Meravigliosa Italia:
San Giovanni Battista - Storia e cultura di una chiesa
ravennate -
con Alessandra Maltoni
Intervista di Maria Teresa De Donato
Amici carissimi,
benvenuti di nuovo
nella mia Rubrica Meravigliosa Italia cui stanno contribuendo
vari amici e colleghi parlandoci di località italiane in cui sono nati o
vissuti o che hanno semplicemente visitato ed hanno trovato particolarmente
interessanti.
Questa Rubrica sta
avendo un grande successo, cosa di cui sono molto felice e grata: ai miei
colleghi, per la loro partecipazione e per le informazioni che provvedono, e a
voi, lettori e lettrici, per l’apprezzamento che state dimostrando.
Grazie di cuore!
Oggi è venuta a
trovarci un’amica e collega autrice, Alessandra Maltoni, di Ravenna, che avremo
modo di conoscere meglio in altre occasioni sempre tramite questo mio Blog e
Salotto Culturale Virtuale.
Buona lettura!
MTDD: Ciao Alessandra e benvenuta a questo nostro appuntamento della Rubrica Meravigliosa Italia.
AM: Grazie
a te, Maria Teresa, per avermi invitata.
MTDD: Alessandra, tu sei di Ravenna, città in cui vivi e
lavori ancora oggi. Si tratta di una
città ricca di storia e di arte e sicuramente la più importante della Regione
Emilia-Romagna sotto questi aspetti.
Di
cosa vuoi parlarci esattamente oggi?
AM:
Sì, Maria Teresa. Sono perfettamente d’accordo con te. Ravenna abbonda di storia e di arte ed,
infatti, tante sono le cose da vedere, tra cui varie chiese. Oggi vorrei
presentarvi una chiesa in particolare: la Basilica di San Giovanni Battista, conosciuta anche come Chiesa della cipolla.
MTDD: Perché hai optato proprio per questa chiesa?
AM:
Le chiese di Ravenna (ex capitale bizantina) hanno un certo fascino, non per
nulla nel Decamerone di Giovanni Boccaccio nella novella di Paganino
da Monaco e del Giudice in Pisa Riccardo di Chinzica, viene citato il
calendario di Ravenna, con riportati i
nomi dei santi a cui erano dedicate le chiese ravennati, tipologie costruttive
con una storia di architetture medievali e barocche. La mia scelta è ricaduta
sulla chiesa di San Giovanni Battista, sita in Via Girolomo Rossi, in quanto con
la sua facciata barocca e il suo retro medioevale ne rappresenta un esempio emblematico.
MTDD: Puoi fornirci qualche dato storico?
AM: Certamente. Fondata, secondo Andrea Agnello (IX
secolo), da Baduario, personaggio di difficile identificazione, la Basilica di San
Giovanni Battista coincide forse con l’antica San Giovanni ad naviculam,
toponimo che ne avrebbe segnalato la prossimità con il traghetto impiegato per attraversare
il tratto urbano del fiume Padenna, in quel punto mancante di ponti. La Basilica
venne eretta nel corso del VI secolo, pare sotto il vescovado di Pietro III.
MTDD: Molto interessante. Cosa puoi dirci della pianta e della struttura
di questa chiesa?
AM: La pianta originaria era divisa in tre navate scandite da
venti colonne e preceduta da un quadriportico, provvisto forse dal XIII secolo
di un limitrofo monastero. La struttura ottenne immense elargizioni nel XV
secolo, sotto il governo dei da Polenta. La parrocchia allestì pure un
adiacente ospedale per il ricovero degli indigenti. La costruzione originaria
aveva assunto il nome popolare di San Giovanni ‘della cipolla’, perché
nel quadriportico, demolito nel 1634, si svolgeva un’importante fiera cittadina
di prodotti agricoli. Per i ravegnani, è San Zvan dla zola.
MTDD: Da come ne parli mi sembri
particolarmente affezionata a questa chiesa o mi sbaglio?
