Thursday, November 9, 2023

I Gialli, modenesi e non, di Roberto Roganti - Intervista di Maria Teresa De Donato

 I Gialli, modenesi e non, di Roberto Roganti

Intervista di Maria Teresa De Donato

 




 

Carissimi Lettori e Lettrici,

oggi è tornato a trovarci l’amico e collega Autore e Blogger Roberto Roganti. Coloro che seguono le nostre rispettive attività avranno già avuto modo, probabilmente, di leggere le nostre precedenti interviste  Roberto Roganti ed Il Mese Classico Roberto Roganti tra Racconti e Poesia Dialettale Modenese.

Come abbiamo considerato in passato, tante sono le attività culturali in cui Roberto si cimenta da molti anni. Oggi vogliamo soffermarci sulla sua produzione di ‘Gialli’, molti dei quali ambientati proprio a Modena, la sua città.

Auguro a voi tutti, quindi, una Buona lettura!

 

MTDD: Ciao, Roberto, e benvenuto di nuovo in questo mio Blog e Salotto Culturale Virtuale. È sempre un piacere averti mio ospite.

RR: Grazie mille, ma che dico, diecimille… il piacere è anche mio.

 

MTTD: In una delle precedenti interviste abbiamo presentato la tua produzione letteraria facendo riferimento alle tue poesie, soprattutto quelle dialettali, e ai tuoi racconti.

Dalla poesia e dai racconti come sei approdato alla stesura di “gialli”?

RR: Guarda, è stato più facile di quello che credessi. Come ho detto nell’altra intervista, da giovane ero un lettore del genere giallo, a casa mia ce ne erano centinaia, a partire dal numero 1 dei gialli Mondadori… ne ho letti moltissimi, quasi tutto Agatha Christie, tutto Simenon, tanto Chandler, Doyle, Stout, Queen… insomma, i classici e i meno conosciuti… c’è stato un periodo in cui mi sono fissato di leggere tutti quelli che avevano un cognome italiano… Ezio D’Errico, Guglielmo Giannini, Franco Enna, Sergio Donati, ma quello che mi affascinò di più fu Giuseppe Ciabattini… poi, leggi leggi e nella mia testa si è formata una mentalità… gialla. Poi dai, prima la poesia con pochissimo amore e tanta morte, poi i racconti, più o meno tutti tragici e spessissimo con delle morti… due più due fa sempre quattro… alla fine, dopo aver letto Faletti, Recami, Camilleri, Carofiglio… sono approdato a Malvaldi… penso che, come si dice, galeotto su … Malvaldi. La faccenda del BarLume e dei vecchietti mi ha come folgorato… ho ripreso in mano Mors tua, vita mea e… ho creato il gruppo dei 5x1_6, un commissario e cinque amici, che risolvono i delitti.

 

MTDD: A Modena Today, che ti ha intervistato nel 2018, hai dichiarato che i personaggi del tuo primo giallo Morte al Villaggio Giardino, sono modenesi, persone realmente esistenti, ed hai affermato che “I morti parlano più dei vivi.”

Puoi raccontarci esattamente come sei arrivato alla pubblicazione di questo giallo, come ti sei regolato per la scelta dei personaggi e, soprattutto, elaborare questa tua frase in riferimento ai morti, che a mio avviso è particolarmente significativa?

RR: Guarda, è stata una cosa maturata nell’arco di una notte insonne per aver mangiato troppo. Come ho detto nella risposta precedente, tutto nasce da un racconto. E proprio in quella notte sono stato folgorato dall’idea di creare un gruppo di amici che aiutasse il commissario di turno a risolvere i casi. Non è stato un parto semplice scegliere i personaggi, ho cercato di unire figure che si conoscevano a figure che non sapevano nemmeno l’esistenza degli altri. Così ho creato la squadra, i 5x1_6, dove l’1 era il commissario e i 5 altri amici che gli davano una mano. Ognuno con le sue caratteristiche e con un lavoro il più simile possibile a quello della vita reale. Un giornalista freelance, un vignaiolo, un insegnate di ginnastica e un rappresentante di abbigliamento sportivo e speaker di web radio. Solo il mio personaggio e il commissario nella vita fanno tutt’altro: io non sono un becchino e il commissario è un insegnante in pensione e noto giallista. Ho organizzato una cena e dopo le prime titubanze il gruppo si è consolidato. Morte al Villaggio Giardino l’ho ambientato nella zona dove vivo a Modena ed è stata la sua fortuna. Al di là della storia, che vira dal giallo al sarcastico e allo storico, la storia è stata apprezzata per originalità. Pensa che ne ho fatte ben quattro edizioni. Al Villaggio Giardino è andata a ruba, ma anche coloro che hanno vissuto nella mia città hanno apprezzato i viaggi di uno dei protagonisti attraverso strade e portici… sembrava loro di ritrovarsi a Modena.

