Thursday, June 25, 2020

Il Mondo e l’Arte visti da uno Scrittore e Poeta: Aldo Villagrossi Crotti - Intervista di Maria Teresa De Donato


Il Mondo e l’Arte visti da uno Scrittore e Poeta:

Aldo Villagrossi Crotti


Intervista

di

Maria Teresa De Donato






Oggi sono felice di ospitare nuovamente l’amico e collega autore Aldo Villagrossi Crotti, Scrittore e Poeta, che ho avuto l’onore di intervistare qualche tempo fa (https://holistic-coaching-dedonato.blogspot.com/2018/05/ascolta-questo-fiume-intervista-con.html).

Aldo è una persona colta, estroversa e poliedrica, impegnata in varie attività non solo culturali e che ha una veduta del mondo e di tutto ciò che è in esso a 360̊, oltre ad una profondità di pensiero ed un affilato senso dell’umorismo come pochi.

Come avevo già menzionato a suo tempo, Aldo mi fa pensare – avendolo conosciuto ed avendo letto alcuni suoi scritti – ad Albert Einstein e a Woody Allen.  Il che non è poco.

Detto questo, vediamo oggi quante e quali sorprese ci riserva.



MTDD: Ciao Aldo. Felice di averti qui e grazie per esserti preso il tempo anche per questa intervista.

AVC: Ciao Teresa, grazie per avermi concesso una seconda chance!


MTDD: La nostra precedente intervista l’avevo intitolata Ascolta questo fiume prendendo spunto proprio da uno dei tuoi lavori. Vorresti riassumere, per i lettori che non avessero avuto modo di leggerlo o non ricordassero il nostro precedente articolo, le pubblicazioni che hai scritto fino al 2019, titoli, contenuti e circostanze?

AVC: Sicuramente, ho iniziato con una pubblicazione giovanile, nei primi anni ’90. Era una raccolta di racconti brevi e poesie che intitolai “Appunti, per l’appunto”. Stampata in proprio, ma nel vero senso della parola: approfittai della fotocopiatrice di un amico, della graffettatrice di un altro, e stampai circa 200 copie. Le distribuii tutte durante una mostra d’arte collettiva. Non sentivo il bisogno di pubblicare un libro, lo feci perché mi sembrava originale unire racconti brevi e poesie in un libretto autoprodotto e distribuirlo come istallazione artistica. La cosa ebbe un certo successo, non perché vennero distribuite tutte (erano gratuite) ma per il fatto che ebbi dei feedback interessanti. La cosa che mi stupì di più fu che molti di quelli che lessero il mio libro riuscirono a cogliere il significato più profondo di quello che avevo scritto. La cosa mi aveva spaventato un po’, ti dico la verità. Avevo scoperto di essere decodificabile. Persino una delle poesie che avevo scritto, una sorta di cross-poem che incrociava un testo di Jimi Hendrix con una mia interpretazione, era a mio avviso piuttosto ermetica, anche se gradevole nella metrica. Arrivò un tizio a farmi i complimenti per quella poesia, descrivendomi esattamente lo stato d’animo in cui mi trovavo quando l’avevo scritta. Da quel momento in avanti cominciai a pensare che scrivere è un po’ come maneggiare un’arma: bisogna fare attenzione. Tolta la tesi di laurea e qualche pubblicazione di carattere tecnico, la mia produzione editoriale, seppur continuassi a scrivere quasi incessantemente, subì una pausa di circa 10 anni. Nel dicembre del 2008 io e mio padre scoprimmo di essere stati coinvolti inconsapevolmente, all’inizio degli anni ’70, in una complicata spy-story internazionale. Dalla ricostruzione (difficilissima) di quell’evento scaturirono due libri, un primo libro nel 2012, “Le false Verità” ed un secondo libro, molto più dettagliato e carico di riferimenti documentali, edito nel 2019 “Quindici ipotesi logiche sul caso Evita Peron”. Subito dopo, per una serie di coincidenze, scoprii un libro che parlava di una storia legata alla deportazione di una donna ebrea dal ghetto di Sighet, nell’allora territorio rumeno annesso all’Ungheria. Questa donna aveva conosciuto uno dei miei zii, e per tre pagine lo aveva descritto. Decisi di tradurre le tre pagine del libro e di mandarle a mio padre, per conferma. Alla fine tradussi tutto il libro, e lo mandai ad una importante casa editrice italiana, francamente senza tante speranze che potesse essere pubblicato. Questi mi risposero dopo una settimana con una email che diceva: “Bellissimo. Lo pubblichiamo.”

Nasce così “La Ragazza di Sighet”, un libro che negli USA passò immeritatamente inosservato, ma che in Italia guadagnò nel 2013 il titolo di “Libro del giorno della memoria”. Una grandissima soddisfazione. Nel frattempo avevo riempito il cassetto di mie poesie. Come succede spesso, quando rileggi quello che hai scritto ne butti il 90%. Così feci, ma il 10% rimanente era così interessante che decisi di condividerlo con alcuni amici appartenenti alla cerchia poetica americana e sudamericana. La cosa fu apprezzata (sempre nel mio più completo stupore) al punto tale che mi fu chiesta una partecipazione a quella che oggi è “L’enciclopedia poetica dei cinque continenti”, pubblicata inizialmente in Colombia e in Argentina e oggi presente un po’ in tutto il mondo. La prima edizione si chiamava “Oir Ese Rio”, cioè “Ascolta questo fiume”, ed aveva una precisa funzione, che era quella di sensibilizzare, attraverso la poesia, i popoli del mondo nei confronti dell’inquinamento dei corsi fluviali. Oir Ese Rio uscì nelle librerie, e a distanza di qualche mese mi arrivò una richiesta di contatto su Facebook da parte di una persona che risiedeva in Colombia. Pensai ad un errore, ma accettai. Dopo qualche ora questa persona mi mandò un filmato dove una studentessa liceale colombiana leggeva la mia poesia, quella pubblicata in “Oir Ese Rio”. Poi arrivarono altri contatti, uno dietro l’altro. Dalla Colombia, dal Venezuela, dall’Argentina, dal Cile, e così via. Gente che comprava il libro e aveva letto la mia poesia. L’avevano gradita al punto tale che volevano saperne molto di più su di me. Avevano il piacere di conoscermi. Seppi che la poesia a quelle latitudini è molto più importante di quello che non sia dalle nostre parti. Iniziarono a chiedermi altre poesie, e la cosa iniziava ad essere una costante della mia vita. L’anno scorso arrivò la richiesta di partecipazione alla seconda edizione dell’Enciclopedia Poetica dei Cinque Continenti, questa volta dedicata alla vegetazione, “Arbolarium”. La richiesta al sottoscritto da parte dell’editore stavolta era un po’ più sostanziosa: non voleva che scrivessi solo una poesia, ma mi chiese la prefazione del volume. In questo momento stiamo preparando il terzo volume dell’Enciclopedia, questa volta interamente dedicata al Vento. Voglio ricordare che tutti i proventi provenienti dalla vendita di questa Enciclopedia sono stati devoluti all’associazione “Pibes”, una fondazione Argentina che realizza opere legate al miglioramento delle condizioni di vita dei bambini delle popolazioni indie nella foresta pluviale nel Nord dell’Argentina.




