Dr.ssa
Maria Teresa De Donato
NaturopataTradizionale,
Omeopata, Life Strategist, Autrice
Il
Mondo dei Sogni
Intervista
con la Dr.ssa Rosa Genovese
Attrice,
autrice e regista teatrale. Dr.ssa in Psicologia clinica
Il mondo dei sogni ha caratterizzato
l’esistenza dell’Uomo dalla sua comparsa sulla Terra. Diverse sono state, nel
corso dei millenni, le interpretazioni sulla natura, il significato e l’utilità
dei sogni. Dalle più antiche civiltà che
sono esistite, tra cui quella babilonese, quella ebraica, quella greca, quella
romana, fino a giungere a quelle moderne e contemporanee, ognuna ha espresso la
propria opinione in merito, vedendo il sogno come rappresentazione della vita
reale, come linguaggio dell’anima liberata dal corpo durante il sonno, come
ispirazione e messaggio proveniente da Dio o da altre entità spirituali, o come
simbolo delle nostre passioni irrazionali.
Malgrado il profondo scetticismo di Cicerone,
secondo cui i sogni sarebbero privi di valore e, quindi, non degni di alcuna
considerazione, noi ci permettiamo di dissentire, attribuendo ad essi
un’importanza di cui, probabilmente, non siamo riusciti ancora ad afferrarne la
piena portata.
È di questo, quindi, che oggi vogliamo parlare
con Rosa Genovese, Dottoressa in Psicologia clinica.
T: Rosa,
Grazie per aver accettato l’invito ed essere qui con noi oggi.
R: Grazie a te, Maria Teresa, per darmi la
possibilità di parlare di questo interessante e importante argomento. Come dici
tu, il sogno accompagna l’uomo fin dalle sue origini. Del resto il genere umano è sempre stato
affascinato dal mistero e il sogno è tuttora, nonostante gli studi scientifici
ci diano delle risposte sempre più precise di quello che accade a livello
cerebrale, in parte avvolto dal mistero. Naturale dunque che ci siano più
risposte e più interpretazioni per un medesimo fenomeno.
T: Rosa , come abbiamo elencato nell’introduzione, tante sono
le vedute circa il sogno – dalla sua totale inutilità a profezia ispirata dagli
dei, a massima espressione dell’intelletto o del nostro subconscio – come avremo modo di
approfondire più avanti.
Personalmente, come Naturopata, avendo una
veduta olistica della vita e della salute, ritengo che conoscere e approfondire
le tematiche legate ai sogni, cercando di intepretare nella maniera più corretta
possibile il loro significato simbolico, possa aiutarci ad identificare le
problematiche non risolte a livello emotivo e conservate nella profondità del nostro subconscio.
In questo modo possiamo aiutare le persone a divenire consapevoli dei loro simboli
e significati, soprattutto quando si tratta di sogni ricorrenti, e a
‘lavorare’, durante le ore di veglia ed in maniera cosciente, alla rimozione
dei problemi che li hanno determinati. Questo è possible effettuarlo aiutando
il cliente/paziente a sviluppare una nuova percezione della realtà e, di
conseguenza, un nuovo modo di proporsi ad essa e di interagire con essa.
Come
Dr.ssa in Psicologia clinica, qual’è la tua personale opinione in materia?
Trovi che interpretare i sogni sia assolutamente fondamentale come parte della
terapia analitica? E se sì, perché?
R. Nell’ambito di una terapia psicoanalitica
l’analisi dei sogni rappresenta un momento fondamentale del percorso di autoconoscenza del soggetto che
richiede aiuto. L’interpretazione va però inserita all’interno della relazione
duale analista-cliente/paziente. Sottolineo l’importanza della relazione
terapeutica perché non si può prescindere da una interpretazione collocata nel
qui ed ora della dinamica analitica. Altrimenti cadremmo nell’idea ingenua che
i sogni abbiano una interpretazione statica, fissa. Per comprendere la
differenza tra interpretazione dei sogni nell’ambito di una relazione
terapeutica e interpretazione statica dobbiamo pensare alle persone che
attribuiscono significati precisi ai sogni abbinandoli ai numeri e poi
giocandoli al lotto. Cosa ad esempio che avviene frequentemente in Italia nelle
regioni soprattutto meridionali e nello specifico soprattutto nella città di Napoli . Va anche
detto che le psicoterapie seguono diversi approcci teorici e che diversi sono i
modi di attribuire importanza ai sogni e di interpretarli. Sicuramente in
ambito psicoanalitico i sogni hanno un posto primario nella terapia. Freud
considerava i sogni la via regia per accedere all’inconscio. Oggi, però, non
tutte le psicoterapie ritengono fondamentale rendere conscio l’incoscio per
arrivare alla soluzione dei problemi psicologici del paziente. Quando parliamo di
interpretazione in ambito psicoanalitico dobbiamo pensare ad un significato del sogno che emerge
dalla storia soggettiva del
paziente inserita nella relazione terapeutica del qui ed ora come percorso di
autoconoscenza. Non si può prescindere da questo aspetto. Va anche aggiunto che
la stessa psicoanalisi nei diversi orientamenti opera diversamente. Diversa è
l’impostazione freudiana rispetto a quella junghiana ad esempio. Ma la
relazione che si instaura tra analista/paziente e l’alleanza terapeutica, che
necessariamente viene a crearsi, è il comune denominatore di tutti i tipi di
terapie psicologiche, nel percorso di interpretazione e, se vuoi, di
reinterpretazione dei sogni e dei vissuti, che è poi la via che conduce alla
guarigione.
