Dott.ssa Maria Teresa De Donato
Naturopata Tradizionale, Consulente Olistica Nutrizione ed Erbalismo, Omeopata
Farmaci che necessitano di ricetta
e farmaci da acquistare liberamente; gente in cerca di medicine nel tentativo
di prendersi cura della propria salute ed aziende farmaceutiche alla ricerca di
modi per massimizzare i profitti. In
questo triste scenario una luce arriva dal passato: Può
l’uso di rimedi erboristici, da millenni aspetto comune e fondamento stesso dei sistemi
medici delle più antiche civiltà, essere ancora effettivo
oggi?
Ogni anno in tutto il mondo, ma
soprattutto nei Paesi più sviluppati, la gente spende milioni di dollari in
medicine nel tentativo di prendersi cura della propria salute e curare le proprie malattie mentre
le compagnie farmaceutiche investono altrettanto denaro in pubblicità al fine di
vendere quanti più farmaci possibile perchè se non lo facessero chiuderebbero i
battenti. È evidente, quindi, che se il
raggiungimento di una salute ottimale è la priorità
numero 1 per il paziente non può esserlo per l’industria farmaceutica.
L’essere consapevoli di questa
realtà può costituire uno dei motivi per cui ogni anno un numero sempre crescente
di persone va in cerca di rimedi naturali quale modo per prevenire le malattie e
migliorare lo stato generale della propria salute evitando, tanto per cominciare, di
ammalarsi. Uno di questi metodi è,
naturalmente, l’Erbalismo, conosciuto anche come Medicina
Erboristica o Medicina Botanica.
Come la Storia della Medicina Erboristica (GCNM, 2008) evidenzia, la Medicina Erboristica affonda le
sue radici nel lontano passato: dalla Materia Medica scritta intorno al 2000 a.C. al
tempo del re sumero Assurbanipal,
che contiene circa 250 rimedi medici alle erbe, al
papiro egizio di Ebers, datato intorno al 1500 a.C. che include circa 876 trattamenti
erboristici; dalla Materia Medica greca Rhizotomikon,
il cui autore Diocleziano di Carioto fu uno
degli allievi di Aristotele, alla Latina
De Materia Medica scritta da Dioscoride intorno al
1° secolo della nostra era volgare, contenente circa 950 rimedi alle erbe, sembra che
tutte le maggiori civiltà del
mondo antico svilupparono il proprio sistema medico basandosi,
innanzitutto, sull’uso di rimedi erboristici per risolvere qualsiasi tipo di problema di
salute. Non ultimo fra questi, anche il
mondo islamico, così come India ,
Cina e Giappone, sviluppò il proprio sistema erboristico per trattamenti di
ogni genere (pp. 9-11)
Jami Ibn Baiar, che visse nel
XIII secolo della nostra era volgare, scrisse la Materia Medica islamica che
contiene circa 2000 rimedi, molti dei quali piante. In India , il più importante testo
ayurvedico sulla medicina interna che fu scritto fu il Characka Sanihita, che contiene
circa 582 erbe, così come il Sashruta
Sanihita, che include circa 600 erbe e può essere datato
intorno al primo secolo della nostra era volgare (pp. 9, 10).
Durante il Medioevo, grazie ai
medici che viaggiavano da un posto all’altro al tempo delle Crociate, il mondo
occidentale e quello orientale furono finalmente in grado di migliorare la propria conoscenza
dei rispettivi sistemi medici importando le informazioni degli altri (sistemi) nel loro
proprio Paese. (p. 10)
Altro aspetto interessante è
anche il fatto che la maggior parte della Medicina Cinese in realtà ebbe origine
proprio dall’Ayurveda; che persino il Vecchio Testamento (Bibbia) fa riferimento a molte
erbe che furono usate per curare malattie migliaia di anni fa; e che in tutto il mondo
uomini come Ippocrate, Galeno di Pergamo, Claudio Galeno, monaci nei monasteri, Avicenna e
molti altri (GCNM, 2008, pp. 9-16) contribuirono grandemente – osservando la
Natura, ricercando e catalogando rimedi e trascrivendo i risultati delle loro ricerche –
all’incredibile, profonda conoscenza dell’erbalismo di cui noi tutti possiamo essere
orgogliosi e grati e di cui possiamo far tesoro oggi.
