Mi chiamano Cancro – Una storia di rinascita
con
Serena Derea Squanquerillo
Intervista
di Maria Teresa De Donato
Amici carissimi,
Oggi ho piacere di
ospitare l’amica e collega autrice e blogger Serena Derea Squanquerillo che
avremo modo di incontrare e conoscere meglio anche in altre occasioni.
Tante sono le cose che
potrei dirvi su di lei, ma, come al solito, preferisco che sia la mia ospite a
farlo.
Vi anticipo solo che, in
quanto a forza di carattere, determinazione e desiderio di aiutare gli altri,
Serena ha molto da insegnare.
MTDD: Ciao, Serena, e
benvenuta in questo mio Blog e Salotto Culturale Virtuale.
SDS: Ciao Maria Teresa, grazie per avermi invitata per questa
bellissima condivisione. Sono molto emozionata. Un saluto a tutti i lettori e
alle lettrici!
MTDD: Serena, perché non inizi con il presentarti,
raccontandoci un po’ di te, dei tuoi studi, delle tue attività e di tutto ciò
che vorrai condividere con i nostri lettori e le nostre lettrici?
SDS: Certamente. Sono nata nel 1980 a Velletri, nella
provincia sud di Roma dove tuttora vivo. Mi sono diplomata al liceo classico
della mia città nel 1999, ma poi, per alcune mie necessità, ho seguito una
formazione più tecnica nel campo dell’informatica e della grafica. Ho iniziato
a lavorare a 24 anni in questo campo, anche se poi ho svolto anche lavori come
segretaria e nel servizio clienti di una nota azienda americana. Finché per
alcuni anni ho lavorato come autonoma in un’azienda che si occupa di
comunicazione e servizi, creata insieme ad alcuni amici. Nel 2016 ho lasciato
il lavoro a seguito di importanti cambiamenti nella mia vita, come la morte di
mio padre e la necessità di elaborare l’eredità lasciatami dal primo cancro al
seno che ho avuto. L’anno scorso purtroppo è tornato, ma ho superato anche
questo. Sono una persona che si tiene periodicamente sotto controllo e non mi
faccio problemi a chiedere aiuto.
A seguito di questi eventi, ho sentito il bisogno di prendermi cura di me
stessa e di comprendere l’accaduto. Ho iniziato un percorso spirituale per
conoscermi meglio, parallelamente a un percorso terapeutico anche di assistenza
al lutto che ho seguito due anni fa. Non solo per la morte di mio padre ma
anche per la perdita di parti di me, avvenuta nel tempo. Negli anni anni ho
avuto più volte problemi di salute. Durante questa ricerca personale anzi
continua riscoperta, ho trovato i miei talenti e nuove possibilità di vivere di
cui oggi sto raccogliendo dolci frutti. Sto avendo diverse soddisfazioni sia
per le attività da sola che in collaborazione.
MTDD:
La Vita è una cosa straordinaria, piena di sorprese, a volte belle, altre
stupende, altre ancora brutte e persino terribili. Con alcune persone sembra essere più clemente
e con altre più dura. Questa, almeno,
potrebbe essere la nostra percezione.
Inutile cercare di capirne la ragione perché è molto probabile che non
ci sia o che comunque ci sfugga.
In un tuo scritto ho letto:
“Sono
arrivato il 14 gennaio del 2012 e ho saputo che era il suo trentaduesimo
compleanno. L’ho vista mentre soffiava
la candelina sulla sua torta preferita: una millefoglie alla crema e cioccolato…
Quasi fosse un regalo, ho scelto di rimandare di qualche giorno la mia
presentazione ufficiale… .”
A tutt’oggi, la
maggioranza delle persone ha spesso paura di pronunciare questa parola – Cancro
– quasi a voler esorcizzarne anche una remota possibilità…
Io, avendoti conosciuta
ed avendo già parlato di salute con te, in altre occasioni, mi permetto di
farlo perché sono cosciente della tua disponibilità e, soprattutto, di come e
quanto tu ti sia attivata per aiutare ed incoraggiare le persone che hanno dovuto
confrontarsi con questa malattia.
Vorresti parlarci della tua esperienza e di come hai
vissuto il tutto?