MTDD: Complimenti vivissimi! Ricordo che nel 2019 hai partecipato anche ad alcune trasmissioni radiofoniche di un’emittente argentina.  Vorresti parlarci di questa tua esperienza?

AVC: L’editore dell’Enciclopedia Poetica dei Cinque Continenti, il poeta argentino Esteban Charpentier, da più di 20 anni conduce una trasmissione radiofonica interamente dedicata alla poesia, la trasmissione “Denserio”. Inevitabilmente fui coinvolto in una di queste trasmissioni, inizialmente come ospite e poi come presenza pressoché continua.


MTDD: Nella precedente intervista erano emersi degli aspetti molto interessanti cui, tuttavia, per ragioni di tempo e spazio avevamo solo accennato e che in questa occasione mi piacerebbe invece approfondire.  Vorrei iniziare con una tua affermazione quando, parlando dell’arte come “libera espressione”, ma anche come “manifestazione di un impegno sociale e politico” e “metodologia terapeutica, come strumento di autoconoscenza, di autoanalisi ed autocritica”, avevi affermato di essere estremamente critico nei confronti di te stesso, ma di avere la tendenza a giustificare il resto del mondo e a perdonarlo. Hitler compreso, nel caso resuscitasse e vi incontraste.
Molta gente che ha sofferto prove inenarrabili e che ha, direttamente o indirettamente, testimoniato atrocità come quelle compiute nei campi di concentramento è probabile che abbia serie difficoltà non solo a “giustificare” azioni del genere, ma ancor di più a “perdonare” chi ne è stato l’artefice.
Potresti elaborare questa tua risposta spiegando se, nel tuo caso, ritieni si tratti di amore incondizionato, di empatia o di altro o quale altra spiegazione dai a questa tua tendenza?

AVC: Credo profondamente nell’evoluzione dell’essere umano. Si cambia, è inevitabile, ma il cambiamento può anche essere in meglio, e spesso lo è. Una vita passata nella rettitudine e nella perfezione è inevitabilmente noiosa. Ci sono persone che sono radicalmente malvagie, è un dato di fatto. Fra questi c’è qualcuno che riesce a concretizzare la propria malvagità anche a livelli molto alti, e i danni sono incalcolabili. Quello che li sostiene, però, non è quasi mai la loro stessa malvagità. Le figure stile “capo della Spectre” sono figure pressoché cinematografiche, letterarie. I malvagi potenti sono sempre supportati dagli approfittatori, dagli opportunisti, e da una massa di sostenitori convinti di poter trarne un vantaggio personale. Tutto questo genera una dittatura, un regime militare, una fabbrica di schiavi. Questi personaggi passano una vita senza mai confrontarsi con nessuno che li possa far ragionare sulla loro stessa cattiveria, perdendo spesso la sensibilità fino ad esserne completamente privi. La figura di Hitler è un esempio quasi lampante. La determinazione nello sterminare il popolo ebraico europeo era la sua unica ragione di vita, apparentemente. Sosteneva le sue ragioni sulla base di una serie di fake-news che ancora oggi circolano incredibilmente inalterate dopo tanti anni. Sapeva che l’odio razziale avrebbe unito i popoli europei, e usò la propaganda per fomentare qualcosa che era già nel DNA europeo da molti secoli. Le diversità spaventano. Il nazismo fu solo un innesco, l’odio era profondamente radicato ed aspettava di uscire con una scusa. Lo sterminio era sotto gli occhi di tutti, e tutti furono testimoni silenti, in quelle nazioni coinvolte. Dunque, tutti furono complici. Nel dopoguerra, tutto fu appianato e tutti furono “perdonati”, soprattutto le nazioni che si resero protagoniste dei fatti più aberranti. Le responsabilità vanno distribuite, ma la stessa cosa deve valere per il perdono. Nel momento in cui qualcuno torna sui suoi passi, come è successo nel passato, è necessario comprenderne tutte le ragioni e cercare di migliorare insieme. Lo so, è molto Cristiano come messaggio. Credo che questo sia uno dei tanti messaggi evangelici, la resurrezione vista da una prospettiva diversa.



MTDD: Un altro aspetto che era emerso nel nostro precedente incontro, e che a mio avviso merita di essere approfondito, riguarda il rapporto che si instaura tra scrittore e lettore e che a volte, pur mancando il contatto fisico tra i due – che magari non si conoscono né si conosceranno mai – fa sì che nasca una sorta di Amore Universale, un connubio di anime, fenomeno che, dal tuo punto di vista, è più facile che avvenga con la poesia piuttosto che con altre forme letterarie.  Nel menzionare questo aspetto, tu avevi addirittura fatto riferimento a due tipi di ‘intimità’, quella oggettiva e quella soggettiva.

Vorresti elaborare questo pensiero, magari facendoci anche qualche esempio?

