Friday, August 18, 2023

Niccolò Zingarelli

 

Nicola, Niccolò or Niccola

(Naples, April 4, 1752 - Torre del Greco, May 5, 1837)


A highly appreciated composer by his contemporaries, Nicola (Niccolò) Antonio Zingarelli closes with great merit the generous season of the 1700s of the Neapolitan; A prolific author, in addition to 38 works for theater and instrumental music, leaves a conspicuous production of sacred music, largely unpublished.

Born in Naples, Nicola Antonio Zingarelli, at the age of seven, was admitted to the Santa Maria di Loreto Conservatory; He studied under the guidance of Alessandro Speranza and Fedele Fenaroli, and he has for his partner Domenico Cimarosa. In July 1772, he obtained the position of organist at the Cathedral of Torre Annunziata.

Very young, he begins to devote himself to composition; We remember the interlude "The Four Pazzi" of 1768.
His first work, "Montezuma," presented on August 13, 1781, at the San Carlo Theater in Naples, had an excellent public success; Other works followed Alsinda, Ricimero, Armida, Ifigenia in Aulide, Artaserse, who placed him to the attention of the leading Italian theaters. In 1790, at the Académie Royale de Musique in Paris, Antigone was represented in serious work on a booklet by Jean-François Marmontel.

In 1793 Nicola Zingarelli took on the position of master of the chapel at the Cathedral of Milan, then the following year, he moved to the sanctuary of the Holy House of Loreto; His opera production began to diminish, and he mainly devoted himself to the composition of sacred music. Since 1804 he directed the choir of the Sistine Chapel.

In 1813 Zingarelli was appointed director of the Real College of Music of Naples (then Conservatory of San Pietro a Majella); Bellini, Mercadante, Petrella, and Piero Maroncelli, the patriot imprisoned with Silvio Pellico in the Fortress of Spielberg are among his students. In 1816 he succeeded Paisiello in the office of master of the Choir of the Cathedral of Naples, a position he holds for the rest of his life.

Nicola Zingarelli crosses the transition period in which the serious work of the metastasian and mythological theme leaves the field to the nineteenth-century melodrama but remains substantially linked to the eighteenth-century tradition; His works, characterized by cantability and a simple and straightforward melodic language, indicating it as the last exponent of the great Neapolitan school. His most successful work is "Giulietta and Romeo," represented for the first time in Milan in 1796 and with numerous reruns in Europe until 1830.

The symphony in three movements (Allegro-Adagio-Allegro) was well rooted in Milan but had less successful in Naples, suggesting that the composer used these symphonies to settle in Milan, the capital of the archduchy, and to date them no later than the first months of his stay in that city (1784-85).

"The Milanese symphonies are the only symphonies that Zingarelli wrote in three movements and a very" Central European "style. The symphony in three movements (Allegro-Adagio-Allegro) was well consolidated in Milan but had less successful in Naples, suggesting that the composer used these symphonies to settle in Milan, the capital of the archduchy, and to date them no later than the first months of his stay in that city (1784-85). When Zingarelli arrived in Milan in 1784, he only wanted to demonstrate his talent; He was not an aged prodigy child who required a short acute shock to get back on sixth. In Milan, music was better organized than elsewhere. The city has always had orchestras - not only the scale but also those of him the principal churches of the town (in particular the cathedral) and the smaller ones of essential families, academies, confraternities, and colleges - and often formed temporary orchestras that met on odd occasions for one event or the other. He rivaled Paris, London, and Vienna for his cosmopolitanism and his cultural mixture, boasting a theater of the work which, despite his recent construction, was already the most prestigious in the world. The dream of every composer was to write pieces, but while waiting for the opportunity, composing symphonies for the entertainment of Milan was the most obvious thing to do.

Niccolò Zingarelli

 

Nicola, Niccolò o Niccola 

(Napoli, 4 aprile 1752 – Torre del Greco, 5 maggio 1837)


Compositore molto apprezzato dai suoi contemporanei, Nicola (Niccolò) Antonio Zingarelli chiude con grande merito la generosa stagione del ’700 napoletano; autore prolifico, oltre a 38 opere per il teatro e musica strumentale, lascia una cospicua produzione di musica sacra, in buona parte inedita.

Nato a Napoli, Nicola Antonio Zingarelli all’età di sette anni viene ammesso al Conservatorio Santa Maria di Loreto; studia sotto la guida di Alessandro Speranza e Fedele Fenaroli, ha per compagno Domenico Cimarosa. Nel luglio del 1772 ottiene l’incarico di organista presso il Duomo di Torre Annunziata.
Giovanissimo, inizia a dedicarsi alla composizione; ricordiamo l’intermezzo “I quattro pazzi” del 1768.

La sua prima opera, “Montezuma”, presentata il 13 agosto 1781 al Teatro San Carlo di Napoli, riscuote un buon successo di pubblico; seguono altre opere: Alsinda, Ricimero, Armida, Ifigenia in Aulide, Artaserse, che lo pongono all’attenzione dei principali teatri italiani. Nel 1790, all’Académie Royale de Musique di Parigi, si rappresenta Antigone, opera seria su libretto di Jean-François Marmontel.


Nel 1793 Nicola Zingarelli assume l’incarico di maestro di cappella presso il Duomo di Milano, poi l’anno seguente passa al Santuario della Santa Casa di Loreto; la sua produzione operistica inizia a scemare, si dedica principalmente alla composizione di musica sacra. Dal 1804 dirige il Coro della Cappella Sistina.

Nel 1813 Zingarelli viene nominato direttore del Real Collegio di Musica di Napoli (poi Conservatorio di San Pietro a Majella); tra i suoi allievi si ricordano Bellini, Mercadante, Petrella e Piero Maroncelli, il patriota imprigionato con Silvio Pellico nella fortezza dello Spielberg. Nel 1816 succede a Paisiello nella carica di maestro del coro del Duomo di Napoli, incarico che tiene per il resto della sua vita.

Nicola Zingarelli attraversa il periodo di transizione nel quale l’opera seria di stampo metastasiano e di tema mitologico lascia il campo al melodramma ottocentesco, ma rimane sostanzialmente legato alla tradizione settecentesca; i suoi lavori, caratterizzati da cantabilità e da un linguaggio melodico semplice e chiaro, lo indicano come l’ultimo esponente della grande scuola napoletana. La sua opera più riuscita è sicuramente “Giulietta e Romeo”, rappresentata per la prima volta a Milano nel 1796 e con numerose repliche anche in Europa fino al 1830.

