La
strada laterale
di
Giancarlo Dell’Angelo
Recensione
di Maria Teresa De Donato
Una capacità descrittiva
notevole unita ad un’altrettanto grande abilità analitica e di osservazione
della realtà emergono quali fattori principali sin dalle prime pagine di
quest’opera letteraria di Giancarlo Dell’Angelo.
Aspetti quali il
Sentimento del Tempo e lo scorrere incessante, misterioso ed altrettanto
imprevedibile della Vita vengono descritti nella forma più realistica e
oggettiva dall’Autore che, attraverso la creazione dei suoi personaggi e delle
varie ambientazioni, ne evidenzia sia la quotidianità sia i pregi, i difetti, i
limiti e, soprattutto, il timore di confrontarsi, ossia di scavare nella
propria anima e combattere i propri demoni interiori.
I sorrisi, i sarcasmi e
gli stessi sguardi che i personaggi si scambiano, spesso senza proferire
parola, denunciano l’incapacità dell’essere umano di guardarsi dentro, ma anche
e soprattutto il proprio disagio nel manifestare apertamente, comunicandoli
verbalmente, i propri sentimenti, le proprie emozioni e nel rendersi, quindi,
potenzialmente vulnerabile all’altro/a.
Di qui, la lezione
paradossale che se ne ricava è che, non comunicando apertamente e quando se ne
ha ampia opportunità, anche correndo il rischio di essere rigettati, gli altri
difficilmente sapranno l’importanza che hanno rivestito nella nostra Vita.
Quando forse noi saremo pronti a fare questo passo, loro potrebbero non esserci
più e lasciare in noi un vuoto incolmabile.
Personaggio particolare e
ricco di significato del romanzo è, a mio avviso, la busta: una
busta imbucata anni prima e che non riesce ad arrivare alla destinataria.
Continua a girare tra le mani delle persone più svariate, finendo nei posti più
insoliti e venendo recuperata puntualmente nei modi più strani. A prescindere
dal suo contenuto e dal raggiungere la sua ultima meta, questa busta sembra
essere la metafora stessa della Vita, degli eventi che capitano, o non capitano,
e di cui non si può avere né certezza né, in molti casi, una logica spiegazione
del perché o del percome. La Vita – quasi prendendosi gioco degli esseri umani
– passa loro accanto, si fa sfiorare per un attimo illudendoli e facendoli
sognare, ma costringendoli, tuttavia, ad accettare il fatto che “le cose
succedono e non è obbligatorio darsi sempre una spiegazione” (Dell’Angelo,
2021, p. 145) e che troppo spesso null’altro resta a molti, forse alla
maggioranza, che imboccare ‘la strada laterale’.
Il Destino che “a
volte fa un po’ di confusione” (p. 150) così come l’Amore che a volte si
sceglie mentre altre ti sceglie e la Vita che “Prende in mano le briglie
strattonando e trascinando via” (Dell’Angelo, 2021, p. 150) sfuggono tutti
ugualmente a ogni logica.
Di fronte a questa Vita e
a questo Destino così misteriosi, imprevedibili, sfuggenti e incontrollabili la
domanda sorge spontanea: “C’è sempre una via di fuga… una felicità in cui
dover credere?” (p. 160)
La risposta la lasciamo
al lettore.
Un libro molto bello ed
altrettanto profondo per tematiche e contenuti che consiglio vivamente a tutti.