In Prima Linea
Intervista a
Rosalba Cicale, Infermiera
Ripalta, chiamata da familiari ed amici semplicemente
‘Tina’, una mia carissima amica che purtroppo non è più tra noi, un giorno mi
disse “Teresa, io ho il lavoro più bello
al mondo! Un lavoro come quello mio o del medico non puoi farlo solo per avere
uno stipendio a fine mese. Devi sentirlo come vera e propria vocazione, come la
tua chiamata.”
Tina era un’infermiera che adorava ciò che faceva. Amava studiare, migliorarsi continuamente
come persona e come professionista, ma soprattutto amava aiutare gli altri,
prendersi cura di loro e vederli riacquistare la salute. È stata una Donna con
la D maiuscola, un’infermiera modello, madre e moglie esemplare.
La porterò sempre nel mio cuore.
Ancora oggi mi sento una privilegiata nell’avere tra i miei
più cari amici ed amiche medici ed infermieri
che non risparmiano nulla nel loro lavoro, andando ben oltre quello che
il loro ruolo richiederebbe. E questo
senza menzionare il fatto che, oltre ad essere sottopagati e da troppo tempo
sotto organico a causa di politiche scellerate ed irresponsabili, hanno anche
una famiglia e corrono ogni giorno rischi di contagio – soprattutto in momenti
come questo in cui assistiamo al dilagarsi di una pandemia come il COVID-19 il
che li fa vivere in un continuo stato di preoccupazione (quindi di stress) per
la propria salute e per quella dei loro familiari.
Oggi sono, quindi, felicissima di presentarvi un’amica
speciale che, oltre ad essere una Madre e Donna straordinaria, è anche
un’infermiera: Rosalba Cicale. Anche Rosalba è molto preparata e competente
e, come molti suoi colleghi e colleghe non solo italiani ma di tutto il mondo,
combatte “in Prima Linea” per la salute di noi tutti – anche di coloro che,
malgrado la gravità della situazione in corso a livello mondiale, continuano a
guardare solo ‘al proprio orticello’ sentendosi assolutamente al sicuro,
intoccabili, immuni da qualsiasi pericolo e rischio di contagio mentre il
numero di questi ultimi, e purtroppo anche dei decessi, continua a salire.
MTDD: Ciao Rosalba e benvenuta nel
mio Blog e Salotto Culturale Virtuale.
Grazie di cuore per esserti presa il tempo per partecipare a questa
nostra intervista.
RC: Grazie a te.
MTDD: Rosalba, perché non ti
presenti e ci racconti un po’ di te, dai tuoi studi alla professione e quant’altro
vorrai condividere con i nostri lettori e le nostre lettrici.
RC: Ho 54 anni e 35 di servizio. Sono sposata,
2 figli, 2 nipoti, mi piace tanto fare giardinaggio. Ho cominciato la mia
professione a 16 anni (2 anni di istituto magistrale con ammissione al terzo
anno) - prima si poteva fare. Ho frequentato il corso da infermiera
professionale all’Ospedale ‘Agostino Gemelli’ di Roma.
MTDD: Per
quale motivo hai optato per questa carriera?
RC: Mio padre, quando avevo 10 anni,
ebbe un brutto incidente e fu ricoverato per 3 mesi. Quando lo andavo a trovare vedevo questi
infermieri così allegri nel reparto e la cosa mi incantò. E così decisi…
MTDD: Quali specializzazioni hai conseguito ed in
quali reparti hai lavorato sino ad ora?
RC: Mi sono diplomata al Policlinico
Gemelli e poi ho preso la specializzazione in Anestesia e Rianimazione. Ho
lavorato molti anni (18) in Chirurgia e Terapia Intensiva. Nel periodo estivo
mi mandavano in Pronto Soccorso poiché ero la più giovane; in Otorino e
Pediatria per 2 anni; poi sono stata qualche anno in Isto-patologia e ora mi
trovo in un DAY Hospital multidisciplinare, ma soprattutto sono una R.A.I. (Responsabile
Assistenza Infermieristica) della Chirurgia Oculistica (spero ancora per poco
perché vorrei tornare a fare l'infermiera…)
MTDD: Raccontaci una tua giornata
tipica al lavoro.