La sinfonia in tre movimenti (allegro-adagio-allegro) era ben radicata a Milano ma ha avuto meno successo a Napoli, suggerendo che il compositore utilizzò queste sinfonie per stabilirsi a Milano, capitale dell'arciducato, e datarle entro e non oltre i primi mesi della sua permanenza in quella città (1784-85). 

“Le Sinfonie milanesi sono le uniche sinfonie che Zingarelli scrisse in tre movimenti e in uno stile molto “mitteleuropeo”. La sinfonia in tre movimenti (allegro-adagio-allegro) era ben consolidata a Milano ma ebbe meno successo a Napoli, suggerendo che il compositore utilizzò queste sinfonie per stabilirsi a Milano, capitale dell'arciducato, e datarle non oltre i primi mesi della sua permanenza in quella città (1784-85). Quando Zingarelli arrivò a Milano nel 1784 volle solo dimostrare il suo talento; non era un bambino prodigio invecchiato che richiedeva una breve scossa acuta per rimettersi in sesto. A Milano la musica era meglio organizzata che altrove. La città ha sempre avuto orchestre - non solo la Scala ma anche quelle di lui le chiese principali della città (in particolare la Cattedrale) e quelle più piccole di importanti famiglie, accademie, confraternite e collegi - e spesso si formavano orchestre temporanee che si riunivano in occasioni dispari per un evento o l'altro. Rivaleggiava con Parigi, Londra e Vienna per il suo cosmopolitismo e la sua miscela culturale, vantando un teatro dell'opera che, nonostante la sua recente costruzione, era già il più prestigioso al mondo. Il sogno di ogni compositore era quello di scrivere opere ma, nell'attesa dell'opportunità di farlo, comporre sinfonie per i divertimenti cittadini di Milano era la cosa più ovvia da fare. 

Niccolò Zingarelli

 

Nicola, Niccolò oder Niccola

(Neapel, 4. April 1752 - Torre del Greco, 5. Mai 1837)


Der Komponist, der von seinen Zeitgenossen sehr geschätzt wurde, schließt Nicola (Niccolò) Antonio Zingarelli mit großer Verdienste die großzügige Jahreszeit der 1700er Jahre des Neapolitaners. Der produktive Autor, zusätzlich zu 38 Werken für Theater- und Instrumentalmusik, hinterlässt eine auffällige Produktion heiliger Musik, die weitgehend unveröffentlicht ist.

Nicola Antonio Zingarelli wurde im Alter von sieben Jahren in Neapel geboren und wurde in das Santa Maria di Loreto Conservatory zugelassen. Er studierte unter der Leitung von Alessandro Speranza und Fedele Fenaroli; er hat seinen Partner Domenico Cimarosa. Im Juli 1772 erhielt er die Position des Organisten in der Kathedrale von Torre Annunziata.
Sehr jung, beginnt er sich der Komposition zu widmen; Wir erinnern uns an das Zwischenspiel "The Four Pazzi" von 1768.

Seine erste Arbeit, "Montezuma", präsentiert am 13. August 1781 im San Carlo Theatre in Neapel, hat einen guten öffentlichen Erfolg. Andere Werke folgen: Alsinda, Ricimero, Armida, Ifigenia in Aulid, Artaerse, die ihn auf die italienischen Haupttheater aufmerksam machen. 1790 wurde Antigone im Académie Royale de Musique in Paris vertreten, eine ernsthafte Arbeit an einer Broschüre von Jean-François Marmontel.

1793 übernahm Nicola Zingarelli die Position des Chapel -Meisters in der Kathedrale von Mailand, dann zog er im folgenden Jahr in das Heiligtum des heiligen Hauses Loreto. Seine Opernproduktion beginnt sich zu verringern; er widmete sich hauptsächlich der Komposition heiliger Musik. Seit 1804 leitet er den Chor der Sixtinischen Kapelle.
1813 wurde Zingarelli zum Direktor des Real College of Music of Neapel (damals Konservatorium von San Pietro A Majella) ernannt; Bellini, Mercadante, Petrella und Piero Maroncelli, der Patriot, der mit Silvio Pellico in der Festung von Spielberg eingesperrt war, gehören zu seinen Studenten. 1816 trat er Nachfolger Paisiello im Büro des Meisters des Chores der Kathedrale von Neapel an, eine Position, die er für den Rest seines Lebens innehatte.

Nicola Zingarelli überschreitet die Übergangszeit, in der die ernsthafte Arbeit des metastasischen und mythologischen Themas das Feld des Melodrams des neunzehnten Jahrhunderts verlässt, bleibt jedoch im Wesentlichen mit der Tradition des achtzehnten Jahrhunderts verbunden; Seine Werke, gekennzeichnet durch Gesanglichkeit und eine einfache und klare melodische Sprache, deuten auf den letzten Vertretern der großen neapolitanischen Schule hin. Seine erfolgreichste Arbeit ist sicherlich "Giulietta und Romeo", die 1796 zum ersten Mal in Mailand vertreten ist und bis 1830 zahlreiche Wiederholungen in Europa auch in Europa.

Die Symphonie in drei Bewegungen (Allegro-Adagio-Allegro) war in Mailand gut verwurzelt, hatte aber in Neapel weniger erfolgreich.
"Die Mailanesischen Symphonien sind die einzigen Symphonien, die Zingarelli in drei Bewegungen und in einem sehr "mitteleuropäischen" Stil geschrieben hat. Die Symphonie in drei Bewegungen (Allegro-Adagio-Allegro) war in Mailand gut konsolidiert, hatte aber in Neapel weniger erfolgreich, was darauf hindeutet, dass der Komponist diese Symphonitäten verwendete, um sich in Mailand, der Hauptstadt des Erzduchs, und bis spätestens in den ersten Monaten seines Aufenthalts in dieser Stadt (1784-85) zu datieren. Als Zingarelli 1784 in Mailand ankam, wollte er nur sein Talent demonstrieren; Er war kein Alter von Wunderkind, das einen kurzen akuten Schock benötigte, um auf dem sechsten Platz zurückzukehren. In Mailand war Musik besser organisiert als anderswo. Die Stadt hatte schon immer Orchester - nicht nur die Größenordnung, sondern auch die von ihm die Hauptkirchen der Stadt (insbesondere die Kathedrale) und die kleineren von wichtigen Familien, Akademien, Kombeln und Hochschulen - und bildeten oft temporäre Orchester, die sich für die eine oder andere Veranstaltung zu ungeraden Anlässen trafen. Er mit Paris, London und Wien mit seinem Kosmopolitismus und seiner kulturellen Mischung mit einem Theater der Arbeit, das trotz seiner jüngsten Bauwesen bereits die angesehenste der Welt war, rühmt. Der Traum eines jeden Komponisten bestand darin, Werke zu schreiben, aber während er auf die Gelegenheit wartete, war es das offensichtlichste, Symphonien zur Unterhaltung der Stadt Mailand zu komponieren.