AVC: È fondamentale. Se non ci fosse questo tipo di connessione non esisterebbe la letteratura, la poesia. A volte leggo autori o poeti freddi, o semplicemente falsi. Fingere un sentimento è relativamente facile per certa gente. Molta gente ama scrivere poesie, e molti di questi sono poeti sinceri, ma nella poesia ci si trova troppo spesso di fronte alla banalità o all’incomprensibile. In Italia abbiamo avuto una importantissima scuola che risale ai tempi antichi, forse la più importante al mondo. Abbiamo avuto centinaia di poeti straordinari per ogni secolo passato, poeti che sono arrivati fino ai giorni nostri e che ancora emozionano per la capacità di entrare in simbiosi con il lettore, basti pensare a Dante Alighieri. Questi erano coloro che avevano la fortuna di poter pubblicare le loro opere. Probabilmente ce ne siamo persi altrettanti che non hanno avuto la fortuna di poter farsi notare. Con internet ci si aspettava un fiorire di tutti i talenti letterari e poetici, ma la cosa sembra non essere avvenuta, anzi. Ci sono gruppi su Facebook dove partecipano più di 30.000 persone e dove non si riesce a trovare un nuovo Ungaretti o Quasimodo nemmeno a pagarli. La maggior parte delle poesie sono banali oppure sono lo scimmiottare in “difficilese” poeti di ben più alta levatura. Dunque, internet non ha risolto niente in termini di numero di poeti e letterati validi, ha solo aggiunto un certo numero di persone che scrivono e rimangono al livello più basso. Quelli che spiccano rimangono sempre e comunque un numero molto limitato, e sono sempre quelli che “attaccano la spina” con il lettore, per non staccarla più.


MTDD: Il mondo di ognuno di noi – autori, scrittori e poeti inclusi e che probabilmente sono tra i più sensibili ed attenti osservatori della realtà che li circonda – viene arricchito dalle esperienze vissute e dalle conoscenze acquisite. Grazie al tuo lavoro secolare so che hai la possibilità di viaggiare molto anche all’estero.

Puoi farci qualche esempio di paradossi estremi in cui ti sei imbattuto, di situazioni inimmaginabili – positive o negative – di cui sei stato testimone e che rimarranno per sempre scolpite nella tua mente, ma anche e soprattutto nel tuo cuore?

AVC: Wow… avrei bisogno di qualche Tb di spazio… diciamo che il giro del mondo l’ho fatto molte volte. Ho visto le condizioni in cui versano gli homeless di Manhattan e la incredibile ricchezza di certe famiglie di petrolieri africani. L’inutile ostentazione di Dubai contrapposta alla straordinaria e sorridente ospitalità del Bangladesh, nella sua semplicità. Tutto il mondo merita di essere scoperto. In ogni posto ho sempre cercato di tornare a casa con un libro in mano, un libro di poesia, scritto da un poeta locale. Dal Libano sono tornato con la raccolta completa delle opere di Kalil Gibran. In questo modo ho conosciuto autori straordinari come Mois Benarroch in Israele, Esteban Charpentier ed Hector Urruspuru in Argentina, Robert Max in Colombia, Craig Czury negli USA.


MTDD: Aldo, secondo te, dove stanno andando il Mondo e l’Umanità? A volte c’è da preoccuparsi seriamente e da chiedersi se abbiamo davvero superato il punto di non ritorno…

AVC: Non credo. Il punto di non ritorno è molto difficile da individuare. Forse lo abbiamo passato molto tempo fa e non ce ne siamo mai accorti. Forse siamo ancora distanti. L’importante è avere la consapevolezza di aver passato una soglia, e oggi siamo in molti ad avere questa sensazione, e la consapevolezza è il principio di tutte le svolte.


MTDD: Il mondo della cultura a che punto è a tuo avviso? Pensi che le nuove tecnologie, i socials e quant’altro non era disponibile fino a 30-40 anni fa abbiano, in linea generale, incrementato solo la circolazione di informazioni o anche la cultura di per sé?

AVC: Temo di aver già risposto a questa domanda poco sopra. Ad ogni modo: la circolazione delle informazioni è enormemente aumentata, mentre la capacità di interpretarle è rimasto esattamente allo stesso punto.


MTDD: Siamo arrivati al 2020 e, Covid-19 a parte, ci hai sorpresi con la tua ultima ‘semplice’ – a tuo dire – ma altrettanto bella pubblicazione. Ho avuto il privilegio e la gioia di leggere questo tuo ultimo lavoro intitolato La zia Quintilla, che ho molto apprezzato e che consiglio vivamente.

Senza rivelare troppi dettagli ai lettori, ce ne vuoi parlare?

AVC: Erano anni che cercavo di scrivere un giallo che non fosse minimamente riconducibile ad un libro giallo canonico. Ho usato un contesto che nessuno ha mai usato per un libro giallo, ho usato dei personaggi assolutamente reali, ne ho descritto i relativi caratteri e le caratteristiche fisiche reali. Ho raccontato di me in un contesto reale, dei miei parenti, di una vita vissuta realmente, ma è un giallo, che si rivela solo alla fine. I primi sospetti arrivano a ¾ del libro, circa. Ma sono solo sospetti. E per giunta non è nemmeno un giallo.
Insomma, non so quanti libri ci siano in commercio al giorno d’oggi con gli stessi contenuti de “La zia Quintilla”. Non voglio peccare di immodestia, ma io di libri ne ho letti tanti e non ho mai trovato niente di simile. Dunque, scrivere La zia Quintilla è stato un gran piacere perché stavo scrivendo qualcosa di inedito e di surreale al tempo stesso.


MTDD: Chi è La zia Quintilla? 

