Scuola,
Romanzi, Poesia e Street Photography
Intervista
a Simone Consorti
di
Maria Teresa De Donato
Oggi sono felice di ospitare nuovamente un collega-autore, Simone Consorti, di cui ho già presentato qualche tempo fa la mia recensione a una delle sue pubblicazioni Vi dichiaro marito e morte, opera dal titolo decisamente provocatorio.
La produzione artistica
di Simone è varia ed include romanzi, raccolte di poesie e persino street
photography.
In questa intervista
cercheremo, quindi, di conoscerlo proprio attraverso le sue opere e la sua
arte.
MTDD: Ciao Simone e benvenuto
in questo mio Salotto Culturale Virtuale.
SC: Salve
a tutti e grazie per l’invito
MTDD: Simone, perché non
inizi con il presentarti ai nostri lettori raccontandoci un po’ di te: studi,
professione e quant’altro vorrai condividere con il nostro pubblico?
SC:
Voglio pensare che sono soprattutto le mie passioni. Sono quindi un fotografo,
uno scrittore e un viaggiatore. Come mestiere invece insegno da più di
vent’anni e l’insegnamento è l’unica delle mie passioni che mi dà da mangiare.
Vivo un po’ isolato, in certi periodi ho quasi fatto vita da misantropo. Le mie
giornate, quando non vado a scuola, passano sulla spiaggia, dove cammino per
ore, e alla scrivania, dove sto attualmente scrivendo un po’ di tutto, da
dialoghi a racconti brevi a una parodia de La coscienza di Zeno. Avevo
dei progetti e anche tanti, ma la situazione attuale mi ha portato ad una
reductio ad unum e l’obiettivo che mi è rimasto è finire e pubblicare un libro
di qualità.
MTDD: Come nasce la tua
passione per la scrittura?
SC:
Il primo libro che ho letto è stato Tom Sawyer. Ho subito voluto essere
il protagonista della storia, capace di vivere quelle avventure; allo stesso
tempo, mi sono reso conto che, anche se semplicemente ne fantasticavo, senza
esperirle, stavo bene. A dodici anni ho sentito che volevo scrivere e che
scrivere era l’unico modo che avevo per vivere più vite.
MTDD: Il fatto di essere
un Professore di liceo e di confrontarti ogni giorno con i tuoi studenti a tuo
avviso ha spianato la strada per questa tua attività e persino ispirato in
alcuni casi?
SC:
Insegnare ha a che fare col recitare. Assumi un ruolo, parli tu per tutto il
tempo, tutti ti guardano. A volte non ti domandi cosa lasci, ma se i ragazzi hanno
passato una bella ora insieme a te, se hanno riso, se sono stati curiosi. La
classe, oltre ad essere l’auditorium dei miei monologhi, è anche la fonte di
molti miei racconti. Le ho dedicato un romanzo, inizialmente intitolato “Nemmeno
vi odio” e poi pubblicato col titolo “In fuga dalla scuola e verso il
mondo”, dove a parlare è Valerio, un ragazzo che odia gli adulti. La frase
ad inizio del libro è: “Troppo infantile per capire il vostro mondo, troppo
maturo per accettarlo”. Quel libro, per me, è una specie di auto da fé (=atto
di fede) perché mi sono analizzato dalla prospettiva dei miei ragazzi.
MTDD: I titoli dei tuoi libri sono sempre piuttosto
particolari. Non solo attirano immediatamente l’attenzione del lettore, ma
rivelano anche, spesso con affilata ironia, la profondità del messaggio che
vuoi comunicare. L’uomo che scrive sull’acqua ‘aiuto’, pubblicato da Baldini
e Castoldi nel 1999, riflette, per l’appunto, questo tuo desiderio. Qualcuno ha
definito questo tuo libro impressionistico, “con sbalzi temporali e spaziali”.
Ce ne vuoi parlare?
