OCEANO di SENSI – Romanzo Fiction di Maria Teresa De Donato
Recensione
di Ivaldo Franceschini, Autore
La notevole ed
indubbia capacità di questa autrice, mia amica considerata, è di riuscire a
fondere la realtà di “Claudia” (protagonista del romanzo) con le emozioni che
ne scaturiscono nell’approfondire il suo mondo vitale ricolmo di accadimenti.
Per Maria
Teresa De Donato la descrizione del personaggio “Claudia” ha comportato una
certa facilità di espressione, capace di permetterle il divulgare messaggi legati
a ricordi o più sovente, a citazioni della realtà
fatta di episodi quotidiani ed armonia di pensiero.
Lo fa però
sempre servendosi di un filtro, attraverso il quale, viene rifiutata ogni forma
di male e di non estetico.
Nasce così
per l’autrice il prodotto “donna” che è il vero risultato della volontà di
unione tra le vicende di “Claudia” ed i contenuti semantici dell’immagine
proposta.
Ogni
istante di vita vissuta dalla ragazza protagonista della narrativa, ci ricorda
il dramma dell’emigrazione come tavola marmorea della nostra storia.
In questo
coinvolgente breve romanzo “Oceano di Sensi” la protagonista “Claudia”non viene
mai proposta in atteggiamenti arroganti e presuntuosi, semmai sempre in linea
ed in simbiosi con la consapevolezza di saper rappresentare il “bello”.
“Claudia”,
viene sempre descritta da Maria Teresa De Donato come una vera icona con
evidente volontà di voler fare primeggiare la caratteristica peculiare della
ragazza che nel suo peripeziare coniugato alla difficoltà di essere ragazza/donna,
trova sempre forza da poter riuscire a nobilitare sempre più la propria anima.
Crediamo
che in Maria Teresa ci sia la voglia di voler rafforzare e semmai suggellare il
contenuto del suo idioma espresso con maestria nella descrizione accorata degli
avvenimenti che coinvolgono “Claudia”.
Crediamo
che mai, Maria Teresa, nella descrizione delle vicende di “Claudia”, riporti
atteggiamenti sfida, testimonianza del suo desiderare, con ostinazione,
coraggio e forza rappresentativa, la sconfitta della sfiducia e della reticenza
che gravitano intorno a questo nostro mondo ricco di traversie!
Ed è in
virtù di questa sua consapevolezza che crediamo che la scrittrice abbia cercato
di riempire di contenuti fondanti il suo romanzo, configurando “Claudia” come
immagine femminile dolce e mai arrendevole, cioè mai disposta all’abbandono,
senza però mai rinunciare a far prevalere la coscienza!