RC: Una giornata 'semplice' è
difficile... Però dovrebbe andare più o meno così: si timbra il cartellino, ci
si mette la divisa, si arriva in reparto, si prendono le consegne. Si fa il
'punto' del reparto (interventi, esami, prelievi…). Ci si organizza con le terapie, i letti,
visita medica; dividiamo il lavoro a seconda di quanti e chi siamo, e si parte
ognuno con il proprio compito (mansione). Finito il tutto si rientra al Back-office e si
registrano i vari dati; se ci si riesce facciamo il break (difficile), a volte
siamo fortunati… Poi si fa il briefing con i medici e il Primario. Si fanno le
varie modifiche alle terapie se serve e si richiedono nuovi esami clinici; si prepara
la lista operatoria... Poi si registra di nuovo il tutto nelle cartelle
infermieristiche e nei programmi del PC. Considerando i vari campanelli che
suonano e gli imprevisti siamo arrivati all'ora del cambio-turno. Si spiega ai
colleghi brevemente le varie emergenze e imprevisti. Si saluta e si timbra l’uscita.
Ci si cambia e via verso casa a fare le mamme, nonne, mogli, figlie…
MTDD: Cosa consiglieresti ai ragazzi
che, leggendo questa nostra intervista, decidessero di intraprendere questa
professione?
RC: Se questo lavoro vi piace veramente
fatelo, altrimenti non è un lavoro che si può fare come ripiego tanto per fare
qualcosa… È un tipo di ‘vita' che deve piacere: vivere di notte mentre il mondo
dorme…
MTDD: Com’è cambiata la Sanità negli
anni, da quando hai iniziato a lavorare come infermiera sino ad oggi?
RC: Tanto… Noi come professionisti siamo
'cresciuti', ci siamo evoluti, aggiornati, anche perché la medicina va avanti e
noi dobbiamo sempre essere pronti a capire e a fare cose nuove. Ma come
riconoscimenti alla professione, come stipendi e come considerazioni da parte
dello stato o degli utenti abbiamo perso tanto. Veniamo considerati la
'malasanità' o 'i furbetti del cartellino'...
MTDD: Se volessimo parlare di
“vantaggi” e “svantaggi” del tuo lavoro, cosa indicheresti?
RC: Il vantaggio è di fare qualcosa di
buono, di utile. L’essere all'altezza di una situazione o il misurarsi con le
emergenze è gratificante. Gli svantaggi sono un po' di più… Arrivare o mancare
a qualche cerimonia perché si è di turno o non c'è stato il cambio, lo
stipendio, le feste, l'utente che ormai è prevenuto nei nostri confronti, le
ferie (come in questo periodo) revocate…
MTDD: Se avessi la possibilità di
rivolgerti direttamente ai politici e alle istituzioni, che suggerimenti
daresti? Da dove dovremmo partire per migliorare la situazione?
RC: Prima di tutto dai materiali: quelli
che ci danno, sia come quantità che come qualità, sono molto scarsi… Dovrebbero
assumere per fare il turnover con noi vecchi, riaprire gli ospedali già
esistenti non improntare ospedali da campo… perché le strutture ci sono!! E se
si potessero ricordare di noi anche a livello economico visto che lo stipendio
è sempre quello mentre le aliquote, l’IVA, le addizionali comunali e regionali
aumentano…
MTDD: COVID-19 – Come lo sta
gestendo a tuo avviso l’Italia e quali consigli daresti a noi tutti e
soprattutto a coloro che, come ho menzionato all’inizio, sembrano sottovalutare
la gravità del problema?
RC: Come dicevo lo Stato, in linea
generale, non pensa alla sanità pubblica perché lo Stato ha la possibilità di
curarsi privatamente e quindi taglia sul pubblico e sulla salute del popolo e
quando succedono queste cose diventano tragedie… ma per noi. Comunque il nostro
problema sanitario sono molti politici che sono arroganti e non tengono conto
degli esperti. Al pubblico in generale consiglierei di attenersi alle
disposizioni.
MTDD: Ci sono altre informazioni o
altri aspetti che non abbiamo trattato e che vorresti aggiungere prima di
concludere la nostra intervista?
RC: Non penso… Forse ho detto anche
troppo…
MTDD: Grazie, Rosalba, per aver
partecipato a questa intervista e per tutti i consigli e le informazioni che ci
hai provveduto. Buon lavoro a te e ai
tuoi colleghi e che possiate e possiamo restare noi tutti in salute superando
quanto prima questa pandemia.
RC: Grazie a te che mi hai dato la
possibilità di far sentire la 'nostra' voce. Speriamo bene per tutti❤️