Dominus – Il codice del destino
Romanzo di
Eleonora Davide
Recensione di Maria Teresa De Donato
Dopo la pausa letteraria
de Il fiore del Carso, incentrato
sulla delicata questione del Friuli-Venezia-Giulia e delle etnie di frontiera a
cavallo tra le due Guerre Mondiali, Eleonora Davide riprende, con Dominus – Il codice del destino, la
saga de Il Normanno riconducendo il lettore
nell’Irpinia medievale divisa tra normanni e longobardi.
Benché alcuni temi già
presenti ne Il Normanno si ripetano, è evidente sin dall’inizio di
questo suo nuovo lavoro che, attraverso ulteriori ricerche ed approfondimenti
storici, l’autrice sposta l’attenzione dall’Irpinia su larga scala per quanto
riguarda gli aspetti secolari e precisamente la complicata questione della
lotta per le investiture che vide Papato ed Imperatore del Sacro Romano Impero
scontrarsi a lungo in merito a chi avesse il diritto di ‘investire’, ossia di
nominare gli alti prelati ed il Papa stesso.
La vita nel castello, la
protezione ed il sostegno dati ai bisognosi e meritevoli, le feste e celebrazioni
organizzatevi con musiche, strumenti e danze dell’epoca sono magistralmente
descritti in questo lavoro mostrando di essere il frutto non solo di accurate
ricerche, ma anche di grande competenza in materia.
L’amore, coniugale in
primis, ed anche quello fraterno occupano un ruolo primario anche in
quest’opera così come l’armonia creatasi, di fatto, tra insegnamenti cristiani
e credenze e superstizioni pagane nordiche.
Malgrado la ricchezza di
temi e contenuti, i veri protagonisti di Dominus – Il codice del destino,
sono però altri.
Con questa sua nuova
pubblicazione letteraria, infatti, l’autrice focalizza la sua attenzione sulla
vita del convento, su quella dei frati e delle monache che osservano
scrupolosamente le regole benedettine e che non solo dedicano la propria
esistenza a preghiera, meditazione e riti sacri, ma anche alla trascrizione
manuale di testi antichi, così come ad attività commerciali che permettono ad
ogni monastero di operare quale entità indipendente, autogovernata ed
autosufficiente. Aspetti prettamente spirituali quali, per l’appunto, la
questione della continua lotta tra il Bene ed il Male, emergono in maniera
preponderante. Lo Spirito, infatti, mira alla purezza e all’armonia con la
divinità, mentre la Carne, essendo debole, ha spesso grande difficoltà ad
allinearvisi anche quando si è dedicata la propria esistenza al servire Dio. La
Fede, che per essere dimostrata deve superare le prove che la Vita mette
davanti all’essere umano per raffinarlo e preparlo per ulteriori incarichi,
svolge anch’essa un ruolo indispensabile in questo romanzo.
L’abilità di avere e
mantenere una fede incrollabile quando si è provati; il riconoscere il potere
della preghiera come strumento di unione con Dio; l’accettare la Sua chiamata divenendo
Suoi strumenti reputati idonei ad intraprendere un determinato percorso e a portarlo
a compimento, sono gli aspetti-chiave di questa opera letteraria e che danno
grande risalto all’importanza che la Spiritualità, o nel suo caso Religiosità,
riveste nella vita dell’autrice.
Altro elemento particolarmente
interessante che emerge in quest’opera è il ruolo fondamentale che alcune donne
ebbero durante il Medioevo. Tra queste si distinsero sicuramente, ed in questo
lavoro vengono menzionate esaltandone doti e competenze, Trotula de Ruggero,
Magistra della Scuola Medica Salernitana, specilizzata in salute della donna e
diventata famosa in tutta l’Europa medievale per i suoi studi, i suoi scritti e
le sue terapie e Ildegarda di Bingen, monaca benedettina tedesca,
beatificata dalla Chiesa Cattolica, scrittrice, mistica, teologa, guaritrice e
profetessa, che nel corso della sua vita ebbe molte visioni che furono
trascritte e sono arrivate sino a noi oggi.
Un libro scritto, come è
nello stile dell’autrice, in modo molto fluido e piacevole che attrae il
lettore dall’inizio alla fine facendolo immergere – tra fantasia e realtà –
nell’intrigante ed altrettanto affascinante mondo medievale e che rende onore
al ruolo sostanziale che abbazie come quella del Goleto e quella di
Montevergine esercitarono nella storia.
Una lettura che consiglio
a tutti.