AVC: Quintilla è il surrogato di una sorella che non tornerà mai più. Quintilla è l’ombra di una donna passata dal tritacarne dei campi di concentramento. Quintilla è una sedia vuota, una voce registrata, una personalità aliena, il simbolo dell’accettazione. Non vedevo l’ora di scrivere questo libro, ma non riuscivo a trovare lo spunto giusto. La zia Quintilla è, in parte, quello che Primo Levi descrive ne “i sommersi e i salvati”. Già, Primo Levi, ancora lui. È un elemento ricorrente della mia esistenza. Levi fu l’unico in grado di raccontare la prigionia e lo sterminio con una visione critica dei fatti, quantomeno ne “I sommersi e i salvati”. Quel libro è il suo vero capolavoro, e io ho voluto omaggiarne i contenuti ne “La zia Quintilla”, seppur siano due libri estremamente diversi sia nei contenuti che nel contesto. La zia Quintilla è un romanzo, va letto così. Ci sono cose che accadono in una famiglia che vanno al di là della normalità. Quintilla è una di queste anomalie, una anomalia durata 40 anni.


MTDD: Gli amici lettori che volessero acquistare questo tuo libro, altre tue pubblicazioni o contattarti in che modo potranno farlo?

AVC: Per adesso “La zia Quintilla” è disponibile in italiano su www.amazon.it , fra poco lo sarà in lingua inglese sulle piattaforme Amazon anglofone, e so che lo stanno traducendo anche in spagnolo.


MTDD:  Grazie Aldo per aver partecipato a questa intervista. È sempre un piacere ospitarti. Tanti auguri per tutte le tue pubblicazioni e soprattutto per La zia Quintilla. Che possa avere un grandissimo successo!

AVC: Ancora una volta ringrazio te per l’attenzione in tutto quello che scrivo e faccio. È bello avere amici così attenti!




Die Welt und Kunst durch die Augen eines Schriftstellers und Dichters: Aldo Villagrossi Crotti - Interview mit Maria Teresa De Donato


Die Welt und Kunst durch die Augen eines Schriftstellers und Dichters: Aldo Villagrossi Crotti

Interview

mit

Maria Teresa De Donato





Heute freue ich mich, wieder meinen Freund und Kollegen Aldo Villagrossi Crotti, Schriftsteller und Dichter, zu empfangen, den ich vor einiger Zeit interviewen durfte (https://holistic-coaching-dedonato.blogspot.com/2018/05/hor-diesen-fluss-interview-mit-aldo_1.html).

Aldo ist eine kultivierte, kontaktfreudige und facettenreiche Person, die sich nicht nur kulturellen Aktivitäten widmet und eine 360​​° -Ansicht der Welt und alles darin sowie eine Tiefe des Denkens und einen scharfen Sinn für Humor wie kaum ein anderer hat.

Wie ich bereits erwähnt habe, lässt mich Aldo – nachdem ich ihn gekannt und einige seiner Schriften gelesen habe – über Albert Einstein und Woody Allen nachdenken. Und das ist keine Kleinigkeit.
Mal sehen, wie viele und welche Überraschungen hat her heute im Speicher fur uns alle.



MTDD: Hallo Aldo. Ich freue mich, Dich hier zu haben und danke, dass Du Dir auch für dieses Interview die Zeit genommen hast.

AVC: Hallo Teresa, danke, dass du mir eine zweite Chance gegeben hast!


MTDD: Unser vorheriges Interview hatte ich nach Deinem Werk Hör diesen Fluss an gennant, von dem ich inspiriert wurde. Möchtest Du für die Leser, die keine Gelegenheit hatten, es zu lesen, oder sich nicht an unseren vorherigen Artikel erinnern, die Veröffentlichungen, die Du bis 2019 verfasst hast, einschließlich Titel, Inhalte und Umstände zusammenfassen?


AVC: Natürlich. Anfang der 90er Jahre habe ich mit einer Jugendpublikation begonnen. Es war eine Sammlung von Kurzgeschichten und Gedichten mit dem Titel "Notizen für die Notiz". Allein gedruckt, aber im wahrsten Sinne des Wortes: Ich nutzte den Kopierer eines Freundes, den Hefter eines anderen, und druckte ungefähr 200 Exemplare. Ich habe sie alle während einer kollektiven Kunstausstellung verteilt. Ich hatte nicht das Bedürfnis, ein Buch zu veröffentlichen, ich tat es, weil es mir originell erschien, Kurzgeschichten und Gedichte in einer selbst erstellten Broschüre zu kombinieren und als künstlerische Installation zu verbreiten. Dies war ziemlich erfolgreich, nicht weil sie alle verteilt wurden (sie waren kostenlos), sondern weil ich interessantes Feedback hatte. Das, was mich am meisten überraschte, war, dass es vielen, die mein Buch lasen, gelang, die tiefere Bedeutung dessen zu erfassen, was ich geschrieben hatte. Es hat mich ein wenig erschreckt, ich sage dir die Wahrheit. Ich hatte entdeckt, dass ich dekodierbar war. Sogar eines der Gedichte, die ich geschrieben hatte, eine Art Kreuzgedicht, das einen Text von Jimi Hendrix mit meiner Interpretation kreuzte, war meiner Meinung nach eher hermetisch, obwohl es in der Metrik angenehm war. Ein Typ kam, um mir ein Kompliment zu diesem Gedicht zu machen und beschrieb genau die Stimmung, in der ich war, als ich es schrieb. Von diesem Moment an begann ich zu denken, dass Schreiben ein bisschen wie der Umgang mit einer Waffe ist: Man muss vorsichtig sein. Nachdem ich meine Diplomarbeit und einige technische Veröffentlichungen entfernt hatte, hatte meine redaktionelle Produktion, obwohl ich fast ununterbrochen weiter schrieb, eine Pause von ungefähr 10 Jahren. Im Dezember 2008 stellten mein Vater und ich fest, dass wir Anfang der 1970er Jahre unabsichtlich in eine komplizierte internationale Spionagegeschichte verwickelt waren. Die (sehr schwierige) Rekonstruktion dieses Ereignisses führte zu zwei Büchern, einem ersten Buch im Jahr 2012, "The False Truths" (“Die falschen Wahrheiten”), und einem zweiten Buch, viel detaillierter und voller dokumentarischer Referenzen, "Fünfzehn logische Hypothesen über die Evita Peron Fall" im Jahr 2019 veröffentlicht. Unmittelbar danach entdeckte ich für eine Reihe von Zufällen ein Buch, das von einer Geschichte über die Deportation einer jüdischen Frau aus dem Sighet-Ghetto in dem damals an Ungarn angegliederten rumänischen Gebiet sprach. Diese Frau hatte einen meiner Onkel getroffen und ihn drei Seiten lang beschrieben. Ich beschloss, die drei Seiten des Buches zu übersetzen und meinem Vater zur Bestätigung sie zu schicken. Schließlich übersetzte ich das ganze Buch und schickte es an einen wichtigen italienischen Verlag, ehrlich gesagt ohne große Hoffnung, dass es veröffentlicht werden könnte. Sie antworteten mir nach einer Woche mit einer E-Mail: “Schön. Wir veröffentlichen es.”

