Saturday, March 13, 2021

Vi dichiaro marito e morte - di Simone Consorti - Recensione di Maria Teresa De Donato

 

Vi dichiaro marito e morte

di Simone Consorti

Recensione di Maria Teresa De Donato


 

Scritta in uno stile narrativo scorrevole ed altrettanto piacevole, questa raccolta di racconti di Simone Consorti, insegnante, ci presenta un aspetto tanto universale quanto antico: l’eterna lotta tra il Bene ed il Male.

Una mente indagatrice a cui non sfugge alcun dettaglio; una grande capacità di osservare, analizzare e cogliere anche gli aspetti più reconditi, unite ad una vivida fantasia consentono all’autore di intravedere e percepire aspetti della realtà che la maggioranza degli esseri umani probabilmente ignorerebbe essendone inconsapevole.

Simone Consorti, al contrario, osservando tutto scrupolosamente e in piena consapevolezza, riesce a penetrare quella che comunemente definiremmo ‘realtà oggettiva’ come si trattasse di una dimensione parallela.

Questa sua abilità di totale immersione nella realtà che lo circonda, che include, quindi, circostanze e personaggi di ogni tipo, gli permette di identificare particolari intangibili – mentali, psicologici e comportamentali – evidenziando al lettore, con una buona dose di umorismo e a volte di tagliente ironia, la mediocrità, la povertà di spirito, la totale mancanza di valori e di ideali che caratterizza alcuni esseri umani che hanno sostituito questi ultimi con il Nulla, il Vuoto e le Apparenze svuotando la Vita del suo reale e più profondo significato, aspetto che viene riassunto dalla seguente affermazione: “Tutte le affettuosità erano affidate esclusivamente alle telecamere.” (Consorti, 2020, p. 19)

I paradossi della Vita, così come le situazioni – che si tratti di rapporti di coppia, di amicizia o semplicemente di buon vicinato non fa differenza – che colgono l’individuo in maniera del tutto inaspettata trovandolo impreparato ad agire in modo idoneo e, quindi, a dimostrarsi ‘all’altezza della situazione’, sono anche aspetti della quotidianità dell’essere umano che, accanto al senso del ridicolo, emergono e che vengono esaminati ed evidenziati in quest’opera letteraria. 

Profondo conoscitore ed osservatore dell’animo umano, l’autore, che a tratti rivela anche un suo lato poetico e nostalgico, sembra prendersi affettuosamente gioco del lettore lasciandolo con la rassicurazione o con l’ansia – a seconda della veduta e della percezione di ciascuno di noi – che “Il pomeriggio sa cose che la mattina non può neanche immaginare.”

Un’interessante pubblicazione da leggere tutta d’un fiato e che offre spunti di profonda riflessione e di confronto.