SDS: Sì. Faccio una premessa. Come dicevo, ho avuto molti problemi di salute: depressione, attacchi di panico, disturbi alimentari - per fortuna non gravi - problemi d’endometriosi, finché sono giunta all’esperienza con il cancro. Prima di quest’ultima non avevo mai parlato apertamente di queste mie situazioni, semplicemente perché non ne sentivo la necessità e per la mia riservatezza. Poi però qualcosa dentro di me è cambiato. Quando il Cancro si è “presentato”, ho rivisto davanti a me tutto quello che mi era capitato fino ad allora. Un gioco al massacro facilitato dalla mia grave mancanza d’amore nei miei confronti. È come se la vita mi avesse presa da parte e mi avesse dato un aut aut. Mi sono fatta forza e coraggio per affrontare questo sconosciuto. Fortunatamente non ho avuto un tumore difficile, né la prima né la seconda volta, anzi sono stati più invasivi gli interventi e le cure che mi hanno dato diversi problemi, ma di sicuro non è mai una situazione facile e leggera. Da quel momento ho iniziato a condividere ciò che sentivo dapprima nell’ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) dove ho ricevuto supporto e di cui ancora faccio parte come volontaria, poi ogni volta che ne ho avuto possibilità. Infine, ho scritto questo racconto che è stato pubblicato in una raccolta a scopo di beneficenza e poi è stato diffuso su due portali di medici e psicologi italiani, come testimonianza di vita.
MTDD:
Come Naturopata ed Omeopata, attraverso i miei studi accademici, ma anche e,
soprattutto, attraverso interviste e consulenze ho cercato di capire meglio e
di identificare le potenziali dinamiche che favoriscono salute e benessere e,
di conseguenza, la guarigione, e quelle che, al contrario, sembrano promuovere
sintomi e malattia e, a volte, ostacolare la guarigione.
Sono stata, quindi,
particolarmente colpita da una tua affermazione che ho trovato sempre nel tuo
scritto menzionato in precedenza:
“Serena
è una ragazza che vive in un costante senso di inadeguatezza e paura di
esprimere il suo sentire e la sua creatività.
Il timore è quello di non essere ritenuta all’altezza.”
Sono parole molto
profonde, quasi strazianti.
Vorresti elaborare questi
concetti?
SDS: Fino a non molto tempo fa, mi sono voluta molto poco
bene. Ero insicura, introversa, mi davo da fare ma mi sembrava di vivere una
vita non autentica. Mi sentivo un’aliena. L’abbandono dell’università per me è
stato un fallimento, perché ho visto saltare i miei progetti adolescenziali.
Non riuscivo a studiare perché avendo un metodo d’apprendimento “diverso” -
come ho poi compreso - ho dovuto mollare perché facevo molta fatica. Mi sentivo
stupida. Poi, grazie al supporto dei miei genitori e di una psicologa, ho
scelto altre strade che mi hanno dato soddisfazioni ma non sono bastate.
Addirittura, e mi rendo conto che ciò che sto per dire sia molto pesante, c’è
stato un periodo di depressione in cui, quando pensavo all’eventualità futura
di metter su famiglia con figli, dicevo a me stessa che l’unica cosa che
sarebbe potuta crescere in me sarebbe stato un tumore... Ovviamente le cause
delle malattie possono essere molteplici, ma personalmente sono assolutamente
convinta dell’importanza della qualità di pensieri e parole con cui ci
programmiamo. Il mio senso d’inadeguatezza ha impiantato in me la paura del
giudizio altrui. In realtà, il giudice più spietato lo avevo davanti a me
quando mi specchiavo.
MTDD: La
nota ‘positiva’ è che, per tua stessa ammissione, benché il tuo “Amore
personale [fosse] pari a zero… nonostante le cadute, le insicurezze e la
paura, [ti sei] sempre risollevata con forza e coraggio.”
Molte persone che hanno
dovuto confrontarsi con il cancro hanno affermato che questa esperienza è stata
la più grande lezione di Vita per loro e che le ha aiutate a cambiare in
meglio.
Sei d’accordo con questa
veduta e, se sì, perché?
SDS: Sì! Posso veramente dire che, paradossalmente, quella è
stata l’esperienza che mi ha salvata da una distruzione. Io ho scelto la vita.
A quella situazione non ho permesso di farmi mollare tutto: o continuavo a
precipitare nell’abisso o risalivo e sceglievo di vivere con amore e coscienza.
Ho abbracciato la seconda opzione.
