Monday, March 6, 2023

Mastr’Antria e altri racconti – di Andrea Giostra - Recensione di Maria Teresa De Donato

 Mastr’Antria e altri racconti – di Andrea Giostra

Recensione di Maria Teresa De Donato

 

 

(Foto copertina di Linda Randazzo, "Trionfo della Morte", olio su tela, 
cm. 200x200, 2018, collezione privata.)


Con Mastr’Antria e altri racconti Andrea Giostra approfondisce alcuni temi e concetti espressi nel suo precedente lavoro Novelle brevi di Sicilia.

In questo senso, questa sua nuova ed inedita opera letteraria diventa fiore all’occhiello della letteratura siciliana moderna e contemporanea ed una vera standing ovation alla sua terra nativa.

Le bellezze e ricchezze di questa stupenda isola, che vanta una storia, una cultura e delle tradizioni millenarie conosciute ed apprezzate in tutto il Mondo, vengono esaltate e portate alla luce in tutto il loro splendore.

Lo scorrere incessante e lento del tempo, la quotidianità della Vita che ne diventa patrimonio, usi ed abitudini comportamentali vengono osservati attentamente dall’Autore e descritti con dovizia di particolari che ne mettono a nudo l’essenza.

I cambiamenti comportamentali generazionali vengono messi sotto la lente ed esaminati scrupolosamente.  Dalla generazione di Mastr’Antria, ovvero di nonno Andrea, tornato più o meno immune da sette anni di prigionia nei campi di concentramento a Sidney, in Australia, dove era stato deportato dagli inglesi alla fine della Seconda Guerra Mondiale ed in cui era vissuto – a suo dire – piuttosto bene e non gli era mancato nulla, si è passati all’epoca del nonsense, della perdita di spessore umano e ad un indebolimento caratteriale senza precedenti.

Le difficoltà, un tempo, spronavano le passate generazioni alla riflessione, al riscatto personale e, quindi, alla crescita, alla trasformazione interiore ed, infine, alla sopravvivenza, alla possibilità di farsi strada nel Mondo. A quelle generazioni se ne contrappone una oggi che, al contrario, percepisce qualsiasi problema, anche il più piccolo, come un dramma insormontabile, da scongiurare, invece che come un’opportunità per crescere, rafforzare il proprio carattere ed imparare a rapportarsi con gli altri e con le circostanze che man mano si presentano.

L’uso del dialetto è uno degli aspetti fondamentali di questo romanzo e, insieme agli altri già citati, diventa anch’esso strumento di recupero e divulgazione della tradizione, della propria cultura, delle proprie radici, della propria ‘sicilianità’.

Il senso della sacralità, non solo legato alla spiritualità o, in questo caso, alla religiosità, ma anche e soprattutto alla Vita stessa, è sempre presente ed anch’esso diventa fattore dominante dall’inizio alla fine di quest’opera.

Alla ricchezza culturale, artistica, paesaggistica della Sicilia, si aggiunge l’arte culinaria di famiglia, soprattutto di nonna Vita le cui ricette, rispettando la migliore e millenaria tradizione, nulla hanno da invidiare a quelle “della sempre più imitata nouvelle cuisine” (A. Giostra, 2020, p. 101) e alle sue prelibatezze che si consumano nelle “due ore di socialità condizionata al Tribeca” (p. 102) assolutamente necessarie per incontrare la gente che conta.

Mastr’Antria e altri racconti non è, tuttavia, solo il romanzo della Sicilia, del recupero e della valorizzazione della sua cultura, del suo dialetto e dell’incanto che si prova verso questa straordinaria terra, né solo una sorta di diario in cui le vicende descritte testimoniano ed immortalano lo scorrere del tempo e la Vita di chi ci ha preceduto o che abbiamo vissuto noi stessi. Quest’opera è, anche e soprattutto, un Inno all’Amore, alle Relazioni Sentimentali – qualunque esse siano e a prescindere da quanto durino o dalla possibilità, o impossibilità, da parte nostra di sentirci legati psicologicamente, affettivamente, emotivamente per sempre ad un’altra persona.  È un Inno all’Erotismo nella più pura ed ampia accezione del termine, alla Passionalità e Carnalità vissute spontaneamente, senza inibizioni, regole, timori, pregiudizi o falsi pudori, ma in piena e totale libertà, consapevolezza, abbandono, slancio ed autenticità.

È, anche se in maniera velata, un incoraggiamento a prestare attenzione alla quotidianità dell’esistenza che può rovinare e persino far saltare il rapporto trasformandolo da erotico e passionale in una semplice routine, ordinaria, prevedibile, monotona e, quindi, noiosa.

Il linguaggio, scorrevole e diretto, è altrettanto raffinato nello stile e nei toni, a volte malinconici, altre umoristici ed altre ancora comici; fa immergere il lettore nei racconti e nelle dinamiche degli eventi catapultandolo in un mondo che, per quanto moderno, sembra aver conservato, più o meno intatti, tutto il fascino e lo splendore del suo ricco passato.

Un libro che ho apprezzato molto, che mi ha affascinata e trasportata, per eleganza e raffinatezza, ai tempi de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa; che si legge tutto d’un fiato e la cui lettura – pur essendo destinata ad un pubblico adulto – consiglio con piacere.