SC:
Quel libro è un delirio. Si potrebbe montare gli episodi in tanti altri modi. È
una voce che va di qua e di là come se stesse parlando tra sé, consapevole che
tutto è acquatico, destinato ad essere cancellato. Una grande qualità del libro
è la sua autoironia. Diverse persone mi hanno detto che si sono messe a ridere,
senza riuscire a controllarsi. Me l’ha detto anche Stefano Benni, in una delle
chiamate più gratificanti e sorprendenti che abbia ricevuto in vita mia. “Te l’hanno
mai detto che hai un bel senso dell’umorismo?” esordì così.
MTDD:
Nel 2008, dopo qualche anno dall’uscita del tuo primo libro hai pubblicato Sterile
come il tuo amore (Besa, 2008). Nella sinossi si legge in parte “una strampalata storia che si svolge
prevalentemente dentro studi medici di andrologi, ginecologi, psicologi, tra
analisi di laboratorio, contenitori sterili, provette, test di gravidanza, in
presenza di camici bianchi, infermiere ficcanaso, poltrone freudiane che
ospitano psicanalisti che citano Dante, insomma tutto quanto serve a dimostrare
come anche uno spermatozoo inerte possa procreare, attraverso l'inseminazione
artificiale, un bambino sul cui nome i genitori hanno già cominciato a
litigare.”
Letto così a freddo sembra un passo preso dall’Inferno di Dante. In
realtà si tratta della descrizione particolareggiata di una realtà moderna che,
pur strappando qualche sorriso ed anche qualche risata, desta non poche
preoccupazioni.
Perché hai deciso di affrontare proprio queste tematiche?
SC: La
storia parte da una vicenda personale. La difficoltà ad avere un figlio mi ha
portato a immaginare cosa sarebbe potuto succedere se fossi rimasto con la mia
compagna. L’idea di fondo è che il problema di una coppia non è la sterilità,
che con le tecniche di oggi, può essere superabile, ma la mancanza di rispetto
e di stima reciproca. Nel libro, diviso in quattro capitoli, parlano
alternativamente Lui e Lei, quindi assistiamo attraverso i flussi di coscienza alla
dimostrazione di cosa pensano davvero l’una dell’altro. Un disastro!
MTDD: In
fuga dalla scuola e verso il mondo (Hacca, 2009) è un titolo
che riflette uno stato d’animo che la maggioranza di noi ha vissuto da giovane.
È cambiato qualcosa negli
ultimi decenni o il divario tra preparazione scolastica e Vita reale e mondo
del lavoro è ancora, di fatto, sconfinato?
SC:
Il mio protagonista era un ribelle insicuro, che vedeva i professori come il
nemico e gli contrapponeva un freakkettone che aveva uno stabilimento sulla
spiaggia, molto alternativo. Senza generalizzare, ma oggi i ragazzi, rispetto a
qualche anno fa, sono più addomesticati e omologati. Raramente incontri il
ribelle o semplicemente la voce fuori dal coro, capace di criticare o
contestare. Vorrei tornare a riparlarne in un nuovo racconto che, per ora, ha
come titolo provvisorio “L’hanno scolastico” con l’acca.
MTDD: Come insegnante, in
che modo cerchi di colmarlo per preparare i tuoi studenti alla vera Vita?
SC:
Mi piace creare un rapporto di dialogo. Considero il mio obiettivo farli stare
bene e lasciargli dei buoni ricordi, prima di tutto. Secondariamente, stimolarli.
Le gratificazioni vengono quando un ragazzo legge un libro o vede un film a cui
hai accennato e sceglie proprio te per parlarne.
MTDD: A
tempo di sesso (Besa, 2012), Da questa parte della morte (Besa,
2015), Otello ti presento Ofelia (L’erudita, 2018) e La pioggia a
Cracovia (Ensemble, 2019) sono gli altri tuoi romanzi.
Puoi descriverci le
tematiche che hai trattato in queste opere?
