La
piaga del bullismo
Intervista
a Meri Lolini, Autrice di Una vipera in corpo
di
Maria Teresa De Donato
In
questi ultimi anni abbiamo assistito all'escalation di un fenomeno che –
sebbene già presente in passato – sembra tuttavia aver raggiunto proporzioni
spaventose e completamente inaspettate: stiamo parlando del bullismo e del
fatto che questo sia diventato una piaga soprattutto tra i bambini e gli
adolescenti.
Crescendo
negli anni '60 e '70, mi è capitato di assistere personalmente, di tanto in
tanto, a episodi di bullismo, anche se a quei tempi era molto diverso. Di solito si trattava di alcuni bambini o
adolescenti che prendevano in giro un altro – non importa se ragazzo o ragazza
– che a loro avviso non era così bello/a, o era in qualche modo in sovrappeso,
o che indossava occhiali o che non era particolarmente bravo/a nel cimentarsi
in una certa attività fisica o sportiva.
Era molto raro vedere qualcuno essere preso in giro perché affetto da
disabilità.
I
tempi sono cambiati drasticamente e sfortunatamente non in meglio. Di conseguenza il bullismo, che una volta
consisteva principalmente nel prendere in giro qualcuno per un motivo o per
l'altro, è diventato oggi, ed in troppi casi, pura violenza. Ciò che sta accadendo in tutto il mondo, anche
se sembra che i nostri paesi occidentali stiano detenendone lo sfortunato
record, è davvero spaventoso ed estremamente inquietante.
È
con vero piacere, quindi, che oggi vi presento, proprio per discutere di questa
tematica, la mia cara amica e collega Meri Lolini, autrice di numerosi libri,
che di recente ha pubblicato Una vipera in corpo, un romanzo fiction che
più che frutto della fantasia, grazie al rigore scientifico dovuto al bagaglio
culturale e professionale dell’autrice, sembra essere non solo un thriller, ma
pur utilizzando un linguaggio scorrevole e piacevole, un verbale dettagliato di
cronaca nera redatto dalla questura.
MTDD:
Salve Meri e grazie per aver partecipato a questa intervista.
ML: Sono molto contenta del
tuo invito a fare due chiacchiere sull’argomento che tratto nel mio ultimo
romanzo e quindi ti ringrazio per questa opportunità.
MTDD:
Meri, raccontaci un po’ di te, delle tue esperienze professionali e personali e
di come sei diventata una scrittrice.
ML: Sono nata in Maremma e
precisamente a Massa Marittima in provincia di Grosseto. Sin da piccola sono sempre stata attratta
dalla matematica e dalle scienze e così ho studiato all’ITI “Bernandino Lotti”
conseguendo il diploma di perito chimico industriale e con questo ho lavorato
sempre in laboratorio di analisi, all’inizio occupandomi di chimica inorganica
e per quasi trent’anni di chimica organica. Ho eseguito il dosaggio dei microinquinanti
organici sia in matrici alimentari che ambientali. I microinquinanti organici
sono molecole cancerogene e la più conosciuta è la famosa diossina insieme ai
policlorobifenili ed agli idrocarburi policiclici aromatici. Ho collaborato a molti progetti di ricerca per
la messa a punto di metodi analitici per queste sostanze. La passione mi ha guidata sempre in questa mia
attività, dandomi la voglia e la forza di studiare, di confrontare e di
valutare per arrivare ad elaborare nuovi metodi di approccio a queste sostanze. Ho collaborato allo studio del campionamento
ed analisi delle emissioni dei termovalorizzatori, salendo su molte ciminiere
su tutto il territorio italiano e lavorando con colleghi di molte regioni. Per questa mia attività ho conosciuto molti
colleghi e colleghe con i quali ho condiviso la passione per questa attività e
sono nate molte amicizie. Sono in
pensione da maggio di questo anno. Sono
sposata da trentanove anni, ho due figli e due nipotine. Ho iniziato a scrivere, buttando giù qualche
riflessione o qualche ricordo, ma mai avrei pensato di scrivere un libro. Poi qualcosa all’improvviso è scattato. Parlando con una mia amica che mi ha fatto
notare come fosse possibile che non avessi mai pensato a scrivere, le ho
raccontato che avevo qualcosa di già scritto e così lo abbiamo letto insieme ed
è nato il primo romanzo, che è stato pubblicato nel 2014. Ad oggi sono otto i libri pubblicati, dei
quali sei sono stati pubblicati con Aracne Editrice. Collaboro con Class24
che è una rivista online di Orbassano (TO) con la stesura di articoli vari.
MTDD: Sei autrice di molti libri che trattano tematiche diverse. Come e perché hai deciso di scrivere un
romanzo proprio sul bullismo?
