Saturday, August 14, 2021

Serie Poliziesche - Intervista a Marcella Nardi - di Maria Teresa De Donato

 

Serie Poliziesche

Intervista a Marcella Nardi

di Maria Teresa De Donato

 

 


Oggi una graditissima ospite è venuta a trovarci di nuovo: Marcella Nardi.

Con Marcella qualche tempo fa avevamo parlato di uno dei generi letterari in cui si è cimentata, ossia il Legal Thriller.

In questa intervista, al contrario, ci focalizzeremo sulle sue serie poliziesche.

 

MTDD: Ciao Marcella e benvenuta di nuovo in questo mio Blog e Salotto Culturale Virtuale.

MN: Ciao Maria Teresa e grazie per essere di nuovo qui con te.

 

MTDD: Immergiamoci subito nelle tue pubblicazioni, iniziando dalle protagoniste Marcella Randi e Lynda Brown, “due donne detective, una sola parola d’ordine: Giustizia”.

Presentaci questi due personaggi, il loro concetto di Giustizia ed il loro conseguente rapporto con essa.

MN: Marcella Randi e Lynda Brown hanno molto in comune, ma anche molte diversità. Non mi riferisco solo al fatto che una è italiana e l’altra americana di Seattle, trasferita poi a Roma. Mi riferisco al loro background di vita e al carattere. Marcella Randi ha le mie stesse fattezze fisiche e, per alcuni aspetti, mi assomiglia caratterialmente. È una donna vivace, passionale e acuta. Non ha mai disdegnato le relazioni sentimentali, pur avendo sofferto molto nella sua vita. Sebbene prossima alla sessantina, il commissario Randi ama la trasgressione (nel campo sentimentale), le vacanze e la vita sociale. Lynda Brown, invece, dopo una relazione tossica, mentre viveva ancora a Seattle, si è chiusa a riccio, per quanto riguarda le relazioni sentimentali, ponendo sempre il lavoro al top delle sue priorità. Giunta in Italia, Lynda si sposa, ma non è fortunata. Dopo qualche anno di felicità, rimane vedova. Il lavoro la travolge sempre più, facendole trascurare la figlia adottata dal defunto marito anni prima. Ciò che le accomuna è la voglia di giustizia, anche se, talora, questo vuol dire aggirare le regole di indagine.   

 

MTDD: Marcella Randi è la protagonista di una delle serie che hai scritto e a cui appartengono Via San Vitale 1, L’Apparenza Inganna e Vendetta.

In cosa si somigliano questi tre romanzi ed in cosa differiscono?

MN: In realtà, appartengono alla serie anche due romanzi brevi: A prova di Serial Killer e Amori & Vecchi Rancori. I tre romanzi che hai citato sono totalmente diversi tra loro. Unico filo conduttore è la nostra Marcella Randi con la sua voglia di svelare il crimine, la sua caparbietà, il suo sorriso e le barzellette. In “Via San Vitale, 1”, la nostra detective è ancora una studentessa universitaria che vede intrighi ovunque e che spesso aiuta il padre, commissario della Squadra Omicidi a Bologna. Grazie alla sua curiosità e al suo acume, la giovane Randi svela un crimine di spionaggio internazionale, i cui attori sono nel suo palazzo e in quello al lato opposto della strada. In “L’Apparenza Inganna”, troviamo una Marcella Randi adulta, alla soglia dei cinquant’anni e che è commissario presso la Squadra Omicidi di San Fedele a Milano. È un romanzo dai toni forti in cui affiora anche il suo lato passionale. Uno dei due morti, brutalmente assassinati, è stata una sua vecchia fiamma. Questo romanzo ha dato vita a uno Spin Off Otre i Limiti della Passione, che è un romance erotico in cui lei ricorda quella triste e appassionata storia d’amore di venti anni prima. Del terzo, “Vendetta”, rispondo con la domanda successiva.   

 


MTDD: Vendetta è un romanzo poliziesco a sfondo storico

Perché hai fatto questa scelta?

MN: Per due ragioni: amo la Storia medievale e amo i Gialli. Mi è capitato spesso, nella mia carriera di lettrice, di imbattermi in romanzi i cui eventi affondano le radici in tempi remoti. Una mia amica americana, qui vicino dove abito, conserva ancora il biglietto di imbarco dei suoi avi che giunsero in USA con la Mayflower (quattrocento anni fa). Questo mi ha dato lo spunto a inventare una trama per un giallo che avesse dei legami con una famiglia vissuta ben settecento anni prima a Cagli, sotto l’allora ducato dei Montefeltro.      

 

MTDD: Per Vendetta avrai dovuto fare delle ricerche specifiche di carattere storico.

Come ti sei organizzata?

MN: Esattamente come faccio con tutti i miei romanzi, anche quelli moderni. Non essendo, per studi fatti, né un poliziotto, né un biologo e nemmeno uno storico, ogni volta che scrivo di qualcosa che non conosco bene, mi documento. Per gli storici, in genere mi creo una sorta di ‘mappa cronologica e geografica’ dei luoghi ed eventi passati di cui voglio parlare. Per questo romanzo, per creare un collegamento con il presente, ho spulciato i ‘meandri di Internet’ per trovare un antico monastero che avesse avuto delle badesse di ‘stampo moderno e molto acute’. Ho trovato quello di Cagli, non più attivo, che 700 anni fa era sotto i duchi di Montefeltro. In quegli anni si distinsero tre badesse di origini nobili e molto moderne, per quei tempi.  Questo per creare un collegamento con gli eventi del presente, che si svolgono in un monastero esistente e sotto l’attuale giurisdizione della Squadra Mobile milanese: il monastero di Viboldone.    

 

MTDD: Cosa ti ha particolarmente affascinata di questo poliziesco e soprattutto della sua preparazione?