 

MTDD: Nel 2019 è uscito il tuo secondo giallo – Morte al Lido delle Nazioni – di cui ho trovato recensioni ed articoli di giornali molto positivi.

Vorresti parlarcene?

RR: Questo ha fatto veramente il botto. Scritto in prima persona, come del resto l’altro, ha avuto una storia strana. Avevo in testa una trama, ma non mi convinceva, così nell’estate del 2018 mi trovo in vacanza al Lido delle Nazioni. Forse rompendomi un po’ le scatole a starmene in spiaggia, ho iniziato a osservare la vita attorno a me e pian piano mi è salita dal fondo delle budella una strana storia, una ammazzatina particolare. Ho studiato a modo l’ambiente, ho memorizzato azioni e comportamenti, ho approfondito le caratteristiche locali ed è nato il libro. Nell’estate del 2019 sono tornato sul luogo del delitto e ho presenziato ben due presentazioni, una a giugno e una ad agosto. Nella prima ho piazzato una ventina di copie, nella seconda quasi sessanta… non credevo ai miei occhi. La storia è cruda, violenta e con una morte quasi raccapricciante, ma l’ambientazione tra l’albergo dove solitamente alloggio e il bagno dove solitamente vado, ha fatto sì che tra i villeggianti sia nata la curiosità di possedere un testo che parlasse, seppure in una indagine di polizia, dei luoghi a loro cari. I sei amici vanno così in trasferta e tra una mangiata di pesce, una bevuta di bianchetti e qualche tuffo in mare… risolvono il caso e salvano l’incipiente stagione balneare. In questo numero entra a far parte dei testi un nuovo personaggio, anch’egli mio amico, un rodigino, che lo piazzo come comandante dei carabinieri di Comacchio. La sua figura salterà fuori anche in avventure successive.

 

MTDD: Anche il tuo terzo giallo – Morte al PalaMolza – ha riscosso un notevole successo e, come negli altri tuoi gialli, le indagini vengono condotte dai “Cinquepermenosei”.

Puoi dirci qualcosa sulla trama e spiegarci chi sono questi personaggi?

RR: Questo testo era quello che avevo in mente e che era stato accantonato. Devi sapere che per quasi trent’anni sono stato anche il fisioterapista di squadre di pallamano locali, dalla serie A in giù… per cui l’ambientazione di questa avventura all’interno del palazzetto dello sport è stata facile per me, conoscendolo in tutti i suoi meandri. La storia è un po’ intricata, la scena si svolge nell’arco della regione, tra giocatori, allenatori e arbitri di pallamano. Ma alla fine, come sempre, i cinqueperunosei raggiungono il loro scopo. Il successo è stato buono, ma non subito, perché questo libro che ebbe i natali nel gennaio del 2020, subì un notevole trauma. Avevo organizzato la prima in un paese limitrofo, sede di una blasonata squadra di pallamano, per il sabato 22 febbraio 2020, con l’intento poi di riproporlo a fine campionato alla mega cena di fine stagione per la HandBall Modena, piazza ambita in quanto prevedevo vendite cospicue. Orbene quella notte, causa Covid, bloccarono l’Italia e le mie velleità! Alla fine, nel tempo, ho avuto le mie soddisfazioni e mi sono rifatto delle spese subite, ma nonostante quello sia un bel giallo è stato un po’ sfigato.

 

MTDD: Morte al volo è stato il romanzo che hai pubblicato nel 2021.

Lo hai definito un “giallo fantastico”.

Senza rivelarci troppo, puoi dirci qualcosa su trama e personaggi?

