Monday, December 22, 2025

Moon sushi – Donna-uomo - Recensione di Maria Teresa De Donato

 

Moon sushi – Donna-uomo

Romanzo di Satoko Motoyama

 

Recensione di Maria Teresa De Donato

 



Scritto in uno stile scorrevole, elegante e altrettanto profondo, il romanzo Moon sushi: Donna-Uomo di Satoko Motoyama (2024, Fiori d’Asia Editrice, Versione inglese) è ricco di dettagli e spunti di riflessione grazie alle spiegazioni di Masako, una delle protagoniste, che si ritroverà improvvisamente catapultata in una situazione, tanto imprevista quanto a lei non familiare, in cui rivestirà un ruolo determinante quale ‘consulente’ e ‘mediatrice’ proprio grazie alla sua capacità empatica e al tempo stesso pragmatica di analizzare le dinamiche di certe situazioni e, senza giudicarle, valutarne pro e contro.

Grazie alle spiegazioni di Masako e alle conoscenze della stessa Autrice Satoko Motoyama, figlia di padre cinese e madre giapponese, il lettore farà una sorta di immersione nelle due culture scoprendo alcune tra le maggiori differenze che le contraddistinguono, tra cui e in primis, il rapporto che genitori e nonni hanno quando i figli e i nipoti si sposano e vanno a vivere per conto loro.

In Giappone, quando questo accade, genitori e nonni rispettano la privacy della giovane coppia, non sono regolarmente presenti nella loro vita, non interferiscono con le loro faccende personali, né hanno l’abitudine di crescere nipoti o pronipoti. Al contrario, nella cultura cinese il coinvolgimento di genitori e nonni è costante nella vita dei giovani anche dopo il matrimonio e continua ad esserlo anche in quella dei nipoti.

Altra particolarità giapponese, menzionata nel romanzo, è quella che vede i ristoranti permettere ai loro clienti di pagare i loro conti alla fine di ogni mese. Questa usanza continua a essere preservata, ad esempio, in una cittadina come Yukitani, mentre nella capitale, Tokyo, è andata persa.

Tema centrale del romanzo è il rapporto sentimentale tra Kyoko e Spades, due donne gay che vivono in una cittadina come Yukitani dove da sempre la gente mira al rispetto e alla salvaguardia dell’eredità culturale trasmessa di generazione in generazione e si attiene, quindi, a scelte di vita e di comportamento atte a non offendere la percezione comunemente accettata dalla collettività circa cosa sia etico e morale, o quantomeno ‘normale’, e cosa non lo sia.

Tale situazione, in una cittadina che potremmo definire – almeno secondo i nostri standard occidentali – ‘provinciale’ è ulteriormente complicata dal fatto che Kyoko proviene da una famiglia proprietaria di un ristorante, il Moon sushi: secondo la cultura giapponese, la donna, proprio perché soggetta al ciclo mestruale mensile che ha un impatto sulla temperatura del suo corpo con ripercussioni anche sulla preparazione di piatti tradizionali crudi, non può preparare né sushi né onigiri (o polpette di riso) né qualunque altro cibo che venga mangiato crudo.

Pur essendo a conoscenza dei limiti imposti dalla sua cultura in questo ambito, Kyoko, la figlia più giovane di Sayoko e suo marito, che non aveva mostrato alcun desiderio di sposarsi, dopo aver lavorato all’Università di Nagoya come insegnante di educazione fisica, senza dire nulla ai suoi genitori, si era licenziata e trasferita a Yukitani per imparare il mestiere di cuoco e lavorare nel ristorante di famiglia.

Il Moon sushi era stato ereditato, di fatto, da sua madre Sayoko la cui famiglia, a sua volta, non aveva avuto figli maschi ma solo femmine. Da tre generazioni, perciò, erano stati sempre i generi a lavorare in cucina e a far sì che il ristorante continuasse a operare nel rispetto dell’antica tradizione culinaria.

Il destino aveva voluto che neanche Sayoko e le sue sorelle avessero avuto figli maschi cosa di cui per anni Sayoko si sarebbe lamentata e che l’avrebbe portata, prima della nascita di Kyoko ad illudersi che avrebbe partorito un maschio e, dopo il parto, a ripetere come un mantra per anni “Quanto sarebbe stato bello se tu fossi stata un maschio.”

Senza entrare nel merito se l’omosessualità si acquisisca dalla nascita o sia piuttosto frutto di una scelta consapevole che subentra ad una certa età, il desiderio di far contenta soprattutto sua madre che da sempre aveva desiderato avere un figlio maschio e quello suo personale di poter lavorare come cuoco e preparare i piatti tradizionali giapponesi mangiati a crudo avevano certamente avuto degli effetti sul pensiero e sulla psiche di Kyoko e, successivamente, sulle scelte che avrebbe fatto.

Nello spiegare le varie dinamiche all’interno dei rapporti familiari e dei meccanismi che potrebbero aver indotto i protagonisti e vari personaggi del romanzo a optare per certe scelte e ad assumere determinati comportamenti, la narrativa si concentra su alcuni aspetti specifici. Innanzitutto prende in considerazione il rapporto di una giovane coppia gay evidenziandone non tanto gli aspetti sessuali, ma soprattutto quelli emotivi. Poi esamina l’aspetto transgender alla luce degli attuali risultati che la scienza ha ottenuto in questo ambito sino ad ora e sulle eventuali conseguenze, a livello di salute, con cui la persona che si sottopone a tale operazione di cambio di genere dovrà confrontarsi per il resto della sua vita. Un terzo aspetto, che riveste comunque un ruolo fondamentale, è la considerazione dei pro e contro che tale percorso, se intrapreso, avrà sugli eventuali figli che nasceranno a una coppia gay  attraverso la fecondazione assistita, in base alla normativa vigente in materia in Giappone.

Sarà proprio Masako con la sua veduta equilibrata e la sua capacità di analizzare la situazione a 360° ad aiutare Kyoko e Spades a prendere la giusta decisione che possa tenere in considerazione le loro preferenze ma anche ridurre i rischi di scelte affrettate e altrettanto azzardate.

Moon sushi – Donna-Uomo è, infatti, da questo punto di vista, anche il romanzo della consapevolezza in quanto incoraggia il lettore, qualunque sia la scelta da fare e qualunque ne sia l’ambito, ad analizzare una situazione attentamente e completamente, approcciandola da diversi punti di vista. Solo così è possibile, infatti, esaminarne i benefici, gli eventuali rischi nonché le potenziali ripercussioni che le nostre azioni potrebbero avere sugli altri. Buttarsi a capofitto in un’impresa soltanto perché si vuole ottenere un determinato risultato senza averne valutato scrupolosamente le conseguenze, per noi e per gli altri, è cosa poco saggia e assolutamente da evitare.

All’Autrice Satoko Motoyama va il merito di averci presentato, attraverso una narrativa fluida e piacevole, non solo alcune tematiche considerate a tutt’oggi ‘scottanti’, ma grazie alla condotta e ai modi semplici e altrettanto eleganti e aggraziati di Masako, di averci dato una emblematica rappresentazione di un’affascinante e antica cultura, quella giapponese, facendocela assaporare e gustare mediante la lettura di questa sua pubblicazione.