MTDD:
Qualunque siano stati i tuoi limiti in passato – per tua stessa ammissione – la
tua forza di volontà, la tua determinazione e la tua presa di coscienza del tuo
valore come persona ti rendono merito. A
tutto ciò, si è aggiunto un percorso spirituale che hai intrapreso per
connetterti meglio alla ‘vera Serena’ e, probabilmente, andare anche a
confrontare, rimuovendoli, quegli aspetti che erano nella tua “ombra”, per
usare il linguaggio di Carl Jung, famoso psichiatra e psicoanalista.
Vorresti parlarcene?
SDS: Il percorso di autoconoscenza mi ha aiutata a prendere
coscienza del mio profondo sentire. Ho affrontato i demoni che fino ad allora
avevano banchettato nell’ombra, ma nel momento in cui gli ho prestato davvero
attenzione mi sono resa conto che in realtà avevano urlato per essere ascoltati. Così
ho scoperto che dietro a quegli ostacoli erano nascosti dei tesori e parti di
me che andavano reintegrate nel puzzle della mia identità. Sicuramente ho
ancora da lavorare in questo senso, ma grazie agli strumenti pratici che ho
acquisito in questo percorso spirituale ho imparato ad armonizzarmi e a
comprendere le mie vere necessità. Sono entrata in profondo contatto con la
‘vera Serena’. Ho scoperto che la mia ombra era il bello di ciò che sarebbe
dovuto ancora venire, ma veniva soffocata.
MTDD:
Questo percorso della malattia e della conseguente presa di coscienza e
rinascita ti ha fatto sentire il bisogno non solo di condividere la tua
esperienza, ma di farlo in modo che costituisse un supporto a chi deve
affrontare non solo il cancro, ma la malattia in generale e rischia di sentirsi
completamente perso ed anche incompreso.
L’Arte, in qualunque sua
forma, può essere un mezzo da utilizzare a fini terapeutici.
Quest'anno hai condotto un tuo programma – Vivere i talenti – Storie di riscatto personale –
con l’Associazione Phoebus, di cui sei stata ideatrice e conduttrice.
Mi farebbe piacere se ce
ne parlassi. So che potrebbe essere
molto utile al nostro pubblico di lettori e lettrici.
SDS: Nel 2019 ho iniziato a riversare queste mie testimonianze
di vita in un blog personale, fino ad arrivare - con mia sorpresa - alla pubblicazione
di tre libri monografici. Ho cominciato a realizzare collaborazioni artistiche
sempre con l’obiettivo di lasciare un messaggio d’incoraggiamento a prendersi
cura di sé e a vivere i propri talenti prima di tutto come forma di espressione
per il proprio benessere.
A luglio ho ricevuto un’intervista a cura dell’Associazione Culturale
Phoebus, in cui ho parlato della mia esperienza di riscatto personale grazie ai
miei talenti. Da qui è nata con il team l’idea di creare uno spazio che desse
la possibilità ad altre persone di poter fare altrettanto. Trovo che sia
davvero importante condividere queste storie personali, perché il beneficio può
essere di molti e, trattandosi di vita vissuta, il messaggio non può che essere
riconosciuto come autentico. Infine, da questi confronti possono nascere anche
amicizie e collaborazioni come nel nostro caso, Maria Teresa. Grazie alla tua partecipazione a “Vivere i talenti” ci siamo conosciute e abbiamo iniziato a
costruire questo ponte di iniziative insieme. Ne sono felice e grata.
MTDD:
Grazie, Serena, per aver partecipato a questa nostra intervista e per esserti
aperta ed aver condiviso con noi aspetti molto personali e delicati della tua
vita, cosa che per alcune persone è difficile fare.
Sarò ben lieta di ospitarti
ancora in futuro per poter parlare con te di altri interessanti temi. Nel frattempo ti auguro tanta salute ed un
grande e meritato successo in tutte le tue attività.
SDS: Ed io sarò lieta di esserci! Ti ringrazio per questa
possibilità, Maria Teresa. Ricambio sinceramente l’augurio.
MTDD: Prima di concludere… Chi volesse contattarti o seguirti nelle tue attività come potrà farlo?
SDS: Dunque, possono seguirmi sul mio blog https://www.dereasblog.cloud, dove c’è anche il collegamento al canale Youtube, e
sulla pagina Facebook “La Magica Danza Dei Talenti”. Per chi volesse scrivermi,
c’è anche l’email derea.serena@gmail.com.
MTDD:
Grazie ancora per aver partecipato.
SDS: A te. Grazie ai lettori e alle lettrici per aver dedicato
attenzione a questa parte della mia storia. Spero che possa essere d’aiuto e
d’ispirazione per qualcuno. A presto!