Friday, September 13, 2024

Rinnovarsi ogni giorno - Intervista a Valeria Gatti

 Rinnovarsi ogni giorno

 Intervista a Valeria Gatti, Consulente di Carriera, Autrice, Blogger

 

 di Maria Teresa De Donato

 


 

 

Conosco Valeria Gatti da alcuni anni, anche se solo virtualmente. Siamo entrate in contatto tramite social media e abbiamo capito subito che potevamo lavorare bene insieme. Abbiamo, quindi, iniziato una collaborazione a distanza, basata su rispetto, fiducia, correttezza e stima reciproci, sostenendoci nelle nostre rispettive attività.

Il rapporto, nel tempo, benché professionale, è divenuto anche amichevole.

Quello che mi affascina e, al tempo stesso, apprezzo molto di lei, è che entra nella tua vita con profonda umiltà, quasi in punta dei piedi, mantenendo apparentemente un certo distacco, ma poi, piano piano, quasi timidamente, ti lascia scoprire il suo ricco ed altrettanto variegato mondo.

Ciò premesso, auguro a voi tutti una Buona Lettura!

 

 

 

MTDD: Ciao, Valeria, e benvenuta nel mio Blog e Salotto Culturale Virtuale. È un piacere averti qui con noi oggi.

V.G.: Grazie a te, Maria Teresa. Sono felice di essere qui.

 

MTDD: Valeria, dopo la mia introduzione, vorresti presentarti raccontandoci un po’ di te e, soprattutto, rispondere alla domanda “Chi è Valeria Gatti?”

V.G.: Beh, diciamo che dopo la tua presentazione la mia motivazione ha avuto un’impennata! A me basterebbe, ma se vuoi sapere qualcosa in più, circa la mia personalità, posso dirti che sono una persona curiosa e che mi piace molto anche il silenzio; che mi piace la musica anche se non so suonare; che sono sempre super attiva e che per ricaricarmi adoro rannicchiarmi sul divano in compagnia di un buon libro. Insomma, sono piena di contraddizioni! Nella sfera professionale, posso dire di essere stata molto fortunata: ho avuto modo di imparare tante mansioni e anche se molte esperienze si sono concluse ho capito che ciò che conta è averle vissute e il patrimonio che mi hanno lasciato.

 

MTDD: Qualche tempo fa, ho avuto il piacere di leggere e recensire il tuo bel libro Diario culinario di una mamma in quarantena (Edizioni Convalle).  È una pubblicazione che ho apprezzato molto e che definire semplicemente un libro di ricette è, a mio avviso, altamente riduttivo e, per certi aspetti, persino fuorviante.

Per me è, infatti, “un libro di ricette, ma anche di crescita, di sviluppo personale, di condivisione, di amore per la Vita, ...”

Per coloro che non lo avessero letto e non ne conoscessero il contenuto e il suo fine, vorresti spiegare come è nata l’idea di scriverlo?

V.G.: Grazie, ricordo con piacere le tue parole. “Diario” è attualmente in una fase di restayling. Ci sto lavorando, e spero di poterlo proporre al pubblico, in questa nuova veste, tra poco. Non sono in grado, adesso, di essere più precisa e me ne dispiaccio.

Il libro è nato da un bisogno. Erano i mesi peggiori, quelli più bui, quelli che, ripensandoci oggi, ci hanno lasciato addosso una sensazione di impotenza. In quei mesi, stavo lavorando a un progetto “casalingo”: avevo intenzione di recuperare le ricette della mia famiglia che, come nelle migliori succede, tramandava dosi, tempi di cottura e ingredienti a voce, o al massimo su qualche foglietto. L’isolamento causato dalla pandemia mi ha spinto a guardarmi dentro, a cercare ricordi, e mentre raccoglievo ricette raccoglievo anche pezzi di me. Così è nato “Diario”.

 

MTDD: Ti fa piacere condividere con i nostri lettori almeno una ricetta e deliziarli con una frase tratta da questa tua pubblicazione che ne rifletta lo spirito?

V.G.: Volentieri! Come sai, e come ho spesso dichiarato, non sono una chef e le ricette sono semplici, sono quelle di famiglia, poco elaborate ma comunque ricche. Posso proporne una gustosa e veloce. Gli ingredienti sono: pasta corta (penne o fusilli), zucchine, formaggio spalmabile, grana o parmigiano reggiano, sale e pepe. Facciamo bollire l’acqua salata e tuffiamo la pasta. Per preparare il sugo tagliamo a strisce sottili le zucchine, le facciamo saltare in padella con olio EVO e un po’ d’acqua. A fine cottura, facciamo cadere la pasta sulle zucchine. Completiamo il nostro piatto con una spolverata con i formaggi, pepe e un giro d’olio.

Il motto di questo libro resta sempre: la vostra cucina siete voi ed è l’espressione di ciò in cui credete. Credo che in questo messaggio ci sia tutto ciò che ho voluto dire.

 

MTDD: Sono assolutamente d’accordo. Da anni gestisci il tuo blog Bood Food, su cui hai pubblicato anche la recensione ai miei libri L’AUTISMO visto da una PROSPETTIVA DIVERSA – La storia di successo di Cesare (De Donato & Tommasini, 2019) A CACCIA DELL’ALBERO DELLA VITA (De Donato & Sinkko, 2020) e Racconti di Vita e Dintorni (De Donato, 2022).

Come è nata l’idea di creare questo blog e quali obiettivi ti proponi di raggiungere con esso?

V.G.: L’idea è nata dalla mia passione per la lettura, ma soprattutto dal bisogno di creare uno spazio virtuale nel quale incontrare lettori, autori, editori e chiunque sia in cerca di una pausa, di bellezza, di momenti lieti. Ti ringrazio per avermi fatto questa domanda e con l’occasione ti rimando a un breve articolo che ho pubblicato a gennaio (https://bood.food.blog/2024/01/31/rearrange-renew/). Ho avuto l’occasione di rivedere molti degli articoli che ho scritto e, sebbene io non sia una fan dei messaggi trionfali, ho voluto rendere omaggio alle tante persone che hanno scelto Bood il Blog. Come dicevo prima, le esperienze che viviamo ci lasciano un patrimonio e sta a noi coglierne i valori. Ecco, grazie al blog ho accumulato un patrimonio di parole, pensieri, emozioni che non avrei mai pensato di ricevere. Ma sono le persone, quelle dietro ai libri che leggiamo, a essere preziose. Sono nate amicizie – alcuni virtuali, come dicevi tu – fatte di stima e vicinanza che, credimi, non sono affatto ovvie.

 

MTDD: La penso esattamente come te. Anche io ho avuto la stessa esperienza e incontrato veri amici anche se solo virtualmente. Di recente hai pubblicato un nuovo libro.

Vorresti dirci di cosa si tratta e condividerne qualche particolare senza rivelare troppo?

V.G.: Volentieri! Cercherò di essere breve perché è un progetto al quale tengo tantissimo. Il libro si chiama “Tessferh – Viaggio nell’Antico Egitto” ed è una lettura adatta a bambini dai 10 anni in su. È la storia fantastica: la protagonista è una ragazzina di dodici anni, Bianca, che vive a Varese e che viene chiamata a Tebe, nell’Antico Egitto, per sconfiggere Merneith, un malvagio scriba intenzionato a far succedere un finimondo. La narrazione è affidata alla Dèa Tessmeth che ha perso parte dei suoi poteri. Di lei ti posso dire che non assomiglia a nessuna divinità nota: è umile, un po’ pasticciona, commette sbagli e racconta i suoi dubbi al lettore coinvolgendolo nell’avventura.

 

MTDD: Come sei approdata alla stesura di questo libro? Cosa ti ha ispirata?

V.G.: L’idea è nata da mia figlia, oggi undicenne. Appassionata di Antico Egitto, un giorno ha iniziato a raccontarmi una storia. Mi è piaciuta subito ma, sul momento, non ho pensato che potesse diventare un libro. Nei giorni seguenti, mi ha raccontato altri particolari: ambientazioni e personaggi. Le ho proposto di disegnarli – altra sua passione – e quando mi sono seduta accanto a lei, a guardarli, mi sono trovata in una seduta di brainstorming. Nei mesi, abbiamo lavorato insieme alla stesura: io ho scritto il testo, lei ha elaborato disegni e copertina. Potrei azzardarmi a dire che, per la prima volta in vita mia, sono diventata una ghostwriter… Scherzi a parte, è stato bello poter godere di un tempo di qualità simile. Ci ha unite, ci ha fatto discutere come mai prima, ma credo che resterà sempre nel nostro bagaglio di ricordi. Un patrimonio, anche questo, come dicevo prima, che conserverò.

Scrivere il testo mi ha dato la possibilità di nascondere tra le righe alcuni concetti che ritengo fondamentali, per i lettori: l’amicizia, il coraggio, la fiducia, gli affetti. E poi, il rapporto con i docenti e con i familiari. Infine, una nota va sicuramente alla Storia e all’Arte che ci hanno permesso di far volare la fantasia: due materie scolastiche che, nel nostro caso, sono diventate amiche.

 

MTDD: Bellissima esperienza! Sono felice per te e per tua figlia. Benché attualmente ti occupi anche di scrittura (libri e web), tu sia esperta di amministrazione aziendale, Social Media e le tue passioni siano l’arte, la letteratura, il cinema e la divulgazione della cultura, in anni recenti sei diventata Consulente esperto in Orientamento e Carriera.

Vorresti parlarci in maniera dettagliata di come sei approdata a questa scelta e perché?

V.G.: Ho avuto un lungo career break. Durante quel periodo ho pensato spesso a quante donne, come me, per scelta o per obbligo, hanno dovuto cambiare le loro prospettive professionali. Mi sono immaginata a cercare lavoro, a dovermi destreggiare tra gli annunci, i social media, e le competenze che ogni giorno cambiano e ti lasciano sempre più indietro. Cosa potrei fare, mi sono chiesta, per me e per le persone che si sentono perse? Con consapevolezza e dopo aver fatto un lavoro dentro me, mi sono decisa a rimettermi sui libri: sono diventata da poco Consulente Esperto nei Processi di Orientamento e Career Guidance, come dicevi. Non è stato facile, anzi. Studiare in età adulta, soprattutto per noi donne, ti obbliga a dover organizzare il tempo in maniera superefficace e devi imparare anche a gestire l’imprevisto perché non è detto che tu possa fare ciò che avevi programmato, magari quel giorno tuo figlio ha l’influenza, o si rompe il ferro da stiro e devi correre a comprarne uno nuovo, ma la soddisfazione che provi quando apprendi cose nuove è impareggiabile. Oggi non mi sento arrivata: continuo a studiare e mi sto affacciando adesso a questa professione. Spero di perfezionarmi, e di poter creare una rete fatta di fiducia e serietà. Un passo alla volta, insomma. Come si dice “Roma non è stata costruita in un giorno”.

 

MTDD: Per chi non avesse familiarità con questa figura professionale, potresti spiegare in cosa consiste esattamente la tua attività e quale tipo di supporto puoi dare?

V.G.: Certo, e ti ringrazio per avermi posto questa domanda. I consulenti come me sono professionisti che possono aiutare le persone in molte fasi della loro vita. L’orientamento non è più solo una fase limitata al periodo di transizione tra una scuola e l’altra, ma è diventato – per fortuna – un aiuto concreto in tutte le fasi della nostra vita. Noi siamo uno specchio, nel quale la persona che ci sceglie vede se stesso, il suo potenziale, i suoi talenti e i suoi valori. Ci mettiamo a disposizione della persona, per seguirla in tutte le fasi; possiamo aiutare nella redazione di un CV o nel suo personal branding attraverso un lavoro capillare di rete e reputazione; insieme alla persona, lavoriamo al suo Bilancio delle Competenze che è uno strumento efficace per capire i valori e la strada da prendere; spingiamo le persone a far emergere i loro talenti sopiti o, a volte, sconosciuti; forniamo alla persona uno sguardo completo sul settore di riferimento e sulle prospettive di carriera. Insomma, lavoriamo a 360 gradi per permettere alla persona di conoscere se stessa, di apprendere le tecniche di autovalutazione e di incamminarsi verso una scelta consapevole per il proprio benessere professionale e personale.

 

MTDD: Quali sono, secondo te, le maggiori sfide di questa professione e, soprattutto, quali quelle che incontrano le persone che si rivolgono a te o che tu, comunque, assisti?

V. G.: C’è un comune denominatore, tra le persone che scelgono la consulenza. Anzi, potrei dirne almeno due. Il primo elemento comune è la preoccupazione. Che sia una scelta o che sia una costrizione, quando siamo davanti a un bivio è normale provare una sensazione disorientante. Non potrebbe essere altrimenti: possiamo essere bravissimi a programmare la nostra vita, ma l’esito non sempre dipende da noi. Con un buon lavoro, che si costruisce con la fiducia, si può sfruttare al meglio la preoccupazione perché questa emozione ci aiuta a capire quali sono le priorità e ci permette di scartare ciò che si ritiene inutile. Il secondo elemento che trovo comune a chi si affida a un consulente è il bisogno di mettere ordine e di accettare il cambiamento. Viviamo in una società che non ci dà tregua, sotto molti aspetti. Da soli, a volte, è più difficile individuare ciò che serve tenere e ciò che si può archiviare, magari temporaneamente. Da soli, a volte, è più difficile accettare che un cambiamento può spingerci a conoscere una parte di noi che non sapevamo esistesse, ed è più facile arrivarci, quando hai qualcuno di fiducia che ti aiuta a guardare le cose in maniera diversa.

La sfida più grande, per me, è quella di riuscire a diventare un punto di riferimento, una guida. Ho scelto questi studi proprio perché tante volte ho pensato che se avessi potuto contare sull’aiuto di una guida avrei saputo reagire in modo diverso – proattivo e positivo – davanti alle tante porte chiuse e ai tanti ostacoli che ho trovato, lungo il mio percorso.

Questa è una, ma ce ne sono tante altre e pur non potendo parlare per i miei colleghi, credo che alcune siano valide per ogni essere umano: è importante che ognuno colga il proprio valore e il proprio talento, che raggiunga la consapevolezza di accettare i propri limiti e di lavorare per colmare le mancanze, se ci sono. È anche importante divulgare il lifelong learning (anche in funzione dell’età anagrafica che, soprattutto in Italia, è un dato rilevante), la cultura come sinonimo di libertà e dignità, l’allenamento costante delle life skills giudicate oggi indispensabili.

Tutte sfide, queste, che ritengo valide sia per i consulenti e anche per chi sceglie di affidarsi alla consulenza perché la società siamo noi. Sì, proprio noi, qui adesso ed è da noi che parte il cambiamento.

 

MTDD: Sono perfettamente d’accordo con te. Come sai anche io svolgo da decenni attività di coaching a 360 gradi, oltre ad altro tipo di consulenze e, vivendo da quasi 30 anni negli USA sono entrata da subito nell’ordine di idee che sia fondamentale rimanere aggiornati a prescindere dall’età e dal settore di appartenenza. Ogni anno, quindi, faccio anche io regolarmente dei corsi di aggiornamento in varie discipline. L’Italia da molti anni ha importato questa tendenza proprio dagli USA, ma è il mondo in cui viviamo che richiede continui corsi di formazione, così come lo stare al passo con la moderna tecnologia che in un batter d’occhio diventa obsoleta. Sono felice di sapere che anche tu ti stai dando da fare: si tratta, in fondo, di sfidare se stessi... e questo aiuta, comunque, a migliorarsi e a crescere, come persone e come professionisti.

Per quanto riguarda la tua attività come esperta di Social Media, che consigli daresti a tutti coloro che ne fanno uso, considerando che oltre ad essere estremamente utili – oggi è quasi impossibile sottrarsi al loro uso – sono altrettanto pericolosi?

V.G.: Argomento caldo, Maria Teresa. Anche in questo caso, c’è molto da dire. Cercherò di dividere in due parti la mia risposta, nella speranza di riuscire a sintetizzare il mio pensiero. Nell’ambito business, i social media sono preziosi e oggi ci permettono di fare cose che, fino a pochi anni fa, erano inimmaginabili. Pensa a noi autori: possiamo comunicare con i nostri lettori sparsi ovunque: io lo trovo fantastico.

I social media, dico sempre, sono come un’enorme piazza dove tutti noi diciamo la nostra: possiamo comunicare con tutti, ma solo a pochi arriverà la nostra voce. L’affollamento, i rumori o il disorientamento causato dalle tanti voci sono limiti, ostacoli da superare. Ecco perché oggi chi vuole visibilità si affida a una comunicazione originale, coinvolgente, che gli permette di arrivare al proprio target di riferimento. L’aspetto business, come dicevo, è una rivoluzione: i marketers sanno che con azioni specifiche possono arrivare a coinvolgere il loro pubblico nel posto in cui il pubblico è. La crescita del fenomeno social non si arresta e credo che, anche per i prossimi anni, ci saranno novità da seguire. I social stanno diventando sempre più luoghi di entertainment e questo aspetto, sempre nel business, può essere un aspetto positivo.

Per quanto riguarda l’uso strettamente personale dei social media posso dire che la consapevolezza e il rispetto devono diventare un obbligo, per noi, per il nostro benessere e per le nostre relazioni umane: quando mi capita di vedere persone sedute al ristorante o su una panchina che invece di parlarsi scrollano il loro feed, beh, non ti nascono che provo un’immensa tristezza. È pericoloso, hai ragione, perché c’è il rischio di confondersi, di perdersi. Il mondo social non è finto, come spesso sentiamo dire. Dietro a ogni account c’è sempre una persona, qualcuno che, in quel momento, prova emozioni, qualsiasi esse siano. Sarebbe bello, in un futuro, che si iniziasse a fare un po’ di sana educazione digitale tra i ragazzi, anche a scuola e in parallelo ai progetti già esistenti di cyberbullismo: da genitore mi preoccupa il fatto che spesso, i nostri ragazzi vengano messi in quella famosa piazza che ho citato prima, senza davvero conoscere il luogo, lo spazio e senza che abbiano davvero capito che sono lì, senza protezioni, perché lo schermo non protegge, anche se a volte siamo convinti del contrario.

 

MTDD: Rinnovarsi ogni giorno è il titolo che ho voluto dare alla nostra intervista perché sono stata ispirata da una tua citazione pubblicata sui social.

Prima di concludere vorrei, perciò, chiederti: Quanto è importante rinnovarsi ogni giorno per Valeria Gatti?

V.G.: Se c’è una cosa che ho capito, negli ultimi anni, è che è difficilissimo affermare di aver raggiunto la vetta. Per quanto mi riguarda, il viaggio va costruito, con tappe e soste, ma non sarai mai certo di poter evitare un imprevisto che ti porti a dover modificare il tuo percorso iniziale. Saper sfruttare le emozioni (per esempio l’intuito che per molto tempo è stato chiuso nella scatola, quella chiusa a chiave, ma che ha un potenziale enorme), le esperienze formative (che qualcuno chiama errori ma io ritengo fondamentali per la crescita della persona), la sana follia di non fermarsi mai anche quando tutti attorno a te ti diranno di farlo. Ecco, per me rinnovarsi significa questo.

 

MTDD: Grazie, Valeria, per aver partecipato a questa intervista e per le informazioni che hai fornito ai nostri lettori. Spero di averti ancora mia ospite in futuro.

Vogliamo ricordare a coloro che volessero acquistare le tue pubblicazioni, seguirti o contattarti come potranno farlo?

V.G.: Sì, certo. Mi trovate su FB e Linkedin, e su IG trovate la pagina: Bood Il Blog.

Ti ringrazio, Maria Teresa, è stato un onore essere tua ospite. Le tue domande sono state perfette: mi hanno permesso di far conoscere il mio Mondo.