T:
Nel suo libro Il Linguaggio Dimenticato
Erich Fromm, famoso psicologo e sociologo tedesco, sostiene che “nel linguaggio
simbolico le esperienze interiori, i sentimenti e i pensieri vengono espressi
come fossero esperienze sensoriali, avvenimenti del mondo esterno.” Sei d’accordo con questa
affermazione?
R. Sì, potrei essere d’accordo. Il sogno, in
effetti, spesso lo viviamo come qualcosa che ci capita e non come qualcosa che
ci appartiene profondamente e che noi stessi produciamo. Lo trattiamo come
qualcosa che va capito, studiato, analizzato, interpretato. Del resto il sogno è espressione del nostro emisfero
cerebrale cosiddetto muto, che nella maggior parte delle persone è
nell’emisfero destro. L’emisfero sinistro è, invece, quello in cui ha sede il
linguaggio ed è l’emisfero analitico, sempre nella maggior parte delle persone,
anche se esistono delle eccezioni. L’emisfero destro è quello della creatività,
dell’intuizione, della visione olistica del
mondo. Mentre il sinistro scompone, analizza l’esperienza nei particolari.
L’emisfero destro attraverso il sogno ci manda messaggi con la sua modalità
comunicativa che è una modalità che si esprime attraverso il simbolo. Per
questo possiamo sentirlo come qualcosa che ci capita e non che produciamo noi
stessi.
T:
Sempre in riferimento ai sogni, e considerando che sia le civiltà antiche
occidentali sia quelle orientali hanno considerato miti e sogni quali
espressioni significative dell’intelletto, ed il fatto di non comprenderli come
una forma di analfabetismo, Fromm si pone anche un’altra domanda e cioè “È
importante capire questo linguaggio quando si è svegli?” Qual’è la tua veduta e
come risponderesti a tale domanda?
R: Secondo me è importante perché appunto il
nostro cervello è formato da due parti: l’emisfero destro e l’emisfero sinistro
che sono specializzati differentemente e comunicano tra loro attraverso delle
fibre nervose, la più importante delle quali è il corpo calloso. Dunque è la
stessa struttura fisiologica del
cervello che ci risponde: è importante che i due emisferi comunichino tra loro.
Si formano delle patologie se noi adoperiamo una sola modalità di elaborazione
dell’informazione. Per sentirci completi abbiamo bisogno di integrare la
modalità analitica e quella olistica. Il sogno si verifica quando dormiamo e da
svegli capire o almeno cercare di provare a comprendere il suo messaggio può
solo arricchirci ed anche aiutarci in molte situazioni della vita.
T:
Quando parliamo di sogni e della loro possibile interpretazione, due grandi
figure emergono: Freud e Jung. Le differenze tra i due sono
molteplici, ma nel tentativo di sintetizzare quanto più possibile, possiamo
dire che Freud considera i sogni la realizzazione di passioni irrazionali
represse durante le nostre ore di veglia. Secondo lui l’essere umano ha
impulsi, sentimenti e desideri che motivano le sue azioni, ma di cui lui
(l’Uomo stesso) non si rende conto. L’Uomo, quindi, sarebbe spinto ad agire dal
suo “inconscio”. Freud ritiene anche che questi desideri irrazionali affondino
le radici nella nostra infanzia; che riemergano nell’età adulta proprio
attraverso i sogni; e che in realtà siano il risultato di impulsi sessuali
generalmente distruttivi e/o incestuosi… . Jung, al contrario, afferma che ogni
sogno rappresenta sia i desideri del
passato sia le mète che il sognatore si prefigge per il futuro. Con la sua
teoria, Jung arriva a concepire l’inconscio come un’entità dotata di
intelligenza propria la cui abilità supera grandemente quella della coscienza
introspettiva. Queste due visioni – e conseguenti scuole di pensiero – vengono
presentate quasi sempre come in antitesi l’una all’altra.