RR: Questo è stato un lampo a ciel sereno. Mi ero imbattuto in soggetti che scrivevano rievocando Sherlock Holmes e mi è venuta questa idea… Grogghino prende la macchina del tempo e ritorna indietro giusto quel poco che basta per risolvere un caso della camera chiusa. Nel mentre si trova a cospetto della vittima, scopre di essere osservato: Sherlock Holmes è seduto in una poltrona. Così alla fine Sherlock diventa la spalla di Grogghino, assieme risolvono il caso. Nonostante l’ottima idea e trama, si tratta però di un racconto lungo, il mondo sherlockiano si è rivoltato contro di me in quanto il loro idolo non può essere la spalla di nessuno… così ho venduto tutte le copie e non ho portato più avanti l’idea. Peccato, ne avevo già imbastiti un paio che mi toccherà stravolgere e riportare con i piedi per terra.

 

MTDD: Perché lo hai definito “fantastico”? In che modo si differenzia dagli altri tuoi gialli?

RR: Fantastico perché in fin dei conti non è propriamente fantascienza, ma una via di mezzo. Ovviamente non fantastico nel senso che sia bellissimo, però è piaciuto, non ai puristi però. Bella l’idea della macchina del tempo per andare a ritroso nel tempo per scoprire un assassino.

 

MTDD: Morte dei 5x1_6 è stato l’altro giallo che hai pubblicato nel 2021. Il titolo lascia presumere che il gruppo di personaggi che aveva condotto le indagini nei gialli precedenti si sia estinto...

Cosa puoi dirci al riguardo?

RR: Diciamo che il gruppo di amici nella realtà si era sfaldato, per cui ho deciso toglierli dalla scena non brutalmente ma creando un’uscita decorosa. Ho quindi creato questa specie di caccia al tesoro dove in palio c’è la vita dei cinqueperunosei, una corsa contro il tempo e la morte. Il protagonista questa volta è il supplente di uno dei personaggio, un ex giornalista nella vita reale, che sostituendo il giornalista degli amici, si ritrova coinvolto in questa caccia. Ho voluto oltretutto dare una connotazione particolare alla storia, inserendovi tutti i racconti brevi che avevo scritto negli anni. Quindi, una lotta per la vita degli amici in una storia tipo Le mille e una notte…

 

MTDD: Nel 2022 con il tuo giallo Quiz mortali in Abbazia sembra tu abbia dato una virata optando anche per una diversa tipologia di titolo.

Hai cambiato anche struttura, personaggi, ambientazione o altri elementi che sono presenti negli altri tuoi gialli?

RR: Allora… ho cambiato molto: grandezza del testo, portato a 10x15, un vero tascabile; un solo personaggio principale, ovvero me medesimo, Grogghino il becchino; l’amico di sempre dei cinqueperunosei che compare alla bisogna; l’eventualità che uno per volta ricompaiano tutti i cinqueperunosei; qualche cambiamento nella polizia con l’inserimento di nuove figure che dureranno nel tempo; non ultima una puntina di “rosa” nella vita di Grogghino… non solo chiacchiere con i morti, che come ho sempre asserito parlano certe volte più dei vivi, ma una nuova figura al mio fianco!

 

MTDD: A febbraio di quest’anno è uscito il tuo nuovo giallo intitolato Rinascere!

Puoi accennarci trama e personaggi e spiegarci se e come eventualmente questo giallo si distacca dai precedenti?

RR: Questo ha una storia particolare. Pochissimi personaggi e racconto giallo su commissione. Hai capito bene, mi è stato commissionato da uno scultore modenese. Ho messo in piedi una strana storia con un finale a sorpresa, che non spoilerÒ.

 Veloce, leggero, ambientato tra Modena e il Castello di Serravalle nel bolognese.

 

MTDD: Osservando i titoli dei tuoi gialli, mi sembra ci sia stata nel tempo una sorta di ‘evoluzione interiore’ o quantomeno un cambiamento nello stesso Roberto Roganti.

È una pura congettura da parte mia o qualcosa è realmente successo in tal senso?

RR: È proprio così. Mentre i primi avevano caratteristiche ben particolari con Morte come prima parola del titolo e dimensione 12x17, i nuovi si rimpiccioliscono e i titoli cambiano a seconda della storia. Poi mantenere un solo personaggio principale lo ritengo più consono con il genere, circondato però da una corte di inquirenti che di riffa e di raffa restano sempre quelli. Durante il periodo Covid mi sono sbizzarrito ed ho scritto oltre venti avventure nuove. Pian piano le pubblicherò. Mantengo la cronologia degli eventi nella vita dei personaggi. Le storie si possono leggere tutte staccate le une dalle altre, ma i personaggi evolvono con l’evolversi del tempo.