AM: No, non ti sbagli affatto. Io sono ravennate di nascita e per
festeggiare i cento anni di mia nonna Iolanda devota a questo luogo di culto, ho
scritto e pubblicato un saggio breve con tracce della storia della chiesa e di
alcuni personaggi che l’anno frequentata per motivi diversi. Curioso, il fil
rouge che legherebbe il figlio di Dante all’edificio di culto sito nel cuore
della città e a pochi passi dalla tomba di Dante. Questo ha ispirato il titolo della prima edizione del mio libro “La chiesa della cipolla a due passi da
Dante” per i tipi In.edit.
MTDD: Hai avuto dei riconoscimenti per questo
tuo lavoro?
AM: Sì. Il testo è stato ritenuto meritevole e premiato a giugno
2022 presso l’università la Sorbona di Parigi dalla Prof.ssa Maria Teresa
Prestigiacomo, giornalista e critico d’arte, con la seguente motivazione
dell’encomio: il contenuto e la stimabile iniziativa della libera
professionista. Nell’ambito della stessa premiazione, sono stata invitata e
ospite del Centro di Cultura italiano nella capitale francese, dove ho parlato
di fronte ad un attento e folto pubblico parigino della chiesa della cipolla e
della figura di padre Torello, guida spirituale di nonna Iolanda.
MTDD: Puoi parlarci di questo sacerdote e del
ruolo che ha avuto il suo ministero cristiano nella comunità che ha servito?
AM: Volentieri. Padre Torello Scali di origini toscane,
figura di grande umanità, reggente della comunità in oggetto in tempo di guerra
ed appartenente all’ordine Carmelitano, è stato parroco dal 1928 al 1959. I suoi resti mortali sono stati trasferiti, nel
2001, nella basilica di san Giovanni Battista e collocati nella cappella
della Madonna del Carmine. Si auspica che presto la sua tomba possa essere
visitata tutte le settimane in un giorno e orario aperto al pubblico. Padre Torello
è un personaggio noto a fedeli, turisti e storici. Le persone che hanno
conosciuto questo uomo di grande spessore morale, lo ricordano con grande
affetto e si stanno industriando per promuovere la sua santità. Padre Torello
aveva creato diverse attività culturali e sociali a cornice del culto della
fede, della preghiera e meditazione comportamentale da tenersi in una società retta dall’amore vero e puro.
MTDD: Un uomo di fede, dunque, ma anche e soprattutto una guida
spirituale che ha dato un ottimo esempio e lasciato un bellissimo ricordo a chi
lo ha conosciuto e non solo.
C’è stato, dopo di lui, qualche altro sacerdote
che ha lasciato un ricordo indelebile ed altrettanto positivo?
AM: Certamente. Altra figura carismatica che per tanti anni ha
portato il testimone di questa chiesa con iniziative poliedriche, è stato Don
Gino, auspicando una pubblicazione che portasse avanti la memoria illustre
della chiesa della cipolla e della sua architettura: la maschera barocca della
facciata e il corpo con l’anima medioevale. Don Gino, ora anziano, è in casa di
riposo lontano da Ravenna.
MTDD: C’è altro che vuoi aggiungere in
riferimento a questa chiesa?
AM: Sì, vorrei solo dire che tanti sono gli aneddoti e gli
episodi di sangue, opere d’arte sottratte nel tempo che arricchiscono la
bibliografia di questa chiesa al momento parzialmente chiusa per motivazioni
varie che non possiamo analizzare in questo contesto. All’attuale prete Don
Rosino di San Giovanni Battista, (Santo rievocato in opere letterarie come
ad esempio “la Nana” di Navarro, precursore del verissimo, il quale sottolinea
la potenza di pace di questo Beato durante una tempesta), inviamo i nostri
migliori auguri perché possa portare avanti il messaggio d’amore che i suoi
predecessori hanno creato e diffuso.
MTDD: Nel caso ci fossero lettori e/o lettrici
che volessero saperne di più sull’argomento, a quali fonti possono attingere?
AM:
La prima edizione de La Chiesa della cipolla a due passi da Dante ha una
pagina Facebook dove potete scrivere un vostro commento:
https://www.facebook.com/lachiesadellacipollaaduepassidaDante
Le copie della
prima edizioni sono acquistabili online fino ad esaurimento:
https://www.ineditedizioni.it/saggistica/la-chiesa-della-cipolla-a-due-passi-da-dante-detail.html
MTDD:
Nel caso ci fosse qualcuno che volesse contattarti?
AM:
Chi volesse contattarmi può inviarmi una email al seguente indirizzo:
MTDD:
Alessandra, molti amici che stanno prendendo parte a
questa Rubrica Meravigliosa Italia hanno deliziato i nostri lettori
terminando la loro intervista con una ricetta locale.
Ne
hai preparata una anche tu?
AM:
Assolutamente sì. Ho pensato di presentare ai nostri lettori il mio piatto
romagnolo preferito ossia lo Stufato o spezzatino al vino bianco, specialità
di nonna Iolanda.
(Foto
da Wikipedia – Creative Commons Attribuzione 2.0 Generico –
Spezzatino
– Autore: franzconde)
Ricetta di nonna Iolanda “I magné rumagnul d’una volta” - Antichi
mangiari romagnoli del territorio ravennate, per ricordare anziane azdori
(massaie).
Vino consigliato
Sangiovese bianco di Romagna o Chianti toscano
Lo stufato è un secondo piatto tipico
della Italia del Nord. Il termine deriva dall’antico modo di cuocere gli
alimenti, quando la carne veniva posta in un recipiente di cottura chiuso sul
piano delle stufe che fungevano sia da strumenti di cottura che da
riscaldamento. Non va confuso con il brasato, che prevede una cottura
aromatizzata con vino e spezie. Quando lo stufato è tagliato in piccoli pezzi
può prendere il nome di spezzatino […]
.
Ingredienti
e dosi per 4 persone |
1 kg di polpa di carne per spezzatino (maiale,
vitello, manzo),
mezza cipolla
tritate,
1 bicchiere di vino bianco secco,
500 ml. di brodo,
2 cucchiai di farina,
1 carota,
30 g di burro,
1 costa di sedano,
6 patate grosse gialle,
olio evo (Extra Vergine di Oliva),
sale,
pepe.
.
Preparazione |
Rosolate in una padella, e su fuoco dolcissimo, un trito di cipolla, sedano e carota in un giro d’olio.
Pelate e tagliate le patate a pezzettini regolari.
Prendete un tegame antiaderente con acqua immergete le
patate per 10 minuti, poi cuocetele a fuoco medio per 5 minuti, spegnete il
fuoco.
In una casseruola piuttosto ampia rosolate la carne e
abbassate la fiamma. Unite la farina setacciata e aggiungete un po’ di brodo,
mescolando in modo da ottenere un fondo liscio e omogeneo.
Versate il vino e mescolate finché il fondo inizia a
bollire. Aggiungete il trito di cipolla, carota e sedano, salate e pepate,
aggiungete le patate.
Cuocete per almeno 90 minuti, a fuoco basso, tenendo
coperto.
Se volete, cospargete di prezzemolo
tritato prima di servire
Seconda versione più veloce della
ricetta stufato con patate di nonna Iolanda
Ingredienti
1 kg di polpa di carne spezzatino
1 bicchiere di vino bianco secco
250 ml di acqua, 6 patate grosse
gialle
olio evo,
sale,
pepe,
rosmarino,
aglio
Preparazione
Pelate e tagliate le patate a
pezzettini regolari, prendete una ciotola con acqua calda e immergete le
patate per 15 minuti.
In una casseruola piuttosto ampia
rosolate la carne a fuoco basso, versate acqua, vino, patate, fate bollire fino
a quando il liquido sarà assorbito, poi condite con olio, sale, pepe,
rosmarino, chiudete il tegame e lasciate insaporire carne e patate per almeno 15 minuti.
Buon appetito!