Invece
di vederle in contrasto e, quindi, dover optare per l’una o per l’altra, la
verità non potrebbe essere nel mezzo e, perciò, includerle entrambe?
R: Sappiamo che per Freud il sogno è
l’appagamento di un desiderio rimosso; che il sogno ha un contenuto manifesto e
uno latente; e che l’analista deve andare ad indagare come un detective il suo
reale significato facendo “luce” nell’inconscio del paziente. La patologia per Freud si può
innescare da un fatto attuale, ma ha le sue radici nell’infanzia e nella
sessualità che si sviluppa in fasi precise. Inoltre il sogno viene deformato
dalla censura che lavora sempre a livello inconscio per nascondere contenuti
che il soggetto non è in grado di accettare. Noto è il famoso complesso di
Edipo che Freud ricavò dalla tragedia greca di Sofocle, dove Edipo si accoppia
con la madre, senza sapere che sia sua madre. Freud traspose la vicenda ad un
livello fantasmatico, estrapolando da quella tragedia il seguente concetto: il
bambino desidera la madre, ma questo desiderio viene censurato dal bambino e
poi dall’adulto perché insopportabile al pensiero ed anche per la paura della
vendetta del
padre. Paura che può poi innescare il senso di colpa. L’indagine di Freud si svolge,
dunque, soprattutto sull’infanzia del
soggetto e sulla sua sessualità. Successivamente egli indagherà anche
l’aggressività insita nell’uomo con quello che chiamò ‘l’istinto di morte’.
Freud sviluppò un pensiero essenzialmente pessimista sull’uomo e il suo
destino. Per quello che riguarda Jung, Freud lo considerò inizialmente come
l’allievo prediletto, quasi un figlio, sicuramente il suo erede spirituale. Ma
Jung ad un certo punto del
loro rapporto amicale e professionale, ruppe questa aspettativa del maestro per
sviluppare una sua teoria che introdusse, a mio avviso, due aspetti
fondamentali. Uno è quello di avere una visione dell’uomo come quella di un
percorso che dura tutta la vita. Freud, invece, si occupava solo dei primi anni
della vita del
paziente dove tutta la vita psichica prendeva forma perché per lui era in quel
periodo che tutto accadeva. Egli considerava sano chi raggiungeva una
sessualità genitale matura ed eterosessuale. Jung, invece, introdusse il
concetto di individuazione. Un
concetto, questo, molto importante perché sposta da un piano
teorico/psicologico preminentemente sessuale ad un piano più, potremmo dire,
esistenziale, di un uomo che per tutta
la vita cerca di capire chi è, cerca di individuarsi, ossia scoprirsi nella sua
individualità e unicità creative e del suo stare al mondo: cerca il suo
significato, il suo senso. Ed è proprio in questo tipo di pensiero che il sogno
assume anche un significato diverso rispetto a come lo intendeva Freud. Freud
si riferiva alla vita del
soggetto, mentre Jung allarga la visione ad un inconscio non solo individuale.
Jung introdusse, infatti, un secondo concetto fondamentale quello di inconscio collettivo, maturando una
visione spirituale della vita dove è tutta l’umanità ad evolversi e il sogno del singolo è inserito
in una visione non solo ontogenetica, quindi del suo solo personale sviluppo, ma anche
filogenetica. È come dire che siamo tutti collegati e i sogni possono assumere
aspetti archetipici che appartengono al soggetto e alle sue tappe evolutive in
quanto inserito nel percorso storico dell’intera umanità. Rispondo ora alla tua
domanda se le due teorie possano integrarsi. Non credo questa integrazione sia
possible perché la teoria psicologica di Freud e quella di Jung su molti
aspetti fondamentali è diversa, tanto che Jung si allontanò dal maestro per le
idee che ritenne inconciliabili tra di loro. Esistono scuole psicoanalitiche
freudiane, junghiane come quelle adleriane ed altre, ma seguono approcci
teorici diversi che originano terapie differenti, anche se attualmente le varie
scuole di psicoanalisi cercano un confronto e sono maggiormente aperte al
dialogo rispetto al passato perché oltre che confrontarsi tra di loro non
possono ignorare gli attuali studi e le recenti scoperte delle neuroscienze.
