Friday, October 4, 2024

Aaron Avshalomov (ITA)

(Nikolayevsk-on-Amur, Russia 11/11/1894 - New York 26/4/1965)


Aaron Avshalomov è stato un compositore russo. Nacque a Nikolajevsk-na-Amure, piccola città basata sul commercio navale nell’estremo oriente, nella Siberia orientale, dove suo nonno aveva avviato un'attività redditizia dopo essere stato esiliato dal Caucaso negli anni '70 dell'Ottocento. Apparteneva a una famiglia di “ebrei della montagna”, gruppo etnico dell’odierno Daghestan (nel Caucaso orientale) trasferitasi in estremo oriente nella seconda metà del XIX secolo. Dopo un breve periodo di studi di medicina e al conservatorio a Zurigo si trasferì a San Francisco in seguito allo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre, per poi trasferirsi quasi immediatamente a Pechino, dove aprì una libreria. Qui fu enormemente colpito dall’approccio cinese alla musica e si dedicò da autodidatta alla composizione. Dopo un’altra breve parentesi negli Stati Uniti negli anni ’20 si trasferì a Shanghai dove c’era all’epoca un’enorme comunità di russi, commercianti (in particolare provenienti dall’estremo oriente russo, dalla Manciuria cinese e da Harbin attratti dalla crescita della città), ebrei in fuga dalle persecuzioni naziste, artisti e controrivoluzionari o “russi bianchi”. 

Avshalomov lavorò come bibliotecario dal 1928 al 1943, al tempo stesso dedicandosi alla composizione; per anni cercò di unire “oriente” e “occidente”, cercando di fondere le melodie e i ritmi della Cina alla tradizione orchestrale europea, ricorrendo spesso a scale pentatoniche e strumenti a percussione dell’Asia orientale. Componendo opere come Kuan Yin (1925), Le ore del crepuscolo di Yang Guifei (1933), La grande Muraglia (1941). Nei suoi lavori si possono anche notare influenze della tradizione musicale indiana e indocinese, ma anche della musica tradizionale e della tradizione letteraria ebraica. 

Durante gli anni dell’occupazione giapponese della Cina fu prima ai domiciliari, poi venne nominato direttore dell’Orchestra Sinfonica di Shanghai tra il 1943 e il 1946, per poi trasferirsi ancora negli Stati Uniti, dove morì nel 1965. Il figlio Jacob, nato a Qingdao nel 1919 e anch’egli musicista, contribuì a far conoscere i lavori del padre.  


Il Concerto per flauto e orchestra (1935) è un ottimo esempio del suo particolare linguaggio; le melodie quasi cinesi saldate con l'orchestrazione e il sapore russo creano una trama coinvolgente e leggera, con momenti memorabili e frequenti cambi di colore. In tre movimenti - un Andante su larga scala, un espressivo centrale e un vivace finale - due cadenze e molta melodia e passaggi virtuosistici; è un eccellente pezzo da concerto e da concorso meno conosciuto.