SC: I
primi due sono libri simili: storie di ragazze che fuggono da condizioni
opprimenti. Sono romanzi godibili e ambientati nella realtà, vere e proprie
inchieste. La pioggia a Cracovia, invece, è una fuga di tipo diverso,
una degradazione, una catabasi di uomini integrati che si trasformano in
vagabondi e mendicanti e che però nel finale riescono ad accettarsi. “Oggi
mi faccio un dono/oggi mi dimentico chi sono/e anche se ho buttato la mia
vita/chiunque io sia mi perdono”. “La pioggia a Cracovia” è una
favola e una parabola. Un libro poco narrativo e forse poco godibile ma a cui
tengo molto.
MTDD: Vi
dichiaro marito e morte è la tua ultima raccolta di racconti che
hai pubblicato nel 2020. Ho avuto il piacere di leggerla e recensirla e mi è
piaciuta molto. In parte della recensione ho affermato “Profondo conoscitore ed
osservatore dell’animo umano, l’autore, che a tratti rivela anche un suo lato
poetico e nostalgico, sembra prendersi affettuosamente gioco del lettore
lasciandolo con la rassicurazione o con l’ansia – a seconda della veduta e
della percezione di ciascuno di noi – che “Il pomeriggio sa cose che la
mattina non può neanche immaginare.”
Questa mia affermazione
nasce dalla mia personale percezione che tu sia non solo poliedrico, ma anche
per certi aspetti imprevedibile, ironico e dotato di una grande capacità di
osservazione e di analisi di personaggi e situazioni.
Ti riconosci in questa
descrizione o come ti definiresti altrimenti?
SC:
Credo di avere più che altro un paio di qualità come scrittore e come uomo: la
capacità di osservare e di ascoltare. Credo si tratti di mettersi alla giusta
distanza, senza risultare indifferenti ma senza neanche finire troppo nel
mezzo. Amo raccontare storie che mi sono capitate o mi sono state raccontate,
partendo quindi da un elemento reale, per spaziare. Scrivere racconti brevi, in
cui tutto si tiene e dove tutto ha un legame e un senso, mi dà l’idea della
sintropia..
MTDD: Cosa puoi dirci
delle tue raccolte poetiche?
SC:
Il mio mondo poetico è molto compatto. Ci ritroviamo sempre o in un cimitero di
guerra o davanti al mare. La stagione è sempre un autunno sospeso. Il tono è
ironico. La rima è alternata e si presenta nel finale. Le mie poesie formano un
mondo chiuso, molto musicale e scanzonato. Le si può penetrare partendo da una
cadenza e io stesso le scrivo solo passeggiando se mi entra in testa quella
cadenza:
“Sarà
pure un paradosso
ma
proprio in nessun altro posto
sulla
terra
giace
tanta pace
come
in un cimitero di guerra”.
MTDD: Nella tua biografia
ho letto che ti occupi anche di street photography. Come nasce questa tua
passione?
SC:
Casualmente. La scrittura non mi bastava. Gli editori non mi pubblicavano. Una
reflex era in offerta. Di là ho iniziato prima a fotografare modelle e a capire
che non era il mio genere. Poi a rubare momenti di vita, nascosto e nascondendo
la mia faccia dietro la mia macchina, una delle cose che amo di più fare.
MTDD: Progetti per il
futuro?
SC:
Una mostra in Messico, libri di poesie tradotti in Cile e pubblicati in
Argentina. Rappresentare le mie opera teatrali. Far uscire il mio libro,
diverso da tutti gli altri scritti prima e tanto altro che non vi dico,
altrimenti capite che, più che progetti, sono illusioni.
MTDD: Grazie Simone per
essere stato con noi oggi. Vogliamo ricordare ai nostri lettori come possono
contattarti e/o acquistare le tue pubblicazioni?
SC: Per chi fosse interessato a conoscermi
meglio, sono, col mio nome, sui vari social network. In una pagina apposite del
sito, che mi ha fatto la mia alunna Alessandra, ci sono i link ai libri,
acquistabili anche attraverso Amazon, Ibs ecc. Il mio sito attualmente è questo
qui: https://sconsorti1.wixsite.com/simoneconsorti .
Prima era www.simoneconsorti.com , ma me l’hanno chiuso quando ho smesso di
pagare il canone annuale!