Sempre di più in ambito psicoterapeutico e psicoanalitico si è però evidenziato
che anche diversi approcci teorici possono funzionare perché sono accomunati
tutti da una base comune che sono: la relazione terapeutica basata su un
rapporto empatico, e l’alleanza terapeutica tra analista e paziente che prevede
in qualche modo un “contratto” in cui entrambi si impegnano in vista di un fine
con delle modalità concordate.
T:
Molto interessante e grazie per questi ulteriori approfondimenti, Rosa. Parlando
dell’inconscio e del
ruolo che questo riveste nell’attività onirica, Freud cita anche il concetto di
“censore”che abbiamo già menzionato. Hai altro da aggiungere a quanto già detto
in merito a cos’è e a come opera, ma soprattutto potresti spiegarci come dal
concetto di “censore” si arrivi a quello di “nevrosi”?
R: Il censore è la parte morale, quello che
Freud chiamava Super Io, ossia tutte le norme sociali introiettate. Sappiamo
che Freud suddivideva in tre parti l’apparato psichico l’Es, l’Io e il Super
Io. Tre istanze fondamentalmente inconsce che operano al di là della nostra
coscienza. La stessa istanza dell’Io Freud la paragonava alla punta di un
Iceberg. Come a dire che non ci conosciamo, che non siamo padroni in casa
nostra, che il nostro apparato psichico è quasi tutto inconscio e agisce al di
fuori della nostra consapevolezza. La nevrosi secondo Freud si presenta quando
queste istanze entrano in conflitto: l’Es è la spinta erotica, la spinta alla
vita senza regole, è pura energia vitale senza inibizioni, il Super Io è quello
che mette limiti in base alle regole sociali introiettate e l’Io deve mediare
tra queste due forze contrapposte ed è proprio quando l’Io non riesce a
calibrare queste diverse istanze che si crea disequilibrio e può presentarsi la
nevrosi. Da quanto detto si capisce perché Freud considerava il sogno la via
regia all’inconscio, perché attraverso le sue immagini e i suoi simboli, il
sogno riesce ad aggirare la censura e ci mette in contatto con le nostre
istanze più profonde che sono nella sua teoria spesso desideri sessuali
incestuosi, inaccettabili moralmente, oppure fissazioni a stadi immaturi dello
sviluppo sessuale. Gli stadi sessuali erano per Freud quello orale, anale,
fallico e genitale. La persona sana
doveva arrivare a superare i vari stadi e a sviluppare una genitalità matura.
Chiaramente il lavoro analitico e l’interpretazione del sogno ha bisogno di un esperto con cui
confrontarsi, perché da soli difficilmente riusciamo a capire il significato del sogno che appunto, per
aggirare la censura, si camuffa. È un po’ come se un ladro per sfuggire alle
guardie si travestisse da innocua vecchietta. Tutto ciò però avviene dentro di
noi, nel senso che siamo al contempo ladri travestiti da vecchiette e guardie.
Ovviamente questo crea un conflitto a volte molto duro che origina la nevrosi
per come la intendeva Freud, creando sintomi e pensiero circolare, ossia
ripetitivo che non trova soluzioni alternative e ciò conduce ad un profondo
malessere soggettivo.
T:
Quali sono, o potrebbero essere, nel sogno i simboli di una nevrosi latente?
Potresti
menzionarci qualche caso in base alla tua esperienza personale e professionale?
R: Oggi non si parla più molto di nevrosi come
ai tempi di Freud. Si parla maggiormente di disagio e il disagio può
manifestarsi con incubi, senso di soffocamento, sonno inquieto. A tal proposito
è importante fare cenno al sonno Rem che è il sonno nel quale noi sogniamo, Rem
significa Rapid eye movement ed è proprio in quel momento che stiamo sognando.
Il sonno notturno si svolge secondo dei cicli che si ripetono durante la notte
più volte di sonno Rem e Non Rem. Quindi tutti sogniamo più volte
durante la notte, anche se spesso le persone pensano di non sognare, oppure
appena svegli dimentichiamo in fretta quello che abbiamo sognato. Svegliarsi
nel cuore della notte sudati a seguito di un incubo può indicarci che qualcosa
non va. Spesso a seguito di un trauma noi abbiamo sogni angoscianti che possono
ripetersi. Però è importante in questi casi rivolgersi ad uno specialista che
ci possa aiutare a stare meglio.