L’efficacia della Medicina
Erboristica è ben documentata dalla stessa ammissione dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità (WHO) secondo la quale oggi circa 4 miliardi di persone in tutto il mondo si
curano con rimedi alle erbe. Come il Dr.
Andrew Weil – famoso autore e medico Americano,
fondatore della Medicina Integrativa e Program Director del Centro di Medicina Integrativa
presso l’Università dell’Arizona – evidenzia nella sua opera Guida alla Salute Ottimale (Weil, 2002,
Disco 5), botanica e medicina sono strettamente collegate e
fino ad una paio di secoli fa i medici studiavano anche botanica e la preparazione delle
piante e solo intorno al 1960 la situazione cambiò drasticamente e “gli unici corsi
in cui la botanica fu insegnata fu in Farmacografia” per futuri farmacisti. Anche questa situazione finì circa venti anni
fa indicando che “la medicina si era definitivamente
allontanata dalla Natura che è la fonte della guarigione.” (Weil, 2002, Disco 5)
Molto interessante è
l’osservazione che il Dr.
Weil fa nella sua opera quando
afferma che
È
vero che alcune erbe possono avere una certa quantità di tossicità, ma
dobbiamo
esaminare questo nella giusta prospettiva se comparato alla tossicità
dei
farmaci. Centomila morti all’anno solo
negli USA
possono essere attribuite
all’uso
di farmaci. Questo è il risultato non del
farmaco sbagliato dato al
paziente
sbagliato nelle condizioni sbagliate, ma del
farmaco giusto dato al giusto
paziente
nelle giuste condizioni e malgrado tutto ciò centomila persone sono
morte.
(Weil, 2002, Disco 5)
Secondo il
Dr. Weil la causa di tutte queste morti sta nel
fatto che “quando si trova in natura qualcosa che ha
un effetto a livello biologico e si cerca di concentrarne il suo potere al fine di renderlo
più potente, si finisce inevitabilmente con il concentrare tossicità, in quanto l’unica
differenza che c’è tra un farmaco ed un veleno è nella dose.” (Weil, 2002, Disco 5)
Un’altra tra le maggiori differenze
tra erbe e farmaci sta nel fatto che le erbe sono complesse, ossia contengono molteplici ingredienti che possono
curare una varietà di problemi di salute. I farmaci, al contrario, sono prodotti,
generalmente, in armonia con la teoria del
riduzionismo, secondo la quale “una
parte equivale al tutto” e “singoli componenti sono responsabili
degli effetti di piante mediche complesse; che queste singole componenti possono essere
isolate; e che si ha una medicina migliore quando la si amministra in forma pura ed
isolata” (Weil, 2002, Disco 5).
Il Dr. Weil obietta la validità
di questa teoria usando l’esempio delle foglie della coca, una pianta sacra usata
dagli Indios delle Ande e da cui è prodotta la cocaina. Gli Indios delle Ande usano le foglie
di coca, che di fatto sono stimolanti, come rimedi efficaci per una grande varietà
di problemi di salute che vanno da quelli legati alla digestione alla prevenzione del
diabete, dalla diarrea alla costipazione.
Benché la cocaina derivi dalle foglie di
coca, essa ne costituisce solo una componente in quanto le foglie di coca contengono circa
14 ingredienti, cosicché l’effetto che una sola componente al suo stato puro, e
quindi molto più potente, come quello della cocaina consumata da sola, ha
sull’organismo è molto diverso da quello che si ottiene masticando le foglie di coca o
usandole in altri modi. L’impatto che la
singola sostanza, isolata e concentrata, ha
sull’organismo è molto più intenso e può avere effetti devastanti come dimostrano i
molti casi di dipendenza da cocaina.