Saturday, August 12, 2023

Roberto Roganti and The Classic Month – Interview by Maria Teresa De Donato

 Roberto Roganti and The Classic Month

– A column on great and lesser-known composers –


 

Interview by Maria Teresa De Donato

 



 

 

Dear Readers,

 

Today I have the great pleasure of hosting a dear friend and fellow Author and Blogger: Roberto Roganti.

 

Roberto was born in 1957 in Modena and is a former freelance physiotherapist who deals full-time and as a hobby with cultural promotion, starting from classical music.

 

There are many activities into which Roberto has ventured, including collaborations as a web radio speaker, but, as usual, I prefer to leave the floor to my guest.

 

 

 

 

MTDD: Hi Roberto, and thank you for agreeing to participate in our interview.

 

RR: Thanks for proposing it to me; finding someone interested in what you do is always nice. I like making culture, whatever it is. Indeed, I have many hobbies, and I enjoy sharing them with others…

 

 

 

MTDD: Roberto, we started with your very brief presentation. Would you like to elaborate on it by telling us more about yourself?

 

RR: I'm approaching my 70s… not long now, but as my wife says, I'm still ten years old and often act like a kid. I'm certainly not here to bore you with my life... it would take a book to describe only a part of it, but I prefer to move on to the last few years... the last... almost twenty, in short, those that have seen me blossom as a cultural informant. First, I dedicated myself to the study of Medicine and Surgery to become a heart surgeon. I got stuck due to various life factors, and after a year, I lived in Bordeaux to learn the physiotherapy art, as well as the wine, culinary, linguistics, and … French. I won the competition to become a physiotherapist, an activity I have carried out for over thirty years in my private studio and as FKT in the Handball sector (handball), from Serie A to the minor ones. Around 2007 I started pulling the oars on a boat, so I don't even know how; I started frequenting a site where I reviewed the restaurants where I happened to go to eat. Come on and come on, the passion for poetry jumped on my finger, first in the language and then in the vernacular. A new life has begun for me, made up of revelries, writings… and publications; unfortunately, these have sold out; they are no longer on the market. I went on with books of poetry and three volumes of eno-gastro-culinary chatter, where I put together my cooking recipes and chats with over 200 reviews of the restaurants where I had eaten in the three years of my affiliation with that site. Out of that circle, I continued with poetry, doing some competitions and placing myself well. I started to like this…, that is, writing short stories, and I realized that most were mystery thrillers; almost always, someone died. My boyhood detective readings were finally paying off. One morning I woke up with a strange idea: to transform a three-page short story into a mystery novel but with precise characteristics! But maybe it would be better to talk about this thing in another context… man, I got caught up in the enthusiasm of a writer…

 

 

MTDD: Although you deal with culture at 360˚ today, we want to focus on your commitment to the musical field.

 

For those who might not know, we have been collaborating on drafting articles on our respective blogs for over two years. On mine, you have your column entitled The Classic Month, in which you regularly present composers, some famous and others less known but who nonetheless have considerable importance in the panorama of classical music. In each article, you explain in a rather detailed way not only the life of these characters but also the peculiarities of their musical productions by presenting us with some of their works.

 

I am delighted with our collaboration and the information you provide through this directory. Not having any preparation in this sector, but only a great passion for classical music, inherited from my father Vincenzo, I am learning a lot thanks to you. I invite our readers to follow your articles with enthusiasm.

 

RR: This makes me very happy. It all comes from the places where I was born. Here in Modena, or rather, in Emilia Romagna, there is an excellent cult for this type of music, let's say above all for opera, but having studied the piano since I was a child... this celestial music pervades my soul every time that I feel it. By scheduling posts on your blog and especially on mine, where I post three a week, I also discovered a myriad of classical composers I had never heard of or something had come to my ears. So I feel joy in my heart when someone compliments me on the chosen playlists. Lately, I have adopted a more "Melinda" explanation, loose and fast. I put only one passage targeted by the author; if interested or liked, it would be suitable for the reader to do their research to find out. It is a way, like any other, to give many a reason to do constructive research.

 

 

MTDD: I hope many people will accept this invitation.

 

Going back to your activities... You have landed in cultural promotion, writing, and music as a freelance physiotherapist.

 

How did this transition happen, and how was your passion for classical music born?

 

RR: In a sense, I have already answered this question. We could simplify by saying that I was pretty good at writing even when I was young, but I cultivated it very little, and then as I said, it came out predominant when I had to describe the lunches and dinners I attended; for music, I had it inside from birth… my mother is from Parma, and Parma means Verdi; I'm from Modena, and Modena means Pavarotti, Freni, Kabaivanska... all opera, it's true, but opera is there because classical music is the background. Let's say that the final blow came from my profession. In my studio, I listened to music all day long... a background for my patients while they were being treated... and listen to this and listen to that, I've become mega cultured. Take a tour of my blog, poetineranti.blogspot.com. You will see that I have a series of sections dedicated to music: Classical, AcidJazz, Blues Jazz, ProfressiveRock, ItalianProgrRock, and NewAge… the rest is literature.

 

 

MTDD: How did the idea of the Classic Month column come about?

 

RR: I confess that when you asked me, I was delighted. I would have liked to do it weekly, but we agreed on a couple of posts a month, and of course, we called it Classic Month… however, I'm always ready to leave for a weekly publication if your readers ask for it…

 

 

MTDD: Thanks, Roberto, for your availability. I shall let you know.

 

How important is it in our world, always looking to the future, to modern technology, to Artificial Intelligence, and continuous experimentation and research for the new, to approach classical composers and their productions? Can they still inspire, and if so, why and how?

 

RR: Good question. Many don't know that a few years ago, all possible combinations of musical chords ran out. So in today's world, there is a substantial risk of plagiarism. This is why particular and strange genres were born. Sometimes they may seem dissonant to us, but instead, they have their precise connotation; that is, they try to get out of those canons by giving us sounds opposite to those to which our ears are accustomed. Do you know Arnold Schönberg? He wrote music outside the rules of the tonal system and was, with Josef Matthias Hauer, one of the theorists of the dodecaphonic method, based on a sequence, serial music, including all twelve sounds of the tempered chromatic musical scale. I realize that the discussion is difficult, as it is difficult to approach these compositions, but by listening to them more than once, one can understand their actual value. I remind you of Alban Berg, whom we talked about on Maria Teresa's blog, but there are also a couple of Italians we'll talk about later, okay, I'll mark it; for the month of July, I'll suggest Malipiero and Dallapiccola.