Per quello che mi riguarda io dò molta
importanza al sogno ed ho un quaderno con una penna sul comodino vicino al mio
letto, in modo da annotarmi i sogni e lo faccio appena sveglia perché il sogno
può svanire in fretta e corro il rischio di dimenticare particolari
importanti. Per ciò che riguarda la mia
pratica professionale, tu sai che io ho lavorato come attrice professionista a
lungo, poi il mio percorso è continuato con la scrittura di testi teatrali e la
loro messa in scena. Ho inoltre, in seguito alla nascita di mia figlia,
approfondito la didattica teatrale per bambini ed ho elaborato un metodo
didattico personale che è scaturito nel testo: Pinocchio dei diritti, che unisce alla pratica teatrale la Convenzione
Internazionale dei diritti all’Infanzia. Avevo, però, nel mio cuore un sogno
non realizzato. Non notturno, ma un sogno che potrei chiamare un desiderio,
quello di riprendere gli studi di psicologia che avevo interrotto in gioventù.
Ho ripreso gli studi in età matura; mi sono laureata in Scienze e tecniche
psicologiche nell’arco di vita e specializzata in Psicologia clinica.
Attualmente sto svolgendo il tirocinio annuale per poi affrontare l’esame di
Stato a giugno 2018 e abilitarmi come psicologa. Quindi la mia è una conoscenza
sia teorica che basata sull’osservazione. Solo dopo l’abilitazione potrò fare
consulenze cliniche. Qui da noi in Italia per andare in terapia psicologica
bisogna rivolgersi ad uno psicoterapeuta o ad un analista che richiede una formazione
ulteriore che acquisisci con 4/5 anni di
scuola, a cui possono iscriversi
psicologi e medici.
T:
Quali sono alcuni consigli che potremmo dare ai nostri lettori in relazione
all’argomento di oggi?
R. Potremmo consigliare di dare maggiore spazio
ai loro sogni. Prendersi del tempo per annotarli, rifletterci durante la
giornata. Il sogno apre spazi diversi nella routine quotidiana. Spesso siamo
tutti oberati di impegni e scadenze e ci identifichiamo in un ruolo preciso. Il
sogno, invece, ci porta in una dimensione diversa, profondamente umana che è
quella soprattutto delle emozioni e dei nostri desideri. Ci riporta a noi, alle
nostre paure, alle nostre inquietudini, al nostro passato ma anche al nostro
presente e, perché no, ci indica in qualche modo anche quale potrebbe essere la
nostra strada nel futuro. Il sogno appartiene a quella vocina autentica dentro
di noi che spesso non ascoltiamo. Al nostro Sé più profondo.
T: Il
Mondo dei Sogni non è solo affascinante, ma anche altrettanto vasto e, quindi,
è impossibile considerarne tutti gli aspetti in un’unica intervista. Non sei
d’accordo, Rosa ?
R: Si è vero, come hai spesso sottolineato tu
il sogno accompagna l’umanità da sempre. E da sempre se ne cerca il
significato. L’argomento è vastissimo e sicuramente il sogno si presenta in
molteplici vesti. C’è chi pensa possa prevedere ll futuro: famoso il mito di Cassandra a cui
viene data dal dio Apollo la facoltà della preveggenza, ma al contempo la
condanna a non essere creduta. Nell’antica Grecia si credeva, ad esempio, che
durante il sonno Asclepio, il dio della medicina, visitasse la persona per
ispirarla, guarirla o guidarla. C’è
chi considera il sogno una comunicazione del
divino, in tal senso esempi sono presenti nella Bibbia: Nella Genesi c’è l’episodio
di Dio che parla a Giacobbe in sogno, mostrandogli la famosa scala che si
protrae fino al Cielo. Alcuni scienziati hanno sognato le loro scoperte prima
di trascriverle. Inoltre per tornare a citare Jung e l’incoscio collettivo
possiamo rilevare come scoperte fondamentali per l’evoluzione umana siano state
sognate, pensate e realizzate quasi in contemporanea in diversi luoghi del nostro pianeta.
T. È
stata un’esperienza molto interessante questa e speriamo che il materiale
presentato e le tematiche affrontate siano stati utili ed informativi per i
nostri lettori.
Se
qualcuno di essi volesse contattarti e saperne di più sulle tue attività in che
modo può farlo?
R: Per chi volesse contattarmi per le mie
commedie o per altre tematiche inerenti la psicologia clinica, può farlo
visitando il mio sito www.rosagenovese.com oppure può scrivermi direttamente
all’indirizzo e-mail: rosa.genovese@tin.it
T:
Grazie ancora, Rosa , per aver partecipato a
questa intervista e tanti auguri per un grande successo in tutte le tue
attività.
R: Grazie a te, Maria Teresa, per avermi
proposto questa intervista che mi ha stimolata a trattare un argomento a me
molto caro e grazie ai lettori e alle lettrici che ci hanno seguite fin qui.
MariaTeresaDeDonato-RosaGenovese©2018.
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