MN: L’aspetto storico, nonché il fatto che tre badesse, all’epoca, diedero molto filo da torcere ai duchi e al vescovo. Pur cambiando il nome, ho studiato quel che si sa della loro vita. Ho scelto quella che mi intrigava di più.

 

MTDD: Lynda Brown, il personaggio della tua seconda serie, la descrivi come una detective che “sente forte il bisogno di approfondire quanto è successo, nel tentativo di dare un senso ai misteri più oscuri della sua vita.”

Quanto c’è di fiction e quanto di realtà che ti appartiene in questo tuo personaggio?

MN: Marcella Randi mi assomiglia molto, Lynda Brown è molto diversa. Ho voluto creare un personaggio dissimile da me, seppur con caratteristiche interessanti. Abbiamo solo qualche aspetto che ci accomuna. Intanto direi che ho cercato di renderla meno ‘fiction’ possibile, dandole un carattere tipico di molti detective. Di simile abbiamo Roma e Seattle. Io vivo a Seattle e, in passato, ho vissuto a Roma. Lei, viceversa. Entrambe non amiamo i ragionamenti contraddittori. Per questa ragione, alcuni miei amici, nel tempo, hanno detestato il fatto che io scopra subito le bugie. Noto subito le contraddizioni. Sarà anche per questo che amo leggere e scrivere gialli. Entrambe non abbiamo figli e abbiamo quasi la stessa età. Null’altro ci lega.    

 

MTDD: Lynda Brown è la protagonista di Sarai solo mia e di Io non dimentico.

Parlaci di questi tuoi due polizieschi e delle loro eventuali comunanze o differenze.

MN: I due romanzi hanno ben poco in comune, se non la detective Lynda e la sua assistente, Isabella. Certo è che in entrambi notiamo lo stesso approccio investigativo, ma le locazioni dei crimini sono diverse: il primo si svolge a Roma in una lussuosa zona residenziale; il secondo nella provincia tra Roma e Viterbo. Cosa mi ha ispirato? Direi che leggendo la cronaca nera, le due storie narrate nei due romanzi, sono parte della triste realtà che si legge sui giornali. Il secondo romanzo mi è stato ispirato da alcuni fatti raccontati da una mia amica che lavora per il dipartimento del tribunale dei minori, a Seattle. Mi ha raccontato tristi storie sfociate, negli anni, in terribili violenze. Per il primo romanzo, invece, lessi un trafiletto su alcuni omicidi avvenuti in un quartiere di lusso alla periferia di Genova. Ma io volevo collocare il mio personaggio a Roma.   

 


MTDD: Marcella Nardi è più Marcella Randi o più Lynda Brown?

MN: Come ho già menzionato, sia per l’aspetto fisico sia per molti aspetti caratteriali, certamente io sono Marcella Randi. Non è un caso che le abbia dato un cognome che è l’anagramma del mio.

 

MTDD: Vuoi accennarci qualche particolarità degli altri romanzi di entrambe queste tue due serie poliziesche?

MN: In primis i nomi dei personaggi. Mi diletto a scegliere nomi che appartengono, in toto o come anagramma, a persone che conosco. Un altro fatto singolare, riguarda Vendetta. Rimasi allibita quando, volendo avere anche una beta reader (prima avevo solo una editor che controllava tutto alla fine del mio lavoro), la persona che si fece avanti, che non conoscevo per nulla e che negli anni è diventata una delle mie più care amiche, si chiama proprio come la badessa del monastero di Viboldone. Mi riferisco, ovviamente al nome da me inventato nel romanzo. Fu una coincidenza davvero straordinaria. Forse era scritto nelle stelle.  

 

MTDD: Una domanda che molti si pongono è: Esiste davvero il ‘delitto perfetto’?

Cosa rispondi tu, ma soprattutto come risponderebbero Marcella Randi e Lynda Brown?

MN: In determinate situazioni, direi che tutte e tre, io, Marcella Randi e Lynda Brown, risponderemmo che il delitto perfetto esiste, ma… davvero in rari casi. Lo spiego a nome di tutte e tre. Per delitto perfetto si intende un reato, tipicamente di omicidio, per il quale non si trovano tracce ed evidenze che possano portare gli inquirenti a trovare il colpevole. Un reato siffatto prevede alcuni aspetti: l’assassino deve essere un perfetto estraneo per la vittima; non deve vivere vicino; non deve avere punti di connessione, per esempio non deve aver mai frequentato uno stesso posto; e, dulcis in fundo, non ne deve commettere in serie. Questo spiega perché spesso alcuni serial killer vengono, alla fine, identificati, ma solo dopo moltissimi anni. Infatti un serial killer non ha quasi mai alcun legame con le vittime. Quando vengono arrestati, spesso dopo molti anni, è perché commettono errori o azioni simili che permettono ai detective di trovare dei collegamenti e quindi di arrestarli. Ma… un serial killer è uno psicopatico criminale che, quindi, agisce senza un vero motivo, se non quello di godere nel vedere la paura negli occhi della vittima. Per il resto dei crimini, come le mie esimie detective ti direbbero, il delitto perfetto non esiste. Il grosso dei reati ha comunque una motivazione collegata con la vittima.    

 

MTTD: Grazie Marcella per essere stata di nuovo mia ospite.

Ai nostri lettori vogliamo ricordare come possono contattarti e/o acquistare le tue pubblicazioni?

MN: Grazie a te, Maria Teresa, per avermi invitata di nuovo. Parlare dei miei romanzi è sempre un piacere. Mi si può contattare attraverso il mio sito web: www.marcellanardi.com, oppure attraverso LINKTREE si hanno tutti i miei contatti Internet (Facebook, YouTube ecc..): https://linktr.ee/Marcellanardi