ML: Questa
riposta sarà un po’ articolata. Vorrei
che i lettori si ponessero una domanda: “Dov’è lo scrittore quando scrive?” Mi piace pensare che quando scrivo sono in una
postazione privilegiata ovvero sono “alla finestra sul mondo”. Infatti
è da questo posto che posso vedere cosa c’è nel panorama, cosa fanno i
personaggi, quali sono i loro comportamenti e scegliere di che cosa parlare e
qual è l’argomento meritevole di attenzione. Quando
scrivo sono da sola davanti al mio computer e decido come scrivere e che cosa
scrivere ed il dubbio è sempre lo stesso: “Sarà comprensibile, sarà
interessante, farà buona compagnia e, soprattutto, che cosa regalerà?” Sono convinta che affrontare una tematica e
calarla in una storia sarà fonte di riflessione e di confronto e,
nell’occasione delle varie presentazioni che si faranno di quel romanzo, si
potrà parlare e discutere di quel problema.
Così con questo mio pensiero ho affrontato il tema dell’affido
familiare, della violenza di genere, dei migranti, dell’alcolismo e quello del
bullismo. Ho scritto un libro sulla
contaminazione della filiera alimentare ed uno sul trattamento dei rifiuti. Ecco, dalla mia finestra sul mondo ho visto
che era necessario affrontare i comportamenti dannosi tenuti dai bulli ai danni
delle loro vittime e quindi l’ho calato in un romanzo giallo affinchè fosse
rivolto ad un pubblico più vasto e speriamo che sia letto anche nelle scuole,
dove ci sono tanti ragazzi da formare ed educare.
MTDD: Nell’introduzione, ho fatto riferimento al modo in cui
il bullismo si è trasformato dagli anni della nostra infanzia sino ad oggi,
cambiando purtroppo in peggio. L’origine del bullismo, tuttavia, sembra essere
molto più antica…
ML: Nell’introduzione
del romanzo cito questo pensiero di Pitagora che dice: “Educa i bambini e
non sarà necessario punire gli uomini” e credo che alla base di tutto sia
necessario riflettere e fare nostra questa base di partenza della costruzione
della gigantesca scultura detta UMANITÀ.
Il termine bullo si trova anche nell’opera di Tommaso Garzoni del 1585 che
è intitolata “La piazza universale di
tutte le professioni del mondo”. Questo
termine viene inserito in un dizionario da Alfredo Panzini, che definisce il
bullo in voce romanesca: “smargiasso, bravaccio, teppista.” La definizione di bullo in Italia ha
un'accezione che stempera la gravità della violenza e sopraffazione che vuole
denunciare. Il bullo, nel senso comune, è
il gradasso, quello che si dà delle arie, ma che non necessariamente prevarica sugli
altri, anzi spesso il termine "bullo, bulletto" ha un'accezione
positiva, di affettuosa presa in giro. È
però necessario mettere da parte questo significato per comprendere il
problema: il bullo è un ragazzo o una ragazza che compie degli atti di
prepotenza verso un proprio pari sfruttando il fatto di essergli in qualche
modo superiore; queste prepotenze non sono occasionali, ma si ripetono nel
tempo, configurandosi come una vera e propria persecuzione.
Il
bullo può agire in modo singolo oppure in compagnia di altri, che come lui
offendono e perseguitano la loro vittima.
È possibile identificare il bullo dominante e quelli gregari che
sostengono il loro leader e contribuiscono alle azioni offensive di vario
genere che subisce la loro vittima.
MTTD: Per mezzo della psicologa Carolina, personaggio del
tuo romanzo, spieghi alcuni aspetti del bullismo, tra cui le dinamiche che lo
scatenano e gli atteggiamenti assunti sia dalle varie tipologie di bullo sia
dalle vittime. Senza svelare troppi
dettagli, che vogliamo lasciar scoprire ai lettori del tuo romanzo, puoi accennarci a cosa si nasconde, secondo le
ricerche da te fatte nel settore, dietro il bullismo? Si tratta solo di un comportamento aggressivo
da parte del bullo o di ben altro?
ML: Carolina Savi è la psicologa ed è lei
con la sua competenza che informa il commissario Mariani delle condizioni che
si creano tra il bullo e la sua vittima e con la sua competenza supporta la struttura
delle indagini. Durante gli incontri al
commissariato Carolina parla di come i comportamenti ed i tipi di legami tra
madre e figli possono creare le condizioni affinchè il figlio si riveli un
bullo oppure una vittima. Viene
affrontato il tema dell’autostima che hanno di se stesse le persone per
trovarsi in quella oppure nell’altra situazione. Prende
in esame il libro Cuore di Edmondo de
Amicis, dove appunto si parlava del “bullo” Franti, che già a quei tempi
ridicolizzava i suoi compagni di scuola.
