Monday, January 4, 2021

Un triangolo rosa - Romanzo di Paolo Arigotti - Recensione di Maria Teresa De Donato

 

Un triangolo rosa - Romanzo di Paolo Arigotti

Recensione di Maria Teresa De Donato



 

Perché ci si innamori e perché ci si innamori e si ami una certa persona piuttosto che un’altra è uno dei Misteri della Vita che ancora non siamo riusciti a comprendere. Chi si ami e come si possa o si debba amare l’altro/a è ancor oggi oggetto di discussione in molti ambienti.

Benché gli amori ‘diversi’, quelli che nascono e si consumano tra persone dello stesso sesso siano esistiti da sempre, accettati, tollerati o aspramente condannati dalle varie religioni e culture di turno, il Paragrafo 175, conosciuto anche come Sezione 175, ed incluso nel Codice di Diritto Penale tedesco in rigore dal 15 Maggio 1871 al 10 Marzo 1994 considerava reato la relazione tra omosessuali maschi. Questa legge trovò la sua più amplia applicabilità proprio nella Germania nazista e precisamente dal 1935 in poi.

In un’Europa devastata dall’occupazione tedesca e, successivamente, dai bombardamenti aerei delle potenze Alleate Anglo-Americane accorse per liberarla, due forze opposte si scontrano su tutti i fronti: il Bene ed il Male.

Così, dunque, mentre da un lato l’efficientissima ed altrettanto spietata macchina da guerra nazista occupa territori e seleziona e stermina tutti coloro che trova sul suo percorso e considera ‘non meritevoli di vivere’, tra cui milioni di ebrei, Testimoni di Geova, Rom ed altre etnie, oltre a disabili fisici e mentali e ‘deviati’, come gli omosessuali vengono considerati dal nazismo, l’Amore, in tutte le sue forme e a tutti i livelli della gerarchia politica e della scala sociale, continua imperterrito a nascere e a crescere spesso proprio nella clandestinità.

Un triangolo rosa era, per l’appunto, il simbolo che veniva cucito sulle divise dei detenuti nei campi di concentramento, a testimonianza del ‘reato’ commesso: l’omosessualità.

In questo clima di terrore e di sofferenza diffuso in tutta l’Europa, nasce e si sviluppa la storia d’amore di due coppie gay. Descrivere, però, questo romanzo di Paolo Arigotti, come la semplice storia d’amore di due ragazzi omosessuali è, secondo me, altamente riduttivo.

Un triangolo rosa è, nella sua essenza più profonda, un libro d’Amore, quello con la A maiuscola, ma soprattutto dell’Amore che va oltre il semplice rapporto di coppia, omosessuale o eterosessuale che sia: è Amore nel senso di Eros, ma anche quello fortemente empatico e solidale, quello pronto a sacrificarsi per il bene e – nel caso di eventi come quelli legati alle persecuzioni avvenute nella Germania nazista – a rischiare la propria vita per salvare l’altro, chiunque sia.

Un triangolo rosa è anche il romanzo dei paradossi che la Vita presenta, delle realtà oggettive e di quelle percepite come tali che si scontrano, si incontrano e, in alcuni casi, vanno anche a braccetto ed in cui improvvisamente l’impossibile diventa possibile. È anche un romanzo altamente introspettivo che, dietro una narrativa semplice e diretta e l’evolversi di eventi storici e fiction, tenta di svegliare la coscienza del lettore inducendolo a porsi domande vitali, a mettere in discussione le proprie convinzioni e, soprattutto, ad astenersi dal giudizio, perchè ciò che appare agli occhi umani è solo un’effimera percezione in quanto la realtà è molto più complessa ed articolata di quanto non possa sembrare ed atti e rapporti che possono apparire inaccettabili nascondono in molti casi sentimenti profondi che meritano di essere rispettati anche quando potrebbero non essere completamente compresi dagli altri.

Un triangolo rosa è anche un romanzo che testimonia la continua lotta tra la Mente, che in modo spietato, calcolatore e pragmatico tenta di dare un senso ed una giustificazione ‘logica’ a tutti gli orrori e ai crimini che le si consumano intorno e di cui l’individuo è, direttamente o indirettamente, responsabile, e Cuore e Coscienza che a tale attitudine si ribellano e in alcuni casi non mollano fino a quando non raggiungono il risultato sperato, ossia il pentimento ed il conseguente desiderio e bisogno da parte dell’individuo, di espiare le proprie colpe e di salvare quante più vite possibili. Questa eterna lotta tra Bene e Male e Cuore e Coscienza che si oppongono con tutte le loro forze e la massima determinazione senza concedere un attimo di tregua all’individuo convivono tumultuosamente in uno dei personaggi più emblematici della narrativa: il giovane ed altrettanto brillante Colonnello tedesco delle SS Klaus.

Un bellissimo romanzo che offre molti spunti di riflessione e di autoesame e che, come suggerito dal Monsignore, altro personaggio di rilievo di questa pubblicazione, potrebbe lasciare qualche lettore con una domanda cui rispondere: Possono condizioni, quali ad esempio l’omosessualità, che apparentemente vengono disapprovate da Dio, essere proprio da Lui perdonate, a seconda dei casi ed in virtù della Sua Misericordia, Saggezza e, soprattutto, del Suo Amore, e continuare ad essere, malgrado tutto, aspramente condannate dal giudizio di uomini ‘imperfetti e peccatori’?