 

MTDD: C’è un messaggio particolare che vuoi comunicare ai tuoi lettori attraverso la stesura dei tuoi scritti, ed in modo particolare dei tuoi gialli, o l’unico tuo obiettivo è intrattenerli?

RR: In effetti me lo chiedo spesso, perché scrivo? Per chi scrivo? Scrivo perché mi piace, perché ho mille idee e non voglio perderle, scrivo perché mi piace condividere le mie storie, che non è detto piacciano a tutti. In Italia siamo in tanti a scrivere di questo genere, che io ritengo, oltre ai romanzi, un genere dove si usa la fantasia. Purtroppo oggi come oggi vanno di moda le biografie… ma scrivere una biografia non è difficile, ognuno di noi conosce la propria vita, ma inventarsi di sana pianta una storia che prenda, sia che abbia morti e assassini, o semplicemente storie di tutti i giorni, è tutta un’altra manica. Pullulano gli scrittori, ma quelli che meritano sono pochi in questa pletora di pagine battute a macchina.

 

MTDD: Ci sono degli scrittori e/o delle scrittrici di gialli che ti hanno particolarmente ispirato e, se sì, perché e chi sono?

RR: I nomi sono i soliti e anche i meno conosciuti, maschi e femmine che siano. Una cosa è certa, quello che io cerco nei miei libri è un modo di ammazzare diverso da tutti quelli proposti finora. Sicuramente qualcuno avrà descritto omicidi come i miei, ma non potendo averli letti tutti non posso sapere se la mia fantasia è stata simile a quella di un altro. Per scrivere un giallo bisogna comunque studiare. La morte deve essere plausibile, quindi non si devono inventare stupidate. Veleni, anestetici, inibitori, paralizzanti… devono esistere e vanno trattati a modo. Difficilmente faccio morire qualcuno per una revolverata, uso soprattutto fantasia nell’uccidere, ma detta fantasia deve essere per forza di cosa reale. E studio molto in questo settore!

 

MTDD: Hai qualche progetto che bolle in pentola o che hai in mente che vuoi anticiparci senza entrare nei dettagli?

RR: A settembre pubblicherò Modena-Sendai a palla avvelenata, un giallo particolare dedicato a un caro amico che ci ha lasciati prematuramente, tenendolo in vita nei mie gialli, cominciando con una avventura giapponese. A Natale ho già pronto un giallo storico/attuale, 500 anni di sangue, una faida familiare che è iniziata il 23 dicembre 1523 e conclusasi il 23 dicembre 2023. Questo avrà una caratteristica, uscirà in tempo reale. Basato sul fine vita del pittore modenese Pellegrino Munari o Aretusi, detto da Modena.

 

MTDD: Coloro che volessero acquistare le tue pubblicazioni in che modo potranno farlo?

RR: L’unico modo per trovare le mie opere è contattarmi. Trovate le mie mail ovunque, su facebook o sul mio blog o su instagram. Vi dico solo che da Rinascere! in poi basta seguire I racconti del becchino. I primi cinque numeri sono stati pubblicati da una casa editrice toscana, dal numero 6 in poi faranno nuovamente capo al sottoscritto. Ricordate Alfred Hitchcock, che oltre ai film o ai telefilm ha prodotto raccolte antologiche tipo "22 storie di terrore" oppure "Racconti per le ore piccole"? C'era anche Isaac Asimov che ha pubblicato "Le grandi storie della Fantascienza" per anni... ben 25 volumi... ebbene, io propongo una cosa più semplice, molto ma molto ridotta: I racconti del becchino, che continuano in una nuova veste: due o tre racconti ogni volta, possibilmente gialli, thriller o polizieschi; argomento, allestimento, genere, locazione nello spazio e nel tempo con il personaggio preferito dell’autore; racconti brevi o brevissimi, corti o medi, massimo 75/80 mila caratteri spazi inclusi.

 

MTDD: Grazie Roberto per aver partecipato a questa nostra intervista. Sono certa che avremo modo di farne altre insieme.

RR: Grazie a te Maria Teresa, è un immenso piacere per me “perdere tempo” rispondendo alle tue incalzanti domande. Spero che ci incontriamo di nuovo e grazie ancora per lo spazio sulla musica classica nel tuo blog.