Sempre Carolina esamina la definizione dello psicologo norvegese Dan Olweus: "uno studente è
oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando
viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe
in atto da parte di uno o di più compagni". Grazie a Carolina l’aspetto del bullismo è
visto da varie angolazioni e vengono tratte delle immagini tipo sia del bullo
che della sua vittima.
MTTD: Ci sono delle caratteristiche che accomunano le
vittime del bullismo ed in che modo queste persone possono essere aiutate?
ML: È stata
redatta una caratterizzazione delle vittime del bullismo. Possono essere vittime passive o sottomesse e
questa tipologia di persone segnala agli altri l’impossibilità di reagire ed è
molto palese la loro incapacità di reazione. Queste persone hanno scarsa autostima ed un’opinione
negativa di sé; i bambini vittimizzati sono ansiosi e insicuri, spesso cauti,
sensibili e calmi. Se attaccati,
reagiscono chiudendosi in se stessi. Esiste,
tuttavia, un altro gruppo di vittime: le vittime provocatrici, caratterizzate
da una combinazione di modalità di reazione ansiose e aggressive. Possono essere iperattivi, inquieti ed offensivi. L’essere vittima di bullismo è comunque, a
tutte le età, una situazione estremamente stressante che spinge il soggetto ad
un crollo emotivo, psicologico, ponendo le basi per disturbi anche gravi
nel lungo periodo. Il soggetto, non
fidandosi più del prossimo, tenderà ad isolarsi e, in alcuni casi, finirà
persino con l’umiliarsi per cercare di gestire la situazione o con l’avere seri
problemi di relazione sociale. La
sofferenza della vittima può portarla anche a compiere atti estremi come il
suicidio. Quindi è necessario capire dove e come
intervenire. Da una ricerca è stato
dimostrato come le scuole e le famiglie siano i più importanti gruppi di
socializzazione utili a prevenire il fenomeno del Bullismo; allo stesso tempo
però, possono diventarne la causa principale che lo scatena. Uno studio approfondito, condotto da Loeber e
Hay nel 1997, ha rilevato che diversi fattori familiari, come la scarsa
supervisione dei genitori, il monitoraggio irregolare, la dura disciplina
genitoriale, l’incoerenza tra i genitori, la disarmonia tra i genitori, il
rifiuto dei genitori e il basso coinvolgimento dei genitori con il bambino,
appaiono tutti correlati con problemi di condotta. Concludo ribadendo che dobbiamo prestare molta
attenzione all’ambiente dove le persone nascono e crescono e dove si incontrano
per studiare e formarsi.
MTDD: I genitori dei bulli che cercano di giustificare il
comportamento aggressivo, arrogante e persino violento dei propri figli nei
confronti delle vittime, affermando che si tratta di “scherzi di ragazzi” o che
la colpa è della vittima, di certo non aiutano i figli ad assumersi le proprie
responsabilità e a cambiare condotta ed evitare anche il peggio considerando
che molte vittime del bullismo arrivano ad un punto di non-ritorno optando,
triste a dirsi, per il suicidio. Cosa
possiamo dire a questi genitori ed anche ai testimoni di atti di bullismo,
anche violenti, che si limitano ad osservare senza intervenire ed in che modo
questo tuo romanzo, La vipera in corpo, può essere utile nell’educare e
nel consentire una maggiore presa di coscienza di questa piaga chiamata
bullismo?
ML: Come ho già
detto precedentemente, il bullismo non deve essere ignorato e sottovalutato per
i danni che procura alle sue vittime che subiscono danni materiali, morali fino
a conseguenze tragiche. Dobbiamo
mantenere un’attenzione continua affinchè non sia identificato come un banale
scherzo, ma bensì come un reato nei confronti di persone. È un reato penale per le percosse e le lesioni
conseguenti e sicuramente per il danno morale perpetrato con ingiurie e
diffamazioni spesso accompagnate da minacce e molestie. Concludo ribadendo che
gli ambienti dove i nostri ragazzi crescono e studiano devono essere molto
attenti e presenti. Quindi lavoriamo
bene sia nelle famiglie che nelle scuole. Ho cercato di dare alcune informazioni con il
mio romanzo.
MTDD: Grazie, Meri, per essere stata ospite di questo blog. Coloro che volessero ordinare questo tuo
romanzo o un’altra delle tue pubblicazioni in che modo possono farlo?
ML: Troveranno il volume sia nel portale della casa editrice
ARACNE che su Amazon e, se vorranno
scambiare con me qualche messaggio, sono su Facebook.
Ti ringrazio, Maria Teresa, per
questo momento di condivisione e saluto tutti coloro che vorranno leggere sia
questa intervista che il romanzo.