 

 

MTDD: Among the classical music composers – major or even the least known to the general public – which were considered 'revolutionary' or at least highly 'innovative' for the era in which they lived? Can you give us some examples of those who represented a departure from their contemporaries?

 

RR: This is a complicated question. I spoke a little about it in the previous one as regards the dodecaphony. Still, there are other genres almost forgotten over the centuries, which have been revived, Baroque-style music from the end of the 1600s, reborn with compositions called Partita, above all by some of our composers: Casella, Ghedini, Petrassi, Dallapiccola; or there is the Group of Six, which was a musical circle that arose spontaneously in Paris around 1920 which included the French composers Darius Milhaud, Arthur Honegger, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre, Georges Auric, and Louis Durey. They collected, in summary, the musical legacy of Erik Satie and had the writer Jean Cocteau on their side. They carried on a nationalist spirit, which tended towards the re-foundation of French national music.

Let's not forget the Group of Five, non-professional classical composers (some had embarked on a military career, for example) led by Milij Balakirev, who, starting around 1856, gave rise to a typically Russian musical trend in St. Petersburg.

In addition to Balakirev and Cezar' Kjui, from whose meeting the group originated, it included Modest Musorgsky (who joined in 1857), Nikolaj Rimsky-Korsakov (1861) and Aleksandr Borodin (1862). Before them, Mikhail Glinka had worked to define a typically Russian musical style and had written operas based on Russian subjects, but the Group of Five was the first attempt to develop such a musical style.

 

 

MTDD: How were they seen in their time? Have they been appreciated, mocked, or even condemned for having in some way wanted to break with the past?

 

RR: Let's say that it wasn't always the public who cheated them, but they cheated themselves, for envying each other, for unregulated life, and for diseases contracted around the world. These characters traveled much more than us and with much poorer means... often they didn't earn well and then died miserably in poverty. Whoever is the cause of his pain mourns himself.

 

 

MTDD: That’s very sad!

 

What advice would you give someone who wants to approach classical composers? Where or from whom should they start?

 

RR: Easy… I would start with the unknown who lived between 1850 and 1950; if you take one and listen to them, it doesn't matter who they are; standing there with your eyes closed while the music caresses your ears is the most crucial aspect. Then slowly, you want to hear from someone else.

 

 

MTDD: Is there any aspect of classical composers and/or their music that we still need to mention and would be helpful to talk about instead?

 

RR: Honestly, I would say no... ah yes... don't get caught up in fashions and listen to everyone... There are no borders in music, wars don't play any role, and enemies don't exist.

 

 

MTDD: Indeed. It is good to remember this. Art, in this specific case Music, has no nationality, borders, or barriers... but is, on the contrary, a World Heritage Site.

 

Should someone wish to follow your activities or even contact you, How can they do so?

 

RR: You can find me on the blog: https://poetineranti.blogspot.com/ or look for me on Facebook: https://www.facebook.com/roberto.roganti.52/ - if you want, you can also write Roberto Roganti in Google; if there appears one next to the nickname Grog, it's still me.

 

 

 

MTDD: Thank you, Roberto, for taking part in our interview. I look forward to our next one.

 

RR: Thanks Maria Teresa, it was an absolute pleasure.

 



Roberto Roganti e Il Mese Classico – Intervista di Maria Teresa De Donato

 Roberto Roganti e Il Mese Classico

– Una Rubrica su grandi e anche meno noti compositori –


Intervista di Maria Teresa De Donato


 


Carissimi Lettori e Lettrici,

oggi ho il grande piacere di ospitare un caro amico e collega Autore e Blogger: Roberto Roganti.

Roberto è nato nel 1957, modenese, ed è un ex fisioterapista libero professionista, che si occupa a tempo pieno e per hobby di promozione culturale, iniziando proprio dalla musica classica.

Tante sono le attività in cui Roberto si è cimentato e che includono anche collaborazioni come speaker di web radio, ma, come al solito, preferisco lasciare la parola al mio ospite.

 

MTDD: Ciao Roberto e grazie per aver accettato di partecipare a questa nostra intervista.

RR: Grazie a te per avermela proposta, fa sempre piacere trovare qualcuno che si interessi a quello che fai. Vero, ho molti hobby e mi piace condividerli con gli altri… mi piace fare cultura, qualsiasi essa sia.

 

MTDD: Roberto, abbiamo iniziato con una tua brevissima presentazione. Vorresti elaborarla raccontandoci un po’ più di te?

RR: Sto veleggiando verso i 70anni… ormai manca poco, ma come dice mia moglie, ho ancora 10 anni e spesso mi comporto come un ragazzino. Non sto certo qui a tediarvi con la mia vita… ci vorrebbe un libro per descriverne solo una parte, ma preferisco passare agli ultimi anni… ultimi… quasi venti, quelli insomma che mi hanno visto sbocciare come informatore culturale. Prima mi ero dedicato allo studio di Medicina e Chirurgia con l’intento di diventare cardiochirurgo, poi mi sono arenato per vari fattori della vita e dopo un anno vissuto a Bordeaux per imparare l’arte fisioterapica, oltre a quella enologica, culinaria, linguistica e … francese, ho vinto il concorso per diventare fisioterapista, attività che ho svolto per oltre trent’anni, sia in un mio studio privato sia come FKT nel settore dell’Handball (pallamano), dalla serie A a quelle minori. Verso il 2007 ho cominciato a tirare i remi in barca, così, non so neppure io come, ho iniziato a frequentare un sito nel quale recensivo i ristoranti dove mi capitava di andare a mangiare. Dai e dai, mi è saltato al dito la passione per la poesia, prima in lingua e poi in vernacolo. È cominciata per me una nuova vita, fatta di gozzovigli e scritture… e anche pubblicazioni, purtroppo queste sono andate esaurite, non sono più in commercio. Libri di poesie e tre volumi di chiacchiere eno-gastro-culinarie, dove ho inanellato le mie ricette di cucina e le chiacchiere assieme alle oltre 200 recensioni dei ristoranti dove mi ero nutrito nei tre anni di mia affiliazione a quel sito. Fuori da quel giro ho continuato con la poesia, facendo anche qualche concorso, piazzandomi bene; poi ho iniziato così… a scrivere raccontini e mi sono accorto che la maggior parte erano thriller-gialli, moriva quasi sempre qualcuno. Si vede che le mie letture poliziesche fatte da ragazzo stavano dando i loro frutti. Una mattina mi sono svegliato con una strana idea: trasformare un raccontino di tre pagine in un romanzo giallo, ma con precise caratteristiche! Ma forse sarebbe meglio parlare di questa cosa in un altro contesto… cavolo, mi sono fatto prendere dalla foga di scrittore…

 

MTDD: Malgrado tu ti occupi di cultura a 360˚ oggi vogliamo soffermarci sul tuo impegno in ambito musicale.