So wurde "The Girl of Sighet" (Das Mädchen aus Sighet) geboren, ein Buch, das in den USA unverdient unbemerkt blieb, das 2013 in Italien den Titel "Buch des Tages der Erinnerung" erhielt. Eine große Zufriedenheit. In der Zwischenzeit hatte ich die Schublade mit meinen Gedichten gefüllt. Wie so oft, wenn wir das, was wir geschrieben haben, erneut lesen, werfen wir 90% davon. Das habe ich auch getan, aber die restlichen 10% waren so interessant, dass ich beschlossen habe, sie mit einigen Freunden des amerikanischen und südamerikanischen poetischen Kreises zu teilen. Die Sache wurde (immer in meinem größten Erstaunen) bis zu dem Punkt gewürdigt, dass ich gebeten wurde, an der heutigen "poetischen Enzyklopädie der fünf Kontinente" teilzunehmen, die ursprünglich in Kolumbien und Argentinien veröffentlicht wurde und heute ein wenig in Worldwide präsentiert wird. Die erste Ausgabe hieß "Oir Ese Rio", das heißt "Hör diesen Fluss an", und hatte eine spezifische Funktion, die darin bestand, die Völker der Welt durch Poesie für die Verschmutzung von Flussläufen zu sensibilisieren. Oir Ese Rio ging in Buchhandlungen und einige Monate später erhielt ich von einer in Kolumbien lebenden Person eine Kontaktanfrage auf Facebook. Ich dachte an einen Fehler, akzeptierte ihn aber. Nach ein paar Stunden schickte mir diese Person einen Film, in dem ein kolumbianischer Schüler mein Gedicht las, das in "Oir Ese Rio" veröffentlicht wurde. Dann kamen nacheinander weitere Kontakte. Aus Kolumbien, Venezuela, Argentinien, Chile und so weiter. Leute, die das Buch gekauft und mein Gedicht gelesen hatten. Sie hatten sie so sehr gemocht, dass sie viel mehr über mich wissen wollten. Sie hatten das Vergnügen, mich zu treffen. Ich wusste, dass Poesie in diesen Breiten viel wichtiger ist als in unserem Land. Sie fragten mich nach weiteren Gedichten und es wurde eine Konstante in meinem Leben. Letztes Jahr kam die Bitte um Teilnahme an der zweiten Ausgabe der Poetischen Enzyklopädie der fünf Kontinente, diesmal der Vegetation "Arbolarium" gewidmet. Die Anfrage des Verlegers an den Unterzeichneten war diesmal etwas umfangreicher: Er wollte nicht, dass ich nur ein Gedicht schreibe, sondern bat mich um das Vorwort des Bandes. Wir bereiten derzeit den dritten Band der Enzyklopädie vor, diesmal ganz dem Wind gewidmet. Ich möchte Sie (=unsere Leser) daran erinnern, dass alle Einnahmen aus dem Verkauf dieser Enzyklopädie an den Verein "Pibes" gespendet wurden, eine argentinische Stiftung, die Werke zur Verbesserung der Lebensbedingungen von Kindern von Indie-Populationen im Regenwald im Norden Argentiniens erstellt.



MTDD: Herzlichen Glückwunsch! Ich erinnere mich, dass Du 2019 auch an einigen Radiosendungen eines argentinischen Senders teilgenommen hast.
Möchtest Du uns von Deinen Erfahrungen erzählen?

AVC: Der Herausgeber der Poetischen Enzyklopädie der fünf Kontinente, der argentinische Dichter Esteban Charpentier, leitet seit mehr als 20 Jahren eine Radiosendung, die ausschließlich der Poesie gewidmet ist, die Sendung "Denserio". Unweigerlich war ich an einer dieser Sendungen beteiligt, zunächst als Gast und dann als fast ununterbrochene Präsenz.


MTDD: Im vorigen Interview sind einige sehr interessante Aspekte aufgetaucht, die wir jedoch aus zeitlichen und räumlichen Gründen nur erwähnt hatten und die ich bei dieser Gelegenheit vertiefen möchte. Ich möchte mit Deiner Aussage beginnen, wenn Du von Kunst als "freiem Ausdruck", aber auch als "Manifestation eines sozialen und politischen Engagements" und "therapeutischer Methodik" als Werkzeug der Selbsterkenntnis, Selbstanalyse und Selbstkritik" sprach, sagtest Du, äußerst kritisch gegenüber dich selbst zu sein, aber die Tendenz zu haben, den Rest der Welt zu rechtfertigen und ihm zu vergeben. Hitler eingeschlossen, falls er auferstehen und dich treffen sollte.
Viele Menschen, die unaussprechliche Prüfungen erlitten haben und direkt oder indirekt Gräueltaten wie in Konzentrationslagern erlebt haben, würden wahrscheinlich ernsthafte Schwierigkeiten haben, solche Handlungen nicht nur zu "rechtfertigen", sondern noch mehr diejenigen zu "vergeben", diejenigen die alles geplannt haben.
Könntes Du Deine Antwort näher erläutern, indem Du erklärst, ob Du in Deinem Fall glaubst, dass es bedingungslose Liebe, Empathie oder etwas anderes ist, oder welche andere Erklärung gibst Du Deiner Tendenz?

