Marta, un soffio di vita
di Daniela Merola, Giornalista, Autrice
Recensione di Maria Teresa De Donato
“Panta rei” – tutto
scorre – dicevano gli antichi Greci.
Tutto scorre proprio come in questo romanzo: un romanzo dal linguaggio
immediato, a volte crudo e persino cinico, dai ritmi incalzanti, quasi
nevrotici, da fiume in piena. Un romanzo
fiction altamente allegorico in cui Marta Renzulli non è solo la protagonista. Marta Renzulli incarna un’intera Umanità, è la
metafora di un Mondo che, viaggiando alla velocità della luce, si dibatte tra
un continuo desiderio di avanzare verso l’ignoto per raggiungere mete altrimenti
irraggiungibili e la rabbia, mista al rimpianto, per un passato a cui guarda
con nostalgia per come avrebbe potuto essere, ma non fu.
Tutto scorre. Tutto
cambia: drasticamente ed altrettanto improvvisamente in un quadro generale dove
la precarietà regna sovrana nei rapporti sia familiari sia di coppia che si
svuotano di ogni forma e sostanza “nella società del nulla”.
Nel vortice di
un’angoscia esistenziale che porta a fuggire da un luogo all’altro e da una
situazione all’altra…, quando in realtà si sta fuggendo solo da se stessi…,
diventa fondamentale rimpossessarsi del “soffio di vita” che ognuno ha in
sé. La perenne corsa verso una meta che non
si è in grado di identificare e la cui mancanza fa sentire terribilmente soli,
incapaci di trovare il proprio posto nel mondo, porta ad un tale livello di
alienazione da spingere ad un comportamento altamente distruttivo, mentre si
cerca a lungo di rincorrere un treno su cui sembra non si riesca mai a salire. Tuttavia
la soluzione di questo grande disagio, di tutti i problemi, reali o percepiti
come tali, è paradossalmente semplice, facile da realizzare e sotto gli occhi
di tutti: essere amati in maniera incondizionata, capiti ed apprezzati.