Per chi non lo sapesse, da più di due anni collaboriamo per la stesura di articoli sui nostri rispettivi blog. Sul mio hai una tua Rubrica intitolata Il Mese Classico in cui presenti regolarmente compositori, alcuni famosi altri meno conosciuti, ma che rivestono comunque una notevole importanza nel panorama della musica classica. In ogni articolo spieghi in maniera piuttosto dettagliata non solo la vita di questi personaggi, ma anche le particolarità delle loro produzioni musicali presentandoci alcune delle loro opere.

Io personalmente, non avendo nessun tipo di preparazione in questo settore, ma solo una grande passione per la musica classica, ereditata da papà Vincenzo, sto imparando molto grazie a te e sono veramente felice di questa nostra collaborazione e di tutte le informazioni che provvedi proprio tramite questa Rubrica. Invito i nostri lettori, quindi, a seguire con entusiasmo i tuoi articoli.

RR: La cosa mi fa molto piacere. Il tutto deriva dai luoghi dove sono nato. Qui a Modena, o meglio, in Emilia Romagna, c’è un grande culto per questo tipo di musica, diciamo soprattutto per la lirica, ma avendo io, fin da piccolo, studiato pianoforte… questa musica celestiale mi pervade l’anima ogni volta che la sento. Programmando i post sul tuo blog e soprattutto sul mio, dove ne posto ben tre a settimana, ho scoperto anch’io una miriade di compositori classici di cui o non avevo mai sentito parlare o qualcosa mi era giunto all’orecchio. Così sento la gioia nel cuore quando qualcuno mi fa i complimenti per le scalette scelte. Ultimamente ho adottato una spiegazione più “slinda”, sciolta e veloce. Metto un solo brano, mirato, dell’autore, se interessa o piace sarebbe giusto che chi legge facesse una propria ricerca per scoprirlo. È un modo come un altro per dare a tanti un motivo per fare ricerche costruttive.

 

MTDD: Spero siano in molti a raccogliere questo invito.

Tornando alle tue attività... Da fisioterapista libero professionista sei approdato alla promozione culturale, alla scrittura e alla musica.

Come è avvenuto questo passaggio e come è nata questa tua passione per la musica classica?

RR: In un certo senso ho già risposto a questa domanda. Si potrebbe semplificare dicendo che per la scrittura ero abbastanza bravino anche da giovane, ma la coltivavo pochissimo, e poi come ho detto, è sgorgata predominante dovendo descrivere pranzi e cene a cui partecipavo; per la musica, l’avevo dentro dalla nascita… mia madre è di Parma e Parma vuol dire Verdi; io sono di Modena e Modena vuol dire Pavarotti, Freni, Kabaivanska… tutta lirica, è vero, ma la lirica c’è perché la musica classica le fa da sottofondo. Diciamo che la botta finale l’ho data con la mia professione. Nel mio studio ascoltavo musica tutto il giorno… un sottofondo per i miei pazienti mentre facevano le cure… e ascolta questo e ascolta quell’altro, mi sono fatto una mega cultura. Se farete un giro nel mio blog, poetineranti.blogspot.com, vedrete che ho una serie di rubriche dedicate alla musica: Classica, AcidJazz, Blues Jazz, ProfressiveRock, ItalianProgrRock e NewAge… il resto è letteratura.

 

MTDD: Come è nata l’idea della Rubrica Il Mese Classico?

RR: Confesso che quando me lo hai chiesto sono stato felicissimo. Avrei voluto farlo settimanale, ma ci siamo accordati per un paio di post al mese e giocoforza lo abbiamo chiamato Mese Classico… comunque io sono sempre pronto a partire per una pubblicazione settimanale, se i tuoi lettori lo chiedessero…

 

MTDD: Grazie Roberto per la disponibilità. Ti farò sapere.                                      

Quanto è importante in questo nostro mondo, volto sempre al futuro, alla moderna tecnologia, all’Intelligenza Artificiale e alla continua sperimentazione e ricerca del nuovo, approcciare i compositori classici e le loro produzioni? Possono ancora ispirare e se sì, perché, in che modo?

RR: Bella domanda. Quello che molti non sanno è che alcuni anni fa sono finite tutte le possibili combinazioni di accordi musicali. Quindi nel mondo d’oggi c’è il forte rischio di plagio. Ecco perché sono nati generi particolari e strani. A volte possono parerci dissonanti, invece hanno una loro connotazione precisa, cioè cercano di uscire da quei canoni dandoci sonorità completamente opposte a quelle a cui il nostro orecchio è abituato. Avete presente Arnold Schönberg? Ha scritto musica al di fuori dalle regole del sistema tonale ed è stato, con Josef Matthias Hauer, uno dei teorici del metodo dodecafonico, basato su una sequenza, musica seriale, comprendente tutti i dodici suoni della scala musicale cromatica temperata. Mi rendo conto che il discorso sia difficile, come è difficile appropinquarsi a queste composizioni, ma ascoltandole più di una volta, si riesce a comprendere il loro vero valore. Vi ricordo Alban Berg, di cui abbiamo parlato sul blog di Maria Teresa, ma ci sono pure un paio di italiani di cui parleremo più avanti, va, me lo segno, per il mese di Luglio vi proporrò Malipiero e Dallapiccola.

 

MTDD: Tra i compositori musicali classici – maggiori o anche i meno conosciuti al grande pubblico – quali sono stati considerati ‘rivoluzionari’ o quantomeno altamente ‘innovativi’ per l’epoca in cui vivevano? Puoi farci degli esempi di coloro che hanno rappresentato una svolta rispetto ai loro contemporanei?