AVC: Ich glaube fest an die Entwicklung des Menschen. Veränderung ist unvermeidlich, aber Veränderung kann auch zum Besseren sein, und oft ist es das auch. Ein Leben in Gerechtigkeit und Vollkommenheit ist unweigerlich langweilig. Es gibt Menschen, die radikal böse sind, das ist eine Tatsache. Unter diesen gibt es jemanden, der es schafft, seine Bosheit auch auf sehr hohem Niveau zu erkennen, und der Schaden ist unkalkulierbar. Was sie jedoch stützt, ist fast nie ihre eigene Bosheit. Die Figuren im "Spectre Head" -Stil sind fast kinematografische, literarische Figuren. Die bösen Mächtigen werden immer von den Profiteuren, den Opportunisten und einer Masse von Unterstützern unterstützt, die glauben, dass sie dies persönlich ausnutzen können. All dies erzeugt eine Diktatur, ein Militärregime, eine Sklavenfabrik. Diese Charaktere verbringen ein Leben, ohne jemals jemanden zu konfrontieren, der sie dazu bringen kann, über ihre eigene Schlechtigkeit nachzudenken, und verlieren oft ihre Sensibilität, bis sie vollständig davon abgehalten werden. Hitlers Figur ist ein fast eklatantes Beispiel. Die Entschlossenheit, das jüdische Volk in Europa auszurotten, war anscheinend sein einziger Lebensgrund. Er unterstützte seine Gründe auf der Grundlage einer Reihe gefälschter Nachrichten, die nach so vielen Jahren immer noch unglaublich unverändert verbreitet werden. Er wusste, dass Rassenhass die Völker Europas vereinen würde, und er setzte Propaganda ein, um etwas zu fördern, das bereits seit vielen Jahrhunderten in der europäischen DNA enthalten war. Vielfalt macht Angst. Der Nationalsozialismus war nur ein Auslöser, der Hass war tief verwurzelt und wartete darauf, mit einer Entschuldigung herauszukommen. Die Ausrottung war für alle sichtbar, und alle waren stille Zeugen in den beteiligten Nationen. Also waren alle mitschuldig. Nach dem Krieg wurde alles geglättet und allen wurde "vergeben", insbesondere den Nationen, die sich selbst zu Protagonisten der abweichendsten Tatsachen machten. Verantwortlichkeiten müssen verteilt werden, aber das Gleiche muss für Vergebung gelten. In dem Moment, in dem jemand seine Schritte zurückverfolgt, wie es in der Vergangenheit geschehen ist, ist es notwendig, alle Gründe zu verstehen und gemeinsam zu versuchen, sich zu verbessern. Ich weiß, es ist sehr christlich als Botschaft. Ich glaube, dies ist eine der vielen Botschaften des Evangeliums, die Auferstehung aus einer anderen Perspektive.

MTDD: Ein weiterer Aspekt, der in unserem vorherigen Treffen aufgetaucht ist und der meiner Meinung nach vertieft werden sollte, betrifft die Beziehung, die zwischen Schriftsteller und Leser hergestellt wird, und die manchmal, auch wenn es keinen physischen Kontakt zwischen den beiden gibt – was sie vielleicht nie tun einander kennen – es bewirkt, dass eine Art universelle Liebe geboren wird, eine Vereinigung von Seelen, ein Phänomen, das aus Deiner Sicht mit Poesie leichter zu erreichen ist als mit anderen literarischen Formen. Bei der Erwähnung dieses Aspekts hast Du sogar zwei Arten von „Intimität“ erwähnt, objektive und subjektive.
Möchtest Du diesen Gedanken näher erläutern und uns vielleicht sogar einige Beispiele geben?

AVC: Es ist grundlegend. Wenn es keinen solchen Zusammenhang gäbe, würde Literatur, Poesie nicht existieren. Manchmal lese ich Autoren oder kalte Dichter oder einfach nur Fälschungen. Ein Gefühl vorzutäuschen ist für manche Menschen relativ einfach. Viele Menschen lieben es, Gedichte zu schreiben, und viele von ihnen sind aufrichtige Dichter, aber in der Poesie sind wir zu oft mit Banalität oder Unverständlichem konfrontiert. In Italien hatten wir eine sehr wichtige Schule, die bis in die Antike zurückreicht und vielleicht die wichtigste der Welt ist. Wir haben in jedem vergangenen Jahrhundert Hunderte außergewöhnlicher Dichter gehabt, Dichter, die bis heute erhalten sind und die immer noch von der Fähigkeit begeistert sind, mit dem Leser eine Symbiose einzugehen. Denken wir nur an Dante Alighieri. Dies waren diejenigen, die das Glück hatten, ihre Werke veröffentlichen zu können. Wir haben wahrscheinlich so viele vermisst, die nicht das Glück hatten, bemerkt zu werden. Es wurde erwartet, dass alle literarischen und poetischen Talente mit dem Internet gedeihen, aber es schien nicht geschehen zu sein. Es gibt Gruppen auf Facebook, in denen mehr als 30.000 Menschen teilnehmen und in denen wir keine neuen Ungaretti oder Quasimodo finden können, um sie zu bezahlen. Die meisten Gedichte sind banal oder sie sind die Affen in "schwierigen" Dichtern von viel höherem Kaliber. Daher hat das Internet nichts in Bezug auf die Anzahl der gültigen Dichter und Schriftsteller gelöst, sondern nur eine bestimmte Anzahl von Personen hinzugefügt, die schreiben und auf der niedrigsten Ebene bleiben. Diejenigen, die auffallen, sind immer und auf jeden Fall eine sehr begrenzte Anzahl, und sie sind immer diejenigen, die den Stecker mit dem Lesegerät "einstecken", um nie wieder von ihm zu trennen.

