal web senza
copyright.
MTDD: Grazie, Serena, per tutte le
spiegazioni dettagliate che hai dato su Segni. Ti aspettiamo volentieri per qualche altra interessante passeggiata dalle
tue parti.
SDS: Grazie a te, Maria Teresa. È
stato un piacere anche per me.