(Weil, 2002, Disco 5)
La medicina Erboristica, inoltre,
è una terapia complementare che guarda all’individuo e alla sua salute
da un punto di vista olistico; se alcune cellule non funzionano in maniera corretta o
creano problemi ad una certa parte o ad un certo organo del
corpo, un’altra parte o un altro organo possono esserne affetti, così come
anche le nostre emozioni possono
avere effetti sul nostro corpo e manifestarsi fisicamente sotto forma di malattia (Mills,
1988, p. 32)
La salute umana è determinata da
un meccanismo che si autoregola, chiamato omeostasi: nell’erbalismo lo scopo principale è quello di valutare
lo stato generale della salute dei clienti e determinare
quale rimedio possa adattarsi meglio al loro caso (Mills, 1988, p. 32). Di conseguenza, consigli e rimedi sono
individualizzati: ognuno è volto al bisogno specifico del
cliente così che un rimedio che può funzionare per un individuo può non funzionare per un altro. I rimedi, inotre, possono essere sostituiti
nel tempo a seconda dei cambiamenti avvenuti
nel cliente a livello di bisogni o di sintomi.
Scopo dell’erborista, quindi, è quello
di aiutare il meccanismo di autoguarigione del
singolo a funzionare in modo appropriato
così che il corpo possa guarire da sé.
La Medicina Erboristica riconosce
anche l’importanza di scegliere il dosaggio più appropriato e la forma e
preparazione tecnica più consone al fine di raggiungere il suo obiettivo e promuovere
l’autoguarigione del corpo. I rimedi erboristici possono essere trovati in forma di te,
sciroppi, oli, estratti liquidi, tincture, estratti essiccati (pillole o capsule) ed oggi, come nel
passato, la Natura ci offre un’immensa varietà di piante tra
cui scegliere.
L’Aloe Vera, ad esempio, può essere usata sia per uso topico, per la
guarigione di ferite, bruciature causate dal
sole ed irritazioni lievi della pelle, sia per via orale per costipazione, ulcere peptiche,
diabete, asma e solo in rari casi può provocare una reazione allergica come dermatite ed
eczema; la Cimicifuga racemosa può
essere un rimedio molto efficace per problemi di
menopausa, PMS (sindrome premestruale) e dismenorrea,
benché il suo uso richieda
cautela in quanto può interferire con il diabete e la cura ormonale a base di estrogeni; l’Echinacea è un potente antibiotico
naturale e può essere usato per combattere raffreddori,
tosse, febbre, nonché ferite ed ustioni; l’Aglio,
così come usato comunemente in quasi
tutte le antiche civiltà ed ancora ampiamente utilizzato nella cucina mediterranea è ben
conosciuto per la sua capacità di combattere aterosclerosi, migliorare la
circolazione, purificare il sangue, abbassare la pressione sanguigna e per le sue proprietà
antinfiammatorie; lo Zenzero è un
potente antispasmodico, antinfiammatorio
e uno stimolante della circolazione sanguigna periferica, benché si consigli di
usarlo con cautela in quanto il suo uso può interferire con farmaci per il cuore,
antidiabetici ed anticoagulanti (Dunphy & Winland-Brown, 2005, pp. 1, 2) Questi, naturalmente, sono solo pochi esempi
tra le migliaia di erbe che possono essere usate come rimedi
naturali.
Malgrado il trascorrere dei
Millenni e la scomparsa di intere civiltà l’abbondanza Di rimedi naturali che ci è
offerta è indescrivibile. Come fecero i
nostri antenati, non possiamo che inchinarci davanti
alla grandezza, bellezza e saggezza che la Natura continua a mostrarci, imparare da
essa e, con immenso apprezzamento, approfittarne nel modo più umile e felice.
(De Donato, 2009, BSHH @ GCNM –
Essay)
Maria
Teresa De Donato©2009-2014. All Rights Reserved.
References
Dunphy, L. M., Winland-Brown, J. E. (2005). Herbal Therapy - Quick Study (pp. 1, 2).
Barcharts
Global College Of Natural
Medicine (GCNM) (2008). History of Herbal
Medicine
(pp. 9-16). Santa
Cruz , CA : Author
Mills. S. (1989). Una
Scelta per Guarire (Alternatives Healing) (p. 32). Milan ,
Italy :
CDE Ed.
Weil, A. (2002). Guide
to Optimum Health. Understanding Herbal
Medicine - The
Relationship
between botany and Medicine (Disc 5, Session 8). Colorado :
Sounds
True
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