MTDD: Die Welt eines jeden von uns – Autoren, Schriftsteller und Dichter eingeschlossen und die wahrscheinlich zu den sensibelsten und aufmerksamsten Beobachtern der Realität um ihn herum gehören – wird durch gelebte Erfahrungen und erworbenes Wissen bereichert. Dank Deiner weltlichen Arbeit weiß ich, dass Du die Möglichkeit hast, auch viel ins Ausland zu reisen. Kannst Du uns einige Beispiele für extreme Paradoxien geben, in denen Du begegnet bist, für unvorstellbare Situationen – positiv oder negativ –, die Du gesehen hast und die für immer in Deinem Kopf, aber auch und vor allem in Deinem Herzen bleiben werden?

AVC: Wow ... ich brauche ein paar TB Platz ... sagen wir mal, ich bin schon oft um die Welt gereist. Ich habe die Bedingungen gesehen, unter denen Obdachlose in Manhattan konfrontiert sind, und den unglaublichen Reichtum bestimmter Familien afrikanischer Ölmänner. Dubais nutzlose Prahlerei im Gegensatz zu Bangladeschs außergewöhnlicher und lächelnder Gastfreundschaft in seiner Einfachheit. Die ganze Welt verdient entdeckt zu werden. An jedem Ort habe ich immer versucht, mit einem Buch in der Hand nach Hause zu gehen, einem Gedichtband, der von einem lokalen Dichter geschrieben wurde. Aus dem Libanon kehrte ich mit der kompletten Sammlung von Kalil Gibrans Werken zurück. Auf diese Weise traf ich außergewöhnliche Autoren wie Mois Benarroch in Israel, Esteban Charpentier und Hector Urruspuru in Argentinien, Robert Max in Kolumbien und Craig Czury in den USA.


MTDD: Aldo, wohin gehen die Welt und die Menschheit nach Deiner Meinung? Manchmal muss man sich ernsthafte Sorgen machen und sich fragen, ob wir wirklich den Punkt ohne Wiederkehr überschritten haben ...

AVC: Das glaube ich nicht. Der Punkt ohne Rückkehr ist sehr schwer zu lokalisieren. Vielleicht haben wir vor langer Zeit verbracht und es nie bemerkt. Vielleicht sind wir noch weit voneinander entfernt. Das Wichtigste ist, das Bewusstsein zu haben, eine Schwelle überschritten zu haben, und heute sind es viele, die dieses Gefühl haben, und Bewusstsein ist das Prinzip aller Wendepunkte.


MTDD: In welcher Phase befindet sich die Welt der Kultur? Denkst Du, dass neue Technologien, soziale Netzwerke und alles andere, was erst vor 30 bis 40 Jahren verfügbar war, im Allgemeinen nur die Verbreitung von Informationen oder sogar die Kultur an sich erhöht haben?

AVC: Ich fürchte, ich habe diese Frage bereits oben beantwortet. Allerdings: Die Verbreitung von Informationen hat stark zugenommen, während die Interpretationsfähigkeit genau am gleichen Punkt geblieben ist.


MTDD: Endlich haben wir das Jahr 2020 erreicht und abgesehen von Covid-19 hast Du uns mit Deiner neuesten "einfachen", wie Du sagst, aber ebenso schönen Veröffentlichung überrascht. Ich hatte das Privileg und die Freude, Deine neueste Arbeit mit dem Titel Tante Quintilla zu lesen, die ich sehr schätzte und die ich sehr empfehlen kann.

Kannst Du, bitte, uns davon erzählen, ohne unseren Lesern zu viele Details preiszugeben?

AVC: Ich hatte jahrelang versucht, ein Mystery zu schreiben, das nicht im geringsten auf ein kanonisches gelbes Buch zurückzuführen war. Ich habe einen Kontext verwendet, den noch niemand für ein Detektivbuch verwendet hat, ich habe absolut reale Charaktere verwendet; ich habe ihre Charaktere und realen physischen Eigenschaften beschrieben. Ich erzählte von mir selbst in einem realen Kontext, von meinen Verwandten, von einem wirklich gelebten Leben, aber es ist ein Geheimnis, das erst am Ende enthüllt wird. Der erste Verdacht erreicht ungefähr ¾ des Buches. Aber sie sind nur misstrauisch. Und außerdem ist es nicht einmal eine Detektivgeschichte. Kurz gesagt, ich weiß nicht, wie viele Bücher heute mit dem gleichen Inhalt wie "Tante Quintilla" auf dem Markt sind. Ich möchte nicht mit Unbescheidenheit sündigen, aber ich habe viele Bücher gelesen und so etwas noch nie gefunden. Das Schreiben von Tante Quintilla war mir eine große Freude, weil ich gleichzeitig etwas Neues und Surreales schrieb.


MTDD: Wer ist Tante Quintilla?

AVC: Quintilla ist die Leihmutter für eine Schwester, die niemals zurückkehren wird. Quintilla ist der Schatten einer Frau, die in den Konzentrationslagern am Fleischwolf vorbeiging. Quintilla ist ein leerer Stuhl, eine aufgenommene Stimme, eine fremde Persönlichkeit, das Symbol der Akzeptanz. Ich freute mich darauf, dieses Buch zu schreiben, konnte aber nicht die richtige Idee finden. Tante Quintilla ist zum Teil das, was Primo Levi in ​​"Untergetaucht und Gerettet" beschreibt. Ja, Primo Levi, immer noch er. Es ist ein wiederkehrendes Element meiner Existenz. Levi war der einzige, der in der Lage war, die Inhaftierung und Ausrottung mit einer kritischen Vision der Tatsachen zu erzählen, zumindest in "Die Untergetauchten und die Erretteten". Dieses Buch ist sein wahres Meisterwerk, und ich wollte seinem Inhalt in "Tante Quintilla" huldigen, obwohl es sich in Inhalt und Kontext um zwei äußerst unterschiedliche Bücher handelt. Tante Quintilla ist ein Roman, der so gelesen werden sollte. Es gibt Dinge in einer Familie, die über das Normale hinausgehen. Quintilla ist eine dieser Anomalien, eine Anomalie, die 40 Jahre andauerte.


MTDD: Wie können Freunde-Leser, die dieses Buch oder andere Veröffentlichungen von Deinen kaufen oder sich mit Dir in Verbindung setzen möchten das tun?

