Tuesday, March 25, 2025

Vorrei dirti – Romanzo - Recensione di Maria Teresa De Donato

 

Vorrei dirti – Romanzo di Maria Cristina Buoso

 

Recensione di Maria Teresa De Donato

 


 

“Vorrei dirti tante cose, ma per troppo tempo ho trattenuto le parole dentro di me... Tu non sapevi dirmi ‘ti voglio bene’” (Buoso, 2024, p. 7)

Il difficile rapporto tra padre e figlia e la rispettiva incapacità di comunicare nel modo appropriato i propri pensieri, ma soprattutto sentimenti ed emozioni vengono evidenziati in questa pubblicazione dalla sua Autrice Maria Cristina Buoso.

Nel romanzo, che assume il carattere di un diario personale, la sua protagonista Diva immagina di scrivere una lunga lettera al padre, aprendo il suo cuore e rivelandogli tutto quello che avrebbe voluto dirgli e che, per una ragione o per l’altra, non gli ha mai detto.

Il sentito e sofferto bisogno di avere la sua approvazione, di sapere che lui fosse orgoglioso della propria figlia, di ricevere da suo padre quelle dimostrazioni di amore e di affetto che tanto avrebbe desiderato e di cui avrebbe avuto bisogno soprattutto alla morte di sua madre, avvenuta quando lei aveva appena nove anni, rappresentano un peso eccessivo per Diva. In alcuni momenti, sembrano toglierle la gioia di vivere e persino il respiro.

L’assenza del padre, anche negli istanti più importanti e tragici della propria vita, creano sofferenza e moltiplicano i dubbi e i malintesi sulle eventuali ragioni che potrebbero averlo spinto ad assumere un simile atteggiamento.

“Non mi hai mai detto ‘brava’, non hai mai avuto fiducia nelle mie possibilità, mi hai sempre criticata e sminuita.” (p. 17)

La delusione è tanta nel ricordare come le aspettative siano sempre state tradite, come i sogni e le speranze in relazione alla propria famiglia non si siano mai realizzati: “... il dolore di allora non si è ancora completamente mitigato e continua a bruciarmi insieme alle ferite che mi hai lasciato con la tua indifferenza.” (p. 30)

Malgrado la sofferenza interiore, la frustrazione e la tristezza scaturite dalla consapevolezza di come le cose siano andate e di come, al contrario, sarebbero potute andare se ci fosse stata la capacità da parte di suo padre di comprendere le esigenze di sua figlia e mostrarle l’affetto e le attenzioni che così tanto desiderava, i ricordi che affiorano nella mente di Diva e il conseguente sfogo che dà scrivendo questa sorta di diario, di lettera al padre, la portano a un’analisi introspettiva.  Quest’ultima rafforza in lei il bisogno di incontrare suo padre, di confrontarlo, di chiedere spiegazioni del suo comportamento, di capirne le ragioni e anche di raccontargli della sua vita, quella che lei ha condotto da quando ha lasciato la sua casa e dei successi, soprattutto professionali, che ha avuto.

Così, dunque, tra un ricordo e l’altro, malgrado lo sfogo e le accuse incalzanti, paradossalmente il risentimento si affievola mentre cresce l’esigenza di incontrarsi, di riappacificarsi, di dirsi quanto bene ci si voglia e quanto si sia sempre stati orgogliosi l’uno dell’altra. Il bisogno di abbattere quel muro di silenzi che ha generato inutili e inspiegabili tensioni e malintesi si fa, dunque, impellente costringendo Diva a partire alla ricerca di suo padre.

La Vita, però, nel frattempo è andata avanti per la sua strada e le riserverà una grande e inaspettata sorpresa.

Il romanzo si conclude con una poesia che l’Autrice ha dedicato al padre dopo la sua morte e i cui versi sono costituiti dai titoli dei capitoli.

In uno stile futurista che abbiamo già incontrato nella sua raccolta di versi Schegge di parole, la metrica, di fatto inesistente, è sostituita da parole apparentemente sconnesse e gettate lì sul foglio.  Leggendole, tuttavia, appare un quadro piuttosto chiaro di un uomo che, avendo lavorato duramente tutta la vita, ha custodito dentro di sé segreti e sofferenze senza riuscire a manifestare ai suoi cari, e soprattutto a sua figlia, il grande amore che ha avuto sempre nei loro confronti e che, malgrado le apparenze, ha motivato tutte le sue scelte e le sue decisioni.

Vorrei dirti è un romanzo scritto con il cuore che indurrà il lettore a una profonda riflessione sull’importanza di non giudicare mai le persone dalle apparenze attribuendo motivi errati a certi loro comportamenti, ma di concedere piuttosto il beneficio del dubbio in quanto il loro passato potrebbe nascondere segreti e sofferenze indicibili di cui la persona stessa non è riuscita a liberarsi né, tantomeno, ha avuto la forza e il coraggio di rivelare... tantomeno ai propri figli.