Meravigliosa Italia:
Gustando
Rovigo e la sua cucina con Maria Cristina Buoso (Prima Parte)
di Maria Teresa De Donato
Amici carissimi,
in
passato ho già pubblicato interviste a carattere turistico. Da oggi inizio
ufficialmente con questa nuova Rubrica intitolata Meravigliosa Italia
che vedrà quali ospiti amici e colleghi che ci presenteranno località ed
attrattive turistiche della loro città, natale o in cui vivono o in cui sono
vissuti molti anni, o di luoghi che hanno comunque visitato e che hanno trovato
interessanti.
La prima ospite a
partecipare a questa nuova Rubrica è l’amica e collega Autrice e Blogger Maria Cristina Buoso che ci descriverà Rovigo. In ogni incontro con lei, Maria Cristina
delizierà anche il nostro palato presentandoci una ricetta della cucina locale
tradizionale.
Buona lettura!
MTDD:
Ciao Maria Cristina è un piacere averti di nuovo mia
ospite dopo l’intervista sul tuo libro e la successiva recensione che feci.
Per
coloro che non ti conoscessero, vorresti presentarti brevemente?
MCB:
Certamente. Grazie per l’invito. Mi presento brevemente. Mi chiamo Maria
Cristina Buoso e sono una autrice e blogger.
Autrice
praticamente da sempre e blogger da pochi anni.
Quando Maria Teresa mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto parlare di una regione e/o città Italiana ho accettato con piacere e ho deciso di farvi conoscere il Veneto e Rovigo e d’intorni.
Rovigo è una città medioevale di origine romanica; il primo documento sulla città risale al 24 aprile 838, dove Rovigo viene definita in latino - villa que nuncupatur Rodigo - ossia "borgo rurale detto Rodigo". Nel 920 il vescovo di Adria Paolo Cattaneo fece costruire una fortificazione sugli argini dell'Adigetto trasferendovi la sede vescovile. Prima dei romani anche gli Etruschi si fermarono in queste terre palustri.
MTDD:
Maria Cristina, vogliamo ricordare cosa accadde a Rovigo dopo la caduta
dell’Impero Romano?
MCB:
Dopo la caduta dell'Impero Romano Rovigo si salvò dalle invasioni Barbariche
grazie alle paludi che la attorniavano. È
sempre stata una terra contesa da altri popoli: per esempio, gli Estensi erano
presenti a Rovigo già nel 1117 e, a parte brevi parentesi, Rovigo rimase
estense per quasi tre secoli. Poi per altri tre secoli, dal 1482, ci fu la Repubblica di Venezia e dopo,
all'inizio del XIX secolo, la dominazione francese e per finire la dominazione
austriaca, fino all’annessione al Regno d’Italia.
MTDD:
Che impatto ebbero tutte queste diverse civiltà sullo sviluppo e la cultura di
Rovigo?
MCB:
Ognuna di loro lasciò il segno nella città e contribuì a creare nel rodigino
un carattere un po’ chiuso; famoso “Ruigo no m'intrigo” (a Rovigo non
m'intrigo). È un proverbio che viene spontaneo ripetere ai veneti quando si
parla di Rovigo ed ha un fondo di verità antica; probabilmente viene da fattori
ed eventi storici che ho sopra nominato.
Pensate che una volta mi è stato detto perfino in Svizzera, incredibile!
MTDD:
Come descriveresti la tua città per presentarla a chi non la conoscesse?
MCB:
Rovigo è una piccola città, piacevole, ricca di fascino, di storia e cultura.
Vivace, ma al tempo stesso tranquilla, a misura d’uomo, perfetta per essere
conosciuta semplicemente camminando per le vie della città.
MTDD:
Sono convinta che ci sia molto più da dire su Rovigo, o sbaglio?
MCB:
No, non ti sbagli affatto. Continuerò a parlavi
di questa città nei prossimi articoli.
Vi lascio, però,
con una ricetta che spero apprezzerete tutti.
Ho pensato, infatti, che sarebbe stato piacevole terminare ogni volta la
nostra intervista con una ricetta locale
o del Veneto. Il problema è che sono tante e varie, alcune legate ai miei ricordi oltre che alla
terra in cui sono nata.
Ho pensato di
iniziare con i Sugoi (Sugoli) una ricetta legata alla mia infanzia.
Sugoli
È una ricetta
personalizzabile perché chi cucina decide quanta farina e/o zucchero utilizzare
a seconda delle proprie esigenze; il
quantitativo esatto non c’è perché ognuno la adatta al proprio gusto, al tipo di mosto che ha a disposizione, ecc...
Ma cercherò di
darvi il più possibile una idea di come farla.
Per prima cosa
bisogna avere a disposizione del mosto, per questo viene fatta quando si
vendemmia, ma se qualcuno volesse provare a farla al di fuori di questo
periodo... allora il procedimento sarà diverso perché dovrete fare voi un mosto
casalingo.
In questo caso
dovrete avere dell’uva, secondo me quella nera per i sugoi è la più indicata, ma potete usare quella che volete; poi dovrete pulirla e passarla o con il passaverdure (in questo modo si avvicina
di più all’idea di mosto) oppure, se preferite, con una centrifuga per la
frutta.
Premetto che io
l’ho sempre fatta ad occhio perché così mi era stata insegnata da mia nonna; mi regolavo in base alla quantità di mosto e se
era più o meno dolce per aggiungere all’occorrenza un po’ di zucchero.
Vi darò delle
indicazioni, ma poi aggiustate voi a vostro gusto. OK?
Mettete il succo
ottenuto in una pentola e aggiungete per ogni mestolo un cucchiaio di farina e,
se lo desiderate, mezzo di zucchero. Dipende dai vostri mestoli e dalla
consistenza e sapore del mosto, per cui
assaggiate e aggiustate durante la cottura con eventuale aggiunta di zucchero
(io lo usavo raramente lo zucchero).
Come per la
marmellata, il Sugoi (Sugoli) non deve fare grumi e non deve attaccare sul
fondo della pentola, che deve essere con i bordi alti, più o meno 20/30 minuti
di cottura, ma sarete voi a capire quando sarà il momento di toglierla
assaggiandola e...attenti che scotta!
Quando è pronto lo
potete versare in contenitori piccoli o grandi che metterete poi in frigo o in
un ambiente fresco.
Se li volete più
densi aggiungete più farina; se, al contrario, li desiderate più morbidi, usate
meno farina.
Buona degustazione!
MTDD:
Grazie Maria Cristina sia per averci presentato brevemente la tua città sia per
questa gustosa ricetta. Alla prossima.
MCB:
Grazie Maria Teresa. È sempre un piacere parlare con te. A presto!
https://mcbuoso.wordpress.com/
https://mariacristinabuoso.blogspot.com/