AVC: Derzeit ist "Tante Quintilla" auf Italienisch unter www.amazon.it  verfügbar. In Kürze wird es auf den englischsprachigen Amazon-Plattformen auf Englisch verfügbar sein, und ich weiß, dass sie es auch ins Spanische übersetzen.


MTDD: Danke Aldo für die Teilnahme an diesem Interview. Es ist immer eine Freude, Dich zu beherbergen. Ich wünsche Dir alles bestens – für Deine Veröffentlichungen und insbesondere für Tante Quintilla. Möge es ein großer Erfolg sein!

AVC: Nochmals danke ich Dir für Deine Aufmerksamkeit bei allem, was ich schreibe und tue. Es ist schön, so aufmerksame Freunde zu haben!



Monday, June 1, 2020

Ocean of Senses - Short Story Fiction by Maria Teresa De Donato - Review by Prof. Mila Nardelli


Ocean of Senses

Short Story Fiction by Maria Teresa De Donato

Review by Prof. Mila Nardelli




The literary work "Ocean of Senses" by author Maria Teresa De Donato is a love story with a historical background: a journey through the memories of Claudia, the protagonist, starting from her childhood and adolescence lived in Libya at the time when the country was colonized by the Italians, continuing with her marriage, the birth of her son and the failures and twists that follow one another, until her encounter with a man who will completely change her life.
A treasure trove of Ethical values, Maria Teresa's short story, the first of all being the family, in which Claudia grew up protected, but at the same time free, relying on them always and above all in difficult moments. No less important, are the value of family roots and the consequent respect for the culture and traditions of the country of origin of her Italian parents, Sicily, which is grafted with the value and respect for the culture and traditions of that wonderful land, Libya, from the sunburnt Mediterranean beaches and the desert irrigated by suggestive oases, where Claudia was born and raised lighthearted.
The author's writing is flowing, pleasant and engaging, with a descriptive ability that paints images, places, landscapes and colors, which come to life in the fiery yellow-orange sand of the desert and in the rosy shades of the sunsets, becoming poetry in prose.                                                                  
An attentive observer of the slightest nuances of the human soul, Maria Teresa, skillfully combines words to describe emotions and feelings, but also to transmit visual, auditory, olfactory, and tactile sensory experiences, an ocean of senses where the imagination of the reader gently sinks in.
An engaging, intriguing short story, which keeps the interest and attention of the reader high, who, page after page, is completely enraptured by an incessant curiosity. Accurate and profound is the analysis that the author makes of Love, the leading theme, love with its risks, with its sufferings, anxieties, loneliness, especially if unrequited and the love that can give joy, psychic and physical pleasure, capable of understanding, intuiting, warming up and pampering, when it is a shared feeling.

"Ocean of senses" is a hymn to Life with its falls and rises, but still to be loved and lived, even when it seems that everything is over.
A short story with numerous interesting aspects and details, intended for a large audience, in which Maria Teresa's writing becomes substance for emotions and feelings that arouse not only intellectual pleasure, but above all soul motions.
                                                             
                                                                                                     Mila Nardelli










Oceano di Sensi - Romanzo fiction di Maria Teresa De Donato - Recensione della Prof.ssa Mila Nardelli


Oceano di Sensi

Romanzo fiction di Maria Teresa De Donato

Recensione della Prof.ssa Mila Nardelli





L’opera letteraria "Oceano di sensi" dell’autrice Maria Teresa De Donato è un romanzo d’amore, a sfondo storico: un viaggio attraverso i ricordi di Claudia, la protagonista, cominciando dalla sua infanzia e adolescenza, vissute in una Libia colonizzata dagli italiani, continuando col suo matrimonio, la nascita di suo figlio ed i fallimenti e colpi di scena che si susseguono, fino all’incontro con un uomo che cambierà completamente la sua vita.

Uno scrigno di Valori etici, il romanzo di Maria Teresa, il primo fra tutti la famiglia, in cui Claudia è cresciuta protetta, ma allo stesso tempo libera, affidandosi ad essa sempre e soprattutto nei momenti difficili. Non meno importante, il valore delle radici familiari ed il conseguente rispetto per la cultura e le tradizioni della terra di origine dei suoi genitori italiani, la Sicilia, che si innesta col valore ed il rispetto per la cultura e le tradizioni di quella terra meravigliosa, la Libia, dalle spiagge mediterranee bruciate dal sole e dal deserto irrigato da suggestive oasi, in cui Claudia è nata e cresciuta spensierata.

Scorrevole, piacevole e coinvolgente la scrittura dell’autrice, con una capacità descrittiva che dipinge immagini, luoghi, paesaggi e colori, che prendono vita nella sabbia giallo-arancio infuocata del deserto e nelle rosee sfumature dei tramonti, diventando poesia in prosa.

Attenta osservatrice delle minime sfumature dell'animo umano, Maria Teresa, accosta sapientemente le parole per descrivere emozioni e sentimenti, ma anche per trasmettere esperienze sensoriali visive, uditive, olfattive e tattili, un oceano di sensi in cui l'immaginazione del lettore naufraga dolcemente.

Un romanzo coinvolgente, intrigante, che tiene alto l'interesse e l'attenzione del lettore che, pagina dopo pagina, viene completamente rapito da una incessante curiosità.  Accurata e profonda l’analisi che l’autrice fa dell’Amore, tema conduttore del romanzo, l’amore con i suoi rischi, con le sue sofferenze, ansie, solitudini, soprattutto se non corrisposto e l’amore che sa donare gioia, piacere psichico e fisico, capace di comprendere, intuire, scaldare e coccolare, quando è un sentimento condiviso.

“Oceano di sensi” è un inno alla Vita con le sue cadute e risalite, ma pur sempre da amare e vivere, anche quando sembra che tutto sia finito.
Un romanzo dai numerosi aspetti e dettagli interessanti, destinato a un pubblico molto vasto, in cui la scrittura di Maria Teresa diventa sostanza per emozioni e sentimenti che suscitano non solo piacere intellettuale, ma soprattutto moti dell’anima.
                                                             
                                                                                                     Mila Nardelli