RR: Questa è una domanda assai difficile. Ne ho parlato un po’ nella precedente per quello che riguarda la dodecafonia; ma ci sono altri generi quasi scordati nei secoli, che sono stati ripresi, musiche baroccheggianti della fine del 1600, rinate con composizioni denominate Partita, soprattutto da alcuni nostri compositori: Casella, Ghedini, Petrassi, Dallapiccola; oppure c’è il Gruppo dei Sei, che fu un circolo musicale sorto spontaneamente a Parigi attorno al 1920 del quale fecero parte i compositori francesi Darius Milhaud, Arthur Honegger, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre, Georges Auric e Louis Durey. Portavano avanti uno spirito nazionalista, che tendeva alla rifondazione della musica nazionale francese. Raccoglievano in sintesi l'eredità musicale di Erik Satie ed ebbero dalla loro parte lo scrittore Jean Cocteau. Non scordiamoci poi il Gruppo dei Cinque, compositori classici non professionisti (alcuni avevano intrapreso ad esempio la carriera militare) capeggiati da Milij Balakirev che, a partire dal 1856 circa, diedero origine a San Pietroburgo a un filone musicale tipicamente russo. Oltre a Balakirev e a Cezar' Kjui, dal cui incontro il gruppo ebbe origine, ne facevano parte Modest Musorgskij (aggiuntosi nel 1857), Nikolaj Rimskij-Korsakov (1861) e Aleksandr Borodin (1862). Prima di loro, Michail Glinka aveva lavorato per definire uno stile musicale tipicamente russo e aveva scritto opere basate su soggetti russi, ma il Gruppo dei Cinque fu il primo tentativo mirato allo sviluppo di tale stile musicale.

 

MTDD: Come sono stati visti ai loro tempi? Sono stati apprezzati, scherniti o persino condannati per aver in un certo senso voluto rompere con il passato?

RR: Diciamo che non è sempre stato il pubblico a fregarli, bensì si sono fregati da soli, per invidie fra di loro, per vita sregolata e per malattie contratte in giro per il mondo. Questi personaggi viaggiavano molto più di noi e con mezzi molto più scarsi… spesso non guadagnavano bene e poi crepavano miseramente in povertà. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

 

MTDD: Che tristezza!

Quali consigli daresti a qualcuno che volesse approcciare i compositori classici? Da dove o da chi dovrebbe partire?

RR: Facile… Io partirei dagli sconosciuti a cavallo tra il 1850 e il 1950, se ne prende uno e lo si ascolta, non importa chi sia, l’importante è stare lì a occhi chiusi mentre la musica accarezza le orecchie. Poi pian piano viene voglia di sentire qualcun altro.

 

MTDD: C’è qualche aspetto dei compositori classici e/o della loro musica che non abbiamo menzionato e di cui sarebbe invece utile parlare?

RR: Sinceramente direi di no… ah sì… non fatevi prendere dalle mode e ascoltate tutti… Nella musica non esistono confini, le guerre non entrano e i nemici non esistono.

 

MTDD: Infatti. È bene ricordarlo. L’Arte, in questo caso specifico la Musica, non ha nazionalità, né confini né barriere... ma è, al contrario, Patrimonio dell’Umanità.

Chi volesse seguire le tue attività, o anche contattarti, in che modo potrà farlo?

RR: Mi trova sul blog: https://poetineranti.blogspot.com/ oppure mi cerca su facebook: https://www.facebook.com/roberto.roganti.52/ - volendo può anche scrivere Roberto Roganti in google, se ve ne compare uno affiancato al soprannome Grog, sono sempre io.

 

MTDD: Grazie, Roberto, per aver partecipato a questa nostra intervista. Ti aspetto per le altre.

RR: Grazie Maria Teresa, è stato un vero piacere.




Roberto Roganti und der klassische Monat – Interview mit Maria Teresa De Donato

 Roberto Roganti und der klassische Monat

– Eine Kolumne über große und weniger bekannte Komponisten –


Interview mit Maria Teresa De Donato




 Liebe Leserinnen und Leser,

Heute habe ich die große Freude, einen lieben Freund und Mitautor und Blogger begrüßen zu dürfen: Roberto Roganti.

 

Roberto wurde 1957 in Modena geboren und ist ein ehemaliger freiberuflicher Physiotherapeut, der sich hauptberuflich und hobbymäßig mit der Kulturförderung beschäftigt, angefangen bei der klassischen Musik.

Es gibt viele Aktivitäten, die Roberto unternommen hat und zu denen auch die Zusammenarbeit als Webradio-Sprecher gehört, aber wie immer überlasse ich das Wort lieber meinem Gast.

 

MTDD: Hallo Roberto und vielen Dank, dass Du Dich bereit erklärt hast, an unserem Interview teilzunehmen.

RR: Vielen Dank, dass Du es mir vorgeschlagen hast. Es ist immer schön, jemanden zu finden, der sich für das interessiert, was Man tut. Es stimmt, ich habe viele Hobbys und teile sie gerne mit anderen. Ich mag es, Kultur zu schaffen, was auch immer sie ist.

 

MTDD: Roberto, wir haben mit Deiner sehr kurzen Präsentation begonnen.

Möchtest Du es näher erläutern, indem Du uns etwas mehr über Dich erzählst?

RR: Ich steuere auf das Alter von 70 zu … nicht mehr lange, aber wie meine Frau sagt, bin ich immer noch 10 Jahre alt und benehme mich oft wie ein Kind. Ich bin sicherlich nicht hier, um Euch mit meinem Leben zu langweilen ... es würde ein Buch erfordern, um nur einen Teil davon zu beschreiben, aber ich möchte lieber zu den letzten paar Jahren übergehen ... den letzten ... fast zwanzig, kurz gesagt, diejenigen, die mich als Kulturinformant aufblühen sahen. Zuerst hatte ich mich dem Studium der Medizin und Chirurgie verschrieben mit der Absicht, Herzchirurg zu werden, dann blieb ich aufgrund verschiedener Lebensfaktoren hängen und nach einem Jahr lebte ich in Bordeaux, um die Kunst der Physiotherapie sowie den Wein zu erlernen. Kulinarisch, sprachlich und … Französisch; ich habe den Wettbewerb zum Physiotherapeuten gewonnen, eine Tätigkeit, die ich seit über dreißig Jahren sowohl in meinem Privatstudio als auch als FKT im Handballbereich (Handball) von der Serie A bis zum Minor ausübe Einsen. Ungefähr im Jahr 2007 fing ich an, die Ruder auf einem Boot zu ziehen, und so fing ich, ich weiß nicht einmal wie, an, eine Website zu besuchen, auf der ich die Restaurants überprüfte, in denen ich zufällig zum Essen ging. Komm schon, komm schon, die Leidenschaft für Poesie sprang mir in den Finger, zuerst in der Sprache und dann in der Umgangssprache. Für mich hat ein neues Leben begonnen, bestehend aus Schwelgereien und Schriften … und auch Veröffentlichungen, leider sind diese ausverkauft, sie sind nicht mehr auf dem Markt. Gedichtbände und drei Bände mit eno-gastro-kulinarischem Geschwätz, in denen ich meine Kochrezepte und Geschwätz zusammen mit über 200 Rezensionen der Restaurants zusammengestellt habe, in denen ich in den drei Jahren meiner Zugehörigkeit zu dieser Website gegessen habe. Außerhalb dieses Kreises widmete ich mich weiterhin der Poesie, nahm auch an einigen Wettbewerben teil und platzierte mich gut; Dann fing ich so an, Kurzgeschichten zu schreiben, und mir wurde klar, dass die meisten davon Mystery-Thriller waren und fast immer jemand starb. Offensichtlich haben sich die Detektivlektüren meiner Kindheit ausgezahlt. Eines Morgens wachte ich mit einer seltsamen Idee auf: eine dreiseitige Kurzgeschichte in einen Kriminalroman umzuwandeln, aber mit präzisen Charakteristika! Aber vielleicht wäre es besser, in einem anderen Kontext über diese Sache zu sprechen … Mann, ich habe mich in der Begeisterung eines Schriftstellers gefangen …

 

MTDD: Obwohl Du Dich heute bei 360˚ mit Kultur befasst, möchten wir uns auf Dein Engagement im musikalischen Bereich konzentrieren.

Für die Uneingeweihten: Seit mehr als zwei Jahren arbeiten wir gemeinsam an der Ausarbeitung von Artikeln für unsere jeweiligen Blogs. Auf meiner Seite hast Du Deine eigene Kolumne mit dem Titel Der klassische Monat, in der Du regelmäßig Komponisten vorstellst, von denen einige berühmt, andere weniger bekannt sind, die aber dennoch eine erhebliche Bedeutung im Panorama der klassischen Musik haben. In jedem Artikel erklärst Du auf ziemlich detaillierte Weise nicht nur das Leben dieser Charaktere, sondern auch die Besonderheiten ihrer musikalischen Produktionen, indem Du uns einige ihrer Werke vorstellst.

Ich persönlich verfüge über keinerlei Ausbildung in diesem Bereich, sondern nur über eine große Leidenschaft für klassische Musik, die ich von meinem Vater Vincenzo geerbt habe. Dank Dir lerne ich viel und bin mit unserer Zusammenarbeit und den von Dir bereitgestellten Informationen durch dieses Verzeichnis sehr zufrieden. Ich lade unsere Leser daher ein, Deine Artikel mit Begeisterung zu verfolgen.

RR: Das freut mich sehr. Es kommt alles von den Orten, an denen ich geboren wurde. Hier in Modena, oder besser gesagt in der Emilia Romagna, gibt es einen großen Kult für diese Art von Musik, sagen wir vor allem für die Oper, aber da ich seit meiner Kindheit Klavier studiert habe, durchdringt diese himmlische Musik jedes Mal meine Seele dass ich es fühle. Durch die Planung von Beiträgen auf Deinem Blog und insbesondere auf meinem, wo ich drei pro Woche poste, habe auch ich eine Vielzahl klassischer Komponisten entdeckt, von denen ich entweder noch nie gehört hatte oder von denen mir etwas zu Ohren gekommen war. Deshalb empfinde ich Freude in meinem Herzen, wenn mir jemand ein Kompliment für die ausgewählten Playlists macht. In letzter Zeit habe ich eine lockerere und schnellere Erklärung übernommen. Ich habe nur einen vom Autor gezielt angesprochenen Artikel veröffentlicht. Bei Interesse oder Gefallen wäre es für den Leser angebracht, eigene Nachforschungen anzustellen, um dies herauszufinden. Es ist eine Möglichkeit wie jede andere, vielen einen Grund zu geben, konstruktive Forschung zu betreiben.

 

MTDD: Ich hoffe, dass viele Leute dieser Einladung folgen werden.

Zurück zu Deinen Aktivitäten... Als freiberuflicher Physiotherapeut bist Du in der Kulturförderung, im Schreiben und in der Musik gelandet.

Wie kam es zu diesem Übergang und wie entstand Deine Leidenschaft für klassische Musik?

RR: In gewisser Weise habe ich diese Frage bereits beantwortet. Vereinfacht ausgedrückt könnte ich sagen, dass ich schon in jungen Jahren ziemlich gut schreiben konnte, es aber nur sehr wenig kultiviert habe, und dann, wie gesagt, es überwiegte, wenn ich die Mittag- und Abendessen beschreiben musste, an denen ich teilnahm; Was die Musik betrifft, hatte ich sie von Geburt an in mir … meine Mutter stammt aus Parma und Parma bedeutet Verdi; Ich komme aus Modena und Modena bedeutet Pavarotti, Freni, Kabaivanska ... alles Oper, das stimmt, aber die Oper ist da, weil klassische Musik den Hintergrund bildet. Nehmen wir an, der letzte Schlag kam von meinem Beruf. In meinem Studio habe ich den ganzen Tag Musik gehört ... eine Hintergrundmusik für meine Patienten, während sie behandelt wurden ... und wenn ich mir dies und jenes anhöre, bin ich megakultiviert geworden. Wenn Ihr einen Rundgang durch meinen Blog poetineranti.blogspot.com macht, werdet Ihr feststellen, dass ich eine Reihe von Abschnitten habe, die der Musik gewidmet sind: Klassik, AcidJazz, Blues Jazz, ProfressiveRock, ItalianProgrRock und NewAge … der Rest ist Literatur.

 

MTDD: Wie entstand die Idee der klassischen Monatskolumne?

RR: Ich gestehe, dass ich begeistert war, als Du mich fragtest. Ich hätte es gerne wöchentlich gemacht, aber wir haben uns darauf geeinigt, ein paar Beiträge pro Monat zu veröffentlichen, und natürlich haben wir es Der klassiche Monat genannt … Ich bin jedoch immer bereit, für eine wöchentliche Veröffentlichung aufzubrechen, wenn Deine Leser danach fragen …

 

MTDD: Vielen Dank, Roberto, für Deine Verfügbarkeit. Ich werde Dir Bescheid geben.

Wie wichtig ist es in unserer Welt, die immer in die Zukunft blickt, auf moderne Technologie, auf künstliche Intelligenz und auf kontinuierliches Experimentieren und Forschen nach Neuem, sich klassischen Komponisten und ihren Produktionen zu nähern? Können sie noch inspirieren und wenn ja, warum, wie?

RR: Gute Frage. Was viele Leute nicht wissen, ist, dass vor einigen Jahren alle möglichen Kombinationen musikalischer Akkorde ausgegangen sind. Daher besteht in der heutigen Welt ein hohes Plagiatsrisiko. Aus diesem Grund wurden besondere und seltsame Genres geboren. Manchmal scheinen sie uns dissonant zu sein, aber stattdessen haben sie ihre eigene präzise Konnotation, das heißt, sie versuchen, aus diesem Kanon herauszukommen, indem sie uns Klänge geben, die völlig im Gegensatz zu denen stehen, an die unsere Ohren gewöhnt sind. Kennt Ihr Arnold Schönberg? Er schrieb Musik außerhalb der Regeln des Tonsystems und war zusammen mit Josef Matthias Hauer einer der Theoretiker der Dodekaphonie-Methode, die auf einer sequenziellen, seriellen Musik basiert, die alle zwölf Töne der temperierten chromatischen Tonleiter umfasst. Mir ist klar, dass die Diskussion schwierig ist, da es schwierig ist, sich diesen Kompositionen zu nähern, aber wenn man sie mehr als einmal hört, kann man ihren wahren Wert verstehen. Ich erinnere Euch an Alban Berg, über den wir auf Maria Teresas Blog gesprochen haben, aber es gibt auch ein paar Italiener, über die wir später sprechen werden, okay, ich werde es mir vormerken, für den Monat Juli schlage ich Malipiero vor und Dallapiccola.

 

MTDD: Unter den Komponisten klassischer Musik – seien es bedeutende oder der breiten Öffentlichkeit am wenigsten bekannte –, die für die Zeit, in der sie lebten, als “revolutionär„ oder zumindest äußerst “innovativ„ galten?

Kannst Du uns einige Beispiele für diejenigen nennen, die eine Abkehr von ihren Zeitgenossen darstellten?

RR: Das ist eine sehr schwierige Frage. Ich habe im vorherigen Teil ein wenig darüber gesprochen, was die Zwölftonie betrifft; Aber es gibt auch andere Genres, die im Laufe der Jahrhunderte fast vergessen wurden und wiederbelebt wurden: Musik im Barockstil vom Ende des 16. Jahrhunderts, wiedergeboren mit Kompositionen namens Partita, vor allem von einigen unserer Komponisten: Casella, Ghedini, Petrassi, Dallapiccola; oder es gibt die Gruppe der Sechs, einen um 1920 spontan in Paris entstandenen Musikkreis, zu dem die französischen Komponisten Darius Milhaud, Arthur Honegger, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre, Georges Auric und Louis Durey gehörten. Sie führten einen nationalistischen Geist weiter, der zur Neugründung der französischen Nationalmusik tendierte. Sie sammelten zusammenfassend das musikalische Erbe von Erik Satie und hatten den Schriftsteller Jean Cocteau auf ihrer Seite.

Vergessen wir nicht die Gruppe der Fünf, nicht professionelle klassische Komponisten (einige hatten zum Beispiel eine Militärkarriere eingeschlagen), angeführt von Milij Balakirev, die ab etwa 1856 in St. Petersburg eine typisch russische Musikrichtung ins Leben rief.

Neben Balakirev und Cezar' Kjui, aus deren Treffen die Gruppe hervorging, gehörten ihr Modest Mussorgsky (der 1857 beitrat), Nikolaj Rimsky-Korsakov (1861) und Aleksandr Borodin (1862) an. Vor ihnen hatte Michail Glinka an der Definition eines typisch russischen Musikstils gearbeitet und Opern zu russischen Themen geschrieben, doch die Gruppe der Fünf war der erste Versuch, einen solchen Musikstil zu entwickeln.

 

MTDD: Wie wurden sie zu ihrer Zeit gesehen? Wurden sie geschätzt, verspottet oder gar verurteilt, weil sie in irgendeiner Weise mit der Vergangenheit brechen wollten?

RR: Nehmen wir an, es war nicht immer die Öffentlichkeit, die sie betrogen hat, sondern sie haben sich selbst betrogen, aus Neid untereinander, aus widerspenstigem Leben und aus Krankheiten, die sie sich auf der ganzen Welt zugezogen haben. Diese Charaktere reisten viel mehr als wir und hatten viel schlechtere Mittel... oft verdienten sie nicht gut und starben dann elend in Armut. Wer auch immer die Ursache seines Schmerzes ist, trauert um sich selbst.

 

MTDD: Das ist sehr traurig!

Welchen Rat würdest Du jemandem geben, der sich klassischen Komponisten nähern möchte? Wo oder von wem soll es beginnen?

 

RR: Ganz einfach... Ich würde mit den Fremden zwischen 1850 und 1950 beginnen. Wenn man sich eins nimmt und es sich anhört, spielt es keine Rolle, wer es ist, das Wichtigste ist, mit geschlossenen Augen da zu stehen, während die Musik die Ohren streichelt. Dann möchtest Du langsam von jemand anderem hören.

 

MTDD: Gibt es einen Aspekt klassischer Komponisten und/oder ihrer Musik, den wir nicht erwähnt haben und über den es sinnvoll wäre, stattdessen zu sprechen?

RR: Ehrlich gesagt würde ich nein sagen... ah ja... lass Dich nicht von Moden beeinflussen und höre jedem zu... In der Musik gibt es keine Grenzen, es gibt keine Kriege und es gibt keine Feinde.

 

MTDD: In der Tat. Es ist gut, sich daran zu erinnern. Kunst, in diesem speziellen Fall Musik, hat keine Nationalität, keine Grenzen oder Barrieren ... sondern ist im Gegenteil ein Weltkulturerbe.

Wer möchte Deine Aktivitäten verfolgen oder Dich sogar kontaktieren, wie kann er/sie das tun?

RR: Ihr findet mich auf dem Blog: https://poetineranti.blogspot.com/ oder sucht Ihr mich auf Facebook: https://www.facebook.com/roberto.roganti.52/ – wenn Ihr möchtet, könnt Ihr auch Roberto Roganti googeln. Wenn neben dem Spitznamen Grog einer erscheint, bin ich es immer noch.

 

MTDD: Vielen Dank, Roberto, dass Du an unserem Interview teilgenommen hast.

Ich freue mich auf unser nächstes Interview.

RR: Danke Maria Teresa, es war eine wahre Freude.