Tuesday, April 18, 2023

Paul Dukas + L'apprendista stregone (1897)

 

Parigi 1-X-1865 - ivi 17-V-1935

Compiuti gli studi al Conservatorio parigino, vi fu insegnante di direzione d'orchestra dal 1909 e di composizione dal 1913, dedicandosi in pari tempo a un'attività critica di notevole interesse. Fu compositore attento dell'evoluzione della musica del suo tempo, padrone di una tavolozza orchestrale assai ricca, provvisto peraltro di una forte dose di autocritica che gli permise di portare a termine un numero relativamente limitato di composizioni. 

Ebbe notevole influsso sulla musica francese del nostro secolo, non solo con la sua opera di didatta assai apprezzato (suo allievo fu anche Messiaen) ma anche con la sua produzione che seppe fondere felicemente influssi del romanticismo tedesco con la tradizione francese da Franck a Debussy.

Oltre al poema danzato La Péri (1912), a un "racconto lirico," alla Sinfonia in do e a L'apprendista stregone, di cui diremo in seguito, Dukas scrisse tre ouvertures oggi quasi del tutto dimenticate, diversi pezzi per pianoforte e alcune liriche. I suoi scritti critici sono stati raccolti in volume (Parigi 1948).


L'apprendista stregone (L'Apprentice sorcier)

Scherzo per orchestra da una ballata di Goethe (1897) - Chi non conosce questa composizione, l'unica di Dukas divenuta veramente popolare nel mondo intero? È ispirata a una ballata di Goethe, a sua volta derivata da una storia scherzosa già nota nell'antichità greca. L'apprendista stregone, lasciato solo dal suo maestro, si serve di una formula magica per imporre il suo volere a una scopa, che incomincia ad attingere acqua al fiume. Ma quando il giovane vorrebbe arrestarne l'opera non ricorda la formula, e solo il ritorno dello stregone riesce a scongiurare l'inondazione e a por fine all'andirivieni della scopa.

L'inizio dello "scherzo" presenta già i due temi principali di tutto il pezzo: specialmente il secondo è destinato a svolgere una funzione di primo piano in tutta la partitura, esposto ben presto dai fagotti col noto effetto grottesco. Da questo tema ne deriva un altro pure a carattere vivace, che sembra contrapporsi - come rappresentazione dello spensierato apprendista - ai temi più grevi dei sortilegi; sempre nella parte iniziale si trova una sorta di fanfara, che riapparirà anche più avanti e ha il significato di un accorato appello rivolto dal giovane imprudente al suo maestro.

Tutti questi temi - peraltro strettamente analoghi tra loro - danno vita a una serie di sviluppi geniali, carichi di un humour grottesco che è rimasto si può dire unico nella storia della musica sinfonica dell'ultimo '800. Ma c'è da notare anche la notevole arte dell'orchestrazione, che prelude a certo Debussy, la delibazione del timbro, la capacità di generare atmosfere inedite e spesso sorprendenti. Ben a ragione questo "scherzo sinfonico" viene considerato come il capolavoro di Dukas; e non è privo di significato che lo stesso Stravinski ne abbia risentito